Fabio Albergati: differenze tra le versioni
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|AnnoNascita = 1538
|LuogoMorte = Bologna
|GiornoMeseMorte = 15 agosto
|AnnoMorte = 1606
|Epoca = 1500
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|Didascalia = Fabio Albergati, dipinto presente nel [[Palazzo Albergati]], attribuito a [[Giovanni Antonio Burrini]]; scena immaginaria di Albergati che in veste di diplomatico incontra Filippo II di Spagna, mentre viene effettuato di nascosto un suo ritratto
}}
==Biografia==
Figlio di Filippo, del potente casato degli [[Albergati (famiglia)|Albergati]], e di Giulia Bargellini, dopo aver studiato diritto, fu alla corte di [[Urbino]] al servizio di [[Guidobaldo II della Rovere]]. In seguito, si trasferì a [[Roma]], al servizio del duca di Sora [[Giacomo Boncompagni (politico)|Giacomo Boncompagni]], figlio del neoeletto [[papa Gregorio XIII]]. Presso questo pontefice, Fabio Albergati iniziò a svolgere una costante attività diplomatica, che proseguì anche dopo la morte di Gregorio XIII, avvenuta nel [[1585]]. [[Papa Sisto V]] lo inviò come ambasciatore ad Urbino presso il duca [[Francesco Maria II]], del quale Albergati era stato precettore anni addietro. [[Innocenzo IX]] nel [[1591]] lo nominò castellano della fortezza di [[Perugia]]. Pur rimanendo legato anche ai successivi pontefici, Fabio Albergati tornò più costantemente ad Urbino, dove [[Francesco Maria II]] lo aveva in grande considerazione, tanto da affidargli missioni diplomatiche presso i veneziani ed i sabaudi e ricorrendo ai suoi consigli per redigere gli Statuti dei propri possedimenti.
Fabio Albergati morì nel [[1606]]: aveva
Albergati fu il più importante oppositore delle teorie politiche di [[Jean Bodin]]. Contro Bodin, che sostiene che lo [[Stato]] ha avuto origine per violenza in una [[Patriarcato (antropologia)|società patriarcale]], Albergati afferma che esso sorge “per necessità e inclinazione naturale” e che il principe, quale suprema autorità dello stato, è “vera immagine di Dio”. Alla distinzione delle [[Forma di governo|forme di governo]] esclusivamente fondata sul numero di coloro che detengono il potere, oppone l'ulteriore distinzione, in base “ai vizi e alle virtù”, di [[monarchia]] e [[Tiranno|tirannia]], [[aristocrazia]] e [[oligarchia]], [[democrazia]] e [[demagogia]], e sebbene sostenga, in polemica col francese, l'esistenza dello “Stato misto”, rivendica la superiorità assoluta della forma monarchica pura, che è “simile al governo divino e regola di ogni altra”. Infine, ripropone la concezione secondo cui l'imperatore gode di una suprema autorità politica, ma deve al [[papa]] un “tributo di adorazione”, quale “principe inferiore” verso “maestà superiore” e condanna violentemente le posizioni di Bodin sulla [[tolleranza]], contrapponendo alla “libertà naturale”, la ”libertà ferma” (libertà di credere quello che si vuole).
== Opere ==
Scrittore copioso e molto noto nella sua epoca, fu ispirato dal movimento della [[Controriforma]]. Meritano di essere ricordate tra le sue opere:
* ''Ragionamento al Cardinal S. Sisto come nipote di papa Gregorio'' (1572): scritto in occasione della nomina a cardinale di [[Filippo Boncompagni]], venne raccolto nel 1598 nel “Tesoro Politico” di [[Comino Ventura]];
* ''Del modo di ridurre alla pace le inimicizie private'' (1583): in quest'opera, Albergati esamina le questioni d'onore come fonti di discordia: ricordando come la preservazione della pace civile sia necessaria come fondamento della società, viene condannato l'istituto del [[duello]], privilegiando invece il ruolo arbitrale del principe;
* ''De i discorsi politici libri cinque. Nei quali viene riprovata la dottrina di Giovanni Bodino e difesa quella di Aristotele'' (1602): fu questa l'opera che diede ampia notorietà all'Albergati: riproponendo i principi dell'interpretazione della norma giuridica basati su [[Aristotele]], Albergati asseriva l'erroneità di molte delle tesi di [[Jean Bodin]], sostenendo, per esempio, l'impraticabilità della giustizia armonica e riproponendo un modello di giustizia legato all'equità propria del sovrano;
* ''Le Morali'' (1627): scritto pubblicato postumo, è una dissertazione sulle virtù trattata secondo il pensiero aristotelico;
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== Bibliografia ==
* {{Cita pubblicazione|cognome=Gianturco|nome=Elio|titolo=Bodin's Conception of the Venetian Constitution and His Critical Rift with Fabio Albergati|rivista=Revue de littérature comparée|volume=18|anno=1938|pp=684-95}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Baldini|nome=Artemio E.|titolo=Albergati contro Bodin. Dall'«Antibodino» ai «Discorsi politici»|rivista=Il pensiero politico|volume=30|numero=2|anno=1997|pp=287-310}}
* {{Cita pubblicazione|titolo=Die Reaktion der Kurie auf die Begründung des Absolutismus. Fabio Albergati versus Jean Bodin|nome=Till|cognome=Wahnbaeck|rivista=Zeitschrift für Historische Forschung|volume=26|numero=2|anno=1999|pp=245-267|jstor=43569268}}
* {{Cita pubblicazione|titolo=The Italian "Readers" of Bodin. From Albergati to Filangieri|cognome=Comparato|nome=Vittor Ivo|curatore=Howell A. Lloyd|rivista=The Reception of Bodin|città=Leiden|editore=Brill|pp=343-370|anno=2013|doi=10.1163/9789004259805_016|isbn=9789004259805}}
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