Python molurus: differenze tra le versioni

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* ''[[Python molurus bivittatus]]''
* ''[[Python molurus molurus]]''
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Il '''pitone delle rocce indiano''' o '''pitone moluro''' ('''''Python molurus''''') è una specie di [[serpente]] appartenente alla [[famiglia (tassonomia)|famiglia]] dei [[pitoni]]. È ampiamente diffuso nelle regioni [[Zona torrida|tropicali]] e [[Clima subtropicale|subtropicali]] dell’[[Asia meridionale]]. Predilige habitat boschivi non troppo lontani da specchi d’acqua e talvolta si avvicina ai margini delle aree abitate dall’uomo.
 
Si nutre, a seconda della taglia, di [[vertebrati]] di piccole e medie dimensioni, eccezionalmente anche di grandi [[mammiferi]] come [[Axis porcinus|cerbiatti]] e, in casi rari, [[leopardo|leopardi]] giovani. I pitoni moluro sono [[oviparità|ovipari]] e presentano una curiosa capacità: le femmine possono aumentare la temperatura di cova grazie a micro-tremori muscolari. A causa delle minacce, quali persecuzione diretta e distruzione dell’habitat, l’[[IUCN ]]<nowiki/>classifica questa specie come «prossimo alla minaccia».
Il '''pitone delle rocce indiano''' o '''pitone moluro''' ('''''Python molurus''''') vive in un'area di distribuzione molto estesa, che comprende circa mezzo [[Asia|continente asiatico]]. Arriva anche a superare i 7 metri di lunghezza e i 120&nbsp;kg di peso, anche se è molto agile.
 
==Descrizione==
Si ciba di roditori e [[Reptilia|rettili]]. In seguito alla riproduzione (le uova possono essere anche 100) l'esemplare maschio non si interessa minimamente della cura delle uova e dei suoi futuri piccoli.
[[File:Python molurus molurus 2.jpg|miniatura|Pitone delle rocce indiano (''Python molurus'')]]
[[File:Python molurus pimbura.jpg|miniatura|verticale|Pitone delle rocce indiano dello Sri Lanka (''Python molurus'')]]
 
===Struttura corporea e genoma===
Questo grosso serpente è capace di "camminare" letteralmente per spostarsi sul terreno, infatti è uno dei pochi se non l'unico che si muove linearmente e non in diagonale o in linea ondulata. Per muoversi fa avanzare una delle due metà del costato (destra o sinistra) in questo modo usufruisce delle sue costole come se fossero gambe.
 
In [[Pakistan]], i pitoni moluro solitamente raggiungono una lunghezza totale che varia dai 240-300 cm<ref name="Minton">S. A. Minton: ''[http://digitallibrary.amnh.org/dspace/handle/2246/1129 A contribution to the herpetology of West Pakistan.]'' In: ''Bulletin of the American Museum of Natural History'', Band 134, Heft 2, 1966, S. 117–118 (Volltext, pdf).</ref>. In [[India]], la media è di circa 300 cm.<ref name="Nat.Hist.Soc.1912">F. Wall: ''[http://www.archive.org/details/populartreatiseo00wall A popular treatise on the common Indian snakes – The Indian Python.]'' In: ''Journal of the Bombay Natural History Society'', Band 21, 1912, S. 447–476 (online ab S. 419).</ref> Uno studio nel [[parco nazionale di Keoladeo]] (1990) ha rilevato 135 esemplari adulti con taglie comprese tra 150 cm e 360 cm, i più grandi pesavano intorno ai 330-360 cm.<ref name="Nat.Hist.Soc.1990">S. Bhupathy: ''Blotch structure in individual identification of the Indian Python (Python molurus molurus) and its possible usage in population estimation''. Journal of the Bombay Natural History Society Band 87, Heft 3, 1990, S. 399–404.</ref> A causa di passate confusioni con il [[pitone delle rocce birmano|pitone birmano]], è difficile stabilire dati sicuri sulla lunghezza massima: tuttavia, un esemplare pakistano ha misurato 460 cm x 52 kg.<ref name="Minton" />
== Letteratura (narrativa) ==
 
Ne [[Il libro della giungla]] di [[Rudyard Kipling]], ritroviamo [[Kaa (personaggio)|Kaa]], un pitone delle rocce indiano.
I cuccioli presentano un corpo sottile, mentre gli adulti mostrano un corpo particolarmente robusto. Vi è marcata [[dimorfismo sessuale|differenziazione sessuale]] nelle dimensioni: le femmine sono in media più grandi e pesanti dei maschi.<ref name="Walls">J. G. Walls: ''The Living Pythons – A complete guide to the Pythons of the World''. T. F. H. Publications 1998, S. 131–142. ISBN 0-7938-0467-1.</ref><ref name="Campden">S. M. Campden-Main: ''A field guide to the snakes of South Vietnam''. City of Washington 1970, S. 8–9.</ref> La testa è massiccia, quasi il doppio della larghezza rispetto al collo, con occhi disposti lateralmente offrendo un campo visivo di circa 135°.<ref name="Bauchot">R. Bauchot (Hrsg.): ''Schlangen – Evolution, Anatomie, Physiologie, Ökologie und Verbreitung, Verhalten, Bedrohung, Gefährdung, Haltung und Pflege''. Bechtermünz Verlag 1994, S. 55, 181. ISBN 3-8289-1501-9.</ref> Le femmine hanno una coda proporzionalmente più corta (circa il 12 % della lunghezza totale), con gli sfinteri anali più piccoli rispetto ai maschi, nei quali sono invece ben evidenti.<ref name="Nat.Hist.Soc.1912" />
 
Il [[corredo cromosomico]] è [[diploide]], con 2n = 36 cromosomi totali: 16 macro e 20 micro cromosomi.<ref name="Chromosomes">L. Singh, T. Sharma, S.P. Ray-Chaudhuri: ''Chromosomes and the classification of the snakes of the family Boidae''. In: ''Cytogenetics'', Band 7, 1968, S. 161–168. Zit. in: H. Schleich, W. Kästle: ''Amphibians and Reptiles of Nepal – Biology, Systematics, Filed Guide''. A. R. G. Gantner Verlag K. G. 2002, S. 795. ISBN 978-3-904144-79-7</ref>
 
===Scaglie===
 
[[File:Python molurus molurus-Portrait.jpg|miniatura|Particolare di una scaglia (delimitata in rosso) del labbro superiore che raggiunge l'occhio]]
La narice è posta in posizione dorsale, circondata da una grande scaglia nasale. Due scaglie internasali la separano da altre due scaglie prefrontali, dietro le quali vi è spesso un secondo paio più piccolo. Le scaglie frontali sono ambedue grandi e simili, con un’unica sovraoculare sopra l’occhio.
 
La rostrale (scaglia del muso) possiede due profonde fosse labiali. Lateralmente si susseguono scaglie loreali, due pre-oculari e 3 o 4 post-oculari. Sono presenti tra 11 e 13 supralabiali e 16-18 infralabiali, alcune con fossette.<ref name="Walls" /> La sesta o settima supralabiale tocca direttamente il margine inferiore dell’occhio, mentre nei pitoni birmani è presente una fila continua di scaglie suboculari tra le labiali superiori e gli occhi.<ref name="O’SheaNepal" />
 
Sul corpo si contano 245-270 scaglie ventrali, con 58-73 file dorsali sulla linea media.<ref name="Walls" /> Nella regione posteriore vi sono 57-83 scaglie subcaudali, mentre la scaglia anale è intera.<ref name="SchleichKästle" />
 
===Colorazione===
 
La base dorsale, chiara (biancastra, grigio chiaro, giallastra o beige<ref name="Deraniyagala" />), si schiarisce sui fianchi. Presenta 30–38 larghi blotches (macchie scure) sul dorso, spesso rettangolari, e macchie sui fianchi con forme variabili secondo la sottospecie. L’addome è chiaro, ma punteggiato verso il posteriore. Sui lati della testa si estende una fascia scura triangolare dall’occhio al muso, affiancata da una banda più ampia bordata di nero fino all’angolo della mandibola, racchiudendo una zona chiara. Dalla punta del muso agli occhi al vertice del capo corre un motivo a freccia bruna con punto chiaro centrale.<ref name="Walls" />
 
Gli esemplari delle regioni montuose della catena dei [[Ghati occidentali]], dell'[[Assam]] e dello [[Sri Lanka]]<ref name="Deraniyagala" /> tendono ad avere tonalità più scure rispetto a quelli del [[Deccan]] o della costa orientale.<ref name="Whitaker">R. Whitaker: ''Common Indian Snakes – A Field Guide''. The Macmillan Company of India Limited 1987, S. 6–9. ISBN 0-333-90198-3.</ref> Le grandi macchie dorsali, da beige a marrone castagna, sono contornate da una sottile linea scura. Nella popolazione continentale queste macchie hanno forma perlopiù rettangolare, mentre gli esemplari dello Sri Lanka mostrano spesso forme irregolari.<ref name="Walls" />
 
Le strette macchie laterali sono tondeggianti, triangolari o a rombo e spesso presentano un nucleo chiaro.<ref name="Nat.Hist.Soc.1990" /> La superficie ventrale è biancastra, giallastra o leggermente arancione.<ref name="Minton" /><ref name="Whitaker" /> Il disegno marrone a forma di punta di freccia sulla sommità della testa è ben visibile nei giovani, ma negli adulti tende a svanire dalla punta del muso fino agli occhi. In alcuni individui la freccia scompare quasi del tutto ed è visibile solo nella regione occipitale.<ref name="Nat.Hist.Soc.1912" /> Indipendentemente dall’origine geografica, la parte superiore della testa può presentare una colorazione rosa pallido.<ref name="Minton" /><ref name="Nat.Hist.Soc.1912" /> La lingua è rosa.<ref name="Whitaker04" />
 
===Dentatura===
 
[[File:Python molurus - menagerie zoo du jardin des plantes Paris 02.JPG|miniatura|Pitone moluro con la bocca spalancata]]
I denti sottili e allungati sono uniformemente appuntiti e incurvati verso la gola. Nella parte anteriore della cavità orale superiore si trova l’[[premascella|osso premascellare]], dotato di quattro piccoli denti. Le [[osso mascellare|ossa mascellari]] superiori portano ciascuna da 18 a 19 denti. Di questi, il 2° fino al 6° sono i più grandi e di uguale lunghezza. Verso la punta della bocca e verso la gola, gli altri denti diventano progressivamente più piccoli. Verso il centro della cavità orale superiore si trovano, paralleli alle ossa mascellari superiori, anteriormente l’[[osso palatino]] e posteriormente l’osso pterigoideo. Il primo possiede sei denti, di lunghezza pari a quelli del segmento anteriore dell’osso mascellare superiore. Gli 8-10 denti sull’osso pterigoideo sono lunghi quanto quelli del segmento posteriore dell’osso mascellare superiore. Le [[mandibola|mandibole]] inferiori portano ciascuna da 16 a 19 denti. I denti dal 2° all’8° sono i più grandi e pressoché di uguale lunghezza. Verso la punta della bocca e verso la gola, gli altri denti diminuiscono di dimensione.<ref name="Nat.Hist.Soc.1912" />
 
== Tassonomia ==
Il nome scientifico del pitone delle rocce indiano ''Python molurus'' fu coniato nel 1758 da [[Carl von Linné]], il fondatore della [[nomenclatura binomiale]], nella sua opera [[Systema Naturae]]. Nel 1820, il [[naturalista]] tedesco [[Heinrich Kuhl]] descrisse un altro pitone gigante, il [[pitone delle rocce birmano|pitone birmano]] ''Python bivittatus'',<ref>Kuhl, H. (1820). ''[[iarchive:beitrgezurzool00kuhl/page/n107/mode/2up|Python bivittatus mihi]].'' Beiträge zur Zoologie und vergleichenden Anatomie. Frankfurt am Main: Verlag der Hermannschen Buchhandlung. p. 94.</ref> che per lungo tempo fu considerato una sottospecie di ''Python molurus''. La classificazione interna dei pitoni delle rocce fu oggetto di controversie per circa 200 anni. Le aree di distribuzione delle due forme si sovrappongono certamente nel nord-est dell’India, in Nepal, nel Bhutan occidentale, nel sud-ovest del Bangladesh e probabilmente anche nel nord-ovest della Birmania<ref name="Groombridge" />. Osservazioni condotte in India e Nepal dimostrano che, contrariamente a quanto precedentemente ritenuto, le due specie, pur convivendo in simpatria, occupano habitat diversi o in parte anche gli stessi, ma non si incrociano tra loro.<ref name="O’Shea">M. O’Shea: ''Boas and Pythons of the World''. New Holland Publishers 2007, S. 80–87. ISBN 978-1-84537-544-7.</ref>
 
Per questo motivo, nel 2009 Jacobs e collaboratori proposero di attribuire a ciascuna delle due forme lo status di [[specie]] a sé stante, basandosi su due differenze [[morfologia (biologia)|morfologiche]] caratteristiche: nella squamatura laterale del capo e nel disegno della parte superiore della testa.<ref name="Jacobs">H. J. Jacobs, M. Auliya, W. Böhme: ''Zur Taxonomie des Dunklen Tigerpythons, Python molurus bivittatus KUHL, 1820, speziell der Population von Sulawesi – On the Taxonomy of the Burmese Python, Python molurus bivittatus KUHL, 1820, specifically on the Sulawesi population. '' In: ''SAURIA'', Band 31, Heft 3, Berlin 2009, S. 5–16.</ref> Questa suddivisione in due specie distinte è oggi accettata anche dalla Reptile Database, una banca dati scientifica online dedicata alla [[tassonomia]] dei rettili.
 
Nel 1945, [[Paul E. P. Deraniyagala|Paul Deraniyagala]] descrisse una popolazione presente sull’isola di Sri Lanka come sottospecie distinta, con il nome di ''Python molurus pimbura''. Sulla base della colorazione, della disposizione delle macchie e del numero di scaglie subcaudali (scaglie della parte inferiore della coda) di alcuni esemplari, egli evidenziò differenze rispetto alla forma continentale di ''Python molurus''.<ref name="Deraniyagala">P. E. P. Deraniyagala: ''Some new races of the Python, Chrysopelea, Binocellate Cobra and Tith-Polonga inhabiting Ceylon and India''. In: ''Spolia Zeylanica'', Band 24, Heft 2, 1945, S. 103–112.</ref> Tuttavia, già nel 1949 Constable considerava tali differenze non sufficienti, interpretandole come variazioni naturali attese all’interno di una popolazione.<ref name="Constable">J. D. Constable: ''[http://www.archive.org/details/bulletinofmuseum103harv Reptiles from the Indian peninsula in the Museum of Comparative Zoology.]'' In: ''Bulletin of the Museum of Comparative Zoology'', Band 103, Heft 2, 1949.</ref> Da allora, i pitoni moluro dello Sri Lanka non sono più stati sottoposti ad analisi morfologiche o genetiche approfondite.<ref name="Constable"/> Di conseguenza, il loro status di sottospecie oggi non è più riconosciuto, e sono nuovamente considerati una popolazione insulare di ''Python molurus''.<ref name="SchleichKästle" />
 
All’interno del genere ''Python'', il pitone moluro e quello birmano sono geneticamente i più affini al [[pitone di Seba]] e al [[Python natalensis|pitone del Natal]]. Ciò è stato confermato da una recente indagine di biologia molecolare che ha incluso il pitone di Seba e il pitone moluro.<ref name="Phylogenetik">L. H. Rawlings, D. L. Rabosky, S. C. Donnellan, M. N. Hutchinson: ''Python phylogenetics: inference from morphology and mitochondrial DNA.'' In: ''Biological Journal of the Linnean Society'', Band 93, 2008, S. 603–619 (PDF).</ref>
 
==Distribuzione e habitat==
 
[[File:Natural Range of Python molurus6.jpg|hochkant=1.4|miniatura|destra|Areale del pitone moluro (rosso), del pitone birmano (verde) e dove convivono (giallo)]]
il pitone moluro può essere trovato nel sud-est del Pakistan<ref name="PythonKeoladeo2008" />, in India, in Sri Lanka e in parti del Nepal<ref name="SchleichKästle" />, Bhutan e Bangladesh.<ref name="Whitaker04" />
 
Vive in una vasta gamma di habitat, tra cui:
 
[[Foreste pluviali tropicali]], foreste di montagna<ref name="O’SheaNepal" />,[[foresta nebulosa|foreste nebulose]]<ref name="Whitaker" />, [[foresta a galleria|foreste a galleria]]<ref name="Minton" />, [[mangrovie]]<ref name="Whitaker" />, [[palude|zone paludose]]<ref name="Minton" /> e stagionalmente secche, [[praterie]], boscaglie aride, fino a terreni collinari sassosi o sabbiosi, sempre in prossimità di fonti d’acqua<ref name="Nat.Hist.Soc.1993" />, con la maggior parte delle segnalazioni a quote inferiori ai 200 m sul livello del mare.
 
Nelle regioni del Nord-Est indiano, Nepal, Bhutan occidentale, Bangladesh sud-occidentale e possibilmente anche nel Nord-Ovest della Birmania<ref name="Groombridge" />, la sua area di distribuzione si sovrappone con quella del pitone birmano. In questi luoghi il pitone moluro predilige foreste secche o aree sabbiose aride, mentre il congenero occupa prati umidi attraversati da corsi d’acqua. Questa specie è spesso definita “fuggitiva della cultura”<ref name="Nat.Hist.Soc.1912" />, sebbene in India si avvicini occasionalmente ad ambienti agricoli e urbani per cacciare, ed è stata rinvenuta persino in giardini residenziali.<ref name="India">R. Nande, S. Deshmukh: ''{{Cita web|url=http://www.zoosprint.org/ZooPrintJournal/2007/December/2920-2924.pdf|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160303180517/http://www.zoosprint.org/ZooPrintJournal/2007/December/2920-2924.pdf|titolo=Snakes of Amravati district including Melghat, Maharashtra, with important records of the Indian egg-eater, montane trinket snake and Indian smooth snake.}}'' In: ''Zoos’ Print Journal'', Band 22, Heft 12, 2007, S. 2920–2924 (online, pdf).</ref>
 
==Biologia==
 
[[File:Python molurus molurus-Bird Sanctuary-India.jpg|miniatura|Pitone moluro nel [[Parco nazionale di Keoladeo]], in India, davanti alla sua tana]]
[[File:Indian python Python molurus.jpg|miniatura|Pitone moluro mentre nuota]]
[[File:Indian Pythons basking-Keoladeo Nationalpark.jpg|miniatura|Occasionalmente i pitoni delle rocce condividono i loro rifugi e, come in questo caso, i luoghi per prendere il sole. (Pitoni moluro nel Parco nazionale di Keoladeo, India)]]
[[File:Python m. molurus tree Keoladeo NP.jpg|miniatura|Pitone moluro adulto riposa tra i rami (Parco nazionale di Keoladeo, India)]]
 
===Comportamento generale===
 
Nonostante il suo vastissimo areale di distribuzione e la sua frequenza in alcune zone, si conosce ancora poco sul comportamento di questo pitone. Il pitone moluro è un serpente prevalentemente terrestre, che si muove lentamente e in linea retta sul suolo.<ref name="PythonKeoladeo2008" /> Pur essendo un arrampicatore lento, è abile nel salire su cespugli e alberi, dove spesso si trattiene per tendere agguati ben mimetizzato.<ref name="Daniel" /> Occasionalmente raggiunge anche altezze notevoli: ad esempio, nel sud dell’India è stato osservato un esemplare di 1,5 metri di lunghezza mentre, a 15 metri d’altezza su un albero, divorava un [[Pteropodidae|pipistrello della frutta]].<ref name="Foster+Price">J. Foster, P. Price: ''A case of predation by Python molurus on a fruit bat, Pteropus giganteus, with notes on bat-snake interactions''. Hamadryad Band 22, Heft 1, 1997, S. 58–61. Zit. in: H. Schleich, W. Kästle: ''Amphibians and Reptiles of Nepal – Biology, Systematics, Field Guide''. A. R .G. Gantner Verlag K. G. 2002, S. 799. ISBN 978-3-904144-79-7.</ref>
 
In ambienti con [[laghi]], [[fiumi]] e altre acque dolci, i pitoni conducono una vita semi-acquatica. In acqua si muovono molto più rapidamente e agilmente che sulla terraferma.<ref name="Nat.Hist.Soc.1912" /> Durante il nuoto, il corpo resta completamente immerso, lasciando emergere solo la punta del muso. Spesso sostano per ore parzialmente o totalmente sommersi sulla riva poco profonda.<ref name="Sharma" /> Possono restare fino a mezz’ora completamente sott’acqua senza respirare, oppure mostrano solo le narici sopra la superficie. A differenza del [[pitone reticolato]]<ref name="Rawlinson">P. A. Rawlinson, R. A. Zann, S. van Balen, I. W. B. Thornton: ''Colonization of the Krakatau islands by vertebrates''. In: ''GeoJournal'', Band 28, Heft 2, 1992, S. 225–231. [[doi:10.1007/BF00177236]].</ref>, anch’esso amante dell’acqua, il pitone delle rocce sembra evitare l’ambiente marino.<ref name="Nat.Hist.Soc.1912" />
 
I suoi rifugi e luoghi di riposo preferiti sono tane sotterranee, fessure nella roccia, tane abbandonate di mammiferi, termitai, tronchi cavi, fitte radici di mangrovie e erba alta.<ref name="Nat.Hist.Soc.1912" />
 
I pitoni delle rocce sono per lo più attivi al crepuscolo e di notte.<ref name="Daniel" /> Tuttavia, l’attività giornaliera dipende fortemente dalla temperatura ambientale. In aree con marcate variazioni stagionali, durante i mesi freddi e caldi cercano rifugi con un microclima più stabile e gradevole.<ref name="Nat.Hist.Soc.1993">K. Bhatt, B.C. Choudhury: ''The diet activity pattern of Indian Python (Python molurus molurus Linn.) at Keoladeo National Park, Bharatpur, Rajasthan''. Journal of the Bombay Natural History Society Band 90, Heft 3, 1993, S. 394–403.</ref> Uno studio condotto nel [[Parco nazionale di Keoladeo]], nell’India nord-occidentale, ha mostrato che i pitoni si muovono preferibilmente a temperature tra i 20 e i 30 °C. In inverno, da metà dicembre a fine gennaio, lasciano il rifugio solo nelle ore più calde della giornata per esporsi al sole fino a sei ore, e generalmente non cercano cibo.<ref name="PythonKeoladeo2008" /> In primavera, tra febbraio e marzo, periodo riproduttivo, sono attivi sia di giorno che di notte, anche se il [[microclima]] nei rifugi sarebbe più favorevole. Da aprile e per tutta l’estate, mostrano picchi di attività all’alba e al crepuscolo, evitando il caldo di mezzogiorno e il freddo notturno. Con l’aumento della temperatura, l’attività si sposta sempre più alle ore notturne. Il clima favorevole riduce la dipendenza da rifugi fissi e favorisce lo spostamento. Tuttavia, in caso di caldo eccessivo e scarsa umidità, l’attività cala nuovamente e l’importanza dei rifugi freschi aumenta.<ref name="Nat.Hist.Soc.1993" />
 
Nel nord del Pakistan<ref name="Minton" />, dell’India e della Birmania<ref name="Pope1935">F. Wall: ''Ophidia Taprobanica, or the snakes of Ceylon''. Colombo: H. R. Cottle, Government Printer, Ceylon 1921, S. 48–77. Zit. in: C. H. Pope: ''The Reptiles of China: turtles, crocodilians, snakes, lizards''. American Museum of Natural History, New York 1935, S. 72–75.</ref>, i pitoni cadono in una sorta di letargo ([[torpore]] invernale) durante i mesi freddi, solitamente da dicembre a febbraio, e nel sud-ovest di [[Jammu]]<ref name="Sharma+Sharma">B. D. Sharma, T. Sharma: ''Notes on the ecology of the Indian Python, Python molurus molurus, LINN., in the Jamur region, India''. British Herpetological Society 1977, Newsletter 16, S. 30–33. Zit. in: H. Schleich, W. Kästle: ''Amphibians and Reptiles of Nepal – Biology, Systematics, Field Guide''. A. R. G. Gantner Verlag K. G. 2002, S. 797. ISBN 978-3-904144-79-7.</ref> anche più a lungo. In questo periodo il metabolismo rallenta sensibilmente.<ref name="SchleichKästle">H. Schleich, W. Kästle: ''Amphibians and Reptiles of Nepal-Biology, Systematics, Field Guide''. A.R.G. Gantner Verlag K.G. 2002, S. 795–802. ISBN 978-3-904144-79-7.</ref> Nei luoghi di [[svernamento]], come sotto le pietre, cumuli di foglie o all’interno di cavità arboree e sotterranee, si possono trovare anche più esemplari insieme.<ref name="Nat.Hist.Soc.1912" /><ref name="Daniel">J. C. Daniel: ''The Book of Indian Reptiles and Amphibians''. Bombay Natural History Society and Oxford University Press, Delhi 2002, S. 83–87. ISBN 0-19-566099-4.</ref>
 
I giovani pitoni delle rocce sono particolarmente attivi nella ricerca del cibo.<ref name="Whitaker" /> Spesso coprono distanze di diversi chilometri tra il rifugio e l’area di caccia.<ref name="Auffenberg">W. Auffenberg: ''The Bengal monitor''. Gainesville, University Press of Florida 1994, S. 210, 314, 405, 478.</ref> I grandi esemplari adulti sembrano invece muoversi poco al di fuori del periodo riproduttivo, stabilendosi in territori ideali, ricchi di prede e con rifugi adatti.<ref name="Whitaker" /> Anche il comportamento sociale della specie è poco conosciuto. In diverse aree dell’India, più esemplari di pitone moluro condividono gli stessi rifugi, a volte per tutto l’anno. Nel Parco nazionale di Keoladeo sono stati trovati fino a 12 individui nella stessa tana sotterranea.<ref name="Nat.Hist.Soc.1912" /><ref name="Nat.Hist.Soc.1989">S. Bhupathy, V.S. Vijayan: ''Status, distribution and general ecology of the Indian Python (Python molurus molurus Linn.) in Keoladeo National Park, Bharatpur, Rajasthan''. Journal of the Bombay Natural History Society Band 86, Heft 3, 1989, S. 381–387.</ref>
 
Nel medesimo parco, dove scarseggiano alberi cavi, fessure nella roccia e altri rifugi, i pitoni si affidano alle tane sotterranee del [[Hystrix indica|porcospino indiano]].<ref name="PythonKeoladeo2008">S. Bhupathy, C. Ramesh: ''[http://envfor.nic.in/divisions/csurv/annual_report_E_2008.pdf Ecology of the endangered Indian Rock Python (Python molurus) in Keoladeo National Park, Bharatpur, Rajasthan, India.]'' In: Annual Report of the Salim Ali Centre for Ornithology and Natural History 2007–2008 (Volltext, pdf).</ref> Sorprendentemente, questi serpenti condividono la maggior parte delle tane con i porcospini, sebbene questi siano normalmente loro prede.<ref name="Nat.Hist.Soc.1986">S. Bhupathy, M.N. Haque: ''Association of Indian Rock Python (Python molurus) with Porcupine (Hystrix indica)''. In: ''Journal of the Bombay Natural History Society'', Band 83, Heft 2, 1986, S. 449–450.</ref> In una singola tana sotterranea sono stati contati tre pitoni, cinque porcospini indiani e 350 pipistrelli a foglia rotonda.<ref name="PythonKeoladeo2008" /> Una possibile spiegazione di questa convivenza pacifica è che lo spazio ristretto all’interno delle tane renda difficile per il pitone catturare, soffocare e ingoiare le sue potenziali prede.<ref name="Nat.Hist.Soc.1989" />
 
===Alimentazione===
 
[[File:Indian Python under a Tree.jpg|miniatura|Pitone moluro mimetizzato nella vegetazione in attesa di una preda (Parco nazionale di Keoladeo, India)]]
[[File:MNP Python at Moyer.jpg|miniatura|Pitone moluro che ingoia un cucciolo di [[cervo pomellato]] ([[Parco nazionale di Mudumalai]], [[distretto dei Nilgiri]], India)]]
Lo spettro alimentare va dai mammiferi e uccelli fino a rettili a sangue freddo e anfibi: [[Anura|rane]], [[Bufonidae|rospi]], [[Varanus|varani]]<ref name="Minton" />, [[Microchiroptera|pipistrelli]]<ref name="SchleichKästle" />, [[Pteropodidae|volpi volanti]]<ref name="SchleichKästle" />, [[Tragulidae|cervi topo]], [[Viverra zibetha|zibetti]]<ref name="Whitaker" /> e numerosi [[roditori]] vengono predati. Cattura anche [[uccelli acquatici]]<ref name="Daniel" />, [[trampolieri]] e [[galliformes|galliformi]]. La dimensione della preda è correlata alla dimensione del pitone stesso.
 
Esemplari di grandi dimensioni possono occasionalmente predare animali grandi come piccoli primati (come giovani [[Semnopithecus|entelli]]), cuccioli di [[Sus scrofa|cinghiale]]<ref name="Whitaker" />, [[sciacallo dorato|sciacalli dorati]], [[muntjak]], [[Gazella bennettii|gazzelle indiane]]<ref name="Daniel" />, giovani [[Cervo porcino|cervi porcino]] e cuccioli di [[Sambar indiano|sambar]] e [[Cervo pomellato|chital]]. Un individuo lungo 4,5 metri ha, per esempio, inghiottito un cervo porcino con corna lunghe 18 cm. Corna troppo grandi, però, possono rappresentare un ostacolo all’ingestione e causare lesioni interne.
 
Tra le prede più grandi e combattive documentate c'è anche un [[leopardo]]: nello stomaco di un pitone lungo 5,4 metri è stato trovato un leopardo adulto con una lunghezza testa-tronco di 1,25 metri.<ref name="Nat.Hist.Soc.1912" />
 
Non sono ancora state pubblicate indagini sistematiche sulla composizione dettagliata dello spettro alimentare. In uno studio di Bhatt e Choudhury (1993) nel Parco Nazionale di Keoladeo, gli uccelli costituivano apparentemente la principale fonte alimentare.<ref name="Nat.Hist.Soc.1993" /> È probabile che la dieta vari a seconda del repertorio di prede disponibile nell’habitat e che sia soggetta a fluttuazioni annuali dovute a [[migrazioni]] di roditori o uccelli.
 
Come predatore da imboscata, attende la preda preferibilmente nascosto tra la vegetazione, sugli alberi o in acqua. Una volta individuata la vittima, si avvicina lentamente muovendo tipicamente la coda. L’attacco avviene in modo fulmineo: la preda viene afferrata, stretta tra le spire e soffocata con la tipica tecnica dei costrittori.<ref name="Nat.Hist.Soc.1912" /> Se necessario, il pitone può mantenere questa stretta anche per più di un’ora.<ref name="Nat.Hist.Soc.1984">O. P. Dubey: ''A Coucal – Python Incident''. Journal of the Bombay Natural History Society Band 81, 1985, S. 711.</ref> A seconda della dimensione della preda, l’ingestione può richiedere diverse ore.<ref name="Pope">C. H. Pope: ''The giant snakes : the natural history of the boa constrictor, the anaconda, and the largest pythons, including comparative facts about other snakes and basic information on reptiles in general''. Routledge and Kegan, London 1962, S. 93, 140–147.</ref> Prede di piccole dimensioni sono spesso digerite entro una settimana.
 
Il tratto digerente si adatta dinamicamente alle esigenze digestive: la mucosa dell’intestino tenue, ad esempio, cresce fino al triplo del volume due giorni dopo l’alimentazione, per poi tornare alle dimensioni normali dopo circa una settimana.<ref name="Starck">J.M. Starck, K. Beese: ''Structural flexibility of the intestine of Burmese python in response to feeding''. In: ''Journal of Experimental Biology'', Band 204, Heft 2, 2001, S. 325–335.</ref> L’intero processo digestivo può consumare fino al 35% dell’energia ottenuta con la preda.<ref name="Overgaard">J. Overgaard: ''The Effects of Fasting Duration on the Metabolic Response to Feeding in Python molurus: An Evaluation of the Energetic Costs Associated with Gastrointestinal Growth and Upregulation''. In: ''Physiological and Biochemical Zoology'', Band 75, Heft 4, 2002, S. 360–368.</ref>
 
===Riproduzione===
 
[[File:Juvenile Indian Rock Python ( P molurus) in a pensive moment.JPG|miniatura|Giovane esemplare di pitone moluro]]
Anche sulla riproduzione in natura si conosce ben poco. Nell’India settentrionale, durante i mesi freddi (da dicembre a febbraio), le coppie si ritrovano in un comune quartiere di svernamento. Nonostante le basse temperature e il metabolismo rallentato, l'accoppiamento riesce comunque ad avvenire in questo periodo.<ref name="Nat.Hist.Soc.1912" /><ref name="Daniel" /> Lungo la valle del [[Gange]], il corteggiamento e la copulazione sono stati osservati anch’essi durante lo svernamento, tra la fine di dicembre e la metà di febbraio.<ref name="Sharma">R. C. Sharma: ''Fauna of India and the adjacent countries – Reptilia, Volume III (Serpentes)''. Kolkata 2007, S. 91–93. ISBN 978-81-8171-155-7.</ref> Nel [[Parco nazionale di Keoladeo]], situato nel nord-ovest dell’India, il periodo riproduttivo del pitone moluro cade nella seconda metà della stagione fredda, da metà febbraio a marzo. In questo periodo l’assunzione di cibo si interrompe quasi completamente.<ref name="Nat.Hist.Soc.1989" />
 
La disponibilità all’accoppiamento da parte della femmina viene segnalata al maschio tramite un [[feromone]] sessuale marrone e liquido, emesso dalla [[cloaca]]. Dopo una fase di inseguimento e avvicinamento, il maschio striscia sopra la sua compagna, le preme la testa contro il corpo e inizia a graffiarla con gli speroni cloacali. La femmina, stimolata, solleva quindi la coda.<ref name="ZooWashington">T. Walsh, J. B. Murphy: ''Observations on the husbandry, breeding and behaviour of the Indian python.'' In: ''International Zoo Yearbook'', Band 38, 2003, S. 145–152.</ref> A questo punto, il maschio può introdurre uno dei suoi due [[emipene|emipeni]] (organi copulatori biforcuti e appiattiti) nella cloaca della femmina.<ref name="Walls" /> In cattività, la copulazione può durare da dieci minuti fino a sette ore e viene ripetuta più volte nei giorni successivi, talvolta anche per diversi mesi.<ref name="ZooIndien">R. Vyas: ''{{Cita web|url=http://www.zoosprint.org/ZooPrintJournal/2002/April/752-756.pdf |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131215004939/http://www.zoosprint.org/ZooPrintJournal/2002/April/752-756.pdf |titolo=Breeding data on captive Indian Rock Python (Python molurus molurus). }}'' In: ''Zoos’ Print Journal'', Band 17, Heft 4, 2002, S. 752–756 (online, pdf).</ref>
 
Non si conoscono ancora interazioni tra maschi in natura durante la stagione riproduttiva. In cattività, invece, i maschi di pitone delle rocce possono diventare territoriali in questo periodo e affrontarsi in combattimenti ritualizzati. Quando due rivali si incontrano, inizialmente si tastano con la lingua, poi iniziano a strisciare l’uno accanto all’altro, si sollevano con il terzo anteriore del corpo, si arrampicano reciprocamente cercando di spingere l’altro al suolo. Se nessuno dei due si sottomette, si arriva a intensi graffi con gli speroni cloacali e infine a veri e propri morsi violenti.<ref name="Kommentkampf">D. G. Barker, J. B. Murphy, K. W. Smith: ''Social behavior in a captive group of Indian pythons, Python molurus (Serpentes, Boidae) with formation of a linear social hierarchy''. In: ''Copeia'', Band 3, 1979, S. 466–471.</ref>
 
Nell’India centrale, la gestazione dura da 2 a 4 mesi. A metà della stagione calda, intorno al mese di maggio, la femmina cerca un luogo adatto per la deposizione delle uova. Tale luogo consiste in un rifugio indisturbato, come un cumulo di rami e foglie, un albero cavo, un termitaio o una tana disabitata.<ref name="Nat.Hist.Soc.1912" /> A seconda delle dimensioni e delle condizioni della femmina, vengono deposte in media da 8 a 30 uova.<ref name="Walls" /> Dal nord dell’India è noto un record di 107 uova in un’unica covata.<ref name="Nat.Hist.Soc.1912" /> Le uova, bianche e a guscio molle, misurano 74-125 × 50-66 millimetri e pesano tra 140 e 270 grammi.<ref name="SchleichKästle" /> Le uova, che restano incollate tra loro, vengono circondate e protette dalla femmina. Con l’arrangiamento a spirale del corpo, vengono regolati l’umidità e il calore.<ref name="Whitaker" /> Inoltre, la femmina di pitone delle rocce è in grado di produrre contrazioni muscolari tremolanti (shivering thermogenesis), con le quali può aumentare la temperatura fino a 7,3 °C.<ref name="Vinegar">A. Vinegar: ''Evolutionary implications of temperature induced anomalies of development in snake embryos''. In: ''Herpetologica'', Band 30, Heft 1, 1974, S. 72–74.</ref> Questo le permette di covare anche in regioni più fredde, mantenendo la temperatura ottimale di incubazione intorno ai 30,5 °C.<ref name="Thermoregulation">V. H. Hutchison, H. G. Dowling, A. Vinegar: ''Thermoregulation in a brooding female Indian python, Python molurus bivittatus.'' In: ''[[Science]]'', New Series Band 151, Heft 3711, 1966, S. 694–696 (PDF).</ref> Di norma, durante il periodo di [[cova delle uova|incubazione]], la femmina non si nutre né lascia il nido.<ref name="SchleichKästle" />
 
Nel Parco Nazionale di Keoladeo, si trovano gusci d’uovo freschi e piccoli appena nati tra la fine di luglio e l’inizio di agosto. Ne consegue un tempo di incubazione di circa 2 mesi.<ref name="Nat.Hist.Soc.1989" /> I piccoli appena nati, da questo momento in poi completamente indipendenti, hanno una lunghezza totale compresa tra 40 e 60 centimetri e pesano tra 80 e 150 grammi nella maggior parte del loro areale di distribuzione.<ref name="Bellosa" /> I pitoni delle rocce raggiungono la [[maturità sessuale]] intorno ai tre anni.<ref name="Walls" />
 
===Età e aspettativa di vita===
 
Non sono disponibili dati sull’età media e sull’età massima degli individui in natura. Tuttavia, si presume che i pitoni delle rocce possano vivere in condizioni favorevoli per oltre 30 anni.<ref name="Sharma" /> In cattività, raggiungono un’età media di 25 anni.
 
===Nemici naturali===
 
A parte l’uomo, il pitone moluro ha molti nemici, specialmente durante la sua giovinezza. Tra questi si annoverano, ad esempio, [[Cobra reale|cobra reali]], [[Herpestes edwardsii|manguste indiane]], grandi [[Pantherinae|felini]] come tigri<ref name="Nat.Hist.Soc.1912" /> e leopardi<ref name="O’SheaNepal" />, [[Ursidae|orsi]], vari tipi di [[Strigiformes|gufi]] e alcuni [[Accipitriformes|rapaci]] come il [[nibbio bruno]].<ref name="SchleichKästle" /> Tra i predatori di nidi figura anche il [[Varanus Bengalensis|varano del Bengala]].<ref name="Auffenberg" />
 
==Il pitone e l’uomo==
 
Lo sfruttamento commerciale del pitone moluro da parte dell’industria della pelle ha provocato, in numerosi paesi del suo areale di distribuzione, un significativo declino delle popolazioni. In India e Bangladesh, attorno al 1900, il pitone delle rocce era ancora comune e largamente diffuso. In seguito si verificò una caccia eccessiva protrattasi per oltre mezzo secolo, durante la quale venivano esportate ogni anno dall’India fino a 15.000 pelli verso il [[Giappone]], l’[[Europa]] e gli [[Stati Uniti]]. Questo comportò un forte calo delle popolazioni, fino all’estinzione completa in molte località. Nel 1977 l’India vietò per legge l’esportazione<ref name="Groombridge" />, tuttavia il commercio illegale continua ancora oggi. Attualmente, il pitone delle rocce in India è ormai raro al di fuori delle aree protette<ref name="Sharma" />, e in Bangladesh è limitato a poche zone nel sud-est del paese.<ref name="Groombridge" />
 
Alcune tribù dell’India e dello Sri Lanka cacciano il pitone per la sua carne. In India e nello Sri Lanka, il grasso del pitone viene applicato esternamente per alleviare [[contusioni]], [[distorsione (medicina)|distorsioni]], [[frattura (medicina)|fratture]], [[reumatismo|reumatismi]], e internamente come rimedio contro la [[lebbra]].
 
Il disboscamento, gli incendi e l’erosione del suolo rappresentano un problema crescente negli habitat del pitone delle rocce.<ref name="O’SheaNepal" /> Anche la crescente urbanizzazione e l’espansione agricola, causate dall’aumento continuo della popolazione, restringono sempre di più il suo habitat naturale.<ref name="Todd" /> Tutto ciò porta alla riduzione, all’isolamento e, infine, all’estinzione di singole popolazioni.<ref name="O’SheaNepal" /> La perdita di habitat è la causa principale del declino del pitone delle rocce in Pakistan, Nepal e Sri Lanka, dove non si è mai sviluppato un commercio significativo. Per questo motivo, in Pakistan la specie è stata dichiarata minacciata già nel 1990. In Nepal, il pitone è considerato a rischio e si trova ancora frequentemente solo nel [[Parco nazionale di Chitwan]].<ref name="Groombridge" /> Nello Sri Lanka, il suo habitat si sta riducendo sempre più alle zone di giungla incontaminata.<ref name="Groombridge" /><ref name="Todd">S. Todd: ''The Sri Lankan Python (Python molurus molurus): Spotlight on a Crisis''. In: ''The Herptile'', Band 9, Heft 3, 1984, S. 77–85.</ref>
 
Il pitone moluro è classificato come specie direttamente minacciata nell’Appendice I della Convenzione di Washington sulla protezione delle specie ([[CITES]])<ref name="CITES">CITES – Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora: Appendices I, II and II, valid from 1 July 2008; [https://www.cites.org/eng/app/appendices.php online].</ref>, e il suo commercio è vietato. La [[IUCN]] lo considera una specie “prossima alla minaccia”.<ref name="IUCN">{{IUCN |Year=2012 |ID=193451 |ScientificName=Python molurus |YearAssessed=2012 |Assessor=Stuart, B., Nguyen, T.Q., Thy, N., Grismer, L., Chan-Ard, T., Iskandar, D., Golynsky, E. & Lau, M.W.N. |Download=15. Februar 2020 }}</ref>
 
===Comportamento nei confronti dell’essere umano===
 
I pitoni delle rocce che vivono in natura sono generalmente poco aggressivi. Se disturbati, emettono un sibilo di avvertimento oppure si allontanano strisciando e cercano di nascondersi. Solo in caso di disturbo intenso si difendono con morsi di difesa potenti e dolorosi.<ref name="Minton" /><ref name="Walls" /> Solo pochi esemplari sono facilmente irritabili e reagiscono in modo difensivo sin da subito; ciò vale in particolare per alcuni individui provenienti dallo Sri Lanka.<ref name="Walls" />
 
Ai pitoni delle rocce che vivono allo stato selvatico è stato più volte attribuito l’uccisione di esseri umani. In particolare, si sostiene che bambini piccoli o neonati lasciati incustoditi siano stati vittime nel loro areale di distribuzione. Tuttavia, non esistono prove attendibili a riguardo.<ref name="Nat.Hist.Soc.1912" /><ref name="Walls" />
 
==Cultura==
[[File:Snake Charmers, Anuradhapura.jpg|miniatura|Incantatore di serpenti ad [[Anuradhapura]] (Sri Lanka) con un pitone moluro e due [[cobra]]]]
[[File:Charles Maurice Detmold00.jpg|thumb|right|Kaa illustrato da Charles Maurice Detmold nell'edizione del 1908 de "[[Il libro della giungla]]"]]
 
Già nelle antiche culture indiane, le [[sacerdote]]sse sfruttavano l’indole tranquilla del pitone moluro per la danza con i serpenti. Questi animali venivano catturati da giovani e allevati nei [[tempio|templi]] in ceste robuste.<ref name="Engelmann">W.-E. Engelmann, F. J. Obst: ''Mit gespaltener Zunge – Biologie und Kulturgeschichte der Schlange''. Verlag Herder 1981, ISBN 3-451-19393-0, S. 123, 169.</ref> Il contatto costante con l’uomo faceva sì che perdessero quasi completamente ogni forma di aggressività.
 
Anche i numerosi [[Stati principeschi dell'India britannica|ex principati dell’India]], sorti successivamente, tenevano pitoni delle rocce a corte come protettori della famiglia reale. Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, anche [[incantatore di serpenti|incantatori di serpenti]] e [[fachiro|fachiri]] indiani si adornavano spesso con questi rettili.<ref name="O’Shea" />
 
Nell’India odierna, l’incantamento, la detenzione o l’uccisione di questo pitone, oggi minacciato di estinzione, sono vietati. Le sanzioni prevedono multe e fino a 6 anni di reclusione.<ref name="Whitaker04" />
 
=== In Europa ===
I pitoni delle rocce sono da tempo animali popolari in Europa. Fin dal 1245, quando nella [[Torre di Londra]] fu istituita una collezione reale di animali selvatici e pericolosi, furono esposti esemplari provenienti da India e Sri Lanka. Già nel 1829 si tentò con successo quasi completo una riproduzione in cattività.
 
Nel 1842, al [[Jardin des Plantes]] di [[Parigi]], fu possibile osservare per la prima volta il tremore muscolare e il conseguente aumento della temperatura in un esemplare femmina di pitone birmano in cova.<ref name="TowerLondon">{{Cita libro|autore=J. B. Murphy |titolo=Wild and ferocious reptiles in the Tower of London |opera=Herpetological Review | numero=1 |data=2006 |pp=10–13 |lingua=en | url=https://repository.si.edu/server/api/core/bitstreams/20b4a98e-6ba5-421f-9880-965773afcc47/content | formato=PDF}}</ref>
 
Alla fine del XIX secolo, questi imponenti animali esotici erano presenze immancabili nelle [[Serraglio (recinto)|ménageries]] di numerosi castelli e parchi. Per molto tempo, inoltre, furono attrazioni principali nelle esibizioni con serpenti nei [[circo|circhi]] e nei [[varietà (spettacolo)|varietà]].<ref name="Bellosa" />
 
=== Oggi ===
Attualmente, il pitone delle rocce gode di grande popolarità tra i privati sia in Europa che negli Stati Uniti. Sono noti anche incroci in cattività tra il pitone moluro e quello birmano<ref name="Bellosa" />, tra il pitone delle rocce e il pitone reticolato<ref name="Bellosa" />, il pitone reale e i pitoni delle rocce africani<ref name="Bellosa" /> .
 
=== Nella cultura di massa ===
Nel racconto d'avventura ''[[Il libro della giungla]]'' di [[Rudyard Kipling]] ritroviamo [[Kaa (personaggio)|Kaa]], un pitone delle rocce indiano, una figura fortemente positiva: conosce la "legge della giungla" ed è un leale amico del cucciolo d'uomo [[Mowgli]].
 
==Conservazione==
[[File:Pitón de la India (Python molurus), Zoo de Ciudad Ho Chi Minh, Vietnam, 2013-08-14, DD 08.JPG|thumb|right|Un esemplare con mutazione di colore allo [[Zoo di Ho Chi Minh]] (Vietnam)]]
 
Il pitone moluro è incluso nell’Allegato A del Regolamento Europeo sulla Protezione delle Specie e non può essere detenuto senza apposita autorizzazione. Poiché i pitoni delle rocce, in quanto grandi serpenti costrittori, sono potenzialmente pericolosi, molti paesi hanno stabilito norme legali per garantirne la detenzione adeguata e in sicurezza.<ref name="Mario">''https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?from=SK&uri=CELEX%3A01997R0338-19971127''.</ref>
 
In [[Italia]], la detenzione di questa specie è consentita solo a condizione che l’animale sia accompagnato da regolare certificato [[CITES]] che ne attesti la legittima provenienza. E' necessario, inoltre, l’obbligo di denuncia del possesso all’autorità competente entro dieci giorni dall’acquisizione, secondo quanto stabilito dall’art. 6 della legge 150/1992<ref>https://www.mase.gov.it/portale/documents/d/guest/legge_07_02_1992_150-pdf</ref>. Il commercio e la cessione di esemplari viventi è vietato, salvo casi specifici autorizzati, come quelli a fini scientifici o conservazionistici.<ref name="Mario" />
 
In [[Svizzera]], secondo l’Ordinanza sulla protezione degli animali del 2008, esistono requisiti minimi per la detenzione dei pitoni delle rocce. L’Ufficio veterinario cantonale rilascia i permessi di detenzione e svolge controlli periodici presso i proprietari.<ref name="CH-Tierschutz">Schweizer Tierschutzverordnung vom 23. April 2008; [http://www.admin.ch/ch/d/sr/4/455.1.de.pdf online, pdf].</ref>
 
In [[Germania]], in otto [[Stati federati della Germania|Länder]] è in vigore una normativa di sicurezza pubblica per serpenti costrittori di grandi dimensioni. La detenzione di pitoni delle rocce è soggetta ad autorizzazione.<ref name="Bellosa" />
 
In [[Austria]], secondo la Legge sulla protezione degli animali del 2004<ref name="A-Tierschutz">Österreich: ''Tierschutzgesetz BGBl I Nr. 118/2004 idgF'' (§&nbsp;25) [http://www.ris.bka.gv.at/GeltendeFassung.wxe?Abfrage=Bundesnormen&Gesetzesnummer=20003541 online].</ref> e la Seconda Ordinanza sulla detenzione di animali del 2004<ref name="A-Tierhaltung">Österreich: ''Tierhaltungsverordnung BGBl. II Nr. 486/2004 idgF'': Mindestanforderungen an die Haltung von Reptilien (siehe 2.2.54); [http://www.ris.bka.gv.at/Dokumente/Bundesnormen/NOR40061200/NOR40061200.pdf online, pdf].</ref>, la detenzione di pitoni delle rocce è soggetta a obbligo di notifica e a requisiti minimi. Inoltre, esistono regolamenti specifici per ciascun [[Stati federati dell'Austria|Land]] relativi alla sicurezza pubblica.<ref name="A-Bundesländer">Österreich: bundeslandspezifische Bestimmungen der Tigerpythonhaltung:
* Vorarlberg: ''Gesetz über Maßnahmen gegen Lärmstörungen und über das Halten von Tieren LGBl.Nr. 1/1987, 57/1994'' (§&nbsp;2 Abs. 2 und 3), Bewilligungspflicht;
* Niederösterreich: ''§&nbsp;7a NÖ Tierschutzgesetz LGBl.4610-3'', stichprobenartige Überprüfung, ''Verordnung über Wildtierarten, deren Haltung beschränkt ist – Landesgesetzblatt 4610/3-0'' (§&nbsp;1), bei den Boiden spp. nur ''Python reticulatus, Python sebae'' und ''Eunectes murinus'' für Private verboten;
* Kärnten: ''Verordnung, mit der jene Tiere bestimmt werden, die wegen der von ihnen ausgehenden Gefahr für die körperliche Sicherheit von Menschen als gefährlich einzustufen sind LGBl Nr 21/1991'', Verbot über 3 Meter lang werdender Riesenschlangen für Private;
* Oberösterreich: ''§&nbsp;6 des O.Ö. Polizeistrafgesetzes – Halten gefährlicher Tiere'' [http://www.ris.bka.gv.at/Dokumente/LrOO/LOO12001931/LOO12001931.pdf online, pdf], Haltung erlaubt, Bezirksverwaltungsbehörde kontrolliert jährlich;
* Salzburg: Haltung erlaubt, Kontrollen stichprobenartig, Meldeformular, ''Landessicherheitsgesetz §&nbsp;2d'' [http://www.ris.bka.gv.at/Dokumente/LrSbg/LSB40010122/LSB40010122.pdf online, pdf], Gemeinden sind zur Erlassung eines örtlichen Tierhalteverbotes ermächtigt;
* Wien: ''1. Wiener Tierschutz- und Tierhalteverordnung LGBl. 22/1997'' (§&nbsp;3), alle Reptilienhaltungen werden überprüft.</ref> In alcuni Länder, la detenzione privata del pitone birmano o di entrambe le sottospecie è vietata. In altri, è soggetta a obbligo di autorizzazione e a controlli a campione o periodici.
 
== Note ==
<references>
<ref name="Bellosa">H. Bellosa: ''Python Molurus – der Tigerpython''. Terrarien-Bibliothek Natur und Tier-Verlag 2007, S. 4–40, 81–91, 106–107. ISBN 978-3-937285-49-8.</ref>
<ref name="Groombridge">B. Groombridge, L. Luxmoore: "Pythons in South-East Asia – A review of distribution, status and trade in three selected species". Secretariat of CITES, Lausanne, Switzerland 1991. ISBN 2-88323-003-X.</ref>
<ref name="Jacobs">H. J. Jacobs, M. Auliya, W. Böhme: ''Zur Taxonomie des Dunklen Tigerpythons, Python molurus bivittatus KUHL, 1820, speziell der Population von Sulawesi – On the Taxonomy of the Burmese Python, Python molurus bivittatus KUHL, 1820, specifically on the Sulawesi population. '' In: ''SAURIA'', Band 31, Heft 3, Berlin 2009, S. 5–16.</ref>
<ref name="O’SheaNepal">M. O’Shea: ''Herpetological results of two short field excursions to the Royal Bardia region of western Nepal, including range extensions for Assamese/Indo-Chinese snake taxa''. In: A. de Silva (Hrsg.): ''Biology and conservation of the amphibians, reptiles, and their habitats in South Asia. Proceedings of the International Conference on Biology and Conservation of Amphibians and Reptiles in South Asia, Sri Lanka'', Oktober 1996. Amphibia and Reptile Research Organization of Sri Lanka (ARROS), 1998, S. 306–317, ISBN 955-8213-00-4.</ref>
<ref name="Whitaker04">R. Whitaker, A. Captain: ''Snakes of India, the field guide''. Chennai, India: Draco Books 2004, S. 3, 12, 78–81, ISBN 81-901873-0-9.</ref>
</references>
 
== Bibliografia ==
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== Collegamenti esterni ==
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