Calcio (Italia): differenze tra le versioni
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|Divisione amm grado 1 = Lombardia
|Divisione amm grado 2 = Bergamo
|Amministratore locale =
|Partito = [[
|Data elezione =
|Data rielezione = 27-5-2019
|Data istituzione =
|Altitudine =
|Sottodivisioni = ''nessuna''<ref>
[https://www.comuniecitta.it/risorse/statuti/calcio.pdf Comune di Calcio - Statuto]</ref>
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|Gradi giorno = 2383
|Nome abitanti = calcensi
|Patrono =
|Festivo = 4
|PIL =
|PIL procapite =
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}}
'''Calcio''' {{IPA|[ˈkalʧo]}} (''Cals'' {{IPA|[ˈkals]}} in [[dialetto bergamasco]]<ref>{{Cita libro| AA. | VV. | Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani. | 1996 | Garzanti | Milano | isbn=88-11-30500-4 | p=116 | url=https://archive.org/details/dizionarioditopo00unse/page/116 }}</ref><ref>Il toponimo dialettale è citato nel libro-dizionario di {{cita libro|curatore=Jasser Ben Salah, Cosmin Ciocanescu|titolo=Dizionario italiano-bergamasco |url=https://archive.org/details/dizionarioitalia0000unse|anno=2001 |editore=Grafital |città=Torre Boldone |isbn=88-87353-12-3 }}</ref>) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{
== Storia ==
Le origini della moderna Calcio sono molto antiche: possono essere fatte risalire al [[III secolo a.C.]], epoca in cui si verificò la [[Impero
Anche il significato etimologico del nome risalirebbe a quel periodo: ''calx'' infatti indicherebbe proprio il materiale presente in natura con il nome di calcio (i cui composti assumono il nome di [[calce]]), molto comune in quel tempo specialmente sulle rive del fiume Oglio, dove si verificarono i primi insediamenti umani stabili.
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Ed è a questo periodo che risalgono i primi documenti scritti che attestano l'esistenza del borgo: nel [[1035]] infatti si cita ''in loco Calzo'', per indicare alcuni possedimenti del vescovo di Cremona, al quale era stato donato in feudo il borgo dall'imperatore, unitamente alle zone circostanti.
Altri documenti a questo successivi ci permettono di venire a conoscenza del fatto che lo stesso vescovo concesse il paese di Calcio in feudo alla [[Sommi Picenardi|famiglia dei Sommi]], ribadendo comunque l'appartenenza del paese alla diocesi cremonese. Successivi cambi portarono il borgo a gravitare nel distretto di [[Soncino]] dopo che i soncinesi nel [[1306]] conquistarono, dopo aver vinto una strenua resistenza, il castello di Calcio. Per poi ritornare nell'area cremonese nel 1442. Nuove cessioni riguardarono questo territorio: prima al conte Gabriolo [[Aliprandi]] (1364), Quindi nel 1366 alla famiglia milanese dei [[Visconti]], nella figura di [[Regina della Scala]], consorte di [[Bernabò Visconti]], ed infine all'antichissima famiglia di origine gotica dei [[Secco (famiglia)|Secco]], proveniente da [[Caravaggio (Italia)|Caravaggio]], nel 1380.
Fu con questi ultimi che il paese visse un periodo di rinascita, dopo un lungo periodo di abbandono e di povertà che aveva reso il territorio una zona paludosa e per nulla sicura. La famiglia, tra le più in vista dell'intera Lombardia, garantì ai propri sudditi una serie di esenzioni, sgravi e diritti che fecero rinascere socialmente ed economicamente il borgo, che assunse un ruolo di rilievo tra i paesi del circondario.
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Il successivo arrivo degli austriaci, che instaurarono il [[Regno Lombardo-Veneto]], non ripristinò le vecchie agevolazioni ma garantì un nuovo sviluppo che portò nuovamente il paese di Calcio ad occupare un ruolo predominante in ambito economico nella pianura bergamasca. Nel [[XX secolo]] il paese subì la crisi del settore agricolo che, non compensata dall'evoluzione industriale, lo ha nuovamente relegato a ruolo marginale nell'economia della bassa bergamasca. Pochi sanno che due delle più importanti battaglie del Medioevo ebbero il loro inizio nel territorio di Calcio.
===
{{vedi anche|Battaglia di Rudiano}}
Nonostante la contea dei Ghisalberti, comprendente le attuali province di Bergamo e Cremona, fosse stata suddivisa nel [[X secolo]] fra i vescovadi di Bergamo e Cremona, le due città, divenute liberi comuni, mantennero la loro amicizia e, sul finire del [[XII secolo]], si trovarono in guerra contro Milano e Brescia. I loro comandanti, per impedire che gli eserciti avversari si riunissero, decisero di prendere l'iniziativa per primi per battere Brescia ed affrontare poi Milano. Però i bresciani stavano arroccati a guardia dei ponti di Rudiano e di [[Palazzolo sull'Oglio|Palazzolo]].
Per sorprenderli, i bergamaschi finsero di stare per attaccare
Stavano per conseguire la vittoria quando udirono suoni di trombe e tamburi alle loro spalle. Ignorando che si trattava solo della piccola guarnigione di Rudiano, bergamaschi e cremonesi, convinti che fosse l'intero esercito di Milano, si gettarono verso il ponte che per il peso eccessivo crollò, forse anche a causa del fatto che un drappello di bresciani, al comando di [[Obizio da Niardo]] riuscì a danneggiarne i pali di sostegno. Infatti Obizio rimase intrappolato sotto le travi. Raccontò poi di aver visto l'inferno, sicuramente riferendosi al massacro, anche se i suoi contemporanei credettero avesse visto l'inferno di fuoco. Comunque, scosso dall'accaduto Obizio si diede alla vita religiosa divenendo santo. Diecimila furono i soldati che annegarono o che, massacrati sulla sponda, arrossarono le acque del fiume. Furono infatti le acque arrossate che "portarono" nel cremonese la notizia della disfatta.
=== La
{{vedi anche|Battaglia di Cortenuova}}
La guerra si era conclusa l'11 agosto [[1192]] con la pace di San Pietro in Valico, ma i Milanesi, desiderosi di costituire un corridoio che li collegasse a Brescia, non rispettarono il trattato effettuando incursioni nel territorio nel 1200, 1208, 1217, e nel 1228. Di conseguenza quando [[Federico II di Svevia]], re di Germania, d'Italia, di Sicilia e di Gerusalemme, nonché [[imperatore del Sacro Romano Impero]], nel 1236 decise di ridurre all'obbedienza le città della [[Lega Lombarda]], Cremona si schierò subito al suo fianco. Nel 1237 l'imperatore mosse contro Brescia, ma in soccorso di questa città si radunò un esercito di {{formatnum:6000}} fanti e {{formatnum:2000}} cavalieri milanesi e forti contingenti di Piacenza, Lodi, Crema, ed Alessandria.
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== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Architetture civili ===
[[Castello Silvestri|Castello medievale, detto dei Silvestri]], nel quartiere Piazza. Edificato attorno all'anno [[1000]] in luogo di un'antica villa d'origine romana e ristrutturato nel [[1862]], è stato a lungo il centro della vita sociale e politica del paese. Fu teatro anche di fatti d'arme minori, a partire dall'assedio dei soncinesi nel 1311, fino al breve arroccamento nelle sue mura dei tedeschi in ritirata nel 1945.
[[Castello Oldofredi Tadini]], sito in via Umberto I, fu la casa di [[Ercole Oldofredi Tadini]], uno dei protagonisti del [[Risorgimento]]. Nato a Brescia nel 1810 e morto nel 1877 a Calcio dove riposa. [[Ercole Oldofredi Tadini]] fu tra gli organizzatori delle [[Cinque Giornate di Milano]] del 1848. Gli austriaci, non appena si riappropriarono del territorio lombardo, lo mandarono in esilio. Andò in Piemonte, nel Cuneese. Amico di [[Camillo Benso Conte di Cavour]], seguì da vicino lo sviluppo della rete ferroviaria piemontese e si impegnò nella propaganda pro unità d'Italia quale direttore di testate giornalistiche e autore, curava la diffusione di articoli filo–sabaudi. Negoziò con [[Napoleone III]] la cessione di [[Nizza]] e della [[Savoia (regione storica)|Savoia]] alla [[Francia]]. Fu nominato senatore del neo-costituito [[Regno d'Italia]] il 20 novembre 1861 su relazione di [[Giovanni Martinengo di Villagana]]. La sua nomina venne convalidata il 9 dicembre 1861 ed egli poté prestare giuramento l'8 gennaio 1862.
=== Architetture religiose ===
==== [[Chiesa di San Vittore (Calcio)|Chiesa di San Vittore]] ====
{{D|Chiesa di San Vittore (Calcio)}}
[[File:GiorcesCalcio1.JPG|thumb|left|La chiesa parrocchiale]]
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Il marchese Marco Secco d'Aragona, molto tempo prima, aveva messo a disposizione il campo denominato ''Brama'' (nome che ancora adesso si usa per chiamare la piazza antistante la chiesa) a livello perpetuo per un canone simbolico, per cui, a questo punto, l'arciprete Gaspare Ludovico Orsi commissionò il progetto all'ingegnere Giuseppe Foscagni e nel 1762 iniziarono i lavori.<ref>{{cita|Muoni 1875|p. 25 }}.</ref>
Però, dopo dieci anni, la popolazione di Calcio dovette arrendersi
Un
Nel 1860, l'ormai anziano arciprete rinunciò alla parrocchia e il suo posto venne preso da don Giuseppe Mainestri il quale deliberò la ripresa dei lavori, e dopo aver accumulato per due anni i materiali necessari, chiamò l'architetto [[Carlo Maciachini]] per commissionargli il completamento dei medesimi. Dopo un suo scoraggiamento iniziale
Il 29 ottobre 1880 la nuova chiesa fu consacrata dal vescovo di Cremona Geremia Bonomelli. L'arciprete, essendo morto nel 1875 Giuseppe Mainestri,
La costruzione è imponente; all'interno la lunghezza massima è di 69 metri, e la larghezza massima di 33. All'esterno il tempio misura 76 metri per 36. La facciata, sormontata da cinque statue di santi, è alta 33 metri al vertice del timpano, mentre la cupola, ricoperta con ardesie di Savoia, arriva ad un'altezza di 64 metri alla sommità della croce.<ref name="Muoni27">{{cita|Muoni 1875|p. 27}}.</ref> L'interno, originariamente quasi interamente spoglio (solo sui pennacchi della cupola erano già stati eseguiti affreschi da [[Giacomo Trecourt]]), venne decorato trasferendo opere dall'[[Chiesa di San Rocco (Calcio)|oratorio di San Rocco]] e dalla pieve vecchia diverse tele di [[Enea Salmeggia]], del Chiaveghino ed altri (fra queste una copia di autore ignoto della ''[[Madonna col Bambino in gloria e i santi Rocco, Francesco e Sebastiano]]'' del Salmeggia). Gli affreschi risalgono principalmente al Novecento da artisti come [[Giacomo Campi]] (che qui operò nel 1906 sulla parete d'ingresso e sul coro), Umberto Marigliani (che lavorò alla volta e al catino absidale nel 1934), e Mario Albertella (che lavorò nella cappella del crocefisso nel 1934). Il vecchio altare fu sostituito nel 1940 con un altare imponente abbellito con delle sculture marmoree di Pietro Ferraroni.
All'interno, in dodici nicchie, si trovano le statue dei dodici apostoli eseguite dal conte Gerolamo Oldifredi Tadini, a cui s'aggiungono le statue lignee di ''Cristo morto'' (1731), ''San Gottardo'' (1627), ''San Carlo'' (1674), ''San Biagio'' (1738) e ''San Vittore'' (XVIII secolo). Vicino all'ingresso troviamo la statua di un angelo adorante, mentre negli altari laterali vi sono una statua della ''Madonna Immacolata'' e della ''Madonna del Rosario'', entrambe di fattura recente.
=== Arte murale ===
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== Voci correlate ==
* [[Calciana]]
* [[Fiume Oglio]]▼
* [[Fosso bergamasco]]
* [[Naviglio
* [[
* [[Stazione di Cividate al Piano-Calcio]]
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{{Parco dell'Oglio Nord}}
{{Comuni della Bassa Bergamasca}}
{{Castelli della Bassa Bergamasca}}
{{Via Cassanese}}
{{Controllo di autorità}}
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