Jochen Rindt: differenze tra le versioni

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|Nome = Jochen Rindt
|Sesso = M
|CodiceNazione = {{AUT}}<br/>{{RFT}}
|Altezza =
|Peso =
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|Specialità =
|Categoria = [[Formula 1]]
|TermineCarriera = 5 settembre [[Campionato mondiale di Formula 1 1970|1970]]
|RigaVuota = {{Sport_motoristici
|categoria = Formula 1
|data = 23 agosto [[Campionato mondiale di Formula 1 1964|1964]]
|data =
|anni = [[Campionato mondiale di Formula 1 1964|1964]]-[[Campionato mondiale di Formula 1 1970|1970]]
|scuderie = {{Automobilismo Brabham|G}} 1964<br /> {{Automobilismo Cooper|G}} 1965-1967<br /> {{Automobilismo Brabham|G}} 1968<br /> {{Automobilismo Lotus|G}} 1969-1970
|mondiali = '''1''' ([[Campionato mondiale di Formula 1 1970|1970]])
|migliore =
|disputati = 6162 (60 partenze)
|vinti = 6
|podi = 13
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}}
{{Bio
|Nome = Jochen
|Cognome = Rindt
|PostCognomeVirgola = nato '''Karl Jochen Rindt'''<ref name=oeamtc>[https://www.oeamtc.at/autotouring/motorsport/it-s-jochen-39483918 ''"It's Jochen!"''] oeamtc.at</ref>
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|Attività = pilota automobilistico
|Nazionalità = austriaco
|Cittadinanza = tedesca
|PostNazionalità = ai fini sportivi, campione del mondo di [[Formula 1]] nel [[Campionato mondiale di Formula 1 1970|1970]]. Il titolo gli fu assegnato postumo dopo che il pilota trovò la morte in un incidente sul [[Autodromo Nazionalenazionale di Monza|circuito di Monza]]
}}
 
Dotato di uno stile di guida aggressivo e spettacolare,<ref name="Casa">{{cita|Casamassima|p. 698}}.</ref> era considerato uno dei migliori piloti automobilistici della sua epoca.<ref name="Casa" /> Durante la sua intera carriera agonistica, pur mantenendo anche la cittadinanza [[Germania|cittadinanza tedesca]] data dai suoi natali, corse sempre sotto licenza austriaca, Paesedato in cuiche si era trasferito in Austria in tenera età e poiqui era stato cresciuto, dai nonni, dopo la morte dei genitori avvenuta durante la [[seconda guerra mondiale]]<ref name="Casa" /> e di cui, secondo molte fonti, non fu mai cittadino.<ref name=f1everything>[https://f1everything.com/drivers/jochen-rindt ''Jochen Rindt''] f1everything.com</ref><ref name=carmagazine>[https://www.carmagazine.co.uk/features/car-culture/jochen-rindt-bio-by-david-tremayne/ ''Jochen Rindt: careful what you wish for''] carmagazine.co.uk</ref>
 
Rindt trascorse buona parte della sua carriera in [[Formula 1]], categoria in cui vinse sei Gran Premi (di cui cinque nel 1970), ma ottenne successi pure in altre categorie, quali la [[Formula 2]] e le competizioni a ruote coperte, in cui conquistò la [[24 Ore di Le Mans]] del 1965.
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==Carriera==
===La famiglia===
Rindt nacque a [[Magonza]] nel 1942, durante la [[seconda guerra mondiale]]. I suoi genitori erano Karl Rindt<ref name=fia>[https://halloffame.fia.com/driver-profile/628 ''Jochen Rindt's Biography''] fia.com</ref> e Ilse, nata Martinowitz.<ref name=fia/> Il padre era tedesco, ricco commerciante di spezie,<ref name= iconwheels>[https://www.iconwheels.it/auto-classiche/amarsport/jochen-rindt ''Jochen Rindt, campione del mondo in cielo''] iconwheels.it</ref> titolare di un'azienda di Magonza che risaliva al 1840, la ''Klein & Rindt''<ref name=fia/> fornitrice durante la seconda guerra mondiale della Wehrmacht,<ref>[https://autosprint.corrieredellosport.it/news/mondo-racing/2013/04/16-201851/marko_il_duro_della_f1 ''MARKO, IL DURO DELLA F1''] corrieredellosport.it</ref> la madre, austriaca, figlia di un noto avvocato,<ref name=fia/> era stata una tennista di successo,<ref name=f1everything/> fumava e guidava automobili;<ref name=motorsportmagazine>[https://www.motorsportmagazine.com/archive/article/november-2020/82/jochen-rindt-3 ''Jochen Rindt: Born to be king''] motorsportmagazine.com</ref> da un precedente matrimonio terminato con un divorzio aveva avuto un figlio, di nome Uwe Eisleben.<ref name=fia/> Morirono nel luglio 1943 ad Amburgo,<ref name=motorsportmagazine/> dov'erano andati a ispezionare una filiale della Klein & Rindt,<ref name=fia/> durante un bombardamento aereo della [[Royal Air Force]]<ref name=carmagazine/> nel corso dell'[[operazione Gomorrah]]:<ref name=motorsportmagazine/> fu quindi cresciuto dai nonni materni, Hugo e Gisa Martinowitz, residenti a [[Graz]],<ref name=fia/> nell'allora [[Ostmark (Austria)|Ostmark]].<ref name="RindtRombo">{{cita news|autore=Ludovico Basalù|titolo=Grande e sfortunato|pubblicazione=Rombo|data=12 settembre 2000|p=34}}</ref> Fu il nonno austriaco ad assicurargli il passaporto tedesco, come precauzione per fargli conservare la sostanziosa eredità paterna.<ref name=oeamtc/>
 
===Gli inizi===
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[[File:1965-08-01 Rindt, Jochen - Cooper Climax.jpg|thumb|left|Jochen Rindt con la [[Cooper T77|Cooper-Climax T77]] al [[Nürburgring]] nel 1965]]
 
L'anno successivo, riuscìalla poiguida di una [[Ferrari 250 LM]], riuscì a imporsi alla [[24 Ore di Le Mans 1965|24 Ore di Le Mans]], in coppia con [[Masten Gregory]] ed [[Ed Hugus]];,<ref name= iconwheels/> ilper triola partìscuderia allprivata [[North American Racing Team|NART]] di [[Luigi Chinetti]]. L'equipaggio austro-statunitense, partito dall'undicesimo posto in griglia,<ref>[https://www.24h-lemans.com/en/news/le-mans-postcard-from-1965-17765 ''LE MANS - POSTCARD FROM 1965...''] 24h-lemans.com</ref> giovò dei problemi occorsi alle Ferrari e Ford ufficiali, e registrò il primo trionfo di una squadra privata sulla [[Circuit des 24 Heures du Mans|Sarthe]] da otto anni a quella parte; la corsa fu ultimata da Gregory, che tagliò vittorioso il traguardo proprio quando il differenziale della vettura si ruppe.<ref>[https://www.24h-lemans.com/en/news/the-24-hours-of-le-mans-and-the-u-s-10-winners-10-stories-18576 ''THE 24 HOURS OF LE MANS AND THE U.S.: 10 WINNERS, 10 STORIES''] 24h-lemans.com</ref>
 
Vinse in seguito a [[Aerodromo Hinterstoisser-Zeltweg|Zeltweg]] con una Ferrari 250 il Gran Premio d'Austria Auto Sport e Prototipi, in una corsa messa a rischio dall'aver urtato un'altra macchina in gara.<ref>[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,10/articleid,0104_02_1965_0197_0010_5573653/ ''Stampa Sera, 24 agosto 1965, p. 10''] archiviolastampa.it</ref>
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===1967===
[[File:Porsche 907 (47748356111).jpg|thumb|La macchina[[Porsche 907]] con cui Rindt gareggiò allealla [[24 oreOre di Le Mans nel 1967]]]]
 
====Formula 2====
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Il 4 maggio 1969 rimase vittima di un grave incidente al [[Gran Premio di Spagna 1969|Gran Premio di Spagna]], per la rottura dell'alettone posteriore urtò prima i ''[[guard rail]]'' e poi la macchina di Graham Hill<ref name=formulapassion2/> rimasta sul circuito dopo essere stata danneggiata in un incidente<ref>[http://dlib.coninet.it/bookreader.php?&c=1&f=14009&p=4#page/14/mode/1up ''Corriere dello Sport, 5 maggio 1969, p. 14''] coninet.it</ref> e si ruppe il setto nasale,<ref name= iconwheels/> la mandibola e subì una [[commozione cerebrale]]<ref name=formulapassion2/> che gli procurò disturbi alla vista e all'equilibrio per qualche tempo.<ref name=adrenaline24h>[https://www.adrenaline24h.com/2020/04/pit-stop-f1-1970-jochen-rindt-campione-postumo/ ''Pit Stop: F1 1970, Jochen Rindt campione postumo'']</ref>
 
Heinz Pruller, il biografo ufficiale di Rindt, afferma che, in seguito a quest'questo incidente, il pilota disseanticipò alla moglie Nina il proposito di volersi ritirare dalle corse,<ref name=formulapassion2/> decisione che divenne nota nell'ambiente della Formula 1.
 
Ristabilitosi, conquistò il suo primo successo sul [[circuito di Watkins Glen]],<ref name= iconwheels/> dove il suo compagno di scuderia, Hill, si fratturò le gambe;<ref name= iconwheels/> sempre in quella stagione arrivò un secondo posto in Italia a 8 centesimi di secondo dal vincitore Stewart<ref>[https://www.iconwheels.it/archivio/f1-gp-italia-1969 ''F1 – GP Italia 1969, in quattro per il successo''] iconwheels.it</ref> e un terzo in Canada.<ref name= iconwheels/>
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A Monza, durante le qualifiche del sabato, all'inizio del quinto giro<ref name=formula1news/> perse il controllo della vettura appena prima della curva Parabolica, andando a urtare violentemente contro il ''guard-rail''. La vettura si disintegrò e Rindt morì durante il trasporto all'ospedale.
 
Le cause dell'impatto sono ignote.<ref>[https://www.formulapassion.it/motorsport/storia/tecnica-delle-f1-storiche-lotus-72-1970-quinta-parte-rindt-chapman ''Tecnica delle F1 storiche: Lotus 72 (1970) – Quinta Parte''] formulapassion.it</ref> L'ipotesi più accreditata riguarda un problema all'impianto frenante: la rottura dell'alberino di supporto del disco freno<ref>[https://archivio.unita.news/assets/main/1971/01/14/page_008.pdf ''L'Unità, 14 gennaio 1971, p. 8''] unita.news</ref> entrobordo, che si tranciò di netto a causa del cedimento strutturale del materiale, troppo sollecitato dall'assenza degli alettoni, che rendevano molto instabile la [[Lotus 72]]. Questa scelta tecnica fu attuata per contenere la differenza di prestazioni con le Ferrari su un circuito veloce come quello di [[Autodromo Nazionalenazionale di Monza|Monza]]. La brusca decelerazione prima della Parabolica portò la vettura verso il ''guard-rail''. L'angolo di impatto non era dei più pericolosi, tuttavia la ruota sinistra si infilò sotto il parapetto, dove probabilmente dei tifosi avevano scavato una buca per entrare clandestinamente nell'autodromo, e causò una rapida rotazione. Il medico che per primo intervenne sul luogo dell'incidente verificò che, nonostante le ferite evidenti al torace e agli arti inferiori, non c'era fuoriuscita di sangue, perché era avvenuto un arresto cardiaco al momento dell'impatto con il ''guard rail''. Le pupille risultavano molto dilatate. Clinicamente era ancora vivo, ma dopo il primo massaggio cardiaco il polso era molto debole.
 
La morte fu causata principalmente dal piantone dello sterzo, che sfondò lo sterno del pilota austriaco: le cinture di sicurezza si strapparono parzialmente dai sei punti di ancoraggio alla scocca e non ressero alla decelerazione dell'impatto, proiettando il pilota in avanti verso il volante. La forte decelerazione e la totale perdita dell'avantreno dovuta all'impatto, fecero sì che anche gli arti inferiori subissero gravi lesioni seppur non fatali. Il piede sinistro, il più leso dall'angolo d'impatto, era separato quasi di netto dalla caviglia. Ai soccorritori che per primi giunsero sul luogo apparve una scena raccapricciante: Rindt era disteso nell'abitacolo con gli arti inferiori completamente esposti. Spirò pochi minuti dopo nell'ambulanza che lo stava trasportando all'[[ospedale]] [[Niguarda]] di [[Milano]]. Fu aperta un'inchiesta della magistratura italiana, che mise sotto accusa la Lotus e [[Colin Chapman]] per la scarsa solidità delle sue vetture.<ref name=tuttomotoriweb/> Giancarlo Gnepo Kla scrisse per ''[[Ruoteclassiche]]'': «Nell'ottica di una migliore distribuzione dei pesi Chapman spostò i dischi all'interno del telaio, allontanando masse dalle ruote. Tuttavia le torsioni che gravavano sul mozzo erano tali da provocare anche dei cedimenti».<ref>[https://ruoteclassiche.quattroruote.it/accadde-oggi-50-anni-fa-ci-lasciava-jochen-rindt/ ''Accadde oggi, 50 anni fa ci lasciava Jochen Rindt''] quattroruote.it</ref>
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==Bibliografia==
* {{Cita libro|autore=Pino Casamassima|titolo=Storia della Formula 1|editore=Calderini Edagricole|anno=1996|isbn=88-8219-394-2|cid=Casamassima}}
 
==Voci correlate==
* [[Incidenti mortali di Formula 1]]
 
== Altri progetti ==
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==Collegamenti esterni==
* {{Collegamenti esterni}}
*{{cita web|url=http://www.jochen-rindt.at|titolo=Sito commemorativo|lingua=de}}
*{{cita web|url=http://www.motorsportmemorial.org/focus.php?db=ct&n=201|titolo=Jochen Rindt|lingua=en}}
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[[Categoria:Piloti di Formula 1 austriaci]]
[[Categoria:Piloti decedutiautomobilistici inmorti competizionidurante motoristichel'attività]]
[[Categoria:Sepolti nello Zentralfriedhof]]