Publio Virgilio Marone: differenze tra le versioni
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Virgilio frequenta la scuola di grammatica a [[Cremona]], poi la scuola di filosofia a [[Napoli]], dove si avvicina alla corrente filosofica [[Epicureismo|epicureista]] grazie a [[Sirone (epicureo)|Sirone]] e infine la scuola di retorica a [[Roma]]. Qui conobbe molti poeti e uomini di cultura e si dedicò alla composizione delle sue opere. Inoltre nella capitale portò a termine la propria formazione oratoria studiando eloquenza alla scuola di Epidio, un maestro importante di quell'epoca. Lo studio dell'eloquenza doveva fare di lui un avvocato e aprirgli la via per la conquista delle varie cariche politiche. L'oratoria di Epidio non era certo congeniale alla natura del mite Virgilio, riservato e timido, e dunque quantomai inadatto a parlare in pubblico. Infatti, nella sua prima causa come avvocato non riuscì nemmeno a parlare. In seguito a ciò Virgilio entrò in una crisi esistenziale che lo portò, non ancora trentenne, a spostarsi dopo il [[42 a.C.]] a [[Napoli]], per recarsi alla scuola dei filosofi [[Filodemo di Gadara]] e [[Sirone (filosofo)|Sirone]] per apprendere i precetti di [[Epicuro]]<ref>Erede dei beni di Sirone di cui fu discepolo (Verg., Catal. 5, 9 et 8, 1), Virgilio figura citato in diversi [[papiri di Ercolano]]: M. Gigante e M. Capasso, «Il ritorno di Virgilio a Ercolano», SIFC, 7, 1989, p. 3-6; M. Gigante, «Virgilio all’ombra del Vesuvio», Cronache Ercolanesi, 31, 2001, p. 10; V. Mellinghoff-Bourgerie, ''Les incertitudes de Virgile. Contributions épicuriennes à la théologie de l’Énéide'', Bruxelles, 1990, p. 20-21; D. Armstrong, J. Fish, P.A. Johnston, M.B. Skinner (dir.), ''Vergil, Philodemus and the Augustans'', Austin, 2004.</ref>.
=== La così ===
[[File:Le colonne della Via Appia a Brindisi.jpg|thumb|Le colonne terminali della [[via Appia]] nei pressi della casa dove, secondo la tradizione, Virgilio morì.]]
Gli anni in cui Virgilio si trova a vivere sono anni di grandi sconvolgimenti a causa delle guerre civili: prima lo scontro tra [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]] e [[Gneo Pompeo Magno|Pompeo]], culminato con la sconfitta di quest'ultimo a [[Battaglia di Farsalo|Farsalo]] ([[48 a.C.]]), poi l'uccisione di Cesare ([[44 a.C.]]) in una congiura, e lo scontro tra [[Augusto|Ottaviano]] e [[Marco Antonio]] da una parte e i cesaricidi ([[Marco Giunio Bruto|Bruto]] e [[Cassio]]) dall'altra, culminato con la [[battaglia di Filippi]] ([[42 a.C.]]). Egli fu toccato direttamente da queste tragedie come testimoniano le sue opere: infatti la distribuzione delle terre ai veterani dopo la battaglia di Filippi mise in grave pericolo le sue proprietà nel [[Centuriazione di Mantova|mantovano]] ma sembra che, grazie all'intercessione di personaggi influenti ([[Gaio Asinio Pollione|Pollione]], Varo, [[Cornelio Gallo|Gallo]], Alfeno, Mecenate e dunque lo stesso [[Augusto]]), Virgilio sia riuscito (almeno in un primo tempo) ad evitare la confisca.
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