Attilio Boldori: differenze tra le versioni

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{{Bio
|Nome = Attilio
|Cognome = Boldori
|PostCognome =
|Sesso = M
|LuogoNascita = Due Miglia
|LuogoNascitaLink = Cremona
|GiornoMeseNascita = 4 agosto
|AnnoNascita = 1883
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|GiornoMeseMorte = 11 dicembre
|AnnoMorte = 1921
|Epoca = 1900
|Attività = politico
|Attività2 = antifascista
|Epoca = 1900
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità =
}}
[[File:Boldori.jpg|thumb|left|150px]]
Di origini umili, Boldori dovette lasciare presto la scuola per dare il suo contributo al sostentamento della famiglia. Dopo i primi anni da manovale, iniziò il lavoro di tipografo presso la cooperativa "Società tipografica cremonese", divenendone presidente poco più che ventenne. Di idee socialiste fin da ragazzo, nel [[1914]] fu eletto consigliere comunale e poi sindaco di [[Comuni soppressi della Lombardia|Due Miglia, comune ora accorpato alla città di Cremona]].
 
Partito per la [[prima guerra mondiale]], fu gravemente ferito, tornandone invalido. Al termine del conflitto riprese il lavoro e l'attività politica, risultando eletto come consigliere della [[provincia di Cremona]], consesso nel quale ricoprì la carica di vice presidente. Nel [[1919]] fondò la Federazione provinciale delle cooperative cremonesi, allo scopo di raggruppare e tutelare le molte cooperative di consumo, di produzione e agricole, costituetesi nella provincia durante i 30 anni precedenti. In quei mesi furono particolarmente pesanti gli scontri tra socialisti e le neonate formazioni fasciste, tanto che durante uno di questi, il [[6 settembre]] [[1920]], rimasero uccisi uno squadrista ed un passante, oltre a cinque feriti, tra i quali Boldori, colpito al braccio da una pallottola.
 
==Biografia==
L'[[11 dicembre]] [[1921]], l'automobile sulla quale viaggiava Boldori e altri compagni di partito rimase in panne nelle campagne cremonesi del comune di [[Casalbuttano ed Uniti]] e furono intercettati da una ventina di manganellatori fascisti. Gli occupanti del veicolo tentarono la fuga, ma Boldoni venne raggiunto a Cascina Marasca, nella frazione di San Vito, e pesantemente bastonato. Trasportato già agonizzante all'ospedale di Cremona, spirò il stesso giorno, lasciando la moglie e due figli in tenera età.
Di origini umili, Boldori dovette lasciare presto la scuola per dare il suo contributo al sostentamento della famiglia. Dopo i primi anni da manovale, iniziò il lavoro di tipografo presso la cooperativa "Società tipografica cremonese", divenendone presidente poco più che ventenne. Le [[elezioni politiche italiane del 1913]] videro la netta sconfitta del socialismo riformista cremonese, e la segreteria nazionale socialista ne commissariò la dirigenza; nel marzo [[1919]] pilotò il congresso in modo da consegnare la segreteria provinciale agli elementi [[Massimalismo (politica)|massimalisti]]<ref>{{cita|Giuseppe Pardini|p. 09}}.</ref>; tra i nuovi ingressi vi fu anche Boldori che, di idee socialiste fin da ragazzo, nel [[1914]] era già stato eletto consigliere comunale e poi sindaco di [[Due Miglia]], comune ora accorpato alla città di Cremona. La precedente dirigenza, composta dal professore [[Alessandro Groppali]] e dal [[Pastore (religione)|pastore]] [[Metodismo|metodista]] [[Paolo Pantaleo]], diede vita a circoli socialisti autonomi<ref>{{cita|Giuseppe Pardini|p. 10}}.</ref>, che nelle elezioni suppletive del 28 giugno [[1914]] riuscirono a far comunque eleggere il riformista [[Alfredo Bertesi]] nel collegio di [[Pescarolo ed Uniti|Pescarolo]]<ref>{{cita|Giuseppe Pardini|p. 11}}.</ref>. Con lo scoppio della guerra tutto il gruppo socialista autonomo, in contrasto con i socialisti ufficiali, che erano neutralisti, si schierò con gli [[Interventismo di sinistra|interventisti]]<ref>{{cita|Giuseppe Pardini|p. 12}}.</ref>. Con l'espulsione di Mussolini dal [[Partito Socialista Italiano]] il gruppo autonomo socialista iniziò a condividerne diverse posizioni<ref>{{cita|Giuseppe Pardini|p. 14}}.</ref>.
 
Partito per la [[prima guerra mondiale]], Boldori fu gravemente ferito; tornò a casa invalido. Al termine del conflitto riprese il lavoro e l'attività politica, risultando eletto come consigliere della [[provincia di Cremona]], consesso nel quale ricoprì la carica di vice presidente. Nel [[1919]] fondò la Federazione provinciale delle cooperative cremonesi, allo scopo di raggruppare e tutelare le molte cooperative di consumo, di produzione e agricole, costituitesi nella provincia di Cremona durante i 30 anni precedenti. In quei mesi furono particolarmente pesanti gli scontri tra i socialisti e le neonate formazioni fasciste. Il 5 settembre [[1920]], al teatro Politeama Verdi di Cremona, Mussolini indisse il congresso regionale dei Fasci di combattimento, come segno di apprezzamento per l'attività svolta da Farinacci<ref>{{cita|Guido Gerosa|p. 49: Gerosa riporta correttamente i fatti ma erroneamente indica come data il 5 dicembre}}.</ref>. Alla manifestazione partecipò lo stesso Mussolini, che giunse in città dopo un viaggio avventuroso, dovendo eludere i picchetti degli scioperanti<ref>{{cita|Guido Gerosa|p. 49}}.</ref>. Sempre il 5 settembre, a Cremona, vi fu una manifestazione pro-Russia con tremila socialisti<ref>{{cita|Giuseppe Pardini|p. 39: Già domenica 5 settembre, durante il comizio socialista pro-Russia (erano presenti in città almeno 3mila manifestanti, e Lazzari aveva tenuto il comizio di chiusura, esortando "il proletariato a tenersi pronto per l'imminente cozzo finale")...}}</ref> e una contro-manifestazione con 800 fascisti<ref>{{cita|Giuseppe Pardini|p. 39: secondo la Prefettutura alla manifestazione fascista presero parte circa 800 persone}}.</ref>; i manifestanti giunsero allo scontro. La sera del 6 settembre, in piazza Roma, si verificò uno scontro armato, durante il quale si registrarono due morti: il fascista Vittorio Podestà e il reduce Luciano Priori (cinque i feriti). Secondo la Questura, l'aggressione "''era da imputare agli affiliati del Psi''"<ref name="GiuseppePardini">{{Cita|Giuseppe Pardini|p. 39}}.</ref> e Farinacci avrebbe dovuto essere il bersaglio<ref name="GiuseppePardini" />. Farinacci e Sigfrido Priori, fratello dell'ucciso, furono trattenuti in stato di arresto per alcuni giorni<ref>[[Giorgio Alberto Chiurco]], Storia della rivoluzione fascista 1919.1920, volume II Anno 1920, Vallecchi Editore, Firenze, 1929, pag 115</ref>; nei giorni seguenti vennero arrestati esponenti socialisti<ref name="GiuseppePardini" />. Ai funerali di Vittorio Podestà e Luciano Priori parteciparono circa 10.000 persone<ref>{{cita|Giuseppe Pardini|p. 40}}.</ref>. Tra i feriti vi fu Boldori, colpito al braccio da una pallottola.
Il gruppo di squadristi venne poi fermato dai [[carabinieri]] che li interrogarono circa l'autore dell'omicidio. Si fece avanti uno dei sospetti dichiarando orgogliosamente: «Sono io, Giorgio Passani, studente di 16 anni.»<ref>Paolo Valera, ''Mussolini'', Casa Editrice La Folla, Milano, 1924, pag. 86</ref>
 
L'11 dicembre [[1921]] l'automobile sulla quale viaggiava Boldori con altri compagni di partito rimase in panne nelle campagne cremonesi del comune di [[Casalbuttano ed Uniti]]; furono intercettati da una ventina di manganellatori fascisti. Gli occupanti del veicolo tentarono la fuga, ma Boldori venne raggiunto a Cascina Marasca, nella frazione di San Vito, e pesantemente bastonato. Trasportato già agonizzante all'ospedale di Cremona, spirò lo stesso giorno, lasciando la moglie e due figli in tenera età. Il gruppo di squadristi venne poi fermato dai [[carabinieri]]; interrogati circa l'autore dell'omicidio, si fece avanti un ragazzo, che dichiarò orgogliosamente: «Sono io, Giorgio Passani, studente di 16 anni»<ref>Paolo Valera, ''Mussolini'', Casa Editrice La Folla, Milano, 1924, pag. 86</ref>. La notizia dell'assassinio di Boldori creò notevole clamore sulla stampa nazionale, con interrogazioni al [[parlamento]] e forti proteste, tra le quali si levò quella dell'amico e compagno [[Enrico Dugoni]]<ref>[https://www.anpi.it/biografia/enrico-dugoni da ANPI]</ref>. La figura di Boldori era particolarmente amata dai concittadini; nonostante l'ostilità del fascismo locale, ben organizzato e forte del deputato [[Roberto Farinacci]], ai funerali parteciparono oltre 20.000 persone.
La notizia dell'assassinio di Boldoni creò notevole clamore sulla stampa nazionale, con interrogazioni al [[parlamento]] e forti proteste, tra le quali si levò quella dell'amico e compagno [[Enrico Dugoni]]<ref>[http://www.anpi.it/uomini/dugoni_enrico.htm da [[ANPI]]]</ref>.
 
== Monumenti ==
La figura di Boldoni era particolarmente amata dai concittadini e nonostante l'ostilità del fascismo locale, ben organizzato e sostenuto a Cremona e forte del deputato [[Roberto Farinacci]], ai funerali parteciparono oltre 20.000 persone.
A più di vent'anni di distanza, dopo la fine della [[seconda guerra mondiale]], in memoria di Attilio Boldori venne eretto un monumento nel cimitero di Cremona; gli fu dedicata anche una via nel centro cittadino. Nel dicembre [[2007]] è stata scoperta sulla facciata dell'ex municipio di Duemiglia una lapide a ricordo di Attilio Boldori<ref>[https://www.comune.cremona.it/node/412207 Comune di Cremona - Cremona ha onorato la memoria di Attilio Boldori]</ref>. Nel comune di Casalbuttano ed Uniti, in località cascina Traballino, una lapide ricorda l'aggressione fatale di Boldori<ref>[https://memo.anpi.it/monumenti/5508/lapide-a-boldori/ MEMO - ''Lapide a Boldori'']</ref>.
 
A più di vent'anni di distanza, dopo la fine della [[seconda guerra mondiale]], in memoria di Attilio Boldori venne eretto un monumento nel cimitero comunale e gli fu dedicata una via nel centro cittadino.
== Note ==
<references />
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== Bibliografia ==
*[[Gaetano Salvemini]], [[Roberto Vivarelli]] ''Scritti sul fascismo'', Feltrinelli, Milano, 1961, Volume 1
*[[Guido Gerosa]], Capitolo "Roberto Farinacci" su "I gerarchi di Mussolini", Istituto Geografico De Agostini, Novara, 1973
*[[Salvatore Lupo]], ''Il fascismo: la politica in un regime totalitario'', Donzelli, Roma, 2000
*[[Mimmo Franzinelli]], ''Squadristi: protagonisti e tecniche della violenza fascista, 1919-1922‎1922'', Mondadori, Milano, 2004
*MatteoGiuseppe Di FigliaPardini, ''Roberto Farinacci:. ilOvvero radicalismoDella fascistaRivoluzione al potereFascista'', DonzelliFirenze, RomaLe Lettere, 2007
*Matteo Di Figlia, ''Farinacci: il radicalismo fascista al potere'', Donzelli, Roma, 2007
*''Bollettino dell'Archivio per la storia del movimento sociale Cattolico in Italia‎Italia'', volumeVolume 34
*Edoardo e Duilio Susmel, ''Opera omnia su Benito Mussolini'' , Volume 17
*[[Pietro Secchia]], ''Enciclopedia dell'[[antifascismo]] e della [[Resistenza italiana|Resistenza]]''
* {{cita libro | autore= [[Aldo Cazzullo]]| titolo= Mussolini il capobanda: perché dovremmo vergognarci del fascismo| anno= 2022| editore= [[Mondadori]]| città= [[Milano]]}}
 
== Collegamenti esterni ==
* [http://www.welfarecremonawelfarenetwork.it/wmview.php?ArtID=5897attilio-boldori-un-martire-della-lotta-antifascista-di-giuseppe-azzoni-20111210/ Biografia di Attilio Boldori]
 
{{Antifascismo}}
{{portale|biografie|fascismo|socialismo}}
 
[[Categoria:PersonePolitici morte assassinateassassinati]]
[[Categoria:Politici del Partito Socialista Italiano]]
[[Categoria:Antifascisti italiani]]