San Vincenzo (Genova): differenze tra le versioni

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|linkStemma = Provincia di Genova-Stemma.svg
|circoscrizione = [[Municipi di Genova|Municipio I Centro Est]]
|quartiere = [[Portoria]]
|altriQuartieri =
|cap = 16121 - 16122
|superficie = 0.685
|abitanti = 53235481
|anno = 2022
|nomeAbitanti =
|patrono =
|festivo =
|localizzazione = sì
}}
 
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== Demografia ==
L'"unità urbanistica" di San Vincenzo, che come detto comprende anche l'antico sestiere di [[Portoria]], ha una popolazione di 5323{{formatnum:5481}} abitanti (al 31 dicembre 20102022<ref name="statistica_genova">{{Cita web |url=http://www2statistica.comune.genova.it/servletspubblicazioni/resources?contentId=494416&resourceName=allegato2 download/not_stat/notiziario%20anno%202022/Notiziario%204-2022.pdf|titolo=Notiziario statistico della città di Genova 14/2011 2022|accesso=1017 settembre 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160303235251/http://www2.comune.genova.it/servlets/resources?contentId=494416&resourceName=allegato2 |dataarchivio=3 marzo 2016 |urlmorto=sìfebbraio 2025}}</ref>).
 
I dati storici disponibili riguardano la ex circoscrizione di Portoria nel suo complesso, con le due unità urbanistiche di S.Vincenzo e [[Carignano (Genova)|Carignano]]. La storia demografica della ex circoscrizione risente delle vicissitudini urbanistiche della zona. La popolazione, 35.877{{formatnum:35877}} abitanti al primo [[censimento]] del 1861, sale a 40.260 nel 1901, dato che rappresenta il "massimo storico". Da allora, con la trasformazione di questi antichi quartieri popolari in un'area destinata a centri direzionali e attività del terziario, ha inizio un vistoso calo demografico. Gli abitanti, ancora 35.007 nel 1936, si riducono a 20.021 nel 1961,<ref name="demografia">Comune di Genova - Ufficio Statistica, Atlante demografico della città, luglio 2008.</ref> fino agli attuali 12.331, di cui 5.323, come già accennato, nella sola unità urbanistica di San Vincenzo.<ref name="statistica_genova"/>
 
== Storia ==
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Questa via, frequentata da tempi remoti, come testimoniato da diversi ritrovamenti archeologici<ref name="festivalscienza">[http://www.festivalscienza.it/site/home/stampa/documento10001226.html Articolo sul Secolo XIX dell'8 ottobre 2009]</ref><ref name="Secolo_XIX">[[Il Secolo XIX]], La mia gente, 1983.</ref>, superava il Bisagno al [[Bisagno#L'antico ponte medioevale di Sant'Agata|ponte di S. Agata]], nei pressi del "[[San Fruttuoso (Genova)#Borgo Incrociati|borgo degli Incrociati]]", che un tempo, prima della costruzione delle Mura Nuove, era la naturale continuazione del "borgo di Bisagno".
 
{{citazione|''... per l'attuale via s. Vincenzo andavasi all'ospizio e spedale, che gli antichi [[PadriCrocigeri cruciferiitaliani|crociati, o crucigeri]], tenevano vicino al ponte di s. Agata: qui valicato il fiume, entrava la strada Romana nella villa di Terralba (s. Fruttuoso), ed ascendeva a [[San Martino (Genova)|s. Martino d’Albaro]], seguitando per la riviera di Levante.''|[[Goffredo Casalis]], "Dizionario geografico, storico, statistico e commerciale degli stati di S.M. il Re di Sardegna", 1840}}
 
Nell'[[XI secolo]] l'area del quartiere era una zona agricola di proprietà ecclesiastica, e lì nel 1059 venne edificata una cappella dedicata a [[Vincenzo di Saragozza|S. Vincenzo martire]], trasformata un secolo più tardi in [[Oratorio (architettura)|oratorio]]. Al suo posto nel [[XVII secolo]] fu costruita la [[Chiesa di San Vincenzo (Genova)|chiesa]], soppressa nel 1813 ed oggi sede del Circolo Ufficiali.<ref>[http://www.viedigenova.com/wiki/Vincenzo Note storiche su www.viedigenova.com] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160313021355/http://viedigenova.com/wiki/vincenzo |data=13 marzo 2016 }}</ref><ref name="vie_di_portoria">[http://www.alessandrotorti.it/files/viediportoria.pdf A. Torti, Vie di Portoria, 1996] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20131016233005/http://www.alessandrotorti.it/files/viediportoria.pdf |data=16 ottobre 2013 }}</ref>
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Così descrive la zona suoi "Annali" il [[Agostino Giustiniani|Giustiniani]], [[vescovo]] e [[storico]], all'inizio del [[XVI secolo|Cinquecento]]:
 
{{citazione|''Alla porta degli archi si continua il borgo di Bisagno, distinto in soprano e sottano: il sottano contiene cinquantasette case, che sono tutte della [[Chiesa di Santo Stefano (Genova)|parrocchia di S. Stefano]], e per la maggior parte di ortolani: ed è in questo borgo il [[monastero]] di [[Chiesa di Santa Maria della Pace (Genova)|S. Maria della Pace]], abitato dai frati [[Ordine dei Fratifrati Minoriminori|Osservanti di S. Francesco]]; vi è eziandio il prato nominato della Lana.<ref>L’area in riva al Bisagno, corrispondente all'attuale [[Piazza della Vittoria (Genova)|piazza della Vittoria]] nel Medioevo era conosciuta come ''prato della lana'', perché utilizzata dai lanaioli per lavare e far asciugare la lana, successivamente filata e confezionata in panni.</ref> E nel borgo di sopra sono duecentoquattro case, delle quali ve ne sono sessanta di cittadini, il restante sono di artefici. E nel principio del borgo, dove si divide la via, è un piccolo oratorio nominato ad ''Sanctos peregrinos'', che fu il primo alloggiamento de' SS. [[Nazario e Celso]], quando assai presto dopo la passione del Salvatore vennero a predicare la fede di Cristo alla città di Genova. E poi vi è la [[Chiesa di San Vincenzo (Genova)|chiesa parrocchiale di S. Vincenzo]], e, procedendo più oltre, il [[Chiesa di Santo Spirito (Genova)|monastero di Santo Spirito]], che sono [[Monache clarisse|monache Conventuali]]; e dopo il monastero dei [[PadriCrocigeri cruciferiitaliani|Crociferi]].<ref>Il riferimento è al convento dei "Crociferi" che si trovava nel [[San Fruttuoso (Genova)#Borgo Incrociati|Borgo Incrociati]], allora naturale continuazione del "borgo di Bisagno".</ref> E, tuttavia procedendo verso tramontana, quasi in fine del borgo in luogo eminente, è un grande e molto celebre monastero de' [[Ordine di Sant'Agostino|frati zoccolanti di osservanza di S. Agostino]], intitolato a S. Maria di Consolazione.<ref>Nel [[XVI secolo]] il convento degli Agostiniani all'epoca del Giustiniani si trovava ancora sull'altura dello Zerbino, soprastante il Borgo Incrociati; dopo la costruzione delle mura il monastero e l'[[Chiesa della Consolazione (Genova)|annessa chiesa]] sarebbero stati riedificati nel sito attuale, nella centrale via XX Settembre.</ref> E tutti gli abitatori di questo borgo, così partito, in molte cose civili sono riputati e trattati come proprii cittadini.''|[[Agostino Giustiniani]], "Annali della Repubblica di Genova", 1537}}
 
=== Le Mura Nuove e il sestiere di S. Vincenzo ===
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=== L'Ottocento ===
[[File:Genova, ex Manicomio nel Sestiere di S. Vincenzo (11025217406).jpg|miniatura|Genova, ex Manicomio nel Sestiere di S. Vincenzo]]
Pur inglobato entro la cerchia muraria, il quartiere fino al [[XIX secolo]] non ebbe a subire cambiamenti significativi. Il principale insediamento abitativo rimase quello lungo la via principale, mentre il resto della piana ebbe una destinazione soprattutto agricola, con poche modeste abitazioni che si estendevano fino al colle di Carignano. L'unico edificio di qualche rilevanza nella zona detta "Abrara"<ref>Toponimo derivato da un termine [[longobardi|longobardo]] che indicava un terreno suburbano coltivato a prato ({{collegamento interrotto|1=[http://www.treccani.it/vocabolario/braida/). Braida in Vocabolario – Treccani] |datedata=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref><ref>{{citazione|''I genovesi a indicar questi luoghi usavano ed usano dire ''in a brea'' (nella braida), e male italianizzarono i moderni scrivendola contrada di ''Abrara''.''|[[Federico Alizeri]], "Guida artistica per la città di Genova", 1846}}</ref> (attuale via Cesarea e strade limitrofe) era l'antica chiesa di “S. Martino de via“, in seguito S. Maria della Pace, che sarebbe stata poi demolita per fare spazio all'ampliamento urbanistico di fine secolo.
 
Il [[Genova (ampliamento urbanistico del 1825)|piano urbanistico]] predisposto dall'architetto [[Carlo Barabino]] nel 1825, volto ad estendere la città verso levante superando i limiti della città medioevale trovò, pur tra varie difficoltà, una prima parziale applicazione solo tra gli [[anni 1830|anni trenta]] e [[anni 1840|quaranta]], sotto la direzione di [[Giovanni Battista Resasco|G.B. Resasco]], che dopo la morte del Barabino, nel 1835, gli era succeduto nel ruolo di architetto civico.
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==== Via San Vincenzo ====
[[File:Via San Vincenzo Genova 02.jpg|thumb|left|upright=0.6|Via San Vincenzo]]La via che attraversa il centro storico del quartiere inizia dal Ponte Monumentale e giunge nei pressi della stazione Brignole. La via, molto antica, costituiva una parte del collegamento verso levante in uscita da Genova, diretto verso il colle di [[San Martino (Genova)|S.San Martino d'Albaro]], dopo aver superato il [[Bisagno]] al ponte di S. Sant'Agata. L'edilizia della via, pur rimaneggiatasegnata dallo sviluppo urbanistico di metà Ottocento, lascia intravedere tracce dell'antico insediamento suburbano, come alcuni edifici tardo-medioevali con portale, le ex chiese di S.San Vincenzo e S.Santo Spirito ede alcuni palazzi rinascimentali, quali i [[Villa Grimaldi Sauli|palazzi Grimaldi-Sauli]] e [[Centurione (famiglia)|Centurione]], in cui nacque [[Virginia Centurione Bracelli]].<ref name="sagep"/><ref name="TCI"/><ref name="itinerari_portoria"/>[[File:Genova S_Vincenzo salita Tosse.jpg|thumb|upright=0.8|Salita della Tosse]] L'ultimo tratto della via fino alla fine dell'Ottocento era denominato "via di Porta Romana", perché conduceva alla seicentesca porta, demolita nel 1891.<ref name="vie_di_portoria"/> Oggi via S.San Vincenzo è quasi completamente [[isola pedonale|pedonalizzata]].
 
Da via S.San Vincenzo ha inizio la salita della Tosse, che raggiunge il bastione dell'[[Acquasola]] da dove attraverso la porta di S.Santa Caterina si entrava in città nei pressi della [[Chiesa di Santo Stefano (Genova)|chiesa di S.Santo Stefano]]. Lungo questa salita, che prendeva il nome da un antico [[oratorio (architettura)|oratorio]] intitolato a N.S. della Tosse<ref>[http://viedigenova.com/wiki/Tosse Salita della Tosse su viedigenova.com] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160304134510/http://viedigenova.com/wiki/Tosse |data=4 marzo 2016 }}</ref>, ebbe la sua prima sede illa compagnia del [[Fondazione Luzzati - Teatro della Tosse|Teatro della Tosse]]<ref>{{Cita web |url=http://www.chiediteatro.it/gli-speciali-k2/item/244-luzzati-e-il-teatro-della-tosse.html# |titolo=Storia del “Teatro della Tosse“ su www.chiediteatro.it |accesso=12 giugno 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120821154319/http://www.chiediteatro.it/gli-speciali-k2/item/244-luzzati-e-il-teatro-della-tosse.html# |dataarchivio=21 agosto 2012 |urlmorto=sì }}</ref> (trasferito prima in via Canevari, ede infine dal 1986 nell'attualenella sede di stradone S. Sant'Agostino, nella zona di [[Piazza Sarzano|Sarzano]]), fondato nel 1975 da [[Tonino Conte]], [[Emanuele Luzzati]], [[Aldo Trionfo]] e altri.
 
==== Piazza [[Cristoforo Colombo|Colombo]] ====
{{vedi anche|Piazza Colombo}}
[[File:Genova, piazza colombo di notte.JPG|thumb|left|Piazza Colombo, veduta notturna]]Fu progettata intorno al 1830 dal Barabino e realizzata intorno al 1840 dal Resasco, su terreni in precedenza adibiti ad orti. La piazza, situata all'incrocio tra via Colombo e via Galata, ha forma quadrata ed è circondata da quattro edifici a portici, oggi animati da bancarelle di libri e negozi di antica tradizione.
 
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Al centro della piazza nel 1861 fu collocata la [[fontana]] seicentesca del "Genio Marino", già a Ponte Reale.<ref name="sagep"/><ref name="itinerari_portoria"/>
 
==== Via Galata ====
[[File:2005 1017-Genova0026.JPG|thumb|L'antica pasticceria ''Panarello'', all'angolo tra via Galata e via S. Vincenzo]]In origine questa via, conosciuta come ''[[creuzaCrêuza|Crosa]] Larga'', andava dal convento delle Brignoline fino al colle di Carignano e comprendeva anche parte della strada attualmente corrispondente a via [[Cesarea di Antiochia|Cesarea]]. Rettilinea, taglia perpendicolarmente via S. Vincenzo e via Colombo e termina oggi in via XX Settembre.
 
Dalla metà dell'Ottocento, prima dell'intitolazione alla [[Galata (Istanbul)#Galata genovese|colonia genovese]], per un breve periodo fu denominata "via al Manicomio", perché terminava di fronte al complesso dell'allora ospedale psichiatrico.<ref name="vie_di_portoria"/> In un modesto locale della via nel 1964 fu fondato il "Louisiana Jazz Club", oggi trasferito in via S. Sebastiano, nei pressi di [[Via Roma (Genova)|via Roma]]. Nato come punto di aggregazione di musicisti [[jazz]], ha ospitato alcuni dei più importanti complessi jazz internazionali.<ref>[http://www.louisianajazzclub.com/1964.htm Sito del "Louisiana Jazz Club"]</ref>
 
==== Via [[Fiume (Croazia)|Fiume]] e via [[Brigata Liguria]] ====
Queste due strade, un tempo chiamate rispettivamente "via Edera"<ref>Via Edera, che prendeva il nome dall'[[edera]] che avvolgeva un'immagine della Madonna posta in una [[nicchia]] delle mura, andava da Porta Pila a Porta Romana.</ref> e "via del Prato"<ref>Via del Prato prendeva il nome dall'antico "prato della lana", che si trovava sulla riva al Bisagno prima della costruzione delle mura seicentesche.</ref>, delimitavano il quartiere a levante, correndo lungo le Fronti Basse. Oggi via Fiume si affaccia su piazza [[Giuseppe Verdi|Verdi]], e via [[Brigata Liguria]] corre parallela alla palazzata ovest di [[piazza della Vittoria (Genova)|piazza della Vittoria]]. In via Fiume sorgono il grattacielo ex Telecom e il Palazzo degli Uffici Finanziari, in via Brigata Liguria si trova il Museo di Storia Naturale. Fino alla metà dell'Ottocento queste vie erano modeste crose, tra le mura cittadine da una parte e orti dall'altra. Con l'urbanizzazione della zona furono allargate e fiancheggiate da abitazioni.<ref name="vie_di_portoria"/><ref name="sagep"/><ref name="TCI"/>
 
==== Via Serra ====
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=== Architetture civili ===
==== PalazzoVilla Grimaldi-Sauli ====
{{vedi anche|Villa Grimaldi Sauli}}
[[File:Genova S_Vincenzo Palazzo Sauli.jpg|thumb|left|Il palazzo Grimaldi-Sauli oggi]]Si trova tra via S. Vincenzo e via Colombo, accanto al grattacielo Telecom.
[[File:Villa Grimaldi Sauli - front.jpg|thumb|left|Il palazzo Grimaldi-Sauli nella sua versione moderna]]
 
Si trova tra via San Vincenzo e via Colombo, accanto alla [[Torre San Vincenzo (Genova)|Torre San Vincenzo]]. Costruita tra il 1552 e il 1554 su disegno di [[Galeazzo Alessi]] per G.B.la famiglia [[Grimaldi (famiglia)|Grimaldi]], per l'imponenza delle proporzioni e la ricchezza degli ornamenti, tra i quali [[affresco|affreschi]] di [[Luca Cambiaso]]<ref>Oggi conservati nella galleria di [[Palazzo Bianco]].</ref> e [[Orazio Semino]], all'epoca della sua costruzione fu considerata dal [[Martin Pierre Gauthier|Gauthier]]<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/martin-pierre-gauthier/ Biografia di Martin Pierre Gauthier sul dito dell'Enciclopedia Treccani]</ref> una delle migliori ville suburbane genovesi, citata anche dal [[Giorgio Vasari|Vasari]] per lai suasuoi [[stanza da bagno|bagni]], insolitamente riccaricchi di ornamenti.<ref>{{citazione|''... è bellissimo il bagno che ha fatto in casa del Sig. Gio. Battista Grimaldi in Bisagno. Questo, che è di forma tondo, ha nel mezzo un laghetto, nel quale si possono bagnare comodamente otto o dieci persone; il quale laghetto ha l'acqua calda da quattro teste di mostri marini, che pare che escano del lago, e la fredda da altrettante rane, che sono sopra le dette leste dei mostri.''|[[Giorgio Vasari]], "Vite de' più eccellenti pittori, scultori e architetti", Volume 15, Ed. Soc. Tipografica de' classici italiani, Milano, 1811}}</ref>
[[File:Domenico Cambiaso-Villa Grimaldi Sauli.jpg|thumb|Il palazzo Grimaldi-Sauli in un dipinto ottocentesco di [[Domenico Cambiaso]]<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/domenico-pasquale-cambiaso_%28Dizionario-Biografico%29/ Biografia di Domenico Cambiaso sul dito dell'Enciclopedia Treccani]</ref>]]
Passato dai Grimaldi ai [[Cybo]] ede infine ai [[Sauli]], a partire dal [[XVIII secolo|Settecento]] visse un lungograduale periodo di decadenzadeclino: adattatoalcuni locali furono dapprima peradibiti ospitaread ialtro macchinariuso di(produzione unadella “fabbricaseta, dimagazzino), veli”poi non si intervenne prontamente al necessario mantenimento delle strutture, e nell'[[XIX secolo|Ottocento]] fu diviso in modesti appartamenti privati, affittati aper famiglie poverebisognose.<ref name="Alizeri"/><ref name="Casalis">[[Goffredo Casalis|G. Casalis]], "Dizionario geografico, storico, statistico e commerciale degli stati di S.M. il Re di Sardegna", 1840.</ref> Il grande giardino retrostante scomparve per lasciar posto all'edificazioneurbanizzazione della zona. Nel 1897 un progetto per la costruzione di otto caseggiati rischiò di cancellare per sempre quanto restava della storica villa, che fu invece acquistata dal comune di Genova. IlFra recenteil restauro2007 loe hail trasformato2009 inè unstata condominio direstaurata pregiocompletamente, ancheriportando sealla leluce modificheil intervenutepregiato nell'Ottocentostile neottocentesco hannodella irrimediabilmentevilla compromessoche, quellaseppur distante dalla sontuosa monumentalità della struttura originaria, cheè avevainserita suscitatonell'elenco leministeriale lodidei diBeni tantiCulturali illustrie visitatorinel Piano Urbanistico Comunale rfa gli elementi di delemergenza passatoindividuale.<ref name="vie_di_portoria"/><ref name="itinerari_portoria">[http://www.ortidicarignano.it/files/seiitinerariinportoria.pdf Sei itinerari in Portoria, Edizione Samizdat, Genova, 1997]</ref>
 
==== Grattacielo Telecom ====
{{Vedi anche|Torre Telecom Italia (Genova)}}
La '''Torre San Vincenzo''', conosciuta come "Torre Telecom" o anche "Palazzo della [[SIP - Società Italiana per l'Esercizio Telefonico|SIP]]"<ref>Dal nome che aveva negli [[anni 1960|anni sessanta]] la compagnia telefonica nazionale.</ref>, è un [[grattacielo]] di [[Genova]] che ha ospitato fino agli [[anni 1990|anni novanta]] gli uffici della [[Telecom Italia]]. Costruito tra il 1966 ed il 1968 su progetto dell'architetto [[Piero Gambacciani]], sorge in via S. Vincenzo all'angolo con via Fiume, di fronte alla [[Stazione di Genova Brignole]].<ref>[http://www.genovapress.com/Associazioni/il-grattacielo-degli-industriali.html La Torre Telecom su www.genovapress.com.]</ref>
Dal 2005 ospita la sede genovese di [[Confederazione generale dell'industria italiana|Confindustria]], oltre a varie associazioni ed imprese.
Con i suoi 21 piani raggiunge un'altezza di {{M|105&nbsp;|u=m}} ed è il terzo edificio più alto di Genova, dopo il [[Matitone (Genova)|Matitone]] di [[San Benigno (Genova)|San Benigno]] e la [[Torre Piacentini]] di [[Piazza Dante (Genova)|piazza Dante]].<ref>[http://www.emporis.com/city/genoa-italy/all-buildings/highrise Gli edifici più alti a Genova su www.emporis.com.]</ref>
 
==== Ponte Monumentale ====
[[File:Genova-Ponte Monumentale-DSCF7000.JPG|thumb|left|Il Ponte Monumentale]]Il Ponte Monumentale, che collega le mura dell'Acquasola con quelle di S. Chiara, fu costruito su progetto di [[Cesare Gamba]]<ref>[http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=53376 Biografia di Cesare Gamba sul sito del SIUSA]</ref> e Riccardo Haupt tra il 1893 e il 1895, in sostituzione della porta degli Archi, smontata e ricostruita sulle Mura del Prato. Sul ponte, che scavalca via XX Settembre, passa corso [[Andrea Podestà]], che correndo sui bastioni delle mura cinquecentesche e collega piazza Corvetto con la zona di [[Carignano (Genova)|Carignano]]. Divenuto uno dei luoghi simbolo della città moderna, divide l'area di Portoria da quella di S. Vincenzo ed offre un'ottima vista sulla sottostante via XX Settembre. Il ponte, alto 21 metri sul livello stradale di via XX Settembre, è costruito in pietra e mattoni, secondo la tipologia delle arcate ferroviarie in uso a quel tempo, ma è stato poi rivestito esternamente in pietra bianca di [[Mazzano]].
Nel 1949 le due arcate laterali, decorate con statue di Nino Servettaz, vennero dedicate ai [[Resistenza italiana#I caduti della Resistenza e le vittime della repressione nazifascista|caduti per la libertà]]: alcune [[epigrafe|epigrafi]] ricordano i nomi dei caduti della [[Resistenza italiana|Resistenza]], l'atto di resa delle truppe tedesche del generale Meinhold al [[Comitato di Liberazione Nazionale|CLN]] ligure (25 aprile 1945) e il testo della motivazione con cui nel 1947 venne concessa a Genova la [[medaglia d'oro della Resistenza]].<ref name="vie_di_portoria"/><ref name="TCIlepietremare">Touring{{cita Club Italiano, Guida d'Italia - Liguria, 2009</ref><ref>[http://www.fosca.unige.it/gewiki/index.php/Ponte_Monumentale Il Ponte Monumentale sul sito www.fosca.unige.it/]</ref><ref>[web|url=http://www.liguri.net/lepietremare/via-XX-Settembre/index.htm|titolo=Via IlXX Ponte Monumentale sul sito www.liguri.net/] {{webarchiveSettembre|urlurlarchivio=https://web.archive.org/web/2011051813324220110517115356/http://www.liguri.net/lepietremare/via-XX-Settembre/index.htm}}</ref><ref name="TCI">Touring Club Italiano, Guida d'Italia - Liguria, 2009</ref><ref>{{cita web|dataurl=18https://fosca.unige.it/Ponte%20Monumentale|titolo=Ponte maggioMonumentale|sito=Fonti 2011per la ricerca della critica d'arte|editore=[[Università di Genova]]}}</ref>
 
==== Palazzi di via XX Settembre ====
[[File:Genova-Via XX Settembre.JPG|thumb|Via XX Settembre da via [[Luigi Cadorna|Cadorna]]; in primo piano il “Palazzo delle Cupole“]]
La lunga arteria aperta nell'ultimo scorcio dell'Ottocento è divisa in due dal Ponte Monumentale: gli edifici della parte superiore sono dotati di portici ed architettonicamente più eleganti, mentre nella parte di levante prevalgono strutture in [[Calcestruzzo armato|cemento armato]], innovative per l'epoca, arricchite dalle decorazioni tipiche del [[Art Nouveau|liberty]], che caratterizza gran parte delle nuove aree centrali della città, oppure da elementi tradizionali, ispirati all'[[architettura manierista]] o al [[gotico]] fiorentino. Gli edifici più interessanti sono quelli sul lato sud della strada.<ref name="lepietremare">[http://www.liguri.net/lepietremare/via-XX-Settembre/index.htm Via XX Settembre sul sito www.liguri.net] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110518133242/http://www.liguri.net/lepietremare/via-XX-Settembre/index.htm |data=18 maggio 2011 }}</ref><ref name="TCI"/><ref name="Ricchetti">Mauro Ricchetti, "Liguria sconosciuta - itinerari insoliti e curiosi", Rizzoli, Milano, 2002, ISBN 88-7423-008-7</ref>
 
* '''Palazzo “delledelle Cupole”Cupole''', civ. 2. Situato all'angolo di via Brigata Liguria, lato sud, fu costruito tra il 1905 e il 1909 su disegno di [[Dario Carbone (ingegnere)|Dario Carbone]]<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/dario-carbone_%28Dizionario-Biografico%29/ Biografia di Dario Carbone sul sito dell'Enciclopedia Treccani]</ref>. Costruito interamente in cemento armato, anche nelle strutture verticali, ha la facciata decorata con motivi tipici dello stile liberty. È caratterizzato da quattro torri angolari, sormontate da cupole.<ref name="lepietremare"/><ref name="fosca">[http{{cita web|url=https://www.fosca.unige.it/gewiki/index.php/Via_XX_Settembre Via%20XX%20Settembre|titolo=Via XX Settembre|sito=Fonti sulper sitola www.fosca.unige.itricerca della critica d'arte|editore=[[Università di Genova]]}}</ref>
* '''Palazzo “Bianco”Bianco''', civ. 4. Progettato da [[Cesare Gamba]], è ispirato ad uno stile non ben definibile, databile tra il [[XVI secolo|XVI]] e il [[XVII secolo]].<ref name="itinerari_portoria"/>
* '''Palazzo Boggio-Rosazza''', civ. 6. Anche questo realizzato su disegno di [[Cesare Gamba]]. Ispirato al fiorentino [[palazzo Medici Riccardi]], ha il basamento rifinito a [[bugnato]].<ref name="lepietremare"/><ref name="TCI"/>
* '''Palazzo Zuccarino''', civ. 10- 12. Disegnato nel 1901 da Federico Cuneo, fu costruito sull'area in cui sorgeva la [[Chiesa di Santa Maria della Pace (Genova)|chiesa di S. Maria della Pace]]. Ha la forma di una “E”"E" rovesciata, con due cortili interni aperti sul retro.<ref name="fosca"/> Anche in questo caso lo stile appare come una contaminazione tra [[Architettura romanica|romanico]]-[[gotico]] e [[architettura manierista|manierismo]] cinquecentesco.<ref name="itinerari_portoria"/>
* '''Palazzo Zuccarino di via Maragliano''', civ. 2. Adiacente al precedente, è opera di [[Gino Coppedè]]. Ricco fino all'esasperazione dei più classici elementi decorativi tipici del celebre architetto fiorentino, è considerato tra i migliori edifici Liberty nella zona.<ref name="lepietremare"/><ref name="fosca"/><ref name="Ricchetti"/>
* '''Palazzo dei Giganti''', civ. 14. In stile Liberty, costruito nel 1906, si trova di fronte alla chiesa della Consolazione. La facciata, tripartita alla base da quattro pilastri a bugnato, è ornata da quattro coppie di [[Telamone (architettura)|telamoni]] in cemento, opera di [[Michele Sansebastiano]], che sostengono quattro gruppi di colonne binate. Il palazzo ha ospitato, prima del suo trasferimento nell'area della [[Porto antico di Genova#Galeone Neptune, Darsena e Galata - Museo del mare|Darsena]], la sede genovese del [[Bureau Veritas]], uno delle più antiche agenzie di classificazione navale, presente a Genova dal 1848.<ref name="lepietremare"/><ref name="TCI"/>
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==== Villa Serra ====
Altro edificio che resta a testimonianza dei tempi in cui la zona fu residenza di villeggiatura dei patrizi genovesi è la villa Serra, nei pressi dell'omonima via, che oggi vediamo nel suo rifacimento ottocentesco (1836-1850), voluto dal [[marchese]] Giovanni Carlo Serra. Tra la fine dell'Ottocento e gli [[anni 1920|anni venti del Novecento]] la villa ha ospitato il lussuoso “Hotel Du Parc“, in cui soggiornò anche [[Gabriele D'Annunzio]]. Nuovamente ristrutturato, l'edificio ha ospitato dal 1959, fino alla chiusura nel 1974, la sede del [[quotidiano]] [[cattolicesimo|cattolico]] "[[''Il Cittadino (Genova)|Il Cittadino]]"''. Nell'edificio, attualmente di proprietà dell'[[arcidiocesi di Genova]], hanno sede il periodico diocesano "Il Settimanale Cattolico", gli uffici dell'"Apostolato liturgico" e vari enti laici e religiosi. Il palazzo era noto soprattutto per il suo vasto [[giardino|parco]], oggi molto ridimensionato e sulla cui area oggi sorgono il [[Liceo scientifico Gian Domenico Cassini|liceo Cassini]], un [[parcheggio]] e i [[campo da tennis|campi]] del Tennis Club Genova.<ref name="Alizeri"/><ref name="TCI"/><ref name="itinerari_portoria"/>
 
==== Fontana di piazza Colombo ====
Al centro di piazza Colombo si trova la [[fontana]] seicentesca del "Genio Marino", qui trasportata dal Ponte Reale. Il "barchile" barocco, realizzato nel 1643 da [[Giovanni Battista Orsolino|G. B. Orsolino]] su disegno di Ottavio e [[Pietro Antonio Corradi]]<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/pietro-antonio-corradi_%28Dizionario-Biografico%29/ Biografia di Pietro Antonio Corradi, con cenni al "barchile" di Ponte Reale, sul sito dell'Enciclopedia Treccani]</ref> per incarico dei protettori del [[Banco di San Giorgio]], aveva la funzione di rifornire d'acqua le navi in porto.
 
Inaugurato nel 1646, fu successivamente abbellito con la statua di [[Jacopo Garvo]], raffigurante una [[famaFama (mitologia)|Fama]] alata che suona un [[nicchio (biologia)|nicchio]] marino. La statua si innalza al centro di una grossa coppa di marmo sostenuta da quattro [[cariatidi]].
 
Il monumento nel 1861 fu trasferito con delibera municipale in piazza Colombo, con funzione di [[abbeveratoio]] per le bestie da soma dei venditori di frutta e verdura e per i [[Equus caballus|cavalli]] dei [[tram]] in servizio per la Val Bisagno.<ref name="sagep"/><ref name="itinerari_portoria"/><ref>[http://www.acquedottogenova.altervista.org/126-link%20fontana%20piazza%20colombo.htm La fontana di piazza Colombo sul sito www.acquedottogenova.altervista.org]</ref>
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Tra i reperti più interessanti, lo scheletro fossile di un [[Elephas antiquus]], il più grande elefante vissuto nelle foreste europee, rinvenuto nel 1941 nei pressi di [[Viterbo]] e quello di una balenottera comune ([[Balaenoptera physalus]]) lunga quasi 20 metri, [[Spiaggiamento di cetacei|arenatasi]] nel 1878 sulla spiaggia di [[Monterosso al Mare]].
 
Oltre alle collezioni zoologiche e [[paleontologia|paleontologiche]] è esposta anche una ricca collezione di minerali. Il museo conserva anche una biblioteca specializzata, nata con la donazione dei libri di Giacomo Doria.<ref>[http{{cita web|url=https://www.fosca.unige.it/gewiki/index.php/Museo_di_Storia_Naturale Il Museo%20di%20Storia%20Naturale|titolo=Museo di storiaStoria naturaleNaturale|sito=Fonti Giacomoper Doriala sulricerca sitodella critica www.fosca.unige.it/]d'arte|editore=Università di Genova}}</ref>
Dal 1922 ha sede presso il museo la [[Società Entomologica Italiana]].<ref>[http://www.socentomit.it/public/ Sito della Società Entomologica Italiana] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110816081724/http://www.socentomit.it/public/ |data=16 agosto 2011 }}</ref>
 
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==== Teatro Margherita ====
{{vedi anche|Teatro Margherita (Genova)}}
Il [[Teatro Margherita (Genova)|Teatro Margherita]], costruito originariamente nel 1854 su disegno dell'architetto Orsolini,<ref name=grondona>[https://books.google.it/books?id=NaEN6idUMuYC Guida di Genova], Grondona, 1866</ref> e inaugurato nel 1855. Descritto come "magnifico" già nella sua prima edificazione,<ref name=grondona/> si trovava appena fuori dalla Porta degli Archi, nei pressi dell'attuale Ponte Monumentale. Chiamato in origine "Teatro [[Andrea Doria]]", capace di duemila spettatori, nell'ultimo decennio dell'Ottocento fu ribattezzato "Politeama [[Margherita di Savoia|Regina Margherita]]", in onore della consorte del re [[Umberto I di Savoia|Umberto I]]. Il teatro, a cui si accedeva da via XX Settembre attraverso un portale aperto al civ. 18 della via, fu rimodernato nel 1938; distrutto da un bombardamento nel 1943, fu ricostruito tra il 1954 e il 1957.<ref name="padovano">Aldo Padovano, ''Il giro di Genova in 501 luoghi'', 2016, Newton Compton. ISBN 978-88-541-9955-2</ref> Inaugurato nuovamente nel 1957, era destinato alla [[prosa]] e alla [[Teatro di rivista|rivista]] ma in attesa della ricostruzione del [[Teatro Carlo Felice]], anch'esso distrutto dai bombardamenti della [[seconda guerra mondiale]], per trent'anni ospitò anche i [[Concerto (evento musicale)|concerti]] e gli [[opera lirica|spettacoli lirici]] del Teatro Comunale dell'Opera.<ref name=padovano /><ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.bcr.puglia.it/apulia/documenti/materiali/quaderni-cut/Quaderni%20CUT%20-%20n.%2006%20-%201968%20-%20Teatri%20in%20Italia.pdf Quaderni del Centro Universitario Teatrale di Bari, Quaderno n. 06 - 1968, Teatri in Italia] |datedata=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>
 
Nel 1991, con l'inaugurazione del ricostruito Teatro Carlo Felice, e venuta quindi meno la stagione della lirica, il teatro ospitò soprattutto spettacoli di prosa, commedie, teatro moderno e concerti. Continuò le rappresentazioni fino alla metà del 1993, quando la proprietà decise di vendere la struttura. L'ultima rappresentazione fu ''Pop a rebelot'' di [[Paolo Rossi (attore)|Paolo Rossi]], spettacolo messo in scena appositamente "ad oltranza", per tentare di salvare le sorti del teatro, con [[Enzo Jannacci]] e [[Dario Vergassola]].<ref name=padovano /> Tramontata fra le polemiche l'ipotesi di una ristrutturazione, la struttura fu modificata e adattata per ospitare un centro commerciale della catena [[Coin]], inaugurato nel 1998.<ref>[[Corriere della Sera]], ''All'ultimo respiro (del teatro)'', Daniela Grondona, 7 giugno 1993, pag 25</ref>
 
==== Mercato Orientale ====
{{Vedi anche|Mercato Orientale}}
[[File:Genova-Mercato Orientale, Genova, full.JPGjpg|thumb|Uno degli ingressiL'edificio del Mercato Orientale dal lato di via XX Settembre]]
Il "Mercato Orientale", che prende il nome dalla sua posizione, a levante della città, anche se oggi si trova in pieno centro cittadino, si trova tra via XX Settembre, via Galata e via Colombo, con accessi da tutte queste strade.
 
Progettato dagli ingegneri comunali Verroggio, Bisagno e Cordoni per dare una sede stabile al [[mercato]] dei prodotti agricoli che arrivavano dalla Val Bisagno, che fino ad allora si teneva in Piazza De Ferrari, fu inaugurato nel 1899.
 
Il mercato occupa l'area del [[chiostro]] del convento degli Agostiniani annesso alla chiesa della Consolazione.
 
L'edificio comprende un piano sotterraneo suddiviso in 42 magazzini ed un pianterreno formato da un porticato perimetrale colonnato che si sviluppa per circa 360 metri. Inizialmente all'aperto, il mercato è stato successivamente coperto da lucernai per aumentare lo spazio interno disponibile. La costruzione, la prima in [[cemento armato]] realizzata a Genova, occupa una superficie di 5500 metri quadrati. Le decorazioni interne sono in [[marmo]] bianco, mentre l'originale pavimento in pietra è oggi parzialmente coperto da cemento. L'ala dell'edificio prospettante su via XX Settembre ha ospitato per anni gli uffici finanziari, dal 1931 trasferiti nella nuova sede di via Fiume.<ref name="vie_di_portoria"/><ref name="itinerari_portoria"/><ref>[http{{cita web|url=https://www.fosca.unige.it/gewiki/index.php/Mercato_Orientale Il Mercato%20Orientale|titolo=Mercato Orientale|sito=Fonti sulper sitola www.fosca.unige.it]storia della critica d'arte|editore=Università di Genova}}</ref>
 
==== Istituto Nazionale Sordomuti ====
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L'istituto fu fondato all'inizio dell'Ottocento da padre [[Ottavio Assarotti]] (1753-1829), dell'ordine degli [[Chierici regolari poveri della Madre di Dio delle scuole pie|Scolopi]]. Il religioso, rimasto colpito da un giovane [[Sordomutismo|sordomuto]], che nonostante la sua menomazione e la mancanza di istruzione mostrava una vivace intelligenza, volle insegnargli a comunicare con l'ausilio di gesti ed in seguito anche con la scrittura. In poco tempo, egli accolse altri cinque sordomuti, aprendo così a Genova, nel 1802, la prima scuola dedicata a loro, la terza in Italia dopo quelle di Roma e di Napoli. L'istituto nel 1805 ottenne, grazie ad un decreto dell'imperatore [[Napoleone Bonaparte]]<ref>All'epoca la Liguria era stata annessa all'[[Primo Impero francese|Impero Francese]].</ref>, il riconoscimento pubblico e nel 1811 gli fu assegnata una sede nell'ex monastero delle suore [[Ordine del Santissimo Salvatore di Santa Brigida|Brigidine]] che, ristrutturato da [[Gaetano Cantone]]<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/gaetano-cantoni_res-b8c351b4-87e9-11dc-8e9d-0016357eee51_%28Dizionario-Biografico%29/ Biografia di Gaetano Cantone sul sito dell'Enciclopedia Treccani]</ref>, iniziò a funzionare nel dicembre dell'anno seguente. In questa sede furono installati laboratori e officine per insegnare ai giovani sordomuti i mestieri allora più richiesti:[[calzolaio|calzolai]], [[fabbro|fabbri]] e [[falegname|falegnami]] per i maschi, [[sarto|sarte]] e [[ricamatrice|ricamatrici]] per le femmine.
 
L'istituto era all'epoca all'avanguardia e numerosi studiosi venivano da tutta Italia per apprendere i metodi di insegnamento dell'Assarotti. L'attività didattica proseguì anche dopo la morte del fondatore con i suoi successori, seguendo l'evoluzione delle metodologie di insegnamento.<ref name="itinerari_portoria" /><ref>[http://www.storiadeisordi.it/2007/06/14/istituto-nazionale-dei-sordo-muti-e-chiesa-della-nostra-signora-della-misericordia-di-genova-newsletter-della-storia-dei-sordi-n-266-del-12-giugno-2007/ L'Istituto Nazionale dei Sordo Muti e la chiesa della Nostra Signora della Misericordia di Genova] sul sito www.storiadeisordi.it</ref><ref name="assarotti">[http://www.fondazioneassarotti.it Sito della Fondazione Padre Assarotti]</ref>
 
Nel 1927, l'istituto ottenne il riconoscimento di scuola pubblica statale, con nuovi programmi didattici. Il complesso fu gravemente danneggiato durante la [[seconda guerra mondiale]] e ricostruito nel 1946. Nel 2003 lo storico istituto ha cambiato il proprio stato giuridico e la denominazione in "Fondazione Padre Assarotti - Istituto Sordomuti ONLUS Genova".<ref name="assarotti"/>
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* '''Chiesa e convento di N.S. della Pace''
{{vedi anche|Chiesa di Santa Maria della Pace (Genova)}}
* '''Conservatorio di Nostra Signora del Rifugio'''. Il complesso di N.S. del Rifugio, con l'annessa chiesa, sorgeva nell'attuale Piazza Brignole. Comprendeva il convento delle [[Suore di Nostra Signora del Rifugio in Monte Calvario]], note come Brignoline, e il "Conservatorio delle figlie di N.S. del Rifugio", in cui venivano ospitate e formate giovani di famiglie disagiate. Il complesso fu costruito nel 1650 per volere di [[Emanuele Brignole]] (fondatore dell'[[Albergo dei Poveri (Genova)|Albergo dei Poveri]]), per dare una sede definitiva all'istituto fondato da [[Virginia Centurione Bracelli]], già dal 1631 presente nella zona in un immobile in affitto. Dal nome del loro benefattore, che finanziò personalmente la maggior parte della spesa, le suore furono chiamate "Brignoline".<ref name="Alizeri"/><ref>[http://www.vegiazena.it/libri/libro02/immag08.htm Chiesa e convento delle "Brignoline" in un dipinto di D.Cambiaso, nella collezione topografica del Comune di Genova]</ref> Nel 1868 le suore dovettero abbandonare il complesso, demolito per la costruzione della [[Stazione di Genova Brignole|stazione ferroviaria di Brignole]] e si trasferirono nell'attuale sede di [[Marassi#Istituto delle Suore di Nostra Signora del Rifugio|Marassi]].<ref name="vie_di_portoria"/> Nel 2009, durante i lavori per la costruzione della stazione della [[Metropolitana di Genova|metropolitana]] di Brignole sono emerse le fondamenta dell'edificio, al di sotto delle quali sono stati trovati reperti archeologici risalenti al [[neolitico]].<ref name="festivalscienza"/>}}
 
==== Chiesa di N.S. della Consolazione e S. Vincenzo ====
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La chiesa fu costruita tra il 1681 e il 1706 dagli [[Ordine Agostiniano|Agostiniani]], che avevano dovuto abbandonare il precedente complesso conventuale che sorgeva dal 1475 sul colle dello Zerbino, demolito nel 1681 per la sua vicinanza con le [[Mura di Genova#Le Mura Nuove|mura Nuove]], erette nel 1632. Furono anche iniziati lavori per costruire un grande [[chiostro]], mai completato, che verso la fine del [[XIX secolo]] sarebbe divenuto sede del [[Mercato Orientale]].<ref name="TCI"/><ref name="itinerari_portoria"/><ref name="consolazione"/>
 
La nuova chiesa fu aperta al culto già dal 1693, nel 1769 fu costruita la [[cupola]], su progetto di [[Simone Cantoni]] e solo nel 1864 fu completata la [[facciata]], ad opera di Carlo Biale.<ref name="TCI"/><ref name="itinerari_portoria"/><ref name="fosca_consolazione">[{{Cita web |url=http://www.fosca.unige.it/gewiki/index.php/Nostra_Signora_della_consolazione_e_San_Vincenzo |titolo=La chiesa della Consolazione sul sito www.fosca.unige.it] |accesso=12 giugno 2012 |dataarchivio=4 marzo 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304203927/http://www.fosca.unige.it/gewiki/index.php/Nostra_Signora_della_consolazione_e_San_Vincenzo |urlmorto=sì }}</ref>
 
Per le leggi di soppressione napoleoniche gli Agostiniani dovettero abbandonare il convento nel 1810. Nel 1813 la chiesa divenne parrocchiale, aggiungendo al proprio titolo anche quello della dismessa [[Chiesa di San Vincenzo (Genova)|chiesa di San Vincenzo]]. Gli agostiniani, che tuttora reggono la parrocchia, vi fecero ritorno nel 1816.<ref name="itinerari_portoria"/>
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==== Ex chiesa di Santo Spirito ====
{{Vedi anche|Chiesa di Santo Spirito (Genova)}}
La chiesa di Santo Spirito, ora soppressa, le cui prime notizie documentate risalgono al 1157, si affaccia su via San Vincenzo. Passò successivamente (non è noto in quale epoca) alle [[monache Clarisseclarisse]], che innalzarono nei pressi un [[monastero]], alle quali nel 1579 subentrarono i [[Chierici Regolari di Somasca|Padri Somaschi]] che la tennero sino alla chiusura, dovuta alle leggi di soppressione emanate nel periodo napoleonico (1798).<ref name="Alizeri"/><ref name="itinerari_portoria"/> Nel convento di S. Spirito visse per alcuni anni il religioso e letterato [[Bernardo Laviosa]] (1736-1810).<ref>
[http://books.google.it/books?id=w0FFAAAAYAAJ&pg=PR5&lpg=PR5&dq=%22Bernardo+Laviosa%22&source=bl&ots=TVmVNya3kU&sig=amcqfpmD2E0zNj1lufrobi5zjXc&hl=it&sa=X&ei=x6y_T5i-Jo_64QTF_LX0CQ&ved=0CFgQ6AEwCQ#v=onepage&q=%22Bernardo%20Laviosa%22&f=false C. Solari, Biografia di P. Bernardo Laviosa, in Memorie dell'Accademia delle scienze, lettere ed arti di Genova, Volume 3, Genova, 1814]</ref>
[[File:Genova S_Spirito abside.jpg|thumb|left|upright=0.7|L'ex chiesa di Santo Spirito, vista da via Tollot]]Nel 1771 in alcuni locali attigui al convento la nobildonna Argentina Imperiale aveva fondato la “Casa delle Addolorate“, in cui erano ospitate ex [[prostituta|prostitute]] che intendevano cambiare vita.<ref name="Alizeri"/><ref name="itinerari_portoria"/><ref>
{{collegamento interrotto|1=[http://www.provincia.genova.it/servlets/resources?contentId=111990&resourceName=Allegato-pdf F. Martini, “Perché i diritti abbiano cittadinanza”, a cura dell'Ufficio Pari Opportunità e Politiche Sociali della Provincia di Genova, Genova, 2008] |datedata=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>
 
Dopo la soppressione del convento l'edificio, oggi corrispondente al civico n. 53 di via San Vincenzo, mutò varie destinazioni d'uso: divenne prima Scuola di Carità, destinata all'istruzione dei fanciulli del quartiere<ref name="Alizeri"/>, poi sede di istituti scolastici e più recentemente sede di varie attività commerciali.<ref name="itinerari_portoria"/>
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==== Monastero dei santi Giacomo e Filippo ====
Il complesso monastico, che si trova nelle vicinanze di via Assarotti, fu fondato nel 12681266 (1253 secondo l'[[Francesco Maria Accinelli|Accinelli]]) da un gruppo di [[monache domenicane]] sul sito di una primitiva chiesa dedicata a [[San Pellegrino]], che era stata edificata nel 1224 da un certo Giovanni da Promontorio.<ref>[[Giovanni Battista Spotorno]], [https://books.google.it/books?id=2CSE3x4a3X4C&pg=PA12&lpg=PA12&dq=Giovanni+da+Promontorio&source=bl&ots=7plibleuCr&sig=ACfU3U2VvqCUxGpthtO69_ICH0ZLEGGQ8A&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiR3p24o97oAhVKxKYKHXPbApUQ6AEwB3oECA0QNQ#v=onepage&q=%22Giovanni%20da%20Promontorio%22&f=false Notizie storico-critiche del b. Giacomo da Varazze arcivescovo di Genova], Tipografia arciv. di Luca Carniglia, 1823, Genova</ref> Fu fiorente fino al [[XV secolo]], quando subì un lento declino a causa del comportamento delle monache, che aveva provocato diversi interventi delle autorità religiose del tempo. Tra il [[XVI secolo|XVI]] e il [[XVIII secolo]] si ebbe un rifiorire della comunità, che visse momenti di grande floridezza, evidenziati da nuove decorazioni e continue migliorie a edifici e arredi. Rimasto indenne dalle leggi di soppressione napoleoniche, anche se vi confluirono religiose di altri ordini soppressi, il complesso fu parzialmente espropriato dal governo sabaudo nel 1851 ed alcuni edifici furono demoliti per l'apertura di via Assarotti. Nel 1859 le religiose abbandonarono il convento, trasformato in edificio scolastico, mentre la chiesa divenne sede della [[Corte d'Assiseassise]]. Il complesso fu gravemente danneggiato dai bombardamenti durante la [[seconda guerra mondiale]]. Una targa nella sala capitolare ricorda che il [[papa Pio VII]] nel 1815 celebrò una [[messa]] nella chiesa interna al convento.<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.sanbartolomeo.net/index.php?option=com_content&view=article&id=47&Itemid=2 Storia del monastero dei Santi Giacomo e Filippo] |date=gennaio 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref> Il complesso è stato completamente ristrutturato tra il 2010 e il 2015 e destinato ad uso di uffici e abitazioni.<ref name="itinerari_portoria"/><ref>[http://www.primocanale.it/news.php?id=69559 "Monastero SS. Giacomo e Filippo, al via la ristrutturazione"] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100612023320/http://www.primocanale.it/news.php?id=69559 |date=12 giugno 2010 }}, articolo del 12 maggio 2010 sul sito di [[Primocanale]].</ref><ref>[http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2015/07/17/AR8b4a9E-bartolomeo_riconquista_monastero.shtml Articolo] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160507045044/http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2015/07/17/AR8b4a9E-bartolomeo_riconquista_monastero.shtml |date=7 maggio 2016 }} su [[Il Secolo XIX]] del 17 luglio 2015 relativo al completamento dei lavori di ristrutturtazioneristrutturazione dell'ex monastero dei SS. Giacomo e Filippo</ref>
 
=== Architetture militari ===
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* ''[[Liceo ginnasio Andrea D'Oria]]''. Fondato nel 1824 come ''scuola di studi superiori'', nella sua prima sede di stradone Sant'Agostino, nella zona di [[Sarzano]], assunse l'attuale denominazione nel 1849. Nel 1937 fu trasferito nell'attuale sede di via [[Armando Diaz|Diaz]].<ref>[http://www.liceodoria.it Sito web del Liceo D'Oria]</ref>
* ''[[Liceo scientifico Gian Domenico Cassini]]''. Fondato nel 1923, dai primi [[Anni 1960|anni sessanta]] ha sede in viale Sauli, in un edificio di nuova costruzione, realizzato all'interno del parco della villa Serra. Nel panorama della [[antifascismo]] genovese è ricordato perché fu frequentato da alcuni esponenti della [[Resistenza italiana|Resistenza]] ([[Giacomo Buranello|Buranello]], [[Giorgio Issel|Issel]] e [[Walter Fillak|Fillak]], quest'ultimo espulso dal liceo per la sua militanza anntifascista).<ref>[http://www.cassinige.it/0_italiano/ita_pag_01.htm# Sito web del Liceo Cassini] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120419014323/http://www.cassinige.it/0_italiano/ita_pag_01.htm |data=19 aprile 2012 }}</ref>
* ''Istituto [[Vittorino da Feltre]]''. L'istituto intitolato all'umanista veneto fu fondato nel 1876 dai [[Barnabiti|Padri Barnabiti]], ed aveva sede al civ. 10 di salita S. Caterina. Acquistato nel 1895 dai marchesi Da Passano, all'inizio del [[XX secolo|Novecento]] fu trasferito nell'attuale sede di via Maragliano, nei pressi di via XX Settembre, costruita su parte dell'area dell'antico convento francescano di S. Maria della Pace. L'istituto, che oggi appartiene ad una società privata, è tuttora gestito dai Barnabiti, che ne hanno sempre mantenuto la gestione anche dopo i passaggi di proprietà. Comprende l'intero ciclo della scuola primaria e della media inferiore ed un [[liceo scientifico]].<ref>[http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/arte-cultura/la-casana/2007_4/pdf/14_19.pdf Storia dell'istituto Vittorino da Feltre sul periodico “La Casana“] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160304054401/http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/arte-cultura/la-casana/2007_4/pdf/14_19.pdf |date=4 marzo 2016 }} del Gruppo [[Carige]], n. 4/2007</ref>
 
== Infrastrutture e trasporti ==
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=== Autostrade ===
Il casello autostradale più vicino è quello di ''Genova-Est'' sull'[[Autostrada A12 (Italia)|Autostrada A12]], Genova - Livorno, che si trova nel quartiere di [[Staglieno]], a {{M|5&nbsp;|u=km}}.
 
=== Ferrovie ===
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* '''Metropolitana'''. Il quartiere è servito dalla stazione ''[[Brignole (metropolitana di Genova)|Brignole]]'', capolinea a levante della [[metropolitana di Genova]]. Adiacente all'omonima stazione ferroviaria, questa stazione è entrata in servizio il 22 dicembre 2012, con l'apertura della tratta [[De Ferrari (metropolitana di Genova)|De Ferrari]]-Brignole.
* '''Autobus'''. Numerose linee di autobus urbani dell'[[AMT (Genova)|AMT]] attraversano il quartiere collegando il centro cittadino con [[Sampierdarena]], il levante, la Val Bisagno e le zone collinari.
* '''Ascensori pubblici'''. È in funzione dal 1959 l'[[Ascensori pubblici di Genova#Ascensore Ponte Monumentale|ascensore pubblico del Ponte Monumentale]] che, con un dislivello di {{M|23&nbsp;|u=m}}, collega via XX Settembre a corso A. Podestà.<ref>[http://www.amt.genova.it/rete_e_orari/ascensori_storia.asp Gli ascensori pubblici di Genova sul sito dell'AMT.]</ref>
 
=== Aeroporti ===
*{{simbolo|Italian traffic signs - icona aeroporto.svg}} [[Aeroporto di Genova-Cristoforo Colombo]] - {{M|12&nbsp;|u=km}}.
 
=== Ospedali ===
*{{simbolo|Italian traffic signs - icona ospedale.svg}} [[Ente Ospedaliero Ospedali Galliera|Ospedale Galliera]] - meno di {{M|1 &nbsp;|u=km}}
*{{simbolo|Italian traffic signs - icona ospedale.svg}} [[Ospedale San Martino]] - {{M|3 &nbsp;|u=km}}.
 
== Note ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|url=http://www.comune.genova.it/servlets/resources?contentId=495043&resourceName=Allegato%202|titolo=Dati statistici del Comune sui Municipi e le ex-Circoscrizioni|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120111092225/http://www2.comune.genova.it/servlets/resources?contentId=495043&resourceName=Allegato%202|dataarchivio=11 january 2012}}
* {{cita weblibro|url=http://www.alessandrotorti.it/files/viediportoria.pdf|autore=A. Torti, "|titolo=Vie di Portoria", |editore=Edizione Samizdat, |città=Genova, |anno=1996|accesso=12 giugno 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131016233005/http://www.alessandrotorti.it/files/viediportoria.pdf|urlmorto=sì}}
* {{cita weblibro|url=http://www.ortidicarignano.it/files/seiitinerariinportoria.pdf|"titolo=Sei itinerari in Portoria", |editore=Edizione Samizdat, |città=Genova, |anno=1997}}
* {{cita web|url=http://www.foscaliguri.unige.itnet/gewikilepietremare/via-XX-Settembre/index.php/Via_XX_Settembrehtm|Le architetture di viatitolo=Via XX Settembre sul sito |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110517115356/http://www.foscaliguri.unigenet/lepietremare/via-XX-Settembre/index.ithtm}}
* {{cita web|httpurl=https://wwwfosca.liguriunige.netit/lepietremare/via-XX-Settembre/index.htmVia%20XX%20Settembre|titolo=Via XX Settembre|sito=Fonti sulper sitola www.liguri.netricerca della critica d'arte|editore=[[Università di Genova]]}}
* {{cita web|httpurl=https://www.fosca.unige.it/gewiki/index.php/Ponte_MonumentalePonte%20Monumentale|Il titolo=Ponte Monumentale|sito=Fonti sulper sitola ricerca della www.fosca.unige.itcritica d'arte|editore=[[Università di Genova]]}}
* {{cita web|httpurl=https://www.fosca.unige.it/gewiki/index.php/Mercato_OrientaleMercato%20Orientale|Il titolo=Mercato Orientale|sito=Fonti sulper sitola ricerca della www.fosca.unige.itcritica d'arte|editore=Università di Genova}}
* {{cita web|url=https://fosca.unige.it/Nostra%20Signora%20della%20consolazione%20e%20San%20Vincenzo|titolo=Nostra Signora della consolazione e San Vincenzo|sito=Fonti per la storia della critica d'arte|editore=Università di Genova}}
* {{cita web|url=http://www.diocesi.genova.it/documenti.php?idd=203&parrocchia=182|titolo=La chiesa di N.S. della Consolazione sul sito dell'arcidiocesi di Genova|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070928063036/http://www.diocesi.genova.it/documenti.php?idd=203&parrocchia=182|dataarchivio=28 settembre 2007}}
* {{cita web|httpurl=https://www.fosca.unige.it/gewiki/index.php/Nostra_Signora_della_consolazione_e_San_VincenzoMuseo%20di%20Storia%20Naturale|La chiesatitolo=Museo di N.S.storia naturale|sito=Fonti per la storia della Consolazionecritica suld'arte|editore=Università sitodi www.fosca.unige.itGenova}}
* {{cita web |1url=http://www.museidigenovadiocesi.genova.it/spipdocumenti.php?rubrique29 idd=203&parrocchia=182|2titolo=IlLa Museochiesa di StoriaN.S. Naturaledella G.Consolazione Doriasul |accesso=12sito giugnodell'arcidiocesi 2012di Genova|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/2010111305285320070928063036/http://www.museidigenovadiocesi.genova.it/spipdocumenti.php?rubrique29# |dataarchivioidd=13 novembre 2010 |urlmorto203&parrocchia=182}}
* {{cita web|url=http://www.fosca.unigemuseidigenova.it/gewiki/indexspip.php/Museo_di_Storia_Naturale?rubrique29|Il titolo=Museo di storiaStoria naturaleNaturale GiacomoG. Doria|accesso=12 sulgiugno sito www2012|urlarchivio=https://web.foscaarchive.unigeorg/web/20101113052853/http://www.museidigenova.it/spip.php?rubrique29#|urlmorto=sì}}
 
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