Sovrani di Milano: differenze tra le versioni

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[[File:Arms of the House of Visconti (1395).svg|thumb|Stemma della dinastia dei [[Visconti]], i primi duchi della città. Lo stemma è ancora oggi uno dei simboli più storici di [[Milano]].|210x210px]]
Quello che segue è un elenco dei '''sovrani di Milano''' che hanno governato l'omonima entità statuale ([[Signoria di Milano|signoria]] e poi [[Ducato di Milano|ducato]]) dal [[Medioevo]] fino al finire del [[XVIII secolo]].
 
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== Note riguardo a titoli e numerazione ==
* La prima forma statuale, che può essere considerata precorritrice del futuro [[Ducato di Milano]], fu la [[Marca obertengaObertenga]] (o della Liguria), creata nel [[951]] da re [[Berengario II d'Ivrea]] e affidata al margravio [[Oberto I (nobile)|Oberto I]]. La marca, corrispondente quindi agli attuali territori di [[Lombardia]] e [[Liguria]], non aveva però una sede stabile e assumeva più le caratteristiche di una suddivisione amministrativa soggetta al [[Re d'Italia]], e quindi al [[Sacro Romano Impero]].<ref>{{cita libro|nome=Roberto|cognome=Ricci|titolo=La marca della Liguria orientale e gli Obertenghi, 945-1056: una storia complessa e una storiografia problematica|editore=[[Centro italiano di studi sull'alto medioevo|CISAM]]|data=2007}}</ref> Alla morte di [[Alberto Azzo II d'Este|Albertazzo II]] nel [[1097]], la marca passò titolarmente al figlio [[Folco I d'Este|Folco I, Signore d'Este]] (capostipite degli [[Estensi]]), venendo però ripartita tra le varie famiglie discendenti dagli Obertenghi (come i [[Malaspina]] e i [[Fieschi]]) e i vari [[liberi comuni]] che nel frattempo si erano resi autonomi da ogni entità esterna.<ref>{{cita libro|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/obertenghi_%28Enciclopedia-Italiana%29/|nome=Silvio|cognome=Pivano|titolo=Obertenghi|opera=Enciclopedia Italiana|editore=Treccani|data=1935}}</ref>
* Nel [[1117]], la città di [[Milano]] si diede definitivamente lo statuto di libero comune, affidando il governo cittadino ad un [[console (storia medievale)|consolato biennale]].<ref>{{cita web|url=http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/8000343/|titolo=comune di Milano, 1117-1329|sito=Lombardia Beni Culturali|data=19 gennaio 2005}}</ref> Nell'ambito dei crescenti conflitti fra la [[Santa Sede]] e il [[Sacro Romano Impero]] ([[Lotta per le investiture]]), nonché il desiderio di ques'ultimo attore di consolidare il proprio dominio sull'[[Italia settentrionale]], Milano si schierò contro l'Impero, venendo quindi posto sotto assedio (vedi [[Assedio di Milano (1162)]]) dall'allora Imperatore [[Federico Barbarossa]], che decise di distruggere la città come monito per le altre città lombarde.<ref>{{cita libro|nome1=Giorgio|cognome1=D'Ilario|nome2=Egidio|cognome2=Gianazza|nome3=Augusto|cognome3=Marinoni|titolo=Legnano e la battaglia|editore=Landoni|data=1976|pagina=155}}</ref> La partecipazione di Milano alla [[Lega Lombarda]] che sconfisse definitivamente il Barbarossa nella [[battaglia di Legnano]] del [[1176]] consolidò nella popolazione milanese un sentimento anti-imperiale e, nel secolo successivo, pro-[[guelfo]]. Tale assetto si concretizzò con la nascita della prima [[signoria cittadina]], ovvero quella dei [[Della Torre]] (o Torriani). Un loro esponente, [[Pagano della Torre (XIII secolo)|Pagano]], ospitando gli sconfitti guelfi della [[battaglia di Cortenuova]] del [[1237]], ottenne dal [[Consiglio comunale|Consiglio degli Ottocento]] (l'assemblea comunale di Milano), il titolo di ''Anziano della [[Credenza di Sant'Ambrogio]]'' nel [[1240]], titolo che trasmise ai suoi discendenti prossimi che detennero di fatto, da allora fino al [[1277]], una signoria "occulta" sulla città.<ref>{{cita libro|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/pagano-della-torre_(Dizionario-Biografico)|nome=Giulia L.|cognome=Fantoni|titolo=Della Torre, Pagano|opera=Dizionario Biografico degli Italiani|volume=89|editore=Treccani|data=1989}}</ref>
* La prima [[signoria di Milano|signoria vera e propria]] fu, tuttavia, quella dei [[Visconti]], già esponente del partito [[ghibellino]] milanese. Nel [[1277]], nell'ambito delle lotte interne fra guelfi e ghibellini, [[Ottone Visconti]] era riuscito a far valere i suoi diritti come [[arcivescovo di Milano]] dopo la sconfitta torriana nella [[battaglia di Desio]].<ref>{{cita libro|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/ottone-visconti_%28Enciclopedia-Italiana%29/|nome=Luigi|cognome=Simeoni|titolo=Visconti, Ottone|opera=Enciclopedia Italiana|editore=Treccani|data=1937}}</ref> Stranamente, in questo caso il Visconti era stato appoggiato da [[Papa Urbano IV]], in virtù della sua supremazia sulle questioni ecclesiastiche, mentre il signore torriano [[Napoleone della Torre|Napoleone]] si era avvalso della nomina del re tedesco [[Rodolfo I d'Asburgo]] come [[vicario imperiale]]. Benché Ottone venne riconosciuto dal Consiglio degli Ottocento come nuovo signore di Milano, tale titolo venne formalizzato dal nipote [[Matteo I Visconti|Matteo I]], succedutogli nel [[1281]] con la sua dimissione dagli affari pubblici, che ottenne nel [[1311]] dall'Imperatore [[Enrico VII di Lussemburgo|Enrico VII]] il titolo di vicario imperiale, trasmesso a tutti i suoi successori.<ref>{{cita libro|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/matteo-i-visconti_%28Enciclopedia-Italiana%29/|nome=Luigi|cognome=Simeoni|titolo=Visconti, Matteo I|opera=Enciclopedia Italiana|editore=Treccani|data=1937}}</ref>
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I Visconti detennero, salvo una breve parentesi dal [[1302]] al [[1311]] durante la quale [[Guido della Torre]] riuscì a riappropriarsi della città,<ref>{{cita libro|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/guido-della-torre_%28Dizionario-Biografico%29/|nome=Anna|cognome=Caso|titolo=Della Torre, Guido|opera=Dizionario Biografico degli Italiani|volume=37|editore=Treccani|data=1989}}</ref> ininterrottamente la signoria, associata al "titolo di [[vicario imperiale]] della Lombardia". Verso la fine del [[XIV secolo]], le faide all'interno della famiglia si erano acuite, sfociando in morti sospette e cospirazioni e portando ad un progressivo declino della signoria frenato dal [[colpo di Stato]] di [[Gian Galeazzo Visconti]] contro lo zio [[Bernabò Visconti|Bernabò]], che pianificava l'eliminazione del nipote di cui aveva usurpato l'eredità paterna.<ref>{{cita libro|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/bernabo-visconti_%28Enciclopedia-Italiana%29/|nome=Luigi|cognome=Simeoni|titolo=Visconti, Bernabò|opera=Enciclopedia Italiana|editore=Treccani|data=1937}}</ref>
 
Con la presa di potere di Gian Galeazzo, la signoria subì un'evoluzione territoriale: dal [[1387]] al [[13551395]], una serie di campagne militari aveva portato alla destituzione di molteplici signorie e liberi comuni e l'acquisizione di tutta la [[Lombardia]] (eccetto [[Mantova]]), [[Veneto]] (escluso [[Treviso]], in mano alla [[Repubblica di Venezia]]), del [[Piemonte]] orientale e dell'[[Emilia]] (eccetto [[Modena]] e [[Ferrara]], in mano agli [[Estensi]]), oltre che il soggiogamento della [[Repubblica di Genova]], resa vassalla di Milano.<ref>{{cita libro|nome1=Biagio|cognome1=Salvemini|nome2=Francesco|cognome2=Benigno|titolo=Progetto storia – Tempi e problemi. Politica, istituzioni, società|volume=I (1350-1650)|editore=Laterza|data=2015|pagina=A48}}</ref> A ciò si aggiunse un duplice prestigio politico: nel [[1389]] il matrimonio tra la figlia [[Valentina Visconti|Valentina]] e [[Luigi I di Valois-Orléans|Luigi di Valois, Duca d'Orléans]], fratello del re francese [[Carlo VI di Francia|Carlo VI]], e nel [[1395]] l'acquisizione del titolo di '''Duca di Milano''' dal re tedesco [[Venceslao di Lussemburgo]].<ref>{{cita libro|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/venceslao-iv-re-di-boemia-e-di-germania_%28Enciclopedia-Italiana%29/|nome=František|cognome=Bartos|titolo=Venceslao IV, re di Boemia e Germania|opera=Enciclopedia Italiana|editore=Treccani|data=1937}}</ref>
La prematura morte di Gian Galeazzo nel [[1402]], poco dopo l'avvio dell'espansione verso la Toscana (nel [[1399]] era stata acquisita [[Repubblica di Pisa|Pisa]]), sancì la fine dei disegni espansionistici viscontei.<ref>{{cita libro|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/gian-galeazzo-visconti-duca-di-milano_%28Dizionario-Biografico%29/|nome=Andrea|cognome=Gamberini|titolo=Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano|opera=Dizionario Biografico degli Italiani|volume=54|editore=Treccani|data=2000}}</ref> [[Giovanni Maria Visconti]], figlio e successore di Gian Galeazzo, cercò di arginare lo sfaldamento dello "stato visconteo" attraverso tattiche brutali, incluse razzie, espropri, omicidi e sacchi contro città e opponenti, aumentando per effetto contrario i disordini e le cospirazioni che portarono nel [[1412]] al suo assassinio.<ref>{{cita libro|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-maria-visconti-duca-di-milano_(Dizionario-Biografico)|nome=Andrea|cognome=Gamberini|titolo=Giovanni Maria Visconti, duca di Milano|opera=Dizionario Biografico degli Italiani|volume=56|editore=Treccani|data=2001}}</ref> Di conseguenza, la corona ducale passò a suo fratello [[Filippo Maria Visconti|Filippo Maria]], che preferì ricorrere all'astuzia diplomatica e a militari esperti per ricostituire il ducato, che non riuscì però ad arginare la limitazione del ducato alla sola [[Lombardia]] (eccetto [[Brescia]] e [[Mantova]]). Le sconfitte e la pressione crescente di vicini ambiziosi portarono il Visconti ad un crollo psicologico, che afflisse anche il governo del ducato e la sua vita privata, non generando alcuna prole legittima dal matrimonio e di conseguenza assicurando l'estinzione della dinastia viscontea, così come una [[guerra di successione]], alla sua morte nel [[1447]].<ref>{{cita libro|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/filippo-maria-visconti-duca-di-milano_%28Dizionario-Biografico%29/|nome=Gigliola|cognome=Soldi Rondinini|titolo=Filippo Maria Visconti, duca di Milano|opera=Dizionario Biografico degli Italiani|volume=47|editore=Treccani|data=1997}}</ref>