Alto Medioevo: differenze tra le versioni

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* {{color box|#ade9e7}} Norreni [[Danesi]]
;Europa orientale
* {{color box|#99dde0}} [[Balti (popolo europeo)|Tribù baltiche]]
*{{color box|#c8ede6}} [[Slavi|Popoli slavi]]
*{{color box|#edefa4}} [[Khazaria|Regno dei Khazari]]
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L{{'}}'''Alto Medioevo''' è, per convenzione, quella parte del [[Medioevo]] che va dalla [[caduta dell'Impero romano d'Occidente]], avvenuta nel [[476]], all'anno [[1000]]. A seconda dell'impostazione storiografica, il primo secolo di tale periodo si può talvolta sovrapporre al periodo precedente della [[tarda antichità]], mentre l'ultimo secolo a quello successivo del [[Basso Medioevo]] (o, pernella altristoriografia storicidei paesi di cultura anglosassone, a quello del [[Pieno Medioevo]]).
 
Tale periodo vide una continuazione delle tendenze evidenti fin dall'antichità classica, compreso uno spopolamento, avvenuto in particolare nei centri urbani, un declino negli scambi commerciali, un [[Periodo caldo medievale|lieve aumento delle temperature]] e l'affermarsi del fenomeno delle migrazioni. Nel [[XIX secolo]] l'Alto Medioevo era spesso etichettato come i "[[Secoli bui]]", unasulla caratterizzazionebase basatadi sullauna relativaerrata scarsitàvalutazione didella produzione letteraria e culturale di questo periodo ritenuta scarsa. L'[[Impero bizantino|Impero romano d'Oriente]], o Impero bizantino, continuò a sopravvivere nonostante nel [[VII secolo]] il [[Califfato dei Rashidun]] e il [[Califfato omayyade]] avessero conquistato ampie porzioni di territorio precedentemente romano.[[File:Altare del duca ratchis, 730-740, cividale museo cristiano 2.jpg|thumb|upright=1.3|Rilievo dell'[[altare del duca Rachis]], [[arte longobarda]], 730-740, [[Museo cristiano e tesoro del duomo di Cividale del Friuli]]]]
[[File:Vangeli di godescalco (evangelista luca), Ms. Lat 1203 f. 1r. 21x31 cm, parigi bibliotheque nationale, 783 circa.jpg|thumb|upright|[[Evangeliario di Godescalco]], ''San Luca'', 781 (BnF, Ms. Lat 1203 fronte 1r)]]
 
Successivamente, molte delle tendenze elencate andarono incontro a una inversione. Nell'[[800]] il titolo di "[[Imperatore]]" fu riproposto nell'[[Europa occidentale]] con [[Carlo Magno]], detto "Il Grande", il cui [[Impero carolingio]] influenzò di molto la struttura sociale e la storia europea. Le popolazioni europee intrapresero un ritorno all'agricoltura sistematica, con importanti innovazioni come la [[rotazione delle colture]] e l'[[aratro]] pesante. L'espansionismo dei barbari si stabilizzò in gran parte dell'[[Europa]], anche se quello [[vichinghi|vichingo]] si protrasse in larga misura nell'Europa settentrionale.
 
== La caduta dell'Impero romano d'Occidente ==
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[[File:Invasioni dell'Impero Romano.png|thumb|upright=1.4|Le [[invasioni barbariche]] del [[II secolo|II]]-[[V secolo]]]]
Nel 376, i Goti [[Tervingi]], scacciati dalle loro sedi dagli attacchi degli Unni, chiesero all'imperatore Valente il permesso di stabilirsi sulla riva sud del Danubio e vennero accettati all'interno dell'impero, che in questo modo si assicurava una considerevole fonte di reclutamento nonché un'ulteriore fonte di entrate per il fisco. Le fonti antiche accusano gli ufficiali romani di avere gestito male l'insediamento dei Tervingi e di aver lucrato alle loro spalle: i maltrattamenti subiti furono tali da spingere i Goti alla rivolta, dando avvio alla [[guerra gotica (376-382)|guerra gotica]] (inizi del 377). A peggiorare la situazione, anche i Goti [[Greutungi]] riuscirono ad attraversare il fiume e a unire le forze con i Tervingi; più tardi, alla fine del 377, alcuni contingenti di Unni e Alani attraversarono il Danubio e si unirono agli invasori. Il 9 agosto 378 i Goti sconfissero i Romani nella [[Battaglia di Adrianopoli (378)|battaglia di Adrianopoli]], nella quale perirono i due terzi dell'esercito campale dell'impero d'Oriente, insieme allo stesso imperatore [[Valente (imperatore)|Valente]]. La grave sconfitta subita costrinse Roma a venire a patti con i Goti e a rivedere l'ipotesi di conservare l'unicità della funzione imperiale.<ref name="car31">{{cita|Cardini e Montesano, 2019|p. 31}}.</ref>
 
A peggiorare la situazione, anche i Goti [[Greutungi]] riuscirono ad attraversare il fiume e a unire le forze con i Tervingi; più tardi, alla fine del 377, alcuni contingenti di Unni e Alani attraversarono il Danubio e si unirono agli invasori. Il 9 agosto 378 i Goti sconfissero i Romani nella [[Battaglia di Adrianopoli (378)|battaglia di Adrianopoli]], nella quale perirono i due terzi dell'esercito campale dell'impero d'Oriente, insieme allo stesso imperatore [[Valente (imperatore)|Valente]]. La grave sconfitta subita costrinse Roma a venire a patti con i Goti e a rivedere l'ipotesi di conservare l'unicità della funzione imperiale.<ref name="car31">{{cita|Cardini e Montesano, 2019|p. 31}}.</ref>
In base al compromesso raggiunto con lo stato romano (retto all'epoca da [[Graziano]] in Occidente e [[Teodosio I]] in Oriente), i Goti furono accettati all'interno dell'Impero in qualità di ''[[foederati]]'' ("alleati").<ref name="car31"/> Secondo la maggior parte degli storici moderni, i Goti Greutungi (identificati tradizionalmente con gli Ostrogoti) furono insediati in Pannonia in base al trattato del 380,<ref>{{cita|Heather|p. 602, nota 54}}.</ref><ref>{{cita|Ravegnani 2012|pp. 31-32}}.</ref> mentre il trattato del 3 ottobre 382<ref>{{cita|Ravegnani 2012|p. 32}}.</ref> concesse ai Goti Tervingi (Visigoti) lo stanziamento nella parte settentrionale della diocesi di Tracia.<ref>{{cita|Ostrogorskij, 2014|p. 46}}.</ref> Non è da escludere che parte dei barbari fu insediata in Macedonia.<ref>{{cita|Heather|p. 232}}.</ref> Poiché i Romani non erano usciti vincitori nel conflitto, ai propri nemici furono concesse condizioni favorevoli senza precedenti: in particolare, fu loro concesso di mantenere le proprie usanze e non furono dispersi per le province ma rimasero pericolosamente coesi; in cambio i ''foederati'' goti si impegnarono a fornire all'esercito romano truppe mercenarie in occasione di specifiche campagne militari (come quelle di Teodosio contro gli usurpatori [[Magno Massimo]] ed [[Flavio Eugenio|Eugenio]]).<ref>{{cita|Heather|pp. 230-232}}.</ref> La convivenza tra popoli si dimostrò comunque molto difficile, poiché i germani tendevano a occupare terre in mano a privati con la forza.<ref name="car31"/>
 
In base al compromesso raggiunto con lo stato romano (retto all'epoca da [[Graziano]] in Occidente e [[Teodosio I]] in Oriente), i Goti furono accettati all'interno dell'Impero in qualità di ''[[foederati]]'' ("alleati").<ref name="car31"/> Secondo la maggior parte degli storici moderni, i Goti Greutungi (identificati tradizionalmente con gli Ostrogoti) furono insediati in Pannonia in base al trattato del 380,<ref>{{cita|Heather|p. 602, nota 54}}.</ref><ref>{{cita|Ravegnani 2012|pp. 31-32}}.</ref> mentre il trattato del 3 ottobre 382<ref>{{cita|Ravegnani 2012|p. 32}}.</ref> concesse ai Goti Tervingi (Visigoti) lo stanziamento nella parte settentrionale della diocesi di Tracia.<ref>{{cita|Ostrogorskij, 2014|p. 46}}.</ref> Non è da escludere che parte dei barbari fu insediata in Macedonia.<ref>{{cita|Heather|p. 232}}.</ref> Poiché i Romani non erano usciti vincitori nel conflitto, ai propri nemici furono concesse condizioni favorevoli senza precedenti: in particolare, fu loro concesso di mantenere le proprie usanze e non furono dispersi per le province ma rimasero pericolosamente coesi; in cambio i ''foederati'' goti si impegnarono a fornire all'esercito romano truppe mercenarie in occasione di specifiche campagne militari (come quelle di Teodosio contro gli usurpatori [[Magno Massimo]] ed [[Flavio Eugenio|Eugenio]]).<ref>{{cita|Heather|pp. 230-232}}.</ref> La convivenza tra popoli si dimostrò comunque molto difficile, poiché i germani tendevano a occupare terre in mano a privati con la forza.<ref name="car31"/>
Dopo la scomparsa di Teodosio, che negli ultimi anni del suo regno aveva riunificato l'Impero, lo Stato romano fu diviso definitivamente in due parti, con una [[diarchia]] (395). La parte Orientale toccò al figlio maggiore, [[Arcadio]], mentre quella occidentale al secondogenito [[Onorio (imperatore)|Onorio]].<ref name="car32">{{cita|Cardini e Montesano, 2019|p. 32}}.</ref> Nello stesso anno i ''foederati'' Visigoti, congedati dall'esercito romano da Teodosio in seguito alla vittoria sull'usurpatore Eugenio e rispediti in Tracia, scontenti per le perdite subite nella [[battaglia del Frigido]] e temendo che i Romani ne avrebbero approfittato per annullare la loro autonomia, si rivoltarono eleggendo loro capo unico [[Alarico I|Alarico]]. Questi sfruttò le rivalità tra le due ''partes imperii'' (in particolare tra [[Stilicone]], generale e reggente di Onorio, e i ministri di Arcadio), una frammentazione questa che condannò inevitabilmente all'oblio la regione occidentale.<ref name="car32"/> In seguito all'[[Rivolta di Gainas|insurrezione antigermanica a Costantinopoli]], nel corso della quale furono trucidati {{formatnum:7000}} Goti nella capitale (12 luglio 400), i ministri di Arcadio annullarono il riconoscimento legale delle terre occupate dai Visigoti di Alarico, i quali, allora, si spostarono verso Occidente per ragioni non precisate dalle fonti.
 
Poiché i Romani non erano usciti vincitori nel conflitto, ai propri nemici furono concesse condizioni favorevoli senza precedenti: in particolare, fu loro concesso di mantenere le proprie usanze e non furono dispersi per le province ma rimasero pericolosamente coesi; in cambio i ''foederati'' goti si impegnarono a fornire all'esercito romano truppe mercenarie in occasione di specifiche campagne militari (come quelle di Teodosio contro gli usurpatori [[Magno Massimo]] ed [[Flavio Eugenio|Eugenio]]).<ref>{{cita|Heather|pp. 230-232}}.</ref> La convivenza tra popoli si dimostrò comunque molto difficile, poiché i germani tendevano a occupare terre in mano a privati con la forza.<ref name="car31"/>
Secondo una congettura avanzata in passato da Demougeot e [[Ernst Stein|Stein]], i diplomatici di Arcadio avrebbero istigato i Goti ad invadere l'Italia al duplice fine di liberarsi della loro scomoda presenza e danneggiare l'inviso Stilicone, ma altri studiosi (come Bayless, Cesa e Cameron) non concordano con tale teoria, anche sulla base del miglioramento dei rapporti tra le due ''partes'' tra il 401 e il 403, e ritengono che gli Unni di [[Uldino]], da poco alleati di Arcadio, avessero attaccato i Visigoti di Alarico spingendoli verso Occidente.<ref>{{cita libro | autore1=Alan Cameron | autore2=Jacqueline Long | autore3=Lee Sherry | titolo=Barbarians and politics at the Court of Arcadius | url=https://archive.org/details/barbarianspoliti0000came | editore=University of California Press| anno=1993 | ISBN=0-520-06550-6 |pp=332-333}}</ref> In ogni caso Stilicone respinse l'[[Guerra gotica (402-403)|invasione visigota]] e successivamente si alleò con Alarico in funzione antibizantina, intendendo servirsene per sottrarre al controllo di Arcadio le diocesi contese dell'Illirico orientale. Stilicone fu però costretto ad annullare la già prevista spedizione contro Costantinopoli, a causa del massiccio superamento della ormai sguarnita [[Limes renano|frontiera renana]] da parte delle popolazioni germaniche (Vandali, Alani e Svevi) a partire dal 406. Dopo la sua uccisione (408), i Visigoti non ebbero più rivali e arrivarono a [[sacco di Roma (410)|saccheggiare Roma]] nel 410, episodio che sconvolse l'opinione pubblica del tempo, come testimoniato da [[Agostino d'Ippona|Sant'Agostino]] e da [[San Girolamo]].<ref>{{cita|Vitolo, 2000|p. 34}}.</ref> Tale popolo si stanziò successivamente nella [[Gallia]] meridionale e in [[Spagna romana|Spagna]].<ref>{{cita|Cardini e Montesano, 2019|p. 33}}.</ref>
 
Dopo la scomparsa di Teodosio, che negli ultimi anni del suo regno aveva riunificato l'Impero, lo Stato romano fu diviso definitivamente in due parti, con una [[diarchia]] (395). La parte Orientale toccò al figlio maggiore, [[Arcadio]], mentre quella occidentale al secondogenito [[Onorio (imperatore)|Onorio]].<ref name="car32">{{cita|Cardini e Montesano, 2019|p. 32}}.</ref> Nello stesso anno i ''foederati'' Visigoti, congedati dall'esercito romano da Teodosio in seguito alla vittoria sull'usurpatore Eugenio e rispediti in Tracia, scontenti per le perdite subite nella [[battaglia del Frigido]] e temendo che i Romani ne avrebbero approfittato per annullare la loro autonomia, si rivoltarono eleggendo loro capo unico [[Alarico I|Alarico]]. Questi sfruttò le rivalità tra le due ''partes imperii'' (in particolare tra [[Stilicone]], generale e reggente di Onorio, e i ministri di Arcadio), una frammentazione questa che condannò inevitabilmente all'oblio la regione occidentale.<ref name="car32"/> In seguito all'[[Rivolta di Gainas|insurrezione antigermanica a Costantinopoli]], nel corso della quale furono trucidati {{formatnum:7000}} Goti nella capitale (12 luglio 400), i ministri di Arcadio annullarono il riconoscimento legale delle terre occupate dai Visigoti di Alarico, i quali, allora, si spostarono verso Occidente per ragioni non precisate dalle fonti.
 
Questi sfruttò le rivalità tra le due ''partes imperii'' (in particolare tra [[Stilicone]], generale e reggente di Onorio, e i ministri di Arcadio), una frammentazione questa che condannò inevitabilmente all'oblio la regione occidentale.<ref name="car32"/> In seguito all'[[Rivolta di Gainas|insurrezione antigermanica a Costantinopoli]], nel corso della quale furono trucidati {{formatnum:7000}} Goti nella capitale (12 luglio 400), i ministri di Arcadio annullarono il riconoscimento legale delle terre occupate dai Visigoti di Alarico, i quali, allora, si spostarono verso Occidente per ragioni non precisate dalle fonti.
 
Secondo una congettura avanzata in passato da Demougeot e [[Ernst Stein|Stein]], i diplomatici di Arcadio avrebbero istigato i Goti ad invadere l'Italia al duplice fine di liberarsi della loro scomoda presenza e danneggiare l'inviso Stilicone, ma altri studiosi (come Bayless, Cesa e Cameron) non concordano con tale teoria, anche sulla base del miglioramento dei rapporti tra le due ''partes'' tra il 401 e il 403, e ritengono che gli Unni di [[Uldino]], da poco alleati di Arcadio, avessero attaccato i Visigoti di Alarico spingendoli verso Occidente.<ref>{{cita libro | autore1=Alan Cameron | autore2=Jacqueline Long | autore3=Lee Sherry | titolo=Barbarians and politics at the Court of Arcadius | url=https://archive.org/details/barbarianspoliti0000came | editore=University of California Press| anno=1993 | ISBN=0-520-06550-6 |pp=332-333}}</ref> In ogni caso Stilicone respinse l'[[Guerra gotica (402-403)|invasione visigota]] e successivamente si alleò con Alarico in funzione antibizantina, intendendo servirsene per sottrarre al controllo di Arcadio le diocesi contese dell'Illirico orientale. Stilicone fu però costretto ad annullare la già prevista spedizione contro Costantinopoli, a causa del massiccio superamento della ormai sguarnita [[Limes renano|frontiera renana]] da parte delle popolazioni germaniche (Vandali, Alani e Svevi) a partire dal 406. Dopo la sua uccisione (408), i Visigoti non ebbero più rivali e arrivarono a [[sacco di Roma (410)|saccheggiare Roma]] nel 410, episodio che sconvolse l'opinione pubblica del tempo, come testimoniato da [[Agostino d'Ippona|Sant'Agostino]] e da [[San Girolamo]].<ref>{{cita|Vitolo, 2000|p. 34}}.</ref> Tale popolo si stanziò successivamente nella [[Gallia]] meridionale e in [[Spagna romana|Spagna]].<ref>{{cita|Cardini e Montesano, 2019|p. 33}}.</ref>
 
Stilicone fu però costretto ad annullare la già prevista spedizione contro Costantinopoli, a causa del massiccio superamento della ormai sguarnita [[Limes renano|frontiera renana]] da parte delle popolazioni germaniche (Vandali, Alani e Svevi) a partire dal 406. Dopo la sua uccisione (408), i Visigoti non ebbero più rivali e arrivarono a [[sacco di Roma (410)|saccheggiare Roma]] nel 410, episodio che sconvolse l'opinione pubblica del tempo, come testimoniato da [[Agostino d'Ippona|Sant'Agostino]] e da [[San Girolamo]].<ref>{{cita|Vitolo, 2000|p. 34}}.</ref> Tale popolo si stanziò successivamente nella [[Gallia]] meridionale e in [[Spagna romana|Spagna]].<ref>{{cita|Cardini e Montesano, 2019|p. 33}}.</ref>
 
[[File:Odovacar Ravenna 477.jpg|thumb|left|upright|Moneta di [[Odoacre]], coniata a [[Ravenna]] nel 477. Notare i baffi "barbarici" del re germanico]]
 
Seguirono i [[Vandali]], che dopo aver attraversato la Gallia si stanziarono in [[Spagna]] e in seguito, sotto la pressione dei Visigoti, in [[Nordafrica|Africa del Nord]], dalla quale a bordo di imbarcazioni compirono scorrerie nelle grandi isole del Mediterraneo e [[sacco di Roma (455)|saccheggiarono]] di nuovo Roma nel 455.<ref>{{cita|Cardini e Montesano, 2019|p. 34}}.</ref> [[Franchi]], [[Burgundi]] e [[Turingi]] occuparono le zone della Gallia e tra [[Meno (fiume)|Meno]] e [[Elba (fiume)|Elba]], mentre la [[Britannia]] veniva conquistata da [[Sassoni]], [[Angli]] e [[Frisoni]], ai quali si aggiunsero anche gli [[Juti]] dello [[Jutland]] (attuale [[Danimarca]]).<ref>{{cita|Cardini e Montesano, 2019|pp. 35-37}}.</ref> La pesante crisi sofferta dall'[[Impero romano d'Occidente]] culminò con la rivolta dei mercenari barbari presenti in [[Italia]], che, sotto la guida di [[Odoacre]], deposero l'ultimo [[imperatore romano]].<ref>{{cita|Cardini e Montesano, 2019|pp. 34-35}}.</ref> Odoacre, re degli [[Eruli]], mise definitivamente fine all'esistenza formale dell'Impero d'Occidente, deponendo l'imperatore fantoccio [[Romolo Augusto]] (476) e rispedendo le insegne imperiali a Costantinopoli.<ref>{{cita|Cardini e Montesano, 2019|p. 35}}.</ref>

In cambio ottenne il titolo di patrizio e il governo dell'[[Italia]], che tenne fino al 493, quando venne sconfitto dagli [[Ostrogoti]], spinti in Italia dall'imperatore d'Oriente [[Zenone (imperatore)|Zenone]].<ref name="car41">{{cita|Cardini e Montesano, 2019|p. 41}}.</ref> Gli Ostrogoti si trasferirono in Italia nel 489 e riuscirono a sconfiggere Odoacre. Il loro re, [[Teodorico il Grande|Teodorico]], ottenne dall'imperatore [[Anastasio I Dicoro|Anastasio I]] il titolo di ''patricius'' e il suo popolo ottenne pieni diritti sulle terre occupate.<ref name="car41"/>
 
Queste migrazioni di interi popoli, come nel caso dei [[Goti]] e dei [[Longobardi]], non devono comunque far pensare a migrazioni bibliche: i Longobardi, ad esempio, erano {{formatnum:70000}}, gli Ostrogoti 100-{{formatnum:125000}}, con circa {{formatnum:25000}} armati. Il regno degli Ostrogoti, che ebbe il suo fulcro in Italia (pur estendendosi anche al di fuori di essa), mantenne separati giuridicamente i cittadini romani, che continuavano a essere soggetti al diritto romano, e i federati (i "barbari"), su cui si applicava invece una legislazione prevalentemente consuetudinaria, di tipo germanico.<ref>{{cita|Cardini e Montesano, 2019|p. 42}}.</ref>
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La struttura fondamentale della società germanica, come detto, era di tipo militare e rispettava lo schema di un "popolo-esercito" perennemente organizzato in funzione della guerra.<ref name="vit29"/> I capi militari guidavano ciascuno un numero variabile di uomini liberi in battaglia, mentre in pace assicuravano la protezione di tale comunità, e presiedevano la corte di giustizia che rispondeva alla comunità che a lui faceva capo: questi erano, pertanto, detentori del "banno", il diritto di giudicare e di punire tali uomini.<ref>{{cita|Tabacco e Merlo, 2004|p. 174}}.</ref> La corte popolare presieduta dal re, ovvero l'assemblea dei liberi, aveva una funzione fondamentale e consentiva l'esercizio del potere legislativo.<ref name="vit46"/> Con il tempo, però, l'istituzione perse vigore in favore del re e l'accesso alla stessa venne riservato alla sola nobiltà, la quale si preoccupò, in modo costante, «di impedire il formarsi di dinastie regie a carattere ereditario».<ref name="vit46"/> Inoltre, l'aristocrazia germanica cominciò presto a incrociarsi quella romana ma senza scontrarsi; lo dimostra il caso degli Ostrogoti, con la nobiltà gota che andò gradualmente a unirsi ai consiglieri romani nel consiglio del re (''consistorium'').<ref>{{cita|Vitolo, 2000|p. 39}}.</ref><ref name="tab71">{{cita|Tabacco e Merlo, 2004|p. 71}}.</ref>
 
[[File:SoffittoRavenna Battistero ArianiArian RavennaBaptistry — Ceiling mosaic.jpg|miniatura|[[Mosaico]] della cupola del [[battistero degli Ariani]] fatto edificare da [[Teodorico il Grande]] a [[Ravenna]]]]
 
I [[Visigoti]], insediati inizialmente in [[Aquitania]] in base al trattato del 418, giunsero a controllare anche la [[penisola iberica]], ma, sconfitti dai [[Franchi]] nel 507, abbandonarono il ''Midi'' francese per formare il Regno visigoto di [[Toledo]], che ebbe fine nel 711 con l'[[Conquista islamica della penisola iberica|invasione araba]].<ref>{{cita|Golinelli, 2004|pp. 47-48}}.</ref> Il [[regno dei Burgundi]] venne cancellato dai Franchi nel 534 con la vittoria di [[Autun]], mentre i [[Vandali]], stanziatisi nel Nordafrica, vennero sconfitti da Bisanzio nel 535.<ref>{{cita|Golinelli, 2004|p. 48}}.</ref> Il regno degli Ostrogoti di [[Teodorico il Grande|Teodorico]] ebbe inizio nel 493, con la sconfitta degli [[Eruli]] di [[Odoacre]] e con l'approvazione dell'imperatore [[Zenone (imperatore)|Zenone]].<ref name="car41"/> A seguito dell'uccisione della figlia di Teodorico, fu [[Amalasunta]] a rimanere al potere, ma la donna visse una parentesi al potere travagliata.<ref name="car4647"/> La sua morte fu presa a pretesto da [[Giustiniano I]] per scatenare la lunga [[Guerra gotica (535-553)|guerra greco-gotica del 535-553]], terminata, tra alterne vicende, con la conquista della penisola italiana da parte di Bisanzio.<ref name="car4647"/>
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{{Vedi anche|Impero bizantino|Storia dell'impero bizantino}}
 
La risposta di Costantinopoli dopo il 476 ai nuovi regni barbarici fu duplice: da un lato gli imperatori volevano mantenere i diritti teorici su tutto l'impero, quali legittimi successori dei Cesari;<ref name="tab71" /> dall'altro lato essi erano ormai disinteressati al vasto territorio occidentale ormai impoverito e decentrato, che non valeva l'enorme dispendio di mezzi che sarebbe stato necessario per riconquistarlo.<ref name="ost59">{{cita|Ostrogorskij, 2014|p. 59}}.</ref> Malgrado un periodo di crisi, l'economia redditizia, dopotutto, si svolgeva ormai quasi esclusivamente nelle ricche città della parte asiatica e nel Mediterraneo orientale.<ref name="ost59"/> Per questo, gli imperatori fecero buon viso a ogni capo barbaro che si arrogasse il governo di qualche territorio, purché riconoscessero la superiorità morale di Costantinopoli. Talvolta, quando un regno sembrava acquisire troppa forza e importanza, Bisanzio cercava di mettere i capi barbarici l'uno contro l'altro, favorendo colpi di stato e congiure. I germani erano ancora importanti sotto il profilo militare come [[mercenari]], ma dall'epoca di [[Leone I il Trace|Leone I]] (al potere dal 457 al 474) si riuscì ad affrancarsi da essi tramite l'arruolamento in larga scala di [[Isauri]], una popolazione guerriera dell'[[Anatolia]].<ref>{{cita|Ostrogorskij, 2014|p. 53}}.</ref> Lo stesso imperatore [[Zenone (imperatore)|Zenone]] era isaurico. Alcuni problemi derivarono dal fatto che la fede della sua popolazione fosse [[monofisismo|monofisita]], cosa che l'imperatore cercò di mitigare adottando una dottrina di compromesso ([[Enotico|editto di Henotikòn]]), che venne però condannata sia dalla frangia più estrema del monofisismo sia dal Papa.<ref>{{cita|Ostrogorskij, 2014|ppp. 55-56}}.</ref> Oltre alle questioni religiose, molto sentite, i problemi che preoccupavano l'Impero d'Oriente erano la difesa dei confini nord-occidentali dalle popolazioni [[germani]]che, slave e uralo-altaiche, la ridefinizione giuridica, fiscale e territoriale del territorio, i rapporti con l'Occidente e con il papa romano, e la contesa con l'[[Impero persiano]] della zona tra l'[[Eufrate]] e la [[Siria]].
 
=== Giustiniano ===
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=== Incursioni ungare ===
 
Mentre l'impero carolingio prendeva forma, le migrazioni dei popoli seminomadi continuavano a proseguire. Tra tutte, vi era in particolare una popolazione che si stava muovendo dall'area delledella [[steppesteppa pontico-caspichecaspica]] verso l'Europa, quella degli [[Ungari]].<ref name="vit149"/> Insediatisi durante la prima metà del IX secolo in una regione nota storiograficamente come ''[[Etelköz]]'' (grosso modo la moderna Ucraina centrale e orientale costiera), i magiari si spostarono gradualmente verso ovest, raggiungendo nell'895-896 la [[Pannonia]] sotto la guida del loro capo [[Árpád d'Ungheria|Árpád]] e completando in tempi abbastanza brevi la [[conquista ungherese del bacino dei Carpazi|conquista del bacino dei Carpazi]] (''honfoglalás'').<ref name="vit149">{{cita|Vitolo, 2000|p. 149}}.</ref>
 
Raggiunto quel territorio che oggi corrisponde all'[[Ungheria]] e alla [[Transilvania]], le loro abitudini non mutarono con lo stanziamento, tanto che eseguirono innumerevoli [[Invasioni ungare dell'Europa|incursioni]] nell'Europa carolingia sia in direzione della Germania sia della Francia, dove intorno al 937 raggiunsero i dintorni di [[Parigi]].<ref name="vit150"/> Fu colpita anche l'Italia, con gli Ungari che nell'899 raggiunsero [[Pavia]] e causarono devastazione nella [[pianura padana]]. Addirittura, nel 922 e nel 947 raggiunsero sia la [[Campania]] sia la [[Puglia]].<ref name="vit150"/> Le razzie si manifestarono in maniera periodica nella prima metà del X secolo, toccando finanche la [[Spagna]] (943) e il [[Belgio]] (954). Ne sono state contate almeno tredici per l'Italia, dodici per la [[Baviera]], dieci per la [[Sassonia]], nove per la [[Borgogna]].<ref name="vit150"/>
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Ancora più importante della [[conversione dei Bulgari]] fu per la Chiesa greca l'[[evangelizzazione]] dello sterminato territorio tra il [[mar Baltico]], il [[Volga]] e il [[Dnestr]], abitato dagli [[slavi orientali]] e divenuto poi terra dei [[Rus']] (in futuro detta [[Russia]]).<ref name="car209">{{cita|Cardini e Montesano, 2019|p. 209}}.</ref> Nell'Alto Medioevo vi si trovava una serie di principati attorno a varie città-mercato governate da principi-guerrieri. Queste città erano state fondate dai [[variaghi]] dalla [[Svezia]], dei mercanti-marinai-predoni che risalivano i fiumi compiendo redditizi commerci che, passando dal [[Mar Nero]], sfociavano fino a Costantinopoli.<ref name="car209"/> Nella zona orientale dell'immensa pianura al di sopra del mar Nero un principe variago, [[Rjurik]], verso la fine del IX secolo riuscì a pacificare le popolazioni slave e finni, fondando [[Velikij Novgorod|Novgorod]] ("Città Nuova"), il cui nome rivela l'influenza slava.<ref name="car209"/> I suoi successori [[Hoskuld]] e [[Dyri]] si spinsero più a sud, fino alla città-emporio [[Kiev]], al centro di numerosi traffici commerciali tra i quali la [[via dell'ambra]], lungo la quale si scambiavano anche legname, cera, miele, resina e pellicce.<ref>{{cita|Cardini e Montesano, 2019|pp. 209-210}}.</ref> Nell'860 i variaghi tentarono di attaccare Costantinopoli, che vennero respinti e divennero da allora oggetto di attenzione per i ''basileis'', che iniziarono a reclutare alcuni di loro come guardie di palazzo.<ref>{{cita|Cardini e Montesano, 2019|p. 210}}.</ref>
 
Un nuovo attacco e un nuovo accordo tra bizantini e variaghi si ebbe col [[principe di Kiev]] [[Igor' di Kiev|Igor']], che dopo il 944 permise l'arrivo di missionari greci nelle sue terre.<ref name="car211">{{cita|Cardini e Montesano, 2019|p. 211}}.</ref> Il [[Cristianizzazione della Rus' di Kiev|processo di conversione]] al cristianesimo orientale fu graduale e culminò nel 957 con il battesimo della vedova di Igor, la principessa [[Olga di Kiev|Olga]].<ref name="car211"/> In seguito, nacquero delle leggende secondo le quali Igor avrebbe chiamato al suo cospetto rappresentanti di tutte le religioni dell'epoca (ebrei, musulmani, cristiani latini e cristiani orientali), scegliendo quella più adatta al suo principato. Più tardi [[Svjatoslav I]] ampliò il principato, conquistando il "khanato" dei [[Cazari]] e respingendo a sud del Danubio i [[Bulgari]], ma morì in battaglia contro la popolazione turco-mongola dei [[Peceneghi]].<ref name="car211"/> Seguì un periodo di frazionamento, che terminò con la riunificazione di [[san Vladimiro]], battezzato nel 968 e maritato alla principessa bizantina [[Anna Porfirogenita|Anna]], sorella di [[Basilio II Bulgaroctono|Basilio II]]. A quell'epoca Kiev divenne una grande capitale, sede [[metropolita|metropolitica]] e centro di irradiazione culturale e cristiana per il territorio circostante.<ref name="car211"/> È da allora che si può iniziare a parlare di [[RussiaRus' di Kiev|Rus']].<ref>{{cita|Gallina, Tabacco e Merlo, 2001|pp. 190-194}}.</ref>
 
A Vladimiro successe [[Jaroslav il Saggio]], che sottomise il [[Bulgari del Volga|khanato bulgaro del Volga]], strinse rapporti diplomatici con i bizantini e con i polacchi e pose le basi giuridiche del ''[[Codice Russo]]'', una mediazione tra [[Corpus iuris civilis|leggi giustinianee]] e diritto consuetudinario slavo.<ref name="car211"/> A Kiev e Novgorod il monaco [[Ilarione di Kiev|Ilarione]] fondò importanti scuole di copisti e di traduttori.<ref name="car211"/> Jaroslav si avvalse dei [[Boiardo (storia)|boiardi]], proprietari terrieri a capo di gente armata, simili ai vassalli dell'occidentale.<ref name="car211"/> Dopo Jaroslav si ebbe una nuova frazione in principati (di Kiev, [[principato di Novgorod|di Novgorod]], [[principato di Vladimir|di Vladimir]] e [[principato di Rjazan'|di Rjazan']]), con un lento decadere culturale e politico di Kiev (tra XII e XIII secolo), mentre la città di [[Mosca (Russia)|Mosca]] veniva fondata nel 1147.<ref name="car211"/>
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Il modello benedettino si impose lentamente, nel corso di un paio di secoli, su un'altra tradizione, quella del [[monachesimo colombaniano|monachesimo irlandese]], che ebbe come principale esponente nel continente [[san Colombano]]: nel suo peregrinare dall'[[Irlanda]], passando per la [[Gallia]], fino all'Italia settentrionale, esercitò una notevole influenza sulla vita religiosa.<ref>{{cita|Cardini e Montesano, 2019|p. 67}}.</ref> Tuttavia le consuetudini iro-scote, legate a tradizioni culturali estranee all'Occidente latino e poco attente agli aspetti organizzativi della comunità, furono presto affiancate da altre regole e verso il [[IX secolo]] sostituite della [[regola di San Benedetto]] come voluto dall'imperatore [[Ludovico il Pio]].<ref>{{cita|Rapetti, 2013|pp. 52-56, 73-74}}.</ref><ref>{{cita|Cantarella, Polonio e Rusconi, 2022|p. 19}}.</ref> La [[tradizione]] irlandese fin dal [[V secolo]], nata in un contesto originale, in una terra mai sottomessa a [[Impero romano|Roma]] e slegata all'Occidente, ebbe un'importanza decisiva soprattutto nell'attività [[missionario|missionaria]] presso gli [[angli|anglo]]-[[sassoni]], che ricevettero una prima evangelizzazione, e nell'opera di diffusione e conservazione della cultura grazie agli [[Scriptorium|scriptoria]] ed alle [[biblioteca|biblioteche]] che raccolsero su [[pergamena]], come da tradizione celtica e non romana, tutti i testi biblici, evangelici e religiosi e opere classiche greco-romane.
 
[[File:Meister Theoderich von Prag 001.jpg|thumb|sinistra|''[[San Gregorio Magno nello studio (Maestro Teodorico da Praga)|San Gregorio Magno nello studio]]'', [[Maestro Teodorico]] da Praga, 1370 circa]]
 
Il monachesimo benedettino fu propagato e diffuso in Italia grazie all'opera di [[papa Gregorio I]] (540-604), il quale, [[monachesimo|monaco]] presso il [[monastero di Sant'Andrea (Roma)|monastero di Sant'Andrea]] a Roma, divenne vescovo di Roma.<ref name="car71"/> Nel 596, Gregorio inviò una serie di monaci, capitananti da [[sant'Agostino di Canterbury]], dal monastero benedettino che egli stesso aveva fondato sul colle [[Celio]] fino alla Gran Bretagna, dove essi si insediarono a [[Canterbury]]. Da lì compirono una profonda opera di cristianizzazione, ai danni del paganesimo residuo.<ref name="car71">{{cita|Cardini e Montesano, 2019|p. 71}}.</ref>
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==== Francia ====
[[File:Coronation of Hugues Capet 2.jpg|miniatura|Incoronazione di [[Ugo Capeto]]]]
Nel X secolo la corona francese fu contesa tra i [[Carolingi]] e i discendenti del conte di Parigi [[Oddone, conte di Parigi|Oddone]]. Nel 987 [[Ugo Capeto]], della [[Robertingi|dinastia di Oddone]], riuscì a prendere il potere fondando la dinastia che da lui prese il nome di [[capetingi]]a.<ref name="car239">{{cita|Cardini e Montesano, 2019|p. 239}}.</ref> Il nuovo regno di Francia si estese gradualmente verso ovest ([[Britannia]]), verso sud ([[Occitania (regione storica)|Occitania]]) e verso est ([[Renania]]), sopravvivendo tra alterne vicende fino al 1792.<ref name="car239"/> Prima dell'inizio dell'XI secolo, i Capetingi erano stati in grado di controllare solo la Francia centro settentrionale, con il resto del regno diviso in potenti ducati ([[Bretagna]], [[Normandia]], [[Ducato d'Aquitania|Aquitania]] e [[Ducato di Lorena|Lorena]]) e le contee di [[contea di Fiandra|Fiandra]], [[contea di Champagne|Champagne]], [[contea di Borgogna|Borgogna]] e [[contea di Tolosa|Tolosa]].<ref name="car239"/>
 
Le terre poste tra il [[Rodano]] e le [[Alpi]], suddivise tra i regni di [[Borgogna Transgiurana|Borgogna]] e di [[Borgogna Cisgiurana|Provenza]], vennero riunite tra il quarto e il quinto decennio del X secolo in un [[Regno di Arles|unico regno]], detto successivamente Regno di Arles, che andava dalle coste provenzali sino a [[Basilea]].<ref>Giovanni Tabacco, ''Alto Medioevo'', in {{cita|Tabacco e Merlo, 1981|p. 203}}.</ref> I suoi monarchi, stretti tra Francia e Germania, risultarono piuttosto deboli, e nel 1032, con la morte di [[Rodolfo III di Borgogna|Rodolfo III]], il regno divenne appannaggio del sovrano tedesco.<ref>{{cita|Bloch|p. 426}}.</ref>
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==== Incastellamento ====
{{vedi anche|Incastellamento}}
Dalla fine del IX secolo le esigenze difensive avevano portato all'erezione di numerose fortezze, e almeno inizialmente queste erano innalzate per sola volontà dei sovrani; e molte di esse continuarono ad essere costruite ad esempio in Germania di fronte all'intensificarsi delle incursioni ungare. Ma nonostante il primordiale carattere pubblico dei castelli, la cui edificazione era rigidamente concessa dai sovrani, in breve tempo signori laici ed ecclesiastici si impadronirono dei castelli regi o comitali oppure iniziarono ad edificarne di nuovi.<ref>Giovanni Tabacco, ''Alto Medioevo'', in {{cita|Tabacco e Merlo, 1981|ppp. 191-192}}.</ref> In questo modo, i castelli divennero i centri di dominazioni signorili grandi e piccole pur mantenendo il loro scopo primario, quello difensivo.<ref>Giovanni Tabacco, ''Alto Medioevo'', in {{cita|Tabacco e Merlo, 1981|ppp. 194-197}}.</ref>
 
Ma non solo i [[signoria fondiaria|signori fondiari]] eressero delle fortificazioni sui propri possedimenti privati; molti castelli infatti vennero innalzati dagli ufficiali pubblici delle antiche circoscrizioni carolingie – [[conte|conti]], [[duchi]] e [[marchese|marchesi]] – che spesso ne affidavano la gestione a custodi fidati, utilizzando i rapporti vassallatico-beneficiari. Ne conseguì che, così come conti e duchi patrimonializzarono la propria carica pubblica creando dinastie radicate territorialmente, anche i castellani incominciarono a prendere possesso del fortilizio assegnato in maniera ereditaria.<ref>Giovanni Tabacco, ''Alto Medioevo'', in {{cita|Tabacco e Merlo, 1981|ppp. 192-193}}.</ref>
 
== Note ==