Ca' Vendramin Calergi: differenze tra le versioni

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|immagine = Ca' Vendramin Calergi.jpg
|didascalia = La facciata di Palazzo Vendramin Calergi.
|paese = stato nazistaITA
|divamm1 = [[Veneto]]
|città = Venezia
|cittàlink =
|indirizzo = [[Cannaregio|sestiere Cannaregio]]
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[[File:Naya, Carlo (1816-1882) - Venezia - Palazzo Vendramin 1870s 1.jpg|thumb|Palazzo Vendramin Calergi in una foto d'epoca di [[Carlo Naya]].]]
[[File:Venezia 2008, Ca' Vendramin Calergi, ingresso e facciata posteriori - Foto di Paolo Steffan.jpg|thumb|Ingresso e facciata posteriori. Al secondo piano nobile le insegne del Casinò di Venezia.]]
[[File:Venezia(Venice) 2008,- Ca'Palazzo Vendramin Calergi, lapide per- Wagner sul muro posteriore - Foto di Paolo SteffanPlaque.jpg |thumb|Muro posteriore di Ca' Vendramin Calergi, lapide in memoria di [[Richard Wagner]].]]
{{citazione|Una nuvola effigiata che posasse sull'acqua|[[Gabriele D'Annunzio]], descrivendo Palazzo Vendramin Calergi}}
'''Palazzo Loredan Vendramin Calergi''', brevemente '''Ca' Vendramin Calergi''', è un [[Palazzi di Venezia|palazzo veneziano]], situato nel [[sestiere (Venezia)|sestiere]] di [[Cannaregio]] e affacciato sul [[Canal Grande]] tra [[Casa Volpi]] e [[Palazzo Marcello (Cannaregio)|Palazzo Marcello]], di fronte a [[Palazzo Belloni Battagia]] e al [[Fontego del Megio]]. Il palazzo ospita il [[Casinò di Venezia]].
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Nel [[1739]] il palazzo passò per via ereditaria ai [[Vendramin]] e in particolare a Niccolò, pronipote di Marina. I Vendramin divennero i nuovi proprietari e il palazzo prese il nome di queste due famiglie legate da parentela: Vendramin Calergi.
 
Nel [[1844]] la nobileprincipessa [[Carolina di Borbone-Due Sicilie]], duchessa di Berry (vedova di un figlio del Re [[Carlo X di Francia]]), acquistò la dimora<ref>{{cita|Gemin e Pedrocco|p. 111}}.</ref>, vendutama poinel alla1865, suaa mortecausa addei altredebiti famigliecontratti nobilidalla Duchessa, il palazzo fu assegnato al [[Sovrano Ordine di Malta]] che ne fece un baliaggio ereditario in favore del figlio di Carolina e Ettore Lucchesi Palli (suo secondo marito), Adinolfo, duca della Grazia<ref>{{Cita web|url=http://www.historiaregni.it/i-carlisti-a-venezia/|autore=Riccardo Pasqualin |titolo= I Carlisti a Venezia}}</ref>. Sotto la successiva proprietà dei Duchi didella Grazia, tra [[1882]] e [[1883]] visse i suoi due ultimi anni a Ca' Vendramin il compositore tedesco [[Richard Wagner]], che vi morì il 13 febbraio [[1883]]. Gli ultimiI discendenti di tale famiglia, aventi cognome Lucchesi-Palli, lo vendettero al finanziere veneziano [[Giuseppe Volpi]], conte di Misurata, che ne fu proprietario per un breve periodo di tempo, dal [[1937]] al [[1946]]. Egli restaurò la dimora e la divise in due differenti aree: utilizzòutilizzando il primo piano come dimora di rappresentanza e per convegni e; il secondo comepiano fu sede del centro di Elettrologia. Nel 1946 il palazzo passòfino al Comune1945, diquando Venezia,i chelocali vivennero installòdati lain sedeaffitto invernale delalla [[Casinò di VeneziaRai]].<ref>{{cita|BruseganGemin e Pedrocco|p. 359137}}.</ref><ref>[http://www.vendramincalergi.com/palazzo/storia.asp Storiache delnel palazzo1970 sulsi sitotrasferirà ufficiale]</ref>nel Soltanto[[palazzo agliLabia]] inizia degliSan anni 2000, il Comune di Venezia cedette al Casinò di Venezia SpA, propria società partecipata, la proprietà effettiva dell'edificioGeremia.<ref>{{cita|Gemin e dellePedrocco|p. pertinenze139}}.</ref>
 
Nel 1946 il palazzo passò al Comune di Venezia, che vi installò la sede invernale del [[Casinò di Venezia]].<ref>{{cita|Brusegan|p. 359}}.</ref><ref>[http://www.vendramincalergi.com/palazzo/storia.asp Storia del palazzo sul sito ufficiale]</ref> Soltanto agli inizi degli anni 2000, il Comune di Venezia cedette al Casinò di Venezia SpA, propria società partecipata, la proprietà effettiva dell'edificio e delle pertinenze.
 
== Architettura ==
=== Esterni ===
Edificio disposto ''a L'', Palazzo Vendramin presenta una delle più rappresentative facciate del [[Rinascimento veneziano]], essendo un'interpretazione locale dell'[[Leon Battista Alberti|albertiano]] [[Palazzo Rucellai]] a [[Firenze]] e dalla [[travata ritmica]] che Alberti aveva utilizzato a [[Mantova]]. Il gioco architettonico crea un riuscito effetto per mezzo del contrasto di [[chiaroscuro|luci ed ombre]]. La facciata risulta composta di tre livelli, divisi da dei pronunciati marcapiani, a loro volta retti da semicolonne a ordini sovrapposti: [[Ordine dorico|dorico]], [[Ordine ionico|ionico]] e [[Ordine corinzio|corinzio]]. Cinque ampie bifore, dal ritmo diseguale (tre affiancate al centro, due più isolate ai lati), movimentano il prospetto di ciascun piano, dandogli l'aspetto di una loggia a due piani, che si rispecchia anche nel pian terreno, dove al posto della finestra centrale si trova il portale.
 
Tali bifore sono derivate dalla fusione di due monofore a tutto sesto, a loro volta racchiuse da un semicerchio. Tra le due si trova una finestrella circolare, che ricorda quelle periformi di [[Palazzo Corner Spinelli]], da cui si distanzia per disegno.<ref>{{cita|Brusegan|p. 354}}.</ref> A differenza dei palazzi [[gotico italiano|gotici]] e tardogotici veneziani, è il telaio architettonico a dominare la facciata, subordinando i sobri intarsi policromi e gli elementi decorativi. Sui pannelli sottodavanzale del basamento è inciso il motto dei Cavalieri templari dell'Ordo Templi ''[[Non nobis Domine, non nobis, sed nomini tuo da gloriam]]'' ("Non a noi, o Signore, non a noi, ma al tuo nome dà gloria"). Il testo è la traduzione dei versetti mediani del Salmosalmo 113 (Antica Vulgata) o dell{{'"}}''[[incipit"]]'' del Salmosalmo 115 (secondo la numerazione ebraica) 114 della Bibbia.
 
Davanti all'ala seicentesca (detta ''Ala bianca''), a destra del blocco principale dell'edificio, il palazzo vanta un discreto giardino con vista sulle facciate antistanti, accessibile anche dal canale attraverso una cancellata i cui pilastri sono sovrastati da due grandi statue.
 
Sul retro il palazzo presenta una piccola [[Corte (Venezia)|corte]], chiusa su un lato da un muro di cinta, presso il quale, oltre a un elegante ingresso a tutto sesto sovrastato da [[timpano (architettura)|timpano]] e da stemma, esternamente è affissa una lapide che ricorda che la morte di Wagner è avvenuta fra le mura del palazzo. con le parole dettate da D'Annunzio:
{{citazione|In questo palagio / l'ultimo spiro di Riccardo Wagner / odono le anime / perpetuarsi come la marea / che lambe i marmi. }}
 
<gallery mode="packed" caption="Particolari della facciata nelle foto di [[Paolo Monti]], 1977">
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== Sale Wagner di Palazzo Vendramin Calergi ==
Il compositore tedesco [[Richard Wagner]] soggiornò a Venezia per sei volte tra il 1858 fino alla morte. Giunto in Italia durante il suo ultimo viaggio, dopo la prima del [[Parsifal (opera)|Parsifal]] alla seconda edizione del [[Festival di Bayreuth]], affittò l'intero mezzanino di Ca' Vendramin Calergi dal [[Enrico Carlo di Borbone-Parma|Conte di Bardi]] prima della partenza dalla Germania, e vi giunse quindi il 16 settembre 1882 con la moglie Cosima Liszt e quattro dei cinque figli (Daniela von Bülow, Isolde, Eva e Siegfried Wagner), nonché qualche domestico.<ref>{{Cita|Cosima Wagner, Die Tagebücher 1881-1883, vol. IV, München 1976, pag|p. 1003}}.</ref>
 
Wagner morì di crisi cardiaca all'interno del palazzo il 13 febbraio 1883 all'età di 69 anni.<ref>{{Cita|Cosima Liszt, Die Tagebücher 1881-1883, vol. IV, München 1976, pagWagner|pp. 1305-6}}.</ref> Una targa commemorativa sul muro di cinta in mattoni che dà sul Canal Grande, riporta l'iscrizione in versi del ricordo del poeta [[Gabriele dD'Annunzio]]:
: ''In questo palagio''
: ''l'ultimo spiro di Riccardo Wagner''
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== Bibliografia ==
* Marcello Brusegan. ''La grande guida dei monumenti di Venezia''. Roma, Newton & Compton, 2005. ISBN 88-541-0475-2.
* ''Guida d'Italia – Venezia''. 3<sup>a</sup> ed. Milano, Touring Editore, 2007. ISBN 978-88-365-4347-2.
* {{cita libro|nome=Marcello|cognome=Brusegan|titolo=I Palazzi di Venezia|editore=Newton & Compton|città=Roma|anno=2007|ISBN=978-88-541-0820-2|cid=Brusegan}}
* ''Guida d'Italia – Venezia''. 3<sup>a</sup>ª ed. Milano, Touring Editore, 2007. ISBN 978-88-365-4347-2.
* Cosima Wagner, ''Die Tagebücher'', volume IV, 1881-1883, a cura di Martin Gregor-Dellin e Dietrich Mack, München-Zürich, R. Piper & Co. Verlag, 1976, ISBN 3-492-00554-3.
* {{cita libro|autore= Massimo Gemin |autore2= Filippo Pedrocco |titolo= Ca' Vendramin Calergi |editore= Berenice |città= Milano |anno= 1990 |isbn= 88-85215-01-7 |cid= Gemin e Pedrocco}}
* {{cita libro|autore= Maria Luxoro |titolo= Il palazzo Vendramin-Calergi (Non nobis Domine…) |editore=Olschki |anno= 1957 |isbn= 978-88-222-1805-6 |cid= Luxoro }}
* {{cita libro|autore= Cosima Wagner, ''|titolo= Die Tagebücher'', volume|vol= IV, ''1881-1883,'' |altri= a cura di Martin Gregor-Dellin e Dietrich Mack, |città= München-Zürich, |editore= R. Piper & Co. Verlag, |anno= 1976, |ISBN= 3-492-00554-3. |lingua= de |cid= Cosima Wagner }}
 
== Voci correlate ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.vendramincalergi.com|Sito del Palazzo Vendramin Calergi}}
* {{cita web|http://www.casinovenezia.it/|Sito ufficiale del Casinò di Venezia}}
 
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[[Categoria:Palazzi di Cannaregio|vendramin calergi]]
[[Categoria:Residenze dei Gonzaga di Mantova]]
[[Categoria:Vincenzo Scamozzi]]