Domain-driven design: differenze tra le versioni
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'''Domain-driven design''' ('''DDD''') è un approccio
Seguendo i principi del ___domain-driven design la struttura e il linguaggio del software dovrebbero corrispondere alla struttura e al linguaggio del dominio. Ad esempio, in una software che si occupa di gestire una cantina vinicola possono esistere classi come "bottiglia" oppure "mosto" e metodi come "applica etichetta" oppure "imbottiglia".
I processi DDD si basano su tre principi cardine:
==Definizioni fondamentali==▼
* focalizzare il progetto attorno al dominio e alla logica di dominio;
;Dominio: Un contesto di conoscenza ([[Ontologia (informatica)|ontologia]]), influenza, o attività. L'area in cui l'utente lavora con il software è il dominio dello stesso.▼
* basare la progettazione di sistemi complessi sui modelli del dominio;
;Modello: Un sistema di astrazione che descrive specifici aspetti del dominio e che può essere usato per risolvere problematiche relative alla definizione del dominio.▼
* mantenere una collaborazione tra tecnici ed esperti di dominio per rifinire in maniera iterativa modelli concettuali che possano essere applicati ai problemi del dominio.<ref>{{Cita web|url=https://blog.airbrake.io/blog/software-design/___domain-driven-design|titolo=Domain-Driven Design: What is it and how do you use it?|sito=blog.airbrake.io|lingua=en|accesso=18 ottobre 2024}}</ref>
Il termine "Domain-driven design" è stato coniato da [[Eric Evans (technologist)|Eric Evans]] nel 2003 nel libro omonimo.<ref>{{Cita libro|nome=Eric|cognome=Evans|titolo=Domain-driven design: tackling complexity in the heart of software|anno=2004|url=https://archive.org/details/domaindrivendesi0000evan|data=2004|editore=Addison-Wesley|ISBN=978-0-321-12521-7}}</ref>
▲== Definizioni fondamentali ==
▲;Dominio:
▲;Modello: Un sistema di
;Ubiquitous language: Una terminologia comune basata sul dominio e condivisa tra tutto il team che si occupa della progettazione, e che è utilizzata in tutte le attività che coinvolgono il software.
== Strategie nel ___domain-driven design ==
[[File:Maintaining Model Integrity.png|thumb|I patterns e le relazioni fra essi, nel progettare del software ___domain-driven]]
Idealmente, è preferibile avere un singolo modello unificato. Anche se questo è un nobile proposito, nella realtà ci dobbiamo tipicamente scontrare con più modelli che coesistono.
Le strategie nel design sono una serie di principi atti a mantenere l'integrità del modello, e che portano a sviluppare il modello di dominio e di interazione tra i vari modelli.
=== Bounded context ===
In progetti di grandi dimensioni molti modelli devono interagire tra loro. È facile che la complessità e la molteplicità di interazioni portino a problemi tecnici, di organizzazione e di comunicazione. La strategia del ''bounded context'' serve a gestire la complessità di un dominio suddividendolo in aree delimitate e definite, ciascuna con i propri modelli, la propria logica e la propria terminologia. Questo promuove l'indipendenza dello sviluppo all'interno dei singoli contesti, minimizzando i rischi di interferenze tra di loro.<ref>{{Cita web|url=https://ddd-practitioners.com/2023/03/07/the-difference-between-domains-subdomains-and-bounded-contexts/|titolo=The difference between domains, subdomains and bounded contexts|autore=Premanand Chandrasekaran|sito=Domain-driven Design: A Practitioner's Guide|data=7 marzo 2023|lingua=en|accesso=18 ottobre 2024}}</ref>
I bounded context servono anche a risolvere il problema della [[polisemia]], cioè la proprietà per una parola di assumere più significati: il contesto in cui un appare un termine determina il suo significato. Ad esempio il "prezzo" per un reparto vendite è una cosa diversa dal "prezzo" per un reparto acquisti. In un approccio DDD la soluzione al problema è segregare ciascun "prezzo" nel suo bounded context, in maniera da limitare le occasioni di fraintendimento, sia nello sviluppo del software concreto, sia nella comunicazione all'interno del progetto.<ref>{{Cita web|url=https://martinfowler.com/bliki/BoundedContext.html|titolo=bliki: Bounded Context|sito=martinfowler.com|accesso=18 ottobre 2024}}</ref>
=== Continuous integration ===
Quando più persone lavorano
La soluzione è istituire un processo di ''[[Continuous Integration|continuous integration]],'' sia del codice, con l'integrazione frequente delle nuove modifiche con annessi step di testing, sia delle informazioni, con l'esercizio costante dell'ubiquitous language all'interno del team, in modo da mantenere una visione condivisa del modello man mano che la sua concezione evolve nella mente dei singoli membri del team.<ref>{{Cita web|url=http://ddd.fed.wiki.org/view/continuous-integration|titolo=continuous integration|sito=ddd.fed.wiki.org|accesso=18 ottobre 2024}}</ref>
=== Context map ===
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La soluzione è definire ogni modello che esiste nel progetto e definirne i limiti. Questo include modelli impliciti di sotto progetti non object-oriented. Trovare il nome di ogni contesto delimitato, e renderlo parte del linguaggio specifico del dominio. Descrivere i punti di contatto tra i modelli, esplicitando le traduzioni che occorrono nella comunicazione ed evidenziando le condivisioni di informazioni.
==
Nel libro ''Domain-Driven Design'', che è orientato a descrivere sistemi orientati agli oggetti, vengono introdotti una serie di artefatti per esprimere modelli di dominio nell'ambito di un processo di progettazione ___domain-driven:
;Entity: Un oggetto che non è definito dai suoi attributi, ma piuttosto dalla sua identità.
;Value
;Aggregate: Una collezione di oggetti che sono legati insieme da un'entità padre,
;Domain
;Service: Quando un'operazione non appartiene naturalmente a nessun oggetto forzare la sua appartenenza ad un oggetto distorce la coerenza del modello oppure causa un proliferare di oggetti astratti privi di significato di dominio. Queste operazioni devono essere definite in un ''service'', un componente che ha come unica responsabilità lo svolgimento di queste operazioni. Ad esempio, in un sistema [[ecommerce]], il calcolo delle spese di spedizione è un ottimo candidato per essere implementato in un ''service.''
;Repository: I repository sono servizi che espongono un'interfaccia per il recupero di oggetti di dominio, astraendo il database sottostante e fornendo metodi che seguono le esigenze del dominio e che sono coerenti con l'ubiquitous language. Ad esempio, un repository di libri per una biblioteca potrebbe esporre i metodi <code>libriInPrestito</code> e <code>libriDisponibili</code> .
;Factory: Le factory sono oggetti all'interno del dominio che hanno il compito astrarre la creazione di oggetti o aggregati complessi e difficili da costruire, rendendo più facile creare questi oggetti ed evitando di rendere i client che eseguono la creazione troppo dipendenti dalla struttura interna e dalle regole di questi oggetti.
=== Svantaggi ===
Al fine di mantenere il modello come un costrutto del linguaggio puro e utile, il team deve tipicamente implementare l'isolamento con grande attenzione e prestare attenzione all'incapsulamento all'interno del modello di dominio. Di conseguenza, un sistema costruito attraverso il Domain Driven Design può essere oneroso in termini di costo di sviluppo.
Quindi un sistema
== Note ==
<references />
==
* [[Semantica]]
* [[Rappresentazione della conoscenza]]
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* [[Rete semantica]]
== Collegamenti esterni ==
* {{Cita pubblicazione|autore=Eric Evans|titolo=Domain Driven Design, Definitions and Pattern Summaries|url=https://www.domainlanguage.com/wp-content/uploads/2016/05/DDD_Reference_2015-03.pdf}}
* {{Cita pubblicazione|url= http://www.infoq.com/presentations/model-to-work-evans |nome= Eric |cognome= Evans |editore= InfoQ |tipo= presentation |titolo= Domain Driven Design – Putting the Model to Work}}
* {{Cita pubblicazione|url= http://www.infoq.com/presentations/strategic-design-evans |nome= Eric |cognome= Evans |
* {{Cita pubblicazione|url= http://www.infoq.com/interviews/jimmy-nilsson-___domain-driven-design |nome= James
* {{Cita pubblicazione |url= http://tech.groups.yahoo.com/group/domaindrivendesign/ |titolo= Domain-Driven Design |tipo= forum |editore= Yahoo! |urlmorto= sì |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20090615224147/http://tech.groups.yahoo.com/group/domaindrivendesign/ }}
* {{Cita pubblicazione |url= http://www.methodsandtools.com/archive/archive.
* {{Cita pubblicazione |url= http://codebetter.com/blogs/gregyoung/archive/2010/02/16/cqrs-task-based-uis-event-sourcing-agh.aspx |nome= Gregory ‘Greg’ |cognome= Young |titolo= CQRS, Task Based UIs, Event Sourcing agh! |data= 16 febbraio 2010 |editore= Code better |tipo= [[World Wide Web log]] |accesso= 19 maggio 2015 |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20101121115055/http://codebetter.com/blogs/gregyoung/archive/2010/02/16/cqrs-task-based-uis-event-sourcing-agh.aspx |urlmorto= sì }}
* {{Cita pubblicazione |url= http://blog.cleverlabs.com/2010/11/___domain-driven-design-that-works.html |nome= Jon |cognome= Jenkins |editore= Clever Labs |titolo= Domain‐driven design that works |data=
* {{Cita pubblicazione|url= http://www.udidahan.com/2009/12/09/clarified-cqrs/ |nome= Udi |cognome= Dahan |titolo= Clarified CQRS |data= 9 dicembre 2009}}: how it relates to other patterns]
* {{Cita pubblicazione|url= http://www.infoq.com/articles/haywood-ddd-no |nome= Dan |cognome= Haywood |tipo= interview |editore= InfoQ |titolo= Domain Driven Design using Naked Objects}}
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