Python molurus: differenze tra le versioni
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|nome=Pitone delle rocce indiano
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|immagine=Python molure 13.JPG
|didascalia=''Python molurus''
|dominio= [[Eukaryota]]
|regno=[[Animalia]]
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Il '''pitone delle rocce indiano''' o '''pitone moluro''' ('''''Python molurus''''') è una specie di [[serpente]] appartenente alla [[famiglia (tassonomia)|famiglia]] dei [[pitoni]]. È ampiamente diffuso nelle regioni [[Zona torrida|tropicali]] e [[Clima subtropicale|subtropicali]] dell’[[Asia meridionale]]. Predilige habitat boschivi non troppo lontani da specchi d’acqua e talvolta si avvicina ai margini delle aree abitate dall’uomo.
Si nutre, a seconda della taglia, di [[vertebrati]] di piccole e medie dimensioni, eccezionalmente anche di grandi [[mammiferi]] come [[Axis porcinus|cerbiatti]] e, in casi rari, [[leopardo|leopardi]] giovani. I pitoni
==Descrizione==
[[File:Python molurus molurus 2.jpg|miniatura|Pitone delle rocce indiano (''Python molurus'')]]
[[File:Python molurus pimbura.jpg|miniatura|verticale|Pitone delle rocce indiano dello Sri Lanka (''Python molurus'')]]
===Struttura corporea e genoma===
In [[Pakistan]], i pitoni
I cuccioli presentano un corpo sottile, mentre gli adulti mostrano un corpo particolarmente robusto. Vi è marcata [[dimorfismo sessuale|differenziazione sessuale]] nelle dimensioni: le femmine sono in media più grandi e pesanti dei maschi.<ref name="Walls">J. G. Walls: ''The Living Pythons – A complete guide to the Pythons of the World''. T. F. H. Publications 1998, S. 131–142. ISBN 0-7938-0467-1.</ref><ref name="Campden">S. M. Campden-Main: ''A field guide to the snakes of South Vietnam''. City of Washington 1970, S. 8–9.</ref> La testa è massiccia, quasi il doppio della larghezza rispetto al collo, con occhi disposti lateralmente offrendo un campo visivo di circa 135°.<ref name="Bauchot">R. Bauchot (Hrsg.): ''Schlangen – Evolution, Anatomie, Physiologie, Ökologie und Verbreitung, Verhalten, Bedrohung, Gefährdung, Haltung und Pflege''. Bechtermünz Verlag 1994, S. 55, 181. ISBN 3-8289-1501-9.</ref> Le femmine hanno una coda proporzionalmente più corta (circa il 12 % della lunghezza totale), con gli sfinteri anali più piccoli rispetto ai maschi, nei quali sono invece ben evidenti.<ref name="Nat.Hist.Soc.1912" />
Il [[corredo cromosomico]] è [[diploide]], con 2n = 36 cromosomi totali: 16 macro e 20 micro cromosomi.<ref name="Chromosomes">L. Singh, T. Sharma, S.P. Ray-Chaudhuri: ''Chromosomes and the classification of the snakes of the family Boidae''. In: ''Cytogenetics'', Band 7, 1968, S. 161–168. Zit. in: H. Schleich, W. Kästle: ''Amphibians and Reptiles of Nepal – Biology, Systematics, Filed Guide''. A. R. G. Gantner Verlag K. G. 2002, S. 795. ISBN 978-3-904144-79-7</ref>
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La base dorsale, chiara (biancastra, grigio chiaro, giallastra o beige<ref name="Deraniyagala" />), si schiarisce sui fianchi. Presenta 30–38 larghi blotches (macchie scure) sul dorso, spesso rettangolari, e macchie sui fianchi con forme variabili secondo la sottospecie. L’addome è chiaro, ma punteggiato verso il posteriore. Sui lati della testa si estende una fascia scura triangolare dall’occhio al muso, affiancata da una banda più ampia bordata di nero fino all’angolo della mandibola, racchiudendo una zona chiara. Dalla punta del muso agli occhi al vertice del capo corre un motivo a freccia bruna con punto chiaro centrale.<ref name="Walls" />
Gli esemplari delle regioni montuose della catena dei [[Ghati occidentali]], dell'[[Assam]] e dello [[Sri Lanka]]<ref name="Deraniyagala" /> tendono ad avere tonalità più scure rispetto a quelli del [[Deccan]] o della costa orientale.<ref name="Whitaker">R. Whitaker: ''Common Indian Snakes – A Field Guide''. The Macmillan Company of India Limited 1987, S. 6–9. ISBN 0-333-90198-3.</ref> Le grandi macchie dorsali, da beige a marrone castagna, sono contornate da una sottile linea scura. Nella popolazione continentale queste macchie hanno forma perlopiù rettangolare, mentre gli esemplari dello Sri Lanka mostrano spesso forme irregolari.<ref name="Walls" />
Le strette macchie laterali sono tondeggianti, triangolari o a rombo e spesso presentano un nucleo chiaro.<ref name="Nat.Hist.Soc.1990" /> La superficie ventrale è biancastra, giallastra o leggermente arancione.<ref name="
===Dentatura===
[[File:Python molurus - menagerie zoo du jardin des plantes Paris 02.JPG|miniatura|Pitone
I denti sottili e allungati sono uniformemente appuntiti e incurvati verso la gola. Nella parte anteriore della cavità orale superiore si trova l’[[premascella|osso premascellare]], dotato di quattro piccoli denti. Le [[osso mascellare|ossa mascellari]] superiori portano ciascuna da 18 a 19 denti. Di questi, il 2° fino al 6° sono i più grandi e di uguale lunghezza. Verso la punta della bocca e verso la gola, gli altri denti diventano progressivamente più piccoli. Verso il centro della cavità orale superiore si trovano, paralleli alle ossa mascellari superiori, anteriormente l’[[osso palatino]] e posteriormente l’osso pterigoideo. Il primo possiede sei denti, di lunghezza pari a quelli del segmento anteriore dell’osso mascellare superiore. Gli 8-10 denti sull’osso pterigoideo sono lunghi quanto quelli del segmento posteriore dell’osso mascellare superiore. Le [[mandibola|mandibole]] inferiori portano ciascuna da 16 a 19 denti. I denti dal 2° all’8° sono i più grandi e pressoché di uguale lunghezza. Verso la punta della bocca e verso la gola, gli altri denti diminuiscono di dimensione.<ref name="Nat.Hist.Soc.1912" />
== Tassonomia ==
Il nome scientifico del pitone delle rocce indiano ''Python molurus'' fu coniato nel 1758 da [[Carl von Linné]], il fondatore della [[nomenclatura binomiale]], nella sua opera [[Systema Naturae]]. Nel 1820, il [[naturalista]] tedesco [[Heinrich Kuhl]] descrisse un altro pitone gigante, il [[pitone delle rocce birmano|pitone birmano]] ''Python bivittatus'',<ref>Kuhl, H. (1820). ''[[iarchive:beitrgezurzool00kuhl/page/n107/mode/2up|Python bivittatus mihi]].'' Beiträge zur Zoologie und vergleichenden Anatomie. Frankfurt am Main: Verlag der Hermannschen Buchhandlung. p. 94.</ref> che per lungo tempo fu considerato una sottospecie di ''Python molurus''. La classificazione interna dei pitoni delle rocce fu oggetto di controversie per circa 200 anni. Le aree di distribuzione delle due forme si sovrappongono certamente nel nord-est dell’India, in Nepal, nel Bhutan occidentale, nel sud-ovest del Bangladesh e probabilmente anche nel nord-ovest della Birmania<ref name="Groombridge" />. Osservazioni condotte in India e Nepal dimostrano che, contrariamente a quanto precedentemente ritenuto, le due specie, pur convivendo in simpatria, occupano habitat diversi o in parte anche gli stessi, ma non si incrociano tra loro.<ref name="O’Shea">M. O’Shea: ''Boas and Pythons of the World''. New Holland Publishers 2007, S. 80–87.
Per questo motivo, nel 2009 Jacobs e collaboratori proposero di attribuire a ciascuna delle due forme lo status di [[specie]] a sé stante, basandosi su due differenze [[morfologia (biologia)|morfologiche]] caratteristiche: nella squamatura laterale del capo e nel disegno della parte superiore della testa.<ref name="Jacobs">H. J. Jacobs, M. Auliya, W. Böhme: ''Zur Taxonomie des Dunklen Tigerpythons, Python molurus bivittatus KUHL, 1820, speziell der Population von Sulawesi – On the Taxonomy of the Burmese Python, Python molurus bivittatus KUHL, 1820, specifically on the Sulawesi population. '' In: ''SAURIA'', Band 31, Heft 3, Berlin 2009, S. 5–16.</ref> Questa suddivisione in due specie distinte è oggi accettata anche dalla Reptile Database, una banca dati scientifica online dedicata alla [[
Nel 1945, [[Paul E. P. Deraniyagala|Paul Deraniyagala]] descrisse una popolazione presente sull’isola di Sri Lanka come sottospecie distinta, con il nome di ''Python molurus pimbura''. Sulla base della colorazione, della disposizione delle macchie e del numero di scaglie subcaudali (scaglie della parte inferiore della coda) di alcuni esemplari, egli evidenziò differenze rispetto alla forma continentale di ''Python molurus''.<ref name="Deraniyagala">P. E. P. Deraniyagala: ''Some new races of the Python, Chrysopelea, Binocellate Cobra and Tith-Polonga inhabiting Ceylon and India''. In: ''Spolia Zeylanica'', Band 24, Heft 2, 1945, S. 103–112.</ref> Tuttavia, già nel 1949 Constable considerava tali differenze non sufficienti, interpretandole come variazioni naturali attese all’interno di una popolazione.<ref name="Constable">J. D. Constable: ''[http://www.archive.org/details/bulletinofmuseum103harv Reptiles from the Indian peninsula in the Museum of Comparative Zoology.]'' In: ''Bulletin of the Museum of Comparative Zoology'', Band 103, Heft 2, 1949.</ref> Da allora, i pitoni
All’interno del genere ''Python'', il pitone
==Distribuzione e habitat==
[[File:Natural Range of Python molurus6.jpg|hochkant=1.4|miniatura|destra|Areale del pitone
▲I pitoni delle rocce indiani colonizzano una vasta gamma di habitat, tra cui:
[[Foreste pluviali tropicali]], foreste di montagna<ref name="O’SheaNepal" />,[[foresta nebulosa|foreste nebulose]]<ref name="Whitaker" />, [[foresta a galleria|foreste a galleria]]<ref name="Minton" />, [[mangrovie]]<ref name="Whitaker" />, [[palude|zone paludose]]<ref name="Minton" /> e stagionalmente secche, [[praterie]], boscaglie aride, fino a terreni collinari sassosi o sabbiosi, sempre in prossimità di fonti d’acqua<ref name="Nat.Hist.Soc.1993" />, con la maggior parte delle segnalazioni a quote inferiori ai 200 m sul livello del mare.
Nelle regioni
==Biologia==
[[File:Python molurus molurus-Bird Sanctuary-India.jpg|miniatura|Pitone
[[File:Indian python Python molurus.jpg|miniatura|Pitone
[[File:Indian Pythons basking-Keoladeo Nationalpark.jpg|miniatura|Occasionalmente i pitoni delle rocce condividono i loro rifugi e, come in questo caso, i luoghi per prendere il sole. (Pitoni
[[File:Python m. molurus tree Keoladeo NP.jpg|miniatura|Pitone
===Comportamento generale===
Nonostante il suo vastissimo areale di distribuzione e la sua frequenza in alcune zone, si conosce ancora poco sul comportamento di questo pitone. Il pitone
In ambienti con [[laghi]], [[fiumi]] e altre acque dolci, i pitoni conducono una vita semi-acquatica. In acqua si muovono molto più rapidamente e agilmente che sulla terraferma.<ref name="Nat.Hist.Soc.1912" /> Durante il nuoto, il corpo resta completamente immerso, lasciando emergere solo la punta del muso. Spesso sostano per ore parzialmente o totalmente sommersi sulla riva poco profonda.<ref name="Sharma" /> Possono restare fino a mezz’ora completamente sott’acqua senza respirare, oppure mostrano solo le narici sopra la superficie. A differenza del [[pitone reticolato]]<ref name="Rawlinson">P. A. Rawlinson, R. A. Zann, S. van Balen, I. W. B. Thornton: ''Colonization of the Krakatau islands by vertebrates''. In: ''GeoJournal'', Band 28, Heft 2, 1992, S. 225–231. [[doi:10.1007/BF00177236]].</ref>, anch’esso amante dell’acqua, il pitone delle rocce sembra evitare l’ambiente marino.<ref name="Nat.Hist.Soc.1912" />
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Nel nord del Pakistan<ref name="Minton" />, dell’India e della Birmania<ref name="Pope1935">F. Wall: ''Ophidia Taprobanica, or the snakes of Ceylon''. Colombo: H. R. Cottle, Government Printer, Ceylon 1921, S. 48–77. Zit. in: C. H. Pope: ''The Reptiles of China: turtles, crocodilians, snakes, lizards''. American Museum of Natural History, New York 1935, S. 72–75.</ref>, i pitoni cadono in una sorta di letargo ([[torpore]] invernale) durante i mesi freddi, solitamente da dicembre a febbraio, e nel sud-ovest di [[Jammu]]<ref name="Sharma+Sharma">B. D. Sharma, T. Sharma: ''Notes on the ecology of the Indian Python, Python molurus molurus, LINN., in the Jamur region, India''. British Herpetological Society 1977, Newsletter 16, S. 30–33. Zit. in: H. Schleich, W. Kästle: ''Amphibians and Reptiles of Nepal – Biology, Systematics, Field Guide''. A. R. G. Gantner Verlag K. G. 2002, S. 797. ISBN 978-3-904144-79-7.</ref> anche più a lungo. In questo periodo il metabolismo rallenta sensibilmente.<ref name="SchleichKästle">H. Schleich, W. Kästle: ''Amphibians and Reptiles of Nepal-Biology, Systematics, Field Guide''. A.R.G. Gantner Verlag K.G. 2002, S. 795–802. ISBN 978-3-904144-79-7.</ref> Nei luoghi di [[svernamento]], come sotto le pietre, cumuli di foglie o all’interno di cavità arboree e sotterranee, si possono trovare anche più esemplari insieme.<ref name="Nat.Hist.Soc.1912" /><ref name="Daniel">J. C. Daniel: ''The Book of Indian Reptiles and Amphibians''. Bombay Natural History Society and Oxford University Press, Delhi 2002, S. 83–87. ISBN 0-19-566099-4.</ref>
I giovani pitoni delle rocce sono particolarmente attivi nella ricerca del cibo.<ref name="Whitaker" /> Spesso coprono distanze di diversi chilometri tra il rifugio e l’area di caccia.<ref name="Auffenberg">W. Auffenberg: ''The Bengal monitor''. Gainesville, University Press of Florida 1994, S. 210, 314, 405, 478.</ref> I grandi esemplari adulti sembrano invece muoversi poco al di fuori del periodo riproduttivo, stabilendosi in territori ideali, ricchi di prede e con rifugi adatti.<ref name="Whitaker" /> Anche il comportamento sociale della specie è poco conosciuto. In diverse aree dell’India, più esemplari di pitone
Nel medesimo parco, dove scarseggiano alberi cavi, fessure nella roccia e altri rifugi, i pitoni si affidano alle tane sotterranee del [[Hystrix indica|porcospino indiano]].<ref name="PythonKeoladeo2008">S. Bhupathy, C. Ramesh: ''[http://envfor.nic.in/divisions/csurv/annual_report_E_2008.pdf Ecology of the endangered Indian Rock Python (Python molurus) in Keoladeo National Park, Bharatpur, Rajasthan, India.]'' In: Annual Report of the Salim Ali Centre for Ornithology and Natural History 2007–2008 (Volltext, pdf).</ref> Sorprendentemente, questi serpenti condividono la maggior parte delle tane con i porcospini, sebbene questi siano normalmente loro prede.<ref name="Nat.Hist.Soc.1986">S. Bhupathy, M.N. Haque: ''Association of Indian Rock Python (Python molurus) with Porcupine (Hystrix indica)''. In: ''Journal of the Bombay Natural History Society'', Band 83, Heft 2, 1986, S. 449–450.</ref> In una singola tana sotterranea sono stati contati tre pitoni, cinque porcospini indiani e 350 pipistrelli a foglia rotonda.<ref name="PythonKeoladeo2008" /> Una possibile spiegazione di questa convivenza pacifica è che lo spazio ristretto all’interno delle tane renda difficile per il pitone catturare, soffocare e ingoiare le sue potenziali prede.<ref name="Nat.Hist.Soc.1989" />
===
[[File:Indian Python under a Tree.jpg|miniatura|Pitone
[[File:MNP Python at Moyer.jpg|miniatura|Pitone
Lo spettro alimentare va dai mammiferi e uccelli fino a rettili a sangue freddo e anfibi: [[Anura|rane]], [[Bufonidae|rospi]], [[Varanus|varani]]<ref name="Minton" />, [[Microchiroptera|pipistrelli]]<ref name="SchleichKästle" />, [[Pteropodidae|volpi volanti]]<ref name="SchleichKästle" />, [[Tragulidae|cervi topo]], [[Viverra zibetha|zibetti]]<ref name="Whitaker" /> e numerosi [[roditori]] vengono predati. Cattura anche [[uccelli acquatici]]<ref name="Daniel" />, [[trampolieri]] e [[galliformes|galliformi]]. La dimensione della preda è correlata alla dimensione del pitone stesso.
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===Riproduzione===
[[File:Juvenile Indian Rock Python ( P molurus) in a pensive moment.JPG|miniatura|Giovane esemplare di pitone
Anche sulla riproduzione in natura si conosce ben poco. Nell’India settentrionale, durante i mesi freddi (da dicembre a febbraio), le coppie si ritrovano in un comune quartiere di svernamento. Nonostante le basse temperature e il metabolismo rallentato, l'accoppiamento riesce comunque ad avvenire in questo periodo.<ref name="Nat.Hist.Soc.1912" /><ref name="Daniel" /> Lungo la valle del [[Gange]], il corteggiamento e la copulazione sono stati osservati anch’essi durante lo svernamento, tra la fine di dicembre e la metà di febbraio.<ref name="Sharma">R. C. Sharma: ''Fauna of India and the adjacent countries – Reptilia, Volume III (Serpentes)''. Kolkata 2007, S. 91–93. ISBN 978-81-8171-155-7.</ref> Nel [[Parco nazionale di Keoladeo]], situato nel nord-ovest dell’India, il periodo riproduttivo del pitone
La disponibilità all’accoppiamento da parte della femmina viene segnalata al maschio tramite un [[feromone]] sessuale marrone e liquido, emesso dalla [[cloaca]]. Dopo una fase di inseguimento e avvicinamento, il maschio striscia sopra la sua compagna, le preme la testa contro il corpo e inizia a graffiarla con gli speroni cloacali. La femmina, stimolata, solleva quindi la coda.<ref name="ZooWashington">T. Walsh, J. B. Murphy: ''Observations on the husbandry, breeding and behaviour of the Indian python.'' In: ''International Zoo Yearbook'', Band 38, 2003, S. 145–152.</ref> A questo punto, il maschio può introdurre uno dei suoi due [[emipene|emipeni]] (organi copulatori biforcuti e appiattiti) nella cloaca della femmina.<ref name="Walls" /> In cattività, la copulazione può durare da dieci minuti fino a sette ore e viene ripetuta più volte nei giorni successivi, talvolta anche per diversi mesi.<ref name="ZooIndien">R. Vyas: ''{{
Non si conoscono ancora interazioni tra maschi in natura durante la stagione riproduttiva. In cattività, invece, i maschi di pitone delle rocce possono diventare territoriali in questo periodo e affrontarsi in combattimenti ritualizzati. Quando due rivali si incontrano, inizialmente si tastano con la lingua, poi iniziano a strisciare l’uno accanto all’altro, si sollevano con il terzo anteriore del corpo, si arrampicano reciprocamente cercando di spingere l’altro al suolo. Se nessuno dei due si sottomette, si arriva a intensi graffi con gli speroni cloacali e infine a veri e propri morsi violenti.<ref name="Kommentkampf">D. G. Barker, J. B. Murphy, K. W. Smith: ''Social behavior in a captive group of Indian pythons, Python molurus (Serpentes, Boidae) with formation of a linear social hierarchy''. In: ''Copeia'', Band 3, 1979, S. 466–471.</ref>
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Nel Parco Nazionale di Keoladeo, si trovano gusci d’uovo freschi e piccoli appena nati tra la fine di luglio e l’inizio di agosto. Ne consegue un tempo di incubazione di circa 2 mesi.<ref name="Nat.Hist.Soc.1989" /> I piccoli appena nati, da questo momento in poi completamente indipendenti, hanno una lunghezza totale compresa tra 40 e 60 centimetri e pesano tra 80 e 150 grammi nella maggior parte del loro areale di distribuzione.<ref name="Bellosa" /> I pitoni delle rocce raggiungono la [[maturità sessuale]] intorno ai tre anni.<ref name="Walls" />
===Età e aspettativa di vita===
Non sono disponibili dati sull’età media e sull’età massima degli individui in natura. Tuttavia, si presume che i pitoni delle rocce possano vivere in condizioni favorevoli per oltre 30 anni.<ref name="Sharma" /> In cattività, raggiungono un’età media di 25 anni.
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===Nemici naturali===
A parte l’uomo, il pitone
Lo sfruttamento commerciale del pitone
Alcune tribù dell’India e dello Sri Lanka cacciano il pitone per la sua carne. In India e nello Sri Lanka, il grasso del pitone viene applicato esternamente per alleviare [[contusioni]], [[distorsione (medicina)|distorsioni]], [[frattura (medicina)|fratture]], [[reumatismo|reumatismi]], e internamente come rimedio contro la [[lebbra]].
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Il disboscamento, gli incendi e l’erosione del suolo rappresentano un problema crescente negli habitat del pitone delle rocce.<ref name="O’SheaNepal" /> Anche la crescente urbanizzazione e l’espansione agricola, causate dall’aumento continuo della popolazione, restringono sempre di più il suo habitat naturale.<ref name="Todd" /> Tutto ciò porta alla riduzione, all’isolamento e, infine, all’estinzione di singole popolazioni.<ref name="O’SheaNepal" /> La perdita di habitat è la causa principale del declino del pitone delle rocce in Pakistan, Nepal e Sri Lanka, dove non si è mai sviluppato un commercio significativo. Per questo motivo, in Pakistan la specie è stata dichiarata minacciata già nel 1990. In Nepal, il pitone è considerato a rischio e si trova ancora frequentemente solo nel [[Parco nazionale di Chitwan]].<ref name="Groombridge" /> Nello Sri Lanka, il suo habitat si sta riducendo sempre più alle zone di giungla incontaminata.<ref name="Groombridge" /><ref name="Todd">S. Todd: ''The Sri Lankan Python (Python molurus molurus): Spotlight on a Crisis''. In: ''The Herptile'', Band 9, Heft 3, 1984, S. 77–85.</ref>
Il pitone
▲==Il pitone delle rocce e l’uomo==
===Comportamento nei confronti dell’essere umano===
I pitoni delle rocce che vivono in natura sono generalmente poco aggressivi. Se disturbati, emettono un sibilo di avvertimento oppure si allontanano strisciando e cercano di nascondersi. Solo in caso di disturbo intenso si difendono con morsi di difesa potenti e dolorosi.<ref name="
Ai pitoni delle rocce che vivono allo stato selvatico è stato più volte attribuito l’uccisione di esseri umani. In particolare, si sostiene che bambini piccoli o neonati lasciati incustoditi siano stati vittime nel loro areale di distribuzione. Tuttavia, non esistono prove attendibili a riguardo.<ref name="
==Cultura==
[[File:Snake Charmers, Anuradhapura.jpg|miniatura|Incantatore di serpenti ad [[Anuradhapura]] (Sri Lanka) con un pitone
[[File:Charles Maurice Detmold00.jpg|thumb|right|Kaa illustrato da Charles Maurice Detmold
Già nelle antiche culture indiane, le [[sacerdote
Anche i numerosi [[Stati principeschi dell'India britannica|ex principati dell’India]], sorti successivamente, tenevano pitoni delle rocce a corte come protettori della famiglia reale. Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, anche [[incantatore di serpenti|incantatori di serpenti]] e [[fachiro|fachiri]] indiani si adornavano spesso con questi rettili.<ref name="O’Shea" />
▲Già nelle antiche culture indiane, le [[sacerdote|sacerdotesse]] sfruttavano l’indole tranquilla del pitone delle rocce indiano per la danza con i serpenti. Questi animali venivano catturati da giovani e allevati nei [[tempio|templi]] in ceste robuste.<ref name="Engelmann">W.-E. Engelmann, F. J. Obst: ''Mit gespaltener Zunge – Biologie und Kulturgeschichte der Schlange''. Verlag Herder 1981, ISBN 3-451-19393-0, S. 123, 169.</ref> Il contatto costante con l’uomo faceva sì che perdessero quasi completamente ogni forma di aggressività.
▲Anche i numerosi [[Stati principeschi dell'India britannica|ex principati dell’India]], sorti successivamente, tenevano pitoni delle rocce a corte come protettori della famiglia reale. Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, anche [[incantatore di serpenti|incantatori di serpenti]] e [[fachiro|fachiri]] indiani si adornavano spesso con questi rettili.<ref name="O’Shea" />
Nell’India odierna, l’incantamento, la detenzione o l’uccisione di questo pitone, oggi minacciato di estinzione, sono vietati. Le sanzioni prevedono multe e fino a 6 anni di reclusione.<ref name="Whitaker04" />
=== In Europa ===
I pitoni delle rocce sono da tempo animali popolari in Europa. Fin dal 1245, quando nella [[Torre di Londra]] fu istituita una collezione reale di animali selvatici e pericolosi, furono esposti esemplari provenienti da India e Sri Lanka. Già nel 1829 si tentò con successo quasi completo una riproduzione in cattività.
Nel 1842, al [[Jardin des Plantes]] di [[Parigi]], fu possibile osservare per la prima volta il tremore muscolare e il conseguente aumento della temperatura in un esemplare femmina di pitone
Alla fine del XIX secolo, questi imponenti animali esotici erano presenze immancabili nelle [[Serraglio (recinto)|ménageries]] di numerosi castelli e parchi. Per molto tempo, inoltre, furono attrazioni principali nelle esibizioni con serpenti nei [[circo|circhi]] e nei [[varietà (spettacolo)|varietà]].<ref name="Bellosa" />
=== Oggi ===
Attualmente, il pitone delle rocce gode di grande popolarità tra i privati sia in Europa che negli Stati Uniti. Sono noti anche incroci in cattività tra il pitone
=== Nella cultura di massa ===▼
▲Attualmente, il pitone delle rocce gode di grande popolarità tra i privati sia in Europa che negli Stati Uniti. Sono noti anche incroci in cattività tra il pitone delle rocce indiano e quello birmano<ref name="Bellosa" />, tra il pitone delle rocce e il pitone reticolato<ref name="Bellosa" />, il pitone reale e i pitoni delle rocce africani<ref name="Bellosa" /> .
Nel racconto d'avventura ''[[Il libro della giungla]]'' di [[Rudyard Kipling]] ritroviamo [[Kaa (personaggio)|Kaa]], un pitone delle rocce indiano, una figura fortemente positiva: conosce la "legge della giungla" ed è un leale amico del cucciolo d'uomo [[Mowgli]].▼
==Conservazione==
[[File:Pitón de la India (Python molurus), Zoo de Ciudad Ho Chi Minh, Vietnam, 2013-08-14, DD 08.JPG|thumb|right|Un esemplare con mutazione di colore allo [[Zoo di Ho Chi Minh]] (Vietnam)]]▼
Il pitone
In [[Italia]], la detenzione di questa specie è consentita solo a condizione che l’animale sia accompagnato da regolare certificato [[CITES]] che ne attesti la legittima provenienza. E' necessario, inoltre, l’obbligo di denuncia del possesso all’autorità competente entro dieci giorni dall’acquisizione, secondo quanto stabilito dall’art. 6 della legge 150/1992<ref>https://www.mase.gov.it/portale/documents/d/guest/legge_07_02_1992_150-pdf</ref>. Il commercio e la cessione di esemplari viventi è vietato, salvo casi specifici autorizzati, come quelli a fini scientifici o conservazionistici.<ref name="Mario" />
Riga 234 ⟶ 227:
* Oberösterreich: ''§ 6 des O.Ö. Polizeistrafgesetzes – Halten gefährlicher Tiere'' [http://www.ris.bka.gv.at/Dokumente/LrOO/LOO12001931/LOO12001931.pdf online, pdf], Haltung erlaubt, Bezirksverwaltungsbehörde kontrolliert jährlich;
* Salzburg: Haltung erlaubt, Kontrollen stichprobenartig, Meldeformular, ''Landessicherheitsgesetz § 2d'' [http://www.ris.bka.gv.at/Dokumente/LrSbg/LSB40010122/LSB40010122.pdf online, pdf], Gemeinden sind zur Erlassung eines örtlichen Tierhalteverbotes ermächtigt;
* Wien: ''1. Wiener Tierschutz- und Tierhalteverordnung LGBl. 22/1997'' (§ 3), alle Reptilienhaltungen werden überprüft.</ref> In alcuni Länder, la detenzione privata del pitone
▲== Nella cultura di massa ==
▲Nel racconto d'avventura ''[[Il libro della giungla]]'' di [[Rudyard Kipling]] ritroviamo [[Kaa (personaggio)|Kaa]], un pitone delle rocce indiano, una figura fortemente positiva: conosce la "legge della giungla" ed è un leale amico del cucciolo d'uomo [[Mowgli]].
▲File:Pitón de la India (Python molurus), Zoo de Ciudad Ho Chi Minh, Vietnam, 2013-08-14, DD 08.JPG|Un esemplare con mutazione di colore allo [[Zoo di Ho Chi Minh]] (Vietnam)
▲File:Charles Maurice Detmold00.jpg|Kaa illustrato da Charles Maurice Detmold nelle'edizione del 1908 de "[[Il libro della giungla]]"
== Note ==
Riga 257 ⟶ 237:
<ref name="Whitaker04">R. Whitaker, A. Captain: ''Snakes of India, the field guide''. Chennai, India: Draco Books 2004, S. 3, 12, 78–81, ISBN 81-901873-0-9.</ref>
</references>
== Bibliografia ==
Riga 271 ⟶ 250:
{{Portale|rettili}}
[[Categoria:Pythonidae]]
[[Categoria:Fauna asiatica]]
[[Categoria:Taxa classificati da Linneo]]
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