Canton Ticino: differenze tra le versioni
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{{Divisione amministrativa
|Grado amministrativo = 1
|Nome = Canton Ticino
|Stato = CHE
|Nome ufficiale = {{it}} Repubblica e Cantone Ticino
|Bandiera =
|Voce stemma =
|Voce bandiera =
|Panorama = Castelgrande Bellinzona.JPG
|Didascalia = <small>[[Castelgrande (castello)|Castelgrande]] a [[Bellinzona]]</small>
|Capoluogo = {{simbolo|Snake-coat of arms.svg|16}} [[Bellinzona]]
|Amministratore locale = [[Consiglio di Stato della Repubblica e Cantone Ticino|Consiglio di Stato]] (5)
|Partito =
|Data elezione =
|Amministratore locale 2 = [[Gran Consiglio (Ticino)|Gran Consiglio]] (90)
|Lingue ufficiali = [[lingua italiana|italiano]]
|Data istituzione = [[1803]]
|Latitudine decimale = 46.2
|Longitudine decimale = 9.01666666667
|Altitudine =
|Abitanti = 357996
|Note abitanti = {{Cita web |
https://www.rsi.ch/info/svizzera/La-Svizzera-supera-i-nove-milioni-di-abitanti--2256190.html}}
|Aggiornamento abitanti = 30-06-2024
|Sottodivisioni = 8: [[Distretto di Bellinzona|Bellinzona]], [[Distretto di Blenio|Blenio]], [[Distretto di Leventina|Leventina]], [[Distretto di Locarno|Locarno]], [[Distretto di Lugano|Lugano]], [[Distretto di Mendrisio|Mendrisio]], [[Distretto di Riviera|Riviera]], [[Distretto di Vallemaggia|Vallemaggia]]
|Sottosottodivisioni = [[Comuni del Cantone Ticino|106]]
|Divisioni confinanti = {{CH-GR}},<br /> {{CH-UR}}, <br /> {{CH-VS}},<br /> {{IT-LOM}} <br /> ({{ITA}}),<br /> {{IT-PIE}} <br /> ({{ITA}})
|Lingue = [[Lingua italiana in Svizzera|italiano]], [[lingua lombarda|lombardo]] ([[dialetto ticinese]] e [[dialetto comasco]]), [[Lingua walser|walser]] ([[Bosco Gurin]])
|Codice postale =
|Codice statistico =
|Nome abitanti = ticinesi
|Patrono =
|Festivo =
|PIL = 28 963 milioni di CHF (2015)
|PIL procapite = 80 532 CHF (2017)
|Immagine localizzazione = Kanton Tessin in Switzerland.svg
|Mappa = Karte Gemeinden des Kantons Tessin farbig 2021.png
|Didascalia mappa =
|Incipit =
|Categoria =
}}
Il '''Canton Ticino''' o '''Cantone Ticino''' (in [[dialetto ticinese]] e [[Dialetto comasco|comasco]]<ref name=":62">{{Cita libro|autore=Bernardino Biondelli|titolo=Saggio sui dialetti gallo-italici|url=https://archive.org/details/saggiosuidialet00biongoog|anno=1853|editore=|città=|p=[https://archive.org/details/saggiosuidialet00biongoog/page/n129 4]|pp=|citazione=Il dialetto principale rappresentante il gruppo occidentale si è il Milanese, e ad esso più o meno affini sono: il Lodigiano, il Comasco, il Valtellinese, il Bormiese, il Ticinese e il Verbanese. [...] Il Comasco esténdesi in quasi tutta la provincia di Como, tranne l'estrema punta settentrionale al di là di Menagio e di Bellano a destra ed a sinistra del Lario; e in quella vece comprende la parte meridionale del Cantone Ticinese, sino al monte Cènere. [...] Il Ticinese è parlato nella parte settentrionale del Cantone Svizzero d'egual nome, al norte del Monte Cènere, in parecchie varietà, tra le quali distinguonsi sopra tutto le favelle delle valli Maggia, Verzasca, Leventina, Blenio ed Onsernone|ISBN=}}</ref> ''Tesìn'', ''Tasìn'' o ''Tisìn''; in [[Lingua tedesca|tedesco]], [[Lingua francese|francese]] e [[Lingua romancia|romancio]] ''Tessin'' {{Link audio|Roh-Tessin.ogg|ascolta}}), ufficialmente '''Repubblica e Cantone Ticino''', è il [[Cantoni della Svizzera|cantone]] più meridionale della [[Svizzera]] ed è situato quasi completamente sul versante meridionale delle [[Alpi]], se si eccettua una piccola porzione di territorio lungo l'alto corso del fiume [[Reuss]], appartenente al [[bacino idrografico]] del [[Reno]] e la [[val Cadlimo]] (dove si trova la sorgente del Reno di Medel). Prende il nome dall'[[Ticino (fiume)|omonimo fiume]], che lo attraversa dalla [[sorgente]] al [[Passo della Novena]] fino al [[lago Maggiore]].
Secondo la Costituzione cantonale «''il Cantone Ticino è una repubblica democratica di cultura e lingua italiane''» (art. 1 Cost.) e il preambolo chiarisce che «''il popolo ticinese''» è «''fedele al compito storico di interpretare la cultura italiana nella Confederazione elvetica''» (Preambolo della Costituzione).<ref>{{Cita web |url=https://www.admin.ch/ch/i/rs/1/131.229.it.pdf |titolo=Costituzione della Repubblica e Cantone Ticino, del 14 dicembre 1997 |accesso=21 ottobre 2023 |dataarchivio=12 maggio 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130512232638/http://www.admin.ch/ch/i/rs/1/131.229.it.pdf |urlmorto=sì }}</ref>
== Geografia fisica ==
{{dx|[[File:Rifugioallegn.jpg|thumb|[[Lago Maggiore]] visto dalla [[capanna Al Legn]] sopra [[Brissago]].]]}}
Il Cantone Ticino è l'unico cantone della [[Confederazione elvetica]] situato quasi interamente a sud delle [[Alpi]], eccettuando l'alta valle della [[Reuss]] e la [[val Cadlimo]] (dove si trova la sorgente del Reno di Medel). Ha una superficie di {{M|2812.46|u=km²}}, pari al 6,8% dell'intera superficie svizzera. Il territorio cantonale è in buona parte delimitato dal confine con l'[[Italia]] ([[provincia del Verbano-Cusio-Ossola]] in [[Piemonte]], di [[provincia di Varese|Varese]] e [[provincia di Como|Como]] in [[Lombardia]])<ref>{{DSS|I7079|Lombardia}}</ref>, con la quale confina a [[est]], [[ovest]] e [[sud]]. A nord-ovest confina con il [[Canton Vallese]], a [[nord]] con il [[Canton Uri]], e a nord-est con il [[Cantone dei Grigioni]]<ref>{{DSS|I7391|Grigioni}}</ref>. Circa tre quarti della sua [[area|superficie]] sono considerati terreno improduttivo. Le [[foresta|foreste]] coprono circa un terzo dell'area del Cantone, ma anche i laghi ([[Lago Maggiore|Verbano]]<ref>{{DSS|I8662|Verbano}}</ref> e [[Lago di Lugano|Ceresio]])<ref>{{DSS|I8661|Ceresio}}</ref> compongono una parte considerevole del [[territorio]]. All'interno del suo territorio è situata l'[[enclave|exclave]] [[italia]]na di [[Campione d'Italia]].
Il [[
I principali affluenti del fiume Ticino sono il [[Brenno (fiume)|Brenno]] nella [[Valle di Blenio]] e la [[Moesa]] nella [[Val Mesolcina]]. Gran parte del [[Sopraceneri]], la parte settentrionale del Cantone, è stata modellata dal [[fiume]], che vi forma un'ampia [[valle]] conosciuta come [[Valle Riviera]]. Le terre occidentali del Cantone sono invece bagnate dal [[Maggia (fiume)|fiume Maggia]], cui ci si riferisce al femminile (''la Maggia''), mentre il bacino della [[Verzasca (fiume)|Verzasca]], che ha origine nella [[Valle Verzasca|valle omonima]], si trova tra il Ticino e la Maggia.
Il bacino idrografico del Cantone Ticino meridionale alimenta invece il [[lago di Lugano]], che, attraverso il fiume [[Tresa]], confluisce anch'esso nel [[lago Maggiore]] e perciò nel [[Ticino (fiume)|fiume Ticino]]. Gran parte del territorio è tradizionalmente considerato come parte delle Alpi, ma la punta meridionale, il [[Mendrisiotto]], può essere accorpata alla [[Pianura Padana]].
Gli unici torrenti non tributari direttamente o indirettamente del [[Ticino (fiume)|Ticino]] sono il [[Breggia (torrente)|Breggia]] e il [[Faloppia]] tributari del [[lago di Como]] e quindi dell'[[Adda]]; il [[Gaggiolo (torrente)|Gaggiolo]] e la [[Morea (torrente)|Morea]], tributari dell'[[Olona]].
Il Cantone è tradizionalmente diviso in due grosse regioni separate dal [[Monte Ceneri]]<ref>{{DSS|I8835|Monte Ceneri}}</ref>, dette per l'appunto Sopraceneri e [[Sottoceneri]]. Tale divisione ha una certa rilevanza dal profilo socioeconomico. In effetti, il Sottoceneri risente della vicinanza con l'Italia e la piazza [[finanza|finanziaria]] milanese, che ha comportato un forte sviluppo del settore [[banca]]rio e [[assicurazione|assicurativo]] nella [[città]] di [[Lugano]].
=== Rilievi ===
[[File:Leventina.jpg|thumb|[[Valle Leventina]] nelle aree montuose del nord del Ticino]]
Il Cantone è interessato dalle seguenti [[sezione alpina|sezioni]] e [[sottosezione alpina|sottosezioni alpine]]:
* [[Prealpi Luganesi]] ([[Prealpi Comasche]] e [[Prealpi Varesine]]);
* [[Alpi Lepontine]] ([[Alpi del Monte Leone e del San Gottardo]], [[Alpi Ticinesi e del Verbano]], [[Alpi dell'Adula]]).
La montagna più alta del Cantone è l'[[Adula]] che raggiunge i {{M|3402|u=m slm}}
La vetta più alta interamente su territorio ticinese è il [[Campo Tencia]], {{M|3071|u=m slm}}; questo primato è contestato da un gruppo di bleniesi, che lo attribuisce alla [[Cima di Aquila]], con {{M|3128|u=m slm}}
== Storia ==
=== L'antichità e il Medioevo ===
Sono stati molti i ritrovamenti di cimeli funerari intorno all'inizio dell'[[età del ferro]] o della fine dell'[[età del bronzo]]; tutti riguardano zone comprese tra l'area [[locarnese]] costeggiante il [[Lago Maggiore|Verbano]] fra i fiumi [[Maggia (fiume)|Maggia]] e [[Verzasca (fiume)|Verzasca]], e quella [[bellinzonese]], compresa la zona di [[Sementina]] e [[Gudo]] dove sono stati ritrovate molte tombe e oggetti con ''[[iscrizione|iscrizioni]]'' nell'[[alfabeto]] nord-[[etrusco]]. Il [[Ticino (fiume)|fiume Ticino]], e il lago stesso arrivavano quasi a toccare la roccia della montagna, e questa mancanza di ritrovamenti nel [[piano di Magadino]] prova che l'estensione del Verbano era assai maggiore di quella del ventunesimo secolo.
Nell'antichità, le terre del Ticino erano abitate da popolazioni [[celti]]che: i [[Leponzi]]. La regione venne annessa all'[[Impero romano]] relativamente tardi, probabilmente all'inizio del [[Principato (storia romana)|principato]]. Il Ticino venne annesso alla Regio Transpadana, così come tutti i territori a sud delle Alpi. La presenza romana in Ticino è attestata sia dalla toponomastica (innumerevoli i [[toponimo|toponimi]] in «vicus» o «villa»: [[Sonvico]], [[Mezzovico-Vira|Mezzovico]], [[Villa Luganese]], Villa [[Bedretto]], ecc.) sia dai ritrovamenti – ad esempio a Bellinzona con i resti delle mura di un'antica fortezza romana sul sito dov'è poi stata edificata la rocca di Castel Grande, Locarno, [[Minusio]], [[Muralto]], [[Bioggio]] e [[Tesserete]] –, alcuni più importanti, altri essenzialmente di monete, sarcofaghi, [[Masso avello|massi avelli]] e altri oggetti.
Durante il [[Medioevo]], l'area del Cantone Ticino seguì poi le vicende della vicina [[Lombardia]], con le invasioni degli [[Ostrogoti]], dei [[Longobardi]] e infine dei [[Franchi]]. Le terre ticinesi divennero, all'incirca dopo il 1100, il teatro delle guerre fra i potenti Comuni vicini di [[Como]] e [[Milano]], e furono definitivamente conquistate alla metà del XIV secolo dai [[Duchi di Milano]], i [[Visconti]], poi seguiti dagli [[Sforza]].
Nel febbraio del 1182 le vallate di Blenio e Leventina firmarono il [[Patto di Torre]] giurandosi reciproca assistenza e, con la distruzione del [[Castello di Serravalle (Serravalle)|castello di Serravalle]], si liberarono del podestà.
=== L'arrivo dei confederati ===
{{Vedi anche|Campagne transalpine dei Confederati}}
[[File:Baliaggi-transalpini rev.png|thumb|I baliaggi transalpini della Confederazione]]
Nel frattempo, tuttavia, lungo tutto il corso del XV secolo i [[Vecchia Confederazione|confederati svizzeri]] si erano lanciati alla conquista delle valli a sud delle Alpi, in tre campagne successive. Il [[Canton Uri]] conquistò definitivamente la [[Valle Leventina]] già nel 1440, dopo che tra il 1403 e il 1422 alcune di queste terre, già annesse con la forza da Uri, erano state perse. In questo contesto si ricordano tre importanti battaglie tra confederati e ducato milanese: [[Battaglia di Arbedo|Arbedo]] (1422), [[Battaglia di Castione|Castione]] (1449) e [[Battaglia di Giornico|Giornico]] (1478).
Successivamente, gli svizzeri approfittarono delle invasioni dei francesi in Italia, che presero avvio a partire dal 1494. Infatti, in una seconda campagna nel [[1500]] Uri, [[Canton Svitto|Svitto]] e [[Untervaldo]] ottennero la città di [[Bellinzona]] e la [[Distretto di Riviera|Riviera]], anch'esse peraltro già occupate da Uri nel [[1419]] ma perse nel [[1422]]. Chiamate dagli Stati italiani, nel [[1512]], per scacciare il [[re di Francia]] [[Luigi XII]], le truppe dell'intera [[Vecchia Confederazione|Confederazione]] rimisero alla testa del [[Ducato di Milano]] [[Massimiliano Sforza]], che divenne in sostanza un fantoccio degli svizzeri. Questi ultimi furono ricompensati con l'estensione del controllo militare non soltanto sui [[distretto di Lugano|distretti di Lugano]] e [[distretto di Mendrisio|Mendrisio]], ma ben oltre i confini attuali. In [[Provincia di Varese]] erano in effetti svizzere la [[Valtravaglia]] e la [[Valcuvia]], in cima al [[lago di Como]] la [[Repubblica delle Tre Pievi|terra detta «delle Tre Pievi»]] e infine pure parte della [[Val d'Ossola]].
Ben presto, però, la situazione mutò e già nel 1515 il confine fu portato alla sua posizione attuale, dopo la sconfitta patita dagli elvetici nella [[battaglia di Marignano]] (città poi ribattezzata [[Melegnano]]) per opera di [[Francesco I di Francia]]. Il nuovo sovrano francese calò infatti nuovamente in Italia, stregato dal sogno che già aveva attratto nella [[penisola italiana|penisola]] i suoi predecessori.
=== I baliaggi nella Confederazione svizzera ===
Con l'anno 1515 prese dunque avvio il periodo detto dei confederati. I territori che nel 1803 costituiranno il Cantone Ticino erano suddivisi in otto [[Baliato e siniscalcato|baliaggi]], in linea di massima corrispondenti agli attuali [[distretti della Svizzera|distretti]].
I baliaggi cisalpini non appartenevano però tutti ai tredici cantoni, che formavano allora la [[Vecchia Confederazione|Confederazione Elvetica]]. Infatti, mentre la [[Val Leventina|Leventina]] dipendeva solamente dal Canton Uri, gli odierni distretti di [[Distretto di Blenio|Blenio]], [[Distretto di Riviera|Riviera]] e [[Distretto di Bellinzona|Bellinzona]] erano baliaggi, oltre che di Uri, anche di [[Canton Svitto|Svitto]] e del [[Semicantone]] di [[Canton Nidvaldo|Nidvaldo]]. Il restante territorio ticinese, invece, era spartito in quattro baliaggi di proprietà comune dei dodici cantoni, i cosiddetti ''Baliaggi Ultramontani'' o ''Ennetbergische Vogteien''.
Degno di nota l'evento della [[buzza di Biasca]] nel 1515 che ebbe importanti ripercussioni per i secoli seguenti nel Sopraceneri.
Il dominio confederato si manifestò praticamente solo in ambito giudiziario. Al di fuori dell'ambito giudiziario, il potere venne lasciato alle autorità locali. Nei baliaggi svizzeri, infatti, a differenza di quanto accadde in [[Lombardia]], sono sopravvissute le istituzioni del [[Patriziato (Svizzera)|patriziato]] e del Consiglio parrocchiale (l'assemblea, eletta dai cattolici di un villaggio, che amministra le proprietà della parrocchia). Lo scarso interesse, di fatto, mostrato dai cantoni sovrani, venne ampiamente compensato, oltre che da un [[fisco|regime fiscale]] moderato (l'unico bene tassato era il vino<ref>Ceschi, 2000, 46.</ref>) dall'appartenenza dei baliaggi a uno Stato neutrale, nel mezzo di un'[[Europa]] lacerata da continue guerre. Questa felice marginalizzazione si riflette nell'assenza di grandi eventi storici in questo periodo<ref>Ostinelli-Lumia, (febbraio 2009), 205-233.</ref>. Degni di menzione, sono comunque due episodi:
=== La Riforma e la Controriforma ===
Benché la Svizzera fosse uno dei centri della Riforma protestante, i baliaggi ticinesi rimasero cattolici: chi si convertiva al protestantesimo era obbligato a trasferirsi nei cantoni protestanti; come «contropartita» ai baliaggi venne risparmiata l'[[inquisizione]]. Attorno al 1550 si formò a Locarno una comunità protestante di circa 55 famiglie; per timore che la nuova fede si espandesse a sud delle [[Alpi]], la comunità venne espulsa il 3 marzo 1555 in base a una decisione che la [[Dieta (storia)|Dieta]] dei [[Cantoni della Svizzera|cantoni svizzeri]] dell'anno precedente aveva rimesso all'[[arbitrato]] di due cantoni di religione mista ([[Appenzello]] e [[Glarona]]). Questi ultimi, infatti, avevano deciso che i locarnesi aderenti alla nuova confessione avrebbero dovuto tornare all'antica fede, oppure espatriare. La maggior parte delle famiglie trovò riparo oltralpe, in particolare a [[Zurigo]].
Nonostante le [[Diete di Ilanz]] del [[1524]] e del [[1526]] avessero proclamato la [[libertà di culto]] nella vicina [[Repubblica delle Tre Leghe]] (successivamente diventato [[Cantone dei Grigioni]]) nelle terre del Ticino, per secoli il [[cattolicesimo]] rimase l'unica confessione consentita dalle autorità nei baliaggi che formano il Cantone Ticino<ref>Borrani, 1896, 29-33.</ref>. Dal punto di vista ecclesiastico il territorio ticinese era diviso tra le Diocesi di Como e Milano.
In questa lotta contro la Riforma si distinse [[Carlo Borromeo]], il quale combatté il [[protestantesimo]] nelle valli svizzere di lingua italiana, imponendo rigidamente i dettami del [[Concilio di Trento]]<ref>Borrani, 1896, 34-47.</ref>. Nella sua [[visita pastorale]] in [[Val Mesolcina]] del 1583, fece processare per stregoneria centocinquanta persone. Questo è uno dei processi per [[stregoneria]] meglio documentati nella storia del periodo (ci è infatti giunta la cronaca del compagno di viaggio di Carlo Borromeo, il gesuita [[Achille Gagliardi]]). Tra gli arrestati un centinaio erano donne e molti furono i torturati (la [[tortura]] era una prassi comune per chiunque venisse arrestato con l'accusa di stregoneria, inoltre era sufficiente negare l'esistenza delle streghe per essere condannati a morte). I condannati al rogo furono undici: il prevosto e dieci donne, di cui otto vennero condannate al rogo appese a testa in giù.<ref>Camenisch, 1950.</ref><ref>[http://www.storiadimilano.it/Repertori/cronologia_streghe.htm Storia di Milano]</ref>
=== La rivolta della Val Leventina ===
Scoppiata nel 1755, fu legata a una lunga serie di attacchi alle prerogative della [[Valle Leventina]]<ref>{{DSS|I17207|La rivolta della Leventina}}</ref>, fino ad allora conservate nelle sue secolari istituzioni e [[consuetudine|consuetudini]]. Al momento della conquista, gli Svizzeri si erano infatti impegnati a rispettare le leggi e consuetudini preesistenti, anzi ne avevano imposto l'osservanza ai [[balivo|balivi]] da loro inviati, salva tuttavia la possibilità per i cantoni svizzeri di rettificarle successivamente. Fu proprio uno di questi tentativi di modifica a scatenare la rivolta. L'insurrezione si concluse con la condanna a morte dei tre principali arrestati, con la revoca di molti diritti di cui la valle godeva e, in particolare, con la completa riforma degli [[statuto (diritto)|statuti]] vallerani<ref>Cattaneo, 1938, 13-14.</ref>.
=== Verso la formazione e l'indipendenza del Cantone ===
Durante il periodo della [[Repubblica Elvetica]], per decisione di [[Napoleone Bonaparte]] i baliaggi vennero riuniti a formare, nel [[1798]], due diversi cantoni: [[Cantone di Bellinzona|Bellinzona]] e [[Cantone di Lugano|Lugano]]. Nel [[1803]], questi vennero poi definitivamente unificati in un nuovo soggetto, il cui nome venne ideato riprendendo il nome del fiume più importante del territorio: il [[Ticino (fiume)|Ticino]]. La scelta rifletteva il modello utilizzato nella denominazione dei [[dipartimento|dipartimenti]] francesi, adottata dopo la [[Rivoluzione francese|Rivoluzione del 1789]].
Nonostante il nuovo Cantone venisse dichiarato, fin dal 1803, Stato membro della Confederazione a pieno titolo, la [[Francia]] continuò a gestirne ampiamente gli affari, arrivando fino ad annettere de facto alla [[Repubblica Cisalpina]], seppure per un brevissimo periodo, i distretti meridionali di [[Muggio]] e [[Mendrisio]]: dal 1810 al 1813 il generale [[Achille Fontanelli]] occupò con le sue truppe il Mendrisiotto, con il pretesto di reprimervi il "contrabbando" fra Svizzera e Regno d'Italia.
La capitale del Cantone unificato venne posta a [[Bellinzona]], ma Lugano non accettò questa risoluzione. Il problema fu risolto con la Costituzione del [[1814]], la quale stabilì che le tre città principali, [[Bellinzona]], [[Lugano]] e [[Locarno]], si alternassero ogni sei anni nel ruolo. Questa alternanza durò fino al [[1878]] quando [[Bellinzona]] divenne la capitale unica e permanente.
La prima fase di vita del Cantone durante l'epoca napoleonica fu caratterizzata da un regime liberale filo-francese.
=== La Restaurazione e il governo dei landamani ===
{{vedi anche|Restaurazione}}
La caduta di [[Napoleone I|Napoleone]] fu seguita da una ripresa di vigore da parte delle [[monarchia assoluta|monarchie assolute]]; anche in Svizzera e nel Cantone Ticino si assistette dunque al ritorno dei vecchi governi aristocratici e al rafforzamento del potere dell'[[Potere esecutivo|Esecutivo]] a scapito dei Parlamenti cantonali, con le cariche politiche riservate per di più a una ristretta cerchia di cittadini abbienti. Nel Cantone Ticino furono elaborati vari progetti costituzionali, il primo respinto dalla [[Dieta federale (Svizzera)|Dieta federale]] perché ritenuto troppo democratico, i successivi rapidamente abortiti anche a causa di sommovimenti di popolo.
Il 3 marzo 1815 entrava così in funzione il primo [[Potere esecutivo|Esecutivo cantonale]], denominato [[Consiglio di Stato della Repubblica e Cantone Ticino|Consiglio di Stato]]. Era composto di undici membri, eletti per un mandato di sei anni dal Legislativo, il Gran Consiglio: va sottolineato che i Ministri cantonali continuavano a far parte di questo organismo.
Anche se gli anni 1815-1830 furono caratterizzati dal tentativo di singoli personaggi, in primis il discusso [[Landamano]] Giovanni Battista Quadri, di governare sostanzialmente in modo autoritario, il governo fu sempre assicurato da un collegio. Che il Landamano non godesse di un potere incontrastato rispetto agli altri membri del Consiglio di Stato è dimostrato proprio dalle gravi tensioni, anche nel seno stesso dell'Esecutivo, create dalle aspirazioni del Quadri.
Va comunque preso atto che, nel periodo chiamato «Regime del Landamani», per circa 15 anni il Cantone come l'intera [[Svizzera]] ritrovò una relativa quiete, seppur sotto la tutela dell'[[Impero austriaco]], e si dotò di nuove comode strade carrozzabili e ponti in pietra.
=== La rivoluzione del 1839, la controrivoluzione del 1841 e le loro conseguenze ===
Il XIX secolo, fino al 1890, fu caratterizzato dalle continue lotte con vari capovolgimenti fra liberali e conservatori, anche se la [[Costituzione]] del 1830 rimase formalmente in vigore fino al 1997. La rivoluzione liberale ticinese che fece terminare il "regime del Quadri" giunse addirittura prima della rivoluzione parigina di luglio del 1830 e venne consacrata nel testo costituzionale del 30 giugno 1830, opera di [[Stefano Franscini]]. Ma le pressioni non si placarono, a causa dei contrasti mai sopiti tra le due fazioni. Nel [[1839]] - quando le elezioni registrarono una vittoria dei conservatori - i liberali approfittarono dell'indignazione sorta per l'espulsione dal Cantone, decretata dal nuovo governo, dei mazziniani e patrioti italiani [[Giacomo Ciani|Giacomo]] e [[Filippo Ciani]]. Con un colpo di mano, fu così abbattuto il governo conservatore. Le successive elezioni sancirono la vittoria liberale, ma un analogo tentativo dei conservatori di rovesciare l'esito elettorale si produsse nel [[1841]]: il fallito golpe terminò con l'impiccagione del loro capo Giuseppe Nessi.
I liberali approfittarono quindi di una lunga stagione di governo ([[1839]]-[[1875]]) per perseguire una politica di [[secolarizzazione dei beni ecclesiastici|secolarizzazione]] della società: in particolare, con la chiusura dei monasteri, l'esclusione del clero dall'insegnamento e la soppressione dei collegi religiosi. In parallelo, venne rafforzato l'[[Liceo cantonale di Lugano#Storia|insegnamento pubblico]].
All'epoca, era naturale la simpatia dei liberali ticinesi per il [[Risorgimento italiano|movimento risorgimentale]]. La reazione dell'[[Austria]] all'appoggio ticinese verso la causa italiana non si fece attendere e, dopo la [[prima guerra di indipendenza italiana]] del [[1848]], l'Austria impose nel [[1853]] un blocco economico verso il Cantone Ticino ed espulse migliaia di ticinesi dal [[Regno Lombardo-Veneto]].
Tale misura, insieme con l'adozione in Svizzera della nuova costituzione federale più centralista del 1848, contribuì a spostare piano piano il baricentro del Cantone verso nord. Il 28 luglio 1854 l'Austria permise l'esportazione del grano lombardo verso il Cantone Ticino.
Dopo che, nel 1854-1855, i liberali rischiarono di perdere la maggioranza, si registrò un'accelerazione della politica di [[laicità|laicizzazione]]. Il [[clero]] venne così escluso dall'elettorato, sia attivo sia passivo, e venne pure richiesta, fra altre misure, la separazione del Cantone Ticino dalle diocesi di [[Como]] e [[Milano]].
=== Il Cantone Ticino durante e dopo il Sonderbund ===
Nel [[1845]], allo scoppio del [[Sonderbund]], il Cantone Ticino decise di rimanere, nonostante la vocazione cattolica, fedele al governo federale di Berna, nel quale i liberali detenevano la maggioranza. Di fatto il Cantone, che subì un tentativo d'invasione urana, non partecipò alle campagne di guerra civile tra liberali e conservatori.
=== Il ritorno dei conservatori ===
Nel 1875 il partito liberal-conservatore riconquistò la maggioranza e nei mesi seguenti la tensione crebbe tanto da giungere a una sparatoria fra liberali e conservatori: avvenne il 22 ottobre 1876, alle terme di [[Stabio]], durante il quale furono uccisi i liberali Guglielmo Pedroni, Giovanni Moresi e Giovan Battista Cattaneo e il conservatore Andrea Giorgetti. Grazie all'intervento del commissario federale, fu comunque possibile organizzare nuove elezioni, il 21 gennaio 1877, che sancirono la definitiva vittoria dei conservatori. Questi ultimi consolidarono negli anni seguenti il loro potere grazie a una paziente politica di amministrazione del [[sistema elettorale]]. Soprattutto, pesarono misure come i [[collegio elettorale|collegi elettorali]], detti circoli, costruiti "ad hoc" e una modifica nell'attribuzione dei seggi. Questi non vennero più assegnati secondo la popolazione realmente presente, ma in base agli iscritti all'[[anagrafe]]: in questa categoria allargata figuravano di conseguenza anche gli [[emigrato|emigrati]] da tempo all'estero, numerosi specie nelle Valli superiori tendenzialmente conservatrici.
Risale a questa fase la definitiva assegnazione del ruolo di [[capitale (città)|capitale]] cantonale a [[Bellinzona]], passaggio compiutosi nel 1878.
I rapporti fra i due partiti rimasero peraltro tesissimi. A ciò contribuiva – oltre alla politica di ristabilimento di più sereni rapporti tra Stato e Chiesa perseguita dai conservatori – pure il processo per i fatti di [[Stabio]]. La relativa inchiesta che divise il Cantone durò più di tre anni e vani furono i tentativi di giungere a un'[[amnistia]] generale. Il dibattimento prese avvio il 26 febbraio 1880 e vide fra i principali imputati il [[conservatore (magistrato)|conservatore]] [[Luigi Catenazzi]]<ref>{{DSS|I10126|Luigi Catenazzi}}</ref>, [[farmacista]], come accusato dell'[[omicidio]] del Pedroni e il [[colonnello]] avvocato [[Pietro Mola]]<ref>{{DSS|I23531|Famiglia e Pietro Mola}}</ref> con altri liberali per la morte di Andrea Giorgetti. La sentenza del 17 maggio 1880 assolse tutte le persone coinvolte (vi erano stati infatti 7 voti di condanna invece degli 8 su 12 richiesti dalla legge).
Nel 1882 mediante una riforma costituzionale fu introdotto il [[referendum]]. Nel 1888 la legge ecclesiastica fu modificata in senso più favorevole alla [[Chiesa cattolica]]. Nel frattempo la [[Santa Sede]] aveva disposto la separazione del Cantone Ticino dalle [[diocesi]] di Milano e Como e la sua unione a quella di Basilea con nomina per il Cantone Ticino di un [[amministratore apostolico]] con sede a Lugano.
=== La rivoluzione del 1890 ===
[[File:Cantone del Ticino 1898.jpg|thumb|Vincolo di 500 franchi del Cantone Ticino il 28 marzo 1898]]
I conservatori al potere disegnarono i circoli elettorali in modo da assicurarsi il massimo numero di deputati con il minimo dei voti. Alle elezioni del 3 marzo 1889, pur con uno scarto di pochissimi voti, risultarono così eletti 75 conservatori e 37 liberali. Scoppiarono gravi scontri tra le due fazioni: i liberali imputavano inoltre ai conservatori una serie di illecite cancellazioni dalle liste di candidati liberali. L'11 settembre 1890 scoppiò la cosiddetta [[rivoluzione del 1890]]<ref>{{DSS|I43029|Rivoluzione del 1890}}</ref>: i rivoltosi ([[Brenno Bertoni]], [[Rinaldo Simen]], [[Romeo Manzoni]]<ref>{{DSS|I3520|Romeo Manzoni}}</ref>, ecc.) presero d'assalto il palazzo governativo di Bellinzona, Angelo Castioni con una fucilata uccise il giovane Consigliere di Stato [[Luigi Rossi (1864-1890)]] e instaurarono un governo provvisorio interamente composto di liberali.
Il Consiglio federale fece intervenire l'esercito per appianare la tensione e riuscì a imporre un governo di transizione composto da liberali e conservatori diretto da un esponente di centro, [[Agostino Soldati]]. Nel 1893 fu varato nel Cantone Ticino, per la prima volta in Svizzera, un sistema elettivo proporzionale per l'esecutivo. I liberali andarono tuttavia rinsaldando la loro maggioranza. Il nuovo quadro politico, che modernizzò il Cantone Ticino, fu completato con la nascita del movimento socialista, costituitosi nel [[Partito Socialista Svizzero]] nel 1888 ed entrato nel governo cantonale nel 1922.
Durante tutto l'Ottocento, il Cantone, produttore essenzialmente di prodotti agricoli (paglia, tabacco, seta, formaggi) soffrì di una grave arretratezza economica, che si espresse in una forte [[emigrazione]] non soltanto verso i Paesi europei ma anche Oltreoceano. La lotta contro l'[[analfabetismo]] incominciata dal Franscini si trasformò in una più decisa politica di istruzione popolare che sfociò anche nel potenziamento delle scuole secondarie cantonali<ref>Marcacci, 2009.</ref>.
Solo con l'affermarsi del [[turismo]] e di una prima [[industrializzazione]], a inizio Novecento, la situazione cominciò a mutare. Accanto all'emigrazione, vi fu una forte [[immigrazione]] di mano d'opera italiana, in particolare nei settori dell'edilizia e delle cave di pietra. È stato soltanto a partire dagli anni 1960, in concomitanza con il boom immobiliare, che il Cantone si è sempre più affermato come importante [[piazza finanziaria]] e di servizi, in particolare con riferimento alla vicina Italia. La fondazione nel 1996 dell'[[Università della Svizzera italiana]] ha rappresentato il coronamento di un lungo periodo di crescita economica e culturale del Paese<ref>Rossi, 2010.</ref>.
=== Terra di esilio ===
Fin dall'[[XIX secolo|Ottocento]] il Cantone Ticino fu terra di esuli politici, dapprima repubblicani e federalisti ([[Lodovico Frapolli]], [[Carlo Cattaneo]], i fratelli Ciani), poi internazionalisti ([[Benoît Malon]], [[Michail Bakunin]]), quindi socialisti (Mario Tedeschi, [[Angiolo Cabrini]], [[Giuseppe Rensi]], [[Enrico Bignami]], [[Tito Barboni]]), anarchici ([[Pietro Gori]]) e sindacalisti rivoluzionari ([[Angelo Oliviero Olivetti]], [[Giulio Barni]], [[Alceste de Ambris]]). Ebbero la protezione locale di liberali, radicali e socialisti<ref>[https://www.academia.edu/4776530/Liberali_radicali_ticinesi_fra_ospitalita_ai_profughi_e_movimento_operaio_nascente W. Gianinazzi, in Bianchi ''et al.'', 1990]</ref>. Questo triangolo di terra incuneato nell'Insubria ospitò, durante il periodo tra le due guerre mondiali, anche molti esuli antifascisti e alcuni ebrei ([[Alberto Vigevani]]).
Negli [[Anni 1970|anni settanta]], il Cantone Ticino accolse numerosi rifugiati cileni che fuggirono la repressione seguita al colpo di Stato dell'11 settembre 1973 in [[Cile]]<ref>Stefano Guerra, [https://www.areaonline.ch/I-biglietti-per-la-liberta-che-unirono-Ticino-e-Cile-58e45400 "I biglietti per la libertà che unirono Ticino e Cile"], ''Area'', 5 settembre 2003.</ref>. Nei decenni successivi giungono in Ticino anche un nutrito numero di persone provenienti dai Balcani occidentali, in fuga dai conflitti in Jugoslavia e Kosovo. In virtù di questi ampi e costanti flussi migratori nella storia, oltre il 27% delle persone residenti in Ticino sono considerate straniere - un numero superiore alla media svizzera, che già si situa a un notevole 25%. Altri flussi migratori dalle conseguenze demografiche ben visibili ancora oggi includono quello composto da persone in fuga dal regime di [[António de Oliveira Salazar|Salazar]] in [[Portogallo]] soprattutto nella prima metà del '900.
Rifugiati politici, immigrazione economica e emigrazione hanno giocato un ruolo molto importante nella costruzione dell'identità ticinese. Quello della multiculturalità è un tema politico molto sentito, e la prevalenza di famiglie di origine straniera ha portato alla nascita del termine "secondos", usato per definire persone nate e cresciute in Svizzera da genitori stranieri.
Sempre in quegli anni, alcuni gruppi extraparlamentari ticinesi come il [[Movimento Giovanile Progressista-Lotta di Classe]], con ramificazioni a [[Zurigo]], l'[[Organizzazione Anarchica Ticinese]] e più tardi [[Soccorso rosso]] svilupparono persino una rete di sostegno attivo e verbale nei confronti dei militanti di estrema sinistra italiani. Tale sostegno permise la creazione di una rete di accoglienza e collaborazione militare, specializzata nei furti di armi nei depositi militari dell'Esercito svizzero. L'attività di appoggio sovversivo portò in Ticino numerosi esponenti della lotta armata italiana, tra i quali [[Valerio Morucci]] ed [[Enzo Fontana]]. [[Gianluigi Galli (attivista)|Gianluigi Galli]], di «Lotta di Classe», fu arrestato e accusato di favoreggiamento per l'entrata illegale di quattro sovversivi appartenenti al gruppo del Gatto Selvaggio del movimento dell'autonomia. Alcuni militanti di spicco delle Brigate Rosse quali [[Alvaro Lojacono]] ebbero contatti con membri del Partito Socialista ticinese, sebbene non vi siano prove di collusione per quanto riguarda i crimini commessi dai brigatisti.
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
A fine 2005 la popolazione cantonale ammontava a {{formatnum:322276}} abitanti, ma circa {{formatnum:100000}} ticinesi vivevano all'estero, soprattutto in [[Italia]], [[Germania]] e [[Francia]]. Alla fine del 2006 gli abitanti erano in totale {{formatnum:324851}}, con un incremento di {{formatnum:2575}} residenti rispetto al 2005<ref>[http://www.ti.ch/DFE/USTAT/DATI_CANTONE/01_popolazione/tabelle/T_010203_01K.html Censimento 2006] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20111028034608/http://www.ti.ch/DFE/USTAT/DATI_CANTONE/01_popolazione/tabelle/T_010203_01K.html |data=28 ottobre 2011 }}</ref> pari allo 0,8% (leggermente superiore al tasso di crescita nazionale attestatosi allo 0,7%). Su questo tasso d'incremento incide in buona misura il saldo migratorio (695 residenti stranieri in più fra 2006 e 2005). A fine 2021 la popolazione complessiva del Cantone è di {{formatnum:352181}} (stat. 2021) abitanti. Nel giugno 2024 gli abitanti raggiungevano invece il numero di {{formatnum:357996}}.<ref>{{Cita web|url=https://www.rsi.ch/info/svizzera/La-Svizzera-supera-i-nove-milioni-di-abitanti--2256190.html|titolo=La Svizzera supera i nove milioni di abitanti|sito=rsi|data=2024-09-19|lingua=it|accesso=2024-11-15}}</ref>
{{#chart:Demografia Canton Ticino.Bar.chart}}
A tale evoluzione hanno probabilmente contribuito sia il rafforzamento e la diversificazione dell'[[economia]] cantonale, sia il continuo e variegato [[immigrazione|afflusso di immigrati]]. La popolazione straniera nel 2007 rappresentava il 26% della popolazione totale<ref>[http://www.bancastato.ch/documenti/prodottieservizi/PUBLIC-ticino_in_cifre.pdf Ticino in cifre] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20111104153208/http://www.bancastato.ch/documenti/prodottieservizi/PUBLIC-ticino_in_cifre.pdf |data=4 novembre 2011 }}</ref>, un tasso leggermente superiore alla media svizzera, che si attesta al 23%. Durante i giorni lavorativi entrano nel territorio cantonale circa [https://www.bfs.admin.ch/bfs/it/home/statistiche/lavoro-reddito/attivita-professionale-orario-lavoro/popolazione-attiva/persone-frontaliere.html 78'738] «frontalieri» (lavoratori italiani, residenti nella fascia di confine, che lavorano in Ticino 2023).
La crescente immigrazione, soprattutto negli ultimi anni, ha portato il Ticino ad avere una popolazione composta per quasi un quinto da persone nate in paesi diversi. I paesi maggiormente rappresentati sono l'[[Italia]], il [[Kosovo]], l'[[Albania]], il [[Portogallo]], la [[Bosnia e Erzegovina]] e la [[Croazia]].
La città più popolosa è [[Lugano]]. Grazie a una serie di aggregazioni con i Comuni della cintura urbana, la sua popolazione è cresciuta all'inizio del XXI secolo fino a quasi {{formatnum:70000}} abitanti. Le altre città principali sono [[Bellinzona]], che è la capitale in cui ha sede il governo cantonale ([https://www.bellinzona.ch/downdoc.php?id_doc=86556&lng=1&i=1&MasterId=33134&rif=36aa81a7f5#:~:text=Al%2031%20dicembre%202023%20erano,per%20il%20quinto%20anno%20consecutivo. 45 897] abitanti), [[Locarno]] e [[Mendrisio]]. Di dimensioni inferiori (sotto i {{formatnum:10000}} abitanti) ma con una rilevanza regionale non trascurabile sono i borghi di [[Airolo]], [[Biasca]] e [[Faido]] nel Ticino settentrionale, e [[Chiasso]] nel Ticino Meridionale. La maggior parte della popolazione si situa nei centri urbani nel sud del cantone, più sviluppato e pianeggiante. Il nord è scarsamente popolato, ed include alcuni dei comuni più grandi della Svizzera in termini di superficie.
=== Lingue e dialetti ===
==== Lingue locali ====
La lingua ufficiale del Cantone Ticino è l'[[lingua italiana|italiano]]. La [[dialetto lombardo alpino|lingua lombarda]] è parlata – in [[diglossia]] con l'italiano – in tutto il Cantone, nelle sue varietà [[Dialetto ticinese|ticinese]] ([[Sopraceneri]]) e [[dialetto comasco|comasca]] ([[Sottoceneri]]), entrambi appartenenti al [[Dialetto lombardo occidentale|ramo occidentale]]<ref name=":62"/>. È l'unico cantone svizzero in cui l'italiano è la lingua maggioritaria.
Con la rivoluzione industriale e l'arrivo in Ticino di infrastrutture moderne nasce il cosiddetto "dialetto della ferrovia" (o "[[Dialetto ticinese#Koinè ticinese|koinè ticinese]]"), una sorta di standard nato dalle nuove possibilità di movimento e scambio tra valli e comuni.<ref name=":1">{{Cita libro|nome=Dario|cognome=Petrini|titolo=La Koinè Ticinese. Livellamento dialettale e dinamiche Innovative|anno=1988|editore=Francke|città=Bern|lingua=it|isbn=9783317016599}}</ref>
[[Bosco Gurin]] è l'unico comune ticinese in cui, a fianco dell'italiano, è riconosciuta ufficialmente anche la [[lingua tedesca]]:<ref>{{cita web|url=https://www.bosco-gurin.ch/files/CARTA_LA_PROMOZIONE_DELLA_LINGUA_TEDSCA.pdf|titolo=Carta per il comune di Bosco Gurinper la promozione della lingua tedesca (Ggurijnartitsch e tedesco standard)|accesso=3 maggio 2020}}</ref> una parte dei suoi abitanti, i [[Walser]], parla, infatti, il ''[[tedesco alemanno|Guryner Titsch]]'' (o ''Ditsch'').
L'Ufficio di Statistica del Canton Ticino pubblica indagini a campione sulla lingue usate dalla popolazione permanente di oltre 15 anni di età. Le opzioni sono tre, per cui il totale supera il 100%.
{| class="wikitable"
! Lingue in Ticino <ref name="Popolazione residente permanente di 15 anni e lingue conosciute">[https://www3.ti.ch/DFE/DR/USTAT/index.php?fuseaction=temi.sottotema&p1=33&p2=85&p3=89&proId=88 | Ufficio di statistica | Cantone Ticino<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
! 2010
! 2015
! 2016
! 2017
! 2018
! 2019
! 2020
! 2021
! 2022
! 2023
|-
| [[Lingua italiana|Italiano]]
| align="right"| 87,7%
| align="right"| 88,5%
| align="right"| 88,8%
| align="right"| 88,8%
| align="right"| 87,93%
| align="right"| 88,60%
| align="right"| 88,18%
| align="right"| 87,93%
| align="right"| 88,05%
| align="right"| 87,40%
|-
| [[Lingua tedesca|Tedesco]]
| align="right"| 11,1%
| align="right"| 10,9%
| align="right"| 10,7%
| align="right"| 10,5%
| align="right"| 10,70%
| align="right"| 10,22%
| align="right"| 10,32%
| align="right"| 9,69%
| align="right"| 9,64%
| align="right"| 9,36%
|-
| [[Lingua inglese|Inglese]]
| align="right"| 2,9%
| align="right"| 3,2%
| align="right"| 3,6%
| align="right"| 3,5%
| align="right"| 3,88%
| align="right"| 3,87%
| align="right"| 4,26%
| align="right"| 4,26%
| align="right"| 3,94%
| align="right"| 4,57%
|-
| [[Lingua francese|Francese]]
| align="right"| 5,3%
| align="right"| 4,9%
| align="right"| 5,1%
| align="right"| 4,8%
| align="right"| 5,05%
| align="right"| 4,70%
| align="right"| 4,74%
| align="right"| 4,43%
| align="right"| 4,21%
| align="right"| 4,19%
|-
| [[Lingua serbo-croata|Serbo Croato]]
| align="right"| 3,2%
| align="right"| 2,7%
| align="right"| 3,0%
| align="right"| 2,9%
| align="right"| 2,61%
| align="right"| 2,72%
| align="right"| 2,63%
| align="right"| 2,58%
| align="right"| 2,60%
| align="right"| 2,54%
|-
| [[Lingua spagnola|Spagnolo]]
| align="right"| 2,1%
| align="right"| 2,2%
| align="right"| 2,3%
| align="right"| 2,4%
| align="right"| 2,29%
| align="right"| 2,37%
| align="right"| 2,30%
| align="right"| 2,44%
| align="right"| 2,31%
| align="right"| 2,46%
|-
| [[Lingua portoghese|Portoghese]]
| align="right"| 2,7%
| align="right"| 3,0%
| align="right"| 3,0%
| align="right"| 2,9%
| align="right"| 2,68%
| align="right"| 2,46%
| align="right"| 2,56%
| align="right"| 2,67%
| align="right"| 2,55%
| align="right"| 2,41%
|-
| [[Lingua albanese|Albanese]]
| align="right"| 1,1%
| align="right"| 1,0%
| align="right"| 1,0%
| align="right"| 1,1%
| align="right"| 1,09%
| align="right"| 1,01%
| align="right"| 0,97%
| align="right"| 1,13%
| align="right"| 0,97%
| align="right"| 1,13%
|-
| [[Lingua turca|Turco]]
| align="right"| 0,3%
| align="right"| 0,4%
| align="right"| 0,4%
| align="right"| 0,4%
| align="right"| 0,38%
| align="right"| 0,28%
| align="right"| 0,37%
| align="right"| 0,40%
| align="right"| 0,40%
| align="right"| 0,41%
|-
| [[Lingua romancia|Romancio]]
| align="right"| 0,1%
| align="right"| 0,1%
| align="right"| 0,1%
| align="right"| 0,1%
| align="right"| 0,11%
| align="right"| 0,14%
| align="right"| 0,11%
| align="right"| 0,14%
| align="right"| 0,05%
| align="right"| 0,10%
|-
| Altre lingue
| align="right"| 3,0%
| align="right"| 3,6%
| align="right"| 4,0%
| align="right"| 3,9%
| align="right"| 3,57%
| align="right"| 3,70%
| align="right"| 3,77%
| align="right"| 3,85%
| align="right"| 4,04%
| align="right"| 4,17%
|}
==== Lingue straniere ====
Nel corso del XX secolo in Ticino si è assistito a un progressivo accrescimento della comunità germanofona: molte persone si sono infatti spostate dai Cantoni di lingua tedesca verso il sud delle Alpi; a questi, si aggiungono annualmente durante la [[estate|stagione estiva]] un grande numero di turisti.
La lingua tedesca gode quindi in Ticino di uno ''status'' particolarmente elevato ed è conosciuta da ampi strati della popolazione, tanto che nel 2017 i Giovani Liberali Radicali Ticinesi arrivano a proporre di introdurre l'insegnamento del tedesco fin dalla terza elementare; la proposta non si realizzerà per via di dubbi e critiche concernenti la capacità di bambini italofoni di studiare in modo produttivo una lingua di ceppo non latino.
Tale fenomeno – intensificatosi a partire dal 1950 – aveva fatto pensare a una progressiva [[germanizzazione]] del [[Cantoni della Svizzera|Cantone]], in particolare dei due distretti a maggiore vocazione turistica, [[Distretto di Locarno|Locarno]] e [[Distretto di Lugano|Lugano]]; tali preoccupazioni si sono tuttavia drasticamente ridimensionate a partire dal 1980, da quando si è verificata una costante riduzione della quota di persone di lingua madre tedesca: in termini percentuali, la quota è passata dall'11,1% del 1980 all'8,3% del 2000.
Il francese, più vicino all'italiano, è già insegnato dalle elementari; inglese e tedesco vengono comunque insegnati durante le scuole medie, mentre lingue come lo spagnolo, il latino o il [[Lingua greca antica|greco]] sono spesso insegnate in licei e scuole professionali.
=== Religione ===
[[File:Cattedrale di San Lorenzo (Lugano) 01.jpg|miniatura|La [[Cattedrale di San Lorenzo (Lugano)|Cattedrale di San Lorenzo]] a [[Lugano]]]]
Per secoli il [[cattolicesimo]] è rimasta l'unica confessione consentita dalle autorità nei [[Baliato e siniscalcato|baliaggi]] che formano il Cantone Ticino, tanto che nel 1555 i membri della comunità [[Riforma protestante|riformata]] di Locarno vennero espulsi e trovarono rifugio a Zurigo. Così nel Cantone, anche nei primi decenni dopo l'indipendenza, la [[religione cattolica]] rimase prevalente<ref name="Pacillo, 2009">Pacillo, 2009.</ref>. La Costituzione cantonale – non dissimilmente da quanto previsto dalla Costituzione federale svizzera – assicura piena libertà di culto ai fedeli di tutte le confessioni. La Chiesa cattolica romana e la Chiesa evangelica riformata godono di personalità giuridica di diritto pubblico: i loro rapporti con lo Stato sono regolati dalla Legge cantonale sulla Chiesa evangelica del 14 aprile 1997 e dalla legge sulla Chiesa cattolica del 16 dicembre 2002 unitamente al relativo regolamento di applicazione del 7 dicembre 2004.
Le Chiese dotate di personalità di diritto pubblico si finanziano – in base a un decreto legislativo del 1992 – grazie all'imposta di culto, alla quale possono essere assoggettate solo le persone fisiche e giuridiche iscritte in uno speciale catalogo compilato da ciascuna Parrocchia. In forza di tale principio, l'imposta di culto è dunque totalmente facoltativa e consente al fedele di autodeterminarsi in piena libertà riguardo alla corrispondenza tra status di membro della Parrocchia e dovere di sovvenire alle necessità finanziarie della stessa<ref name="Pacillo, 2009"/>. I cattolici del Cantone seguono uno dei due riti: [[rito romano|romano]] o [[rito ambrosiano|ambrosiano]].
Nel ventunesimo secolo, anche a causa della forte [[immigrazione]], il quadro confessionale si è fatto decisamente più vario, come emerge dalle rilevazioni annuali dell'Ufficio di Statistica del Canton Ticino. In notevole incremento gli atei.
{| class="wikitable"
! Religioni in Ticino <ref name="Popolazione residente permanente di 15 anni e più secondo l'appartenenza religiosa in Ticino">[https://www3.ti.ch/DFE/DR/USTAT/allegati/tabella/T_010503_01.xlsx | Ufficio di statistica | Cantone Ticino<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
! 2010
! 2015
! 2016
! 2017
! 2018
! 2019
! 2020
! 2021
! 2022
! 2023
|-
| [[cattolicesimo|Cattolici]]
| align="right"| 69,1%
| align="right"| 67,8%
| align="right"| 66,6%
| align="right"| 65,3%
| align="right"| 63,4%
| align="right"| 62,8%
| align="right"| 61,9%
| align="right"| 60,5%
| align="right"| 59,3%
| align="right"| 56,4%
|-
| [[Ateismo|Nessuna religione]]
| align="right"| 15,9%
| align="right"| 17,8%
| align="right"| 19,6%
| align="right"| 20,1%
| align="right"| 22,8%
| align="right"| 24,2%
| align="right"| 26,4%
| align="right"| 26,3%
| align="right"| 27,6%
| align="right"| 30,5%
|-
| [[Cristianesimo|Altri cristiani]]
| align="right"| 5,2%
| align="right"| 5,5%
| align="right"| 5,4%
| align="right"| 5,6%
| align="right"| 5,3%
| align="right"| 5,1%
| align="right"| 5,3%
| align="right"| 5,5%
| align="right"| 5,4%
| align="right"| 5,6%
|-
| [[protestantesimo|Protestanti]]
| align="right"| 4,5%
| align="right"| 4,1%
| align="right"| 3,8%
| align="right"| 4,0%
| align="right"| 3,9%
| align="right"| 3,9%
| align="right"| 3,6%
| align="right"| 3,5%
| align="right"| 3,6%
| align="right"| 3,2%
|-
| [[islam|Musulmani]]
| align="right"| 1,8%
| align="right"| 2,0%
| align="right"| 1,8%
| align="right"| 2,1%
| align="right"| 2,1%
| align="right"| 1,9%
| align="right"| 1,8%
| align="right"| 2,2%
| align="right"| 2,2%
| align="right"| 2,2%
|-
| [[Senza Indicazione|Non risponde]]
| align="right"| 2,9%
| align="right"| 2,1%
| align="right"| 2,0%
| align="right"| 1,9%
| align="right"| 1,7%
| align="right"| 1,2%
| align="right"| 1,2%
| align="right"| 1,3%
| align="right"| 1,2%
| align="right"| 1,1%
|-
| [[Altre confessioni religiose|Altre religioni]]
| align="right"| 0,6%
| align="right"| 0,6%
| align="right"| 0,6%
| align="right"| 0,8%
| align="right"| 0,8%
| align="right"| 0,7%
| align="right"| 0,7%
| align="right"| 0,6%
| align="right"| 0,7%
| align="right"| 0,8%
|-
| [[ebraismo|Ebrei]]
| align="right"| 0,1%
| align="right"| 0,2%
| align="right"| 0,1%
| align="right"| 0,2%
| align="right"| 0,1%
| align="right"| 0,1%
| align="right"| 0,1%
| align="right"| 0,1%
| align="right"| 0,1%
| align="right"| 0,1%
|}
Nel 2000 questo era il panorama religioso del Canton Ticino, come emerge dai dati del [[censimento]]:
* [[cattolicesimo|cattolici]] (75,94%)
* [[protestantesimo|protestanti]] (6,88%)
* [[Chiesa ortodossa|ortodossi]] (2,35%)
* [[islam|musulmani]] (1,87%)
* [[Chiesa cattolica cristiana svizzera|vecchi cattolici]] (0,18%)
* [[ebraismo|ebrei]] (0,12%)
* senza indicazione o senza confessione (12,22%)
Va rilevato che la piccola comunità ebraica è concentrata sostanzialmente a [[Lugano]].
=== Formazione, ricerca e sviluppo ===
Nel campo dell'educazione e della ricerca, nel Cantone Ticino esistono due poli.
* L'[[Università della Svizzera Italiana]] (USI) di Lugano è l'unica università svizzera dove si insegna in [[lingua italiana]] e inglese. Le facoltà presenti sono: Architettura (a Mendrisio), Economia, Scienze della comunicazione e Informatica. A Lugano vi è pure, con direzione amministrativa separata, una [[Facoltà di Teologia di Lugano|facoltà di Teologia]].
* La [[Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana]] (SUPSI) è invece una [[Fachhochschule|scuola universitaria professionale]] la cui missione si concentra su tre aspetti: la formazione di base, la formazione continua e la ricerca. Il suo atout è quello di saper coniugare la teoria con la pratica professionale.
[[File:Outside View of the Swiss National Supercomputing Centre.JPG|thumb|Sede del CSCS a Lugano]]
Altri istituti di ricerca universitaria presenti in Ticino sono:
* Il [[Centro Svizzero di Calcolo Scientifico]] ([http://www.cscs.ch/ CSCS ])
* L'Istituto Dalle Molle di Studi sull'Intelligenza Artificiale ([http://www.idsia.ch IDSIA])
* L'Istituto Oncologico di Ricerca (IOR) ([http://ior.iosi.ch/site/index.php IOR] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20141214022441/http://ior.iosi.ch/site/index.php |date=14 dicembre 2014 }})
* L'Istituto di Ricerca in Biomedicina ([http://www.irb.ch/ IRB])
* L'[[IRSOL|Istituto di Ricerca in Fisica Solare]] ([http://www.irsol.ch/ IRSOL])
* Il conservatorio della svizzera italiana (Dipartimento Ricerca e Sviluppo) ([http://www.artisticresearch.ch/en/research_showcase/past_projects.html http://www.artisticresearch.ch/en/research_showcase/past_projects.html])
Da diversi anni vi è stato un fiorire di altre istituzioni culturali, destinate in particolare a italiani in settori universitari dove vige il numero chiuso. Le autorità federali sono intervenute per impedire l'uso di termini come ''università'' o ''ateneo'' per le istituzioni che non abbiano avuto un pubblico riconoscimento a utilizzare tale denominazione.<ref>{{Cita web |url=http://www.tvsvizzera.it/qui-frontiera/Boom-di-universit%C3%A0-private-in-Ticino-la-magistratura-indaga-4951015.html |titolo=Tv Svizzera Boom di Università private in Ticino, la magistratura indaga |accesso=17 marzo 2021 |dataarchivio=5 marzo 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160305062821/http://www.tvsvizzera.it/qui-frontiera/Boom-di-universit%C3%A0-private-in-Ticino-la-magistratura-indaga-4951015.html |urlmorto=sì }}</ref>
=== Organizzazione ecclesiastica ===
Sino al termine del XIX secolo, precisamente fino agli accordi tra [[Consiglio federale (Svizzera)|Consiglio federale svizzero]] e [[Santa Sede]] del 1884, il Ticino era ecclesiasticamente soggetto in parte alla [[Diocesi di Milano]] e in parte a quella di [[Diocesi di Como|Como]].
A seguito di tali accordi, il 7 settembre 1888 [[papa Leone XIII]], con la bolla ''Ad universam'', creò la [[Diocesi di Lugano]], costituendo la [[Cattedrale di San Lorenzo (Lugano)|Chiesa parrocchiale e collegiata di San Lorenzo]] di [[Lugano]] a cattedrale. Al suo vertice, in un primo tempo, non fu posto un vescovo bensì un [[Amministratore apostolico]]. Fu infatti soltanto l'8 marzo 1971, che l'Amministrazione Apostolica del Cantone Ticino fu staccata canonicamente dalla [[Diocesi di Basilea]] e si poté parlare per la prima volta, formalmente, di un [[Diocesi di Lugano#Vescovi di Lugano|Vescovo di Lugano]]<ref>Gerosa, 2009.</ref>.
Come residuo della secolare divisione del Ticino tra la diocesi di Milano e quella di Como si celebrano sia il [[rito romano]] sia il [[rito ambrosiano]].
== Cultura ==
{{Vedi anche|Musei del Canton Ticino}}{{...|Cultura}}
== Politica ==
Il Cantone Ticino è [[Cantoni della Svizzera|cantone]] della [[Svizzera|Confederazione svizzera]] con una costituzione e una sovranità limitata soltanto dalla [[costituzione federale della Confederazione svizzera]]<ref>Art.1 della costituzione della Repubblica e Cantone Ticino del 14 dicembre 1997 https://m3.ti.ch/CAN/RLeggi/public/index.php/raccolta-leggi/legge/num/1.</ref>. La costituzione del Cantone Ticino in vigore è del 1997<ref>Testo della costituzione della Repubblica e Cantone Ticino del 14 dicembre 1997 https://m3.ti.ch/CAN/RLeggi/public/index.php/raccolta-leggi/legge/num/1.</ref>.
=== Ordinamento del cantone ===
==== Costituzione ====
{{Citazione|Il Cantone Ticino è una repubblica democratica di cultura e lingua italiane.| Art. 1 Costituzione della Repubblica e Cantone Ticino del 14 dicembre 1997 (Stato 5 dicembre 2017)<ref name="admin.ch">https://www.admin.ch/opc/it/classified-compilation/20012210/index.html</ref>}}
La prima costituzione della Repubblica e Cantone Ticino è del 4 luglio 1830<ref>[https://www.admin.ch/opc/it/classified-compilation/18300001/index.html Costituzione della Repubblica e Cantone del Ticino, del 4 luglio 1830].</ref>. È del 14 dicembre 1997 la nuova costituzione della Repubblica e Cantone Ticino<ref>Testo completo della [https://www.admin.ch/opc/it/classified-compilation/20012210/index.html Costituzione della Repubblica e Cantone Ticino del 14 dicembre 1997 (Stato 17 settembre 2018)] e può essere revisionata</ref><ref>''Titolo IX: Revisione della Costituzione'', articoli 82-90 della [https://www.admin.ch/opc/it/classified-compilation/20012210/201712050000/131.229.pdf Costituzione della Repubblica e Cantone Ticino del 14 dicembre 1997 (Stato 5 dicembre 2017)] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20190531112625/https://www.admin.ch/opc/it/classified-compilation/20012210/201712050000/131.229.pdf |date=31 maggio 2019 }}.</ref>.
==== Consiglio di Stato (autorità esecutiva) ====
[[File:Regierungsgebäude - Bellinzona 017.jpg|thumb|Palazzo del governo ticinese a [[Bellinzona]]]]
Il potere esecutivo cantonale prende il nome di ''[[Consiglio di Stato della Repubblica e Cantone Ticino|Consiglio di Stato]]''<ref>Articolo 65 della [https://www.admin.ch/opc/it/classified-compilation/20012210/201712050000/131.229.pdf Costituzione della Repubblica e Cantone Ticino del 14 dicembre 1997 (Stato 5 dicembre 2017)] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20190531112625/https://www.admin.ch/opc/it/classified-compilation/20012210/201712050000/131.229.pdf |date=31 maggio 2019 }}.</ref>. È composto da cinque membri eletti direttamente dal popolo in un unico [[Circondario di decentramento amministrativo|circondario]], con sistema proporzionale, che restano in carica per una legislatura di 4 anni. All'interno del consesso vengono nominati a rotazione un presidente e un vicepresidente, con funzioni di rappresentanza, che rimangono in carica per un anno. Ogni consigliere assume la direzione di un dipartimento ([[Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport (Cantone Ticino)|Dipartimento dell'Educazione, della Cultura e dello Sport - DECS]], Dipartimento delle Finanze e dell'Economia - DFE, [[Dipartimento delle istituzioni (Cantone Ticino)|Dipartimento delle Istituzioni - DI]], Dipartimento della Sanità e della Socialità - DSS e Dipartimento del Territorio - DT). Il presidente è nominato annualmente<ref>Articolo 69 della [https://www.admin.ch/opc/it/classified-compilation/20012210/201712050000/131.229.pdf Costituzione della Repubblica e Cantone Ticino del 14 dicembre 1997 (Stato 5 dicembre 2017)] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20190531112625/https://www.admin.ch/opc/it/classified-compilation/20012210/201712050000/131.229.pdf |date=31 maggio 2019 }}.</ref>; il Presidente del Consiglio di Stato è Christian Vitta.
Anche all'ultima elezione cantonale i 5 seggi sono stati suddivisi tra Leghisti (2), liberali-radicali (1), Popolari democratici (1), Socialisti (1). Da due elezioni i liberali-radicali hanno perso la maggioranza relativa. Nei decenni precedenti – con l'eccezione della legislatura 1987-1991 con due liberali, due socialisti e un popolare democratico – la composizione del governo era stata la seguente: due liberali, due popolari democratici e un socialista.
==== Gran Consiglio (autorità legislativa) ====
Il parlamento cantonale è il [[Gran Consiglio (Ticino)|Gran Consiglio]], composto da 90 membri<ref>Articolo 57 della [https://www.admin.ch/opc/it/classified-compilation/20012210/201712050000/131.229.pdf Costituzione della Repubblica e Cantone Ticino del 14 dicembre 1997 (Stato 5 dicembre 2017)] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20190531112625/https://www.admin.ch/opc/it/classified-compilation/20012210/201712050000/131.229.pdf |date=31 maggio 2019 }}.</ref>, anch'essi eletti in votazione popolare e in carica per quattro anni. A seguito delle elezioni cantonali del 2 aprile 2023, i seggi del parlamento sono così ripartiti<ref>{{cita web|url=https://www4.ti.ch/poteri/gc/parlamento/composizione-del-parlamento/composizione-attuale|titolo=Gran Consiglio - composizione attuale|accesso=6 gennaio 2025}}</ref>:
*[[Alleanza del Centro|Il Centro - Giovani del Centro]]: 16
*Avanti con Ticino & Lavoro: 3
*[[Lega dei Ticinesi]]: 14
*HelvEthica Ticino: 2
*[[Partito Comunista (Svizzera)|Partito Comunista]] - [[Partito operaio e popolare]]: 2
*[[Unione Democratica di Centro]]: 9
*[[Partito Verde Liberale della Svizzera|Partito Verde Liberale - Giovani Verdi Liberali]]: 2
*[[Partito Socialista Svizzero|Partito Socialista]] - [[Gioventù Socialista Svizzera|Gioventù Socialista]] - Forum Alternativo: 12
*[[Verdi Svizzeri|Verdi del Ticino]]: 5
*[[PLR.I Liberali Radicali|Partito Liberale Radicale ticinese]]: 21
*Più Donne: 2
*[[Movimento per il Socialismo (Svizzera)|Movimento per il Socialismo - Indipendenti]]: 2
Le scadenze di mandato dei primi decenni del terzo millennio hanno visto una progressiva erosione dei suffragi per i due principali partiti del Cantone, che fino al 1987 disponevano di un elettorato stabile di oltre il 70% (38-39 % i Liberali radicali con circa 35 seggi; 33-35 % i Popolari democratici con circa 30 seggi). A tale flessione elettorale ha corrisposto un incremento delle liste di sinistra e dei populisti di destra, ossia Lega dei Ticinesi e Unione Democratica di Centro.
Vi è anche un parlamento giovanile, il [[Consiglio Cantonale dei Giovani]], organizzato in assemblea plenaria, comitato e segretariato, la cui funzione è solo consultiva e didattica per l'avvicinamento dei giovani alla politica.
Al vertice del potere giudiziario c'è il [[Tribunale di appello]] che tramite le sue Corti decide in ultima istanza (di regola in 2. grado) quasi tutte le controversie civili, penali e amministrative.
===== Elezioni federali =====
Oltre a eleggere Governo e Parlamento cantonali, il popolo ticinese nomina ogni quattro anni due deputati al [[Consiglio degli Stati]] (la camera alta, in cui ogni cantone è rappresentato da due deputati) e otto deputati al [[Consiglio nazionale (Svizzera)|Consiglio Nazionale Svizzero]] (la camera bassa, con deputati proporzionali al numero degli abitanti del cantone).
=== Suddivisioni amministrative ===
==== Comuni ====
{{vedi anche|Comuni del canton Ticino}}
I comuni sono enti di diritto pubblico che svolgono i compiti pubblici generali che non sono attribuiti al Cantone o alla Confederazione dalla legge<ref>Articolo 16 della [https://www.admin.ch/opc/it/classified-compilation/20012210/201712050000/131.229.pdf Costituzione della Repubblica e Cantone Ticino del 14 dicembre 1997 (Stato 5 dicembre 2017)] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20190531112625/https://www.admin.ch/opc/it/classified-compilation/20012210/201712050000/131.229.pdf |date=31 maggio 2019 }}.</ref>. I comuni hanno come organi l'Assemblea comunale, il Municipio (con il [[Sindaco (Svizzera)|sindaco]]) e possono istituire il [[Consiglio comunale (Ticino)|consiglio comunale]]<ref>Articolo 17 della [https://www.admin.ch/opc/it/classified-compilation/20012210/201712050000/131.229.pdf Costituzione della Repubblica e Cantone Ticino del 14 dicembre 1997 (Stato 5 dicembre 2017)] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20190531112625/https://www.admin.ch/opc/it/classified-compilation/20012210/201712050000/131.229.pdf |date=31 maggio 2019 }}.</ref>; sono eletti dal popolo nel comune: il consiglio comunale, il municipio e il sindaco<ref>Articolo 35 della [https://www.admin.ch/opc/it/classified-compilation/20012210/201712050000/131.229.pdf Costituzione della Repubblica e Cantone Ticino del 14 dicembre 1997 (Stato 5 dicembre 2017)] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20190531112625/https://www.admin.ch/opc/it/classified-compilation/20012210/201712050000/131.229.pdf |date=31 maggio 2019 }}.</ref>. I comuni possono fondersi e riunirsi in associazioni; il Consiglio di Stato può costituire consorzi di comuni<ref>Articolo 19 della [https://www.admin.ch/opc/it/classified-compilation/20012210/201712050000/131.229.pdf Costituzione della Repubblica e Cantone Ticino del 14 dicembre 1997 (Stato 5 dicembre 2017)] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20190531112625/https://www.admin.ch/opc/it/classified-compilation/20012210/201712050000/131.229.pdf |date=31 maggio 2019 }}.</ref>.
===== Comuni più popolati =====
I primi dieci comuni ticinesi per numero di abitanti sono:
{| class="wikitable sortable"
! style="background:#efefef" colspan="1" | '''Stemma'''
! width="100" align="left" style="background:#efefef" | '''Comune'''
! align="center" style="background:#efefef" | '''Abitanti'''<ref name="template divisione amministrativa-abitanti"/><br />
! align="center" style="background:#efefef" | '''Superficie'''<br />in km²
! align="center" style="background:#efefef" | '''Abitanti/<br />km²'''
! width="85" align="left" style="background:#efefef" | '''Distretto'''
|-
| align="center" | [[File:CHE Lugano COA.svg|35px|Lugano]]
| '''[[Lugano]]''' || align="center" | {{formatnum:68375}}<ref>{{Cita web|url=https://www.lugano.ch/la-mia-citta/identita-e-storia/statistiche.html|titolo=Statistiche {{!}} lugano.ch|sito=lugano|lingua=it|accesso=2024-05-23}}</ref>|| align="right" |75,8|| align="right" | 902
| [[Distretto di Lugano|Lugano]]
|-
| align="center" | [[File:Snake-coat of arms.svg|35px|Bellinzona]]
| '''[[Bellinzona]]''' || align="center" | {{formatnum:45897}}<ref>{{Cita web|url=https://www.laregione.ch/cantone/bellinzonese/1728411/arrivi-comune-stato-residenti-bellinzona-aumento-abitanti|titolo=Bellinzona continua a crescere: quasi 400 abitanti in più|sito=laRegione|data=2024-01-24|lingua=it|accesso=2024-05-23}}</ref>|| align="right" |164,96|| align="right" | 278
| [[Distretto di Bellinzona|Bellinzona]]
|-
| align="center" | [[File:CHE Locarno COA.svg|35px|Locarno]]
| '''[[Locarno]]''' || align="center" | {{formatnum:16655}}<ref>{{Cita web|url=https://www.laregione.ch/cantone/locarnese/1728667/abitanti-unita-locarno-citta-aumento|titolo=Locarno, la popolazione s'assesta (dopo due anni di crescita)|sito=laRegione|data=2024-01-25|lingua=it|accesso=2024-05-23}}</ref>|| align="right" |19,27|| align="right" | 864
| [[Distretto di Locarno|Locarno]]
|-
| align="center" | [[File:CHE Mendrisio COA.svg|35px|Mendrisio]]
| '''[[Mendrisio]]''' || align="center" | {{formatnum:15820}}<ref>{{Cita web|url=https://mendrisio.ch/dati-statistici/|titolo=Città di Mendrisio {{!}}|accesso=2024-05-23}}</ref>|| align="right" |32,01|| align="right" | 494
| [[Distretto di Mendrisio|Mendrisio]]
|-
| align="center" | [[File:Chiasso-coat of arms.svg|35px|Chiasso]]
| [[Chiasso]] || align="center" | {{formatnum:7738}}<ref>{{Cita web|url=https://www.chiasso.ch/wp-content/uploads/2024/01/StatPop2023Chiasso_schema-riassuntivo.pdf|titolo=}}</ref>|| align="right" |5,33|| align="right" | 1451
| [[Distretto di Mendrisio|Mendrisio]]
|-
| align="center" | [[File:Minusio-coat of arms.svg|35px|Minusio]]
| [[Minusio]] || align="center" | {{formatnum:7498}}<ref>[https://www.laregione.ch/cantone/locarnese/1634261/residenti-abitanti-minusio-ufficio-controllo LaRegione.ch - Popolazione residente a Minusio al 31 dicembre 2022]</ref>|| align="right" |5,85|| align="right" | 1281
| [[Distretto di Locarno|Locarno]]
|-
| align="center" | [[File:Massagno-coat of arms.svg|35px|Massagno]]
| [[Massagno]] || align="center" | {{formatnum:6933}}<ref>{{Cita web|url=https://www.laregione.ch/cantone/luganese/1726554/massagno|titolo=Altro record per Massagno: gli abitanti sono 6’933|sito=laRegione|data=2024-01-16|lingua=it|accesso=2024-05-23}}</ref>|| align="right" |0,73|| align="right" | 9497
| [[Distretto di Lugano|Lugano]]
|-
| align="center" | [[File:CHE Losone COA.svg|35px|Losone]]
| [[Losone]] || align="center" | {{formatnum:6871}}<ref>{{Cita web|url=https://www.losone.ch/Il-comune-98004800|titolo=Comune di Losone - Comune di Losone|sito=www.losone.ch|accesso=2024-05-23}}</ref>|| align="right" |9,53|| align="right" | 721
| [[Distretto di Locarno|Locarno]]
|-
| align="center" | [[File:Capriasca-coat of arms.svg|35px|Capriasca]]
| [[Capriasca]] || align="center" | {{formatnum:6849}}<ref>[https://www.laregione.ch/cantone/luganese/1637712/capriasca-dati-abitanti-residenti LaRegione.ch - Popolazione residente a Capriasca al 31 dicembre 2022]</ref>|| align="right" |36,35|| align="right" |188
| [[Distretto di Lugano|Lugano]]
|-
| align="center" | [[File:CHE Biasca TI COA.svg|35px|Biasca]]
| [[Biasca]] || align="center" | {{formatnum:6219}}<ref>{{Cita web|url=https://biasca.ch/Statistica-popolazione-del-Comune-di-Biasca-anno-2023-1908ea00?vis=2|titolo=}}</ref>|| align="right" |59,12|| align="right" | 105
| [[Distretto di Riviera|Riviera]]
|-
|}
Dal 1850 al 2022 in Ticino sono avvenute 71 aggregazioni di comuni o separazioni di frazioni dal comune.<ref>[http://www3.ti.ch/DFE/DR/USTAT/index.php?fuseaction=definizioni.comuni-aggregazioni DATI COMUNALI - Aggregazioni e altri mutamenti - USTAT]</ref>
===== Evoluzione dei comuni =====
{| class="wikitable"
!width=50% colspan=1| Data
!width=50% colspan=1| Numero comuni
|- align=center
| 01.01.1995 || 245
|- align=center
| 15.04.2001 || 243
|- align=center
| 15.10.2001 || 238
|- align=center
| 01.04.2004 || 204
|- align=center
| 14.03.2005 || 199
|- align=center
| 29.01.2006 || 196
|- align=center
| 22.10.2006 || 190
|- align=center
| 20.04.2008 || 181
|- align=center
| 05.04.2009 || 176
|- align=center
| 25.10.2009 || 169
|- align=center
| 25.04.2010 || 161
|- align=center
| 21.11.2010 || 157
|- align=center
| 01.04.2012 || 147
|- align=center
| 14.04.2013 || 135
|- align=center
| 10.04.2016 || 130
|-align=center
| 02.04.2017 || 115
|-align=center
|18.10.2020||111
|-align=center
|18.04.2021 ||108
|}
==== Distretti ====
Il Cantone Ticino è suddiviso in 8 distretti<ref>Articolo 21 della [https://www.admin.ch/opc/it/classified-compilation/20012210/201712050000/131.229.pdf Costituzione della Repubblica e Cantone Ticino del 14 dicembre 1997 (Stato 5 dicembre 2017).] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20190531112625/https://www.admin.ch/opc/it/classified-compilation/20012210/201712050000/131.229.pdf |date=31 maggio 2019 }}</ref>. I distretti ticinesi sono una suddivisione amministrativa vestigiale, che non ha più usi ufficiali in virtù dei cambiamenti politici e demografici avvenuti dai tempi in cui vennero tracciati i loro confini. Nonostante questo, i distretti sono ancora ben radicati nella cultura ticinese e vengono sfruttati in diversi modi: ad esempio vengono usati nelle scuole per insegnare nozioni geografiche di base, e durante le elezioni per il Gran Consiglio il Partito Socialista si impegna a selezionare un numero proporzionale di candidati da ogni distretto.
{| class="wikitable sortable"
|- style="background:#efefef"
! Nome
! Capoluogo
! Abitanti<br /><small>31-12-2018</small><br /><ref name="template divisione amministrativa-abitanti"/>
! Superficie
! Comuni
! Mappa
|-
| {{simbolo|Snake-coat of arms.svg|25}} '''[[Distretto di Bellinzona]]'''
| align=center|[[Bellinzona]]
| align=center|{{formatnum:55711}}
| align=center|224,2 km²
| align=center|[[:Categoria:Comuni del distretto di Bellinzona|6]]
| align=center|[[File:Karte Bezirk Bellinzona 2017.png|100px]]
|-
| {{simbolo|Blenio-coat of arms.svg|25}} '''[[Distretto di Blenio]]'''
| align=center|[[Acquarossa]]
| align=center|{{formatnum:5682}}
| align=center|360,9 km²
| align=center|[[:Categoria:Comuni del distretto di Blenio|3]]
| align=center|[[File:Karte Bezirk Blenio 2012.png|100px]]
|-
| {{simbolo|Leventina-coat of arms.svg|25}} '''[[Distretto di Leventina]]'''
| align=center|[[Faido]]
| align=center|{{formatnum:9113}}
| align=center|479,9 km²
| align=center|[[:Categoria:Comuni del distretto di Leventina|10]]
| align=center|[[File:Karte Bezirk Leventina 2016.png|100px]]
|-
| {{simbolo|CHE Locarno COA.svg|25}} '''[[Distretto di Locarno]]'''
| align=center|[[Locarno]]
| align=center|{{formatnum:64075}}
| align=center|551,4 km²
| align=center|[[:Categoria:Comuni del distretto di Locarno|23]]
| align=center|[[File:Karte Bezirk Locarno 2016.png|100px]]
|-
| {{simbolo|CHE Lugano COA.svg|25}} '''[[Distretto di Lugano]]'''
| align=center|[[Lugano]]
| align=center|{{formatnum:151592}}
| align=center|305,2 km²
| align=center|[[:Categoria:Comuni del distretto di Lugano|52]]
| align=center|[[File:Karte Bezirk Lugano 2013.png|100px]]
|-
| {{simbolo|CHE Mendrisio COA.svg|25}} '''[[Distretto di Mendrisio]]'''
| align=center|[[Mendrisio]]
| align=center|{{formatnum:50865}}
| align=center|101,0 km²
| align=center|[[:Categoria:Comuni del distretto di Mendrisio|11]]
| align=center|[[File:Karte Bezirk Mendrisio 2013.png|100px]]
|-
| {{simbolo|Riviera-coat of arms.svg|25}} '''[[Distretto di Riviera]]'''
| align=center|[[Riviera (Svizzera)|Riviera]]
| align=center|{{formatnum:10335}}
| align=center|145,2 km²
|align=center|[[:Categoria:Comuni del distretto di Riviera|2]]
| align=center|[[File:Karte Bezirk Riviera 2017.png|100px]]
|-
| {{simbolo|Vallemaggia-coat of arms.svg|25}} '''[[Distretto di Vallemaggia]]'''
| align=center|[[Cevio]]
| align=center|{{formatnum:5970}}
| align=center|569,5 km²
|align=center|[[:Categoria:Comuni del distretto di Vallemaggia|8]]
| align=center|[[File:Karte Bezirk Vallemaggia 2008.png|100px]]
|-
|}
==== Patriziati ====
I [[Patriziato (Svizzera)|patriziati]] sono enti di diritto pubblico e sono proprietari di beni di uso comune<ref>Articolo 22 della [https://www.admin.ch/opc/it/classified-compilation/20012210/201712050000/131.229.pdf Costituzione della Repubblica e Cantone Ticino del 14 dicembre 1997 (Stato 5 dicembre 2017)] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20190531112625/https://www.admin.ch/opc/it/classified-compilation/20012210/201712050000/131.229.pdf |date=31 maggio 2019 }}.</ref>.
=== Simboli ===
==== Stemma e bandiera ====
Nella Costituzione del Cantone si legge che lo stemma è ''partito di rosso e di azzurro''; la bandiera è invece un drappo con proporzioni 1:1 troncato delle medesime tinte.
L’esatto significato di stemma è bandiera non è conosciuto, per cui sono state formulate diverse teorie sui colori rosso-blu: per alcune fonti essi deriverebbero dagli smalti predominanti sugli stemmi degli otto distretti<ref>{{cita web|url=http://bandieredalvivo.com/Pagine%20regionali/Ticino.html|titolo=Ticino|accesso=22 gennaio 2020}}</ref>, altre invece li fanno risalire ai colori della [[Francia]] rivoluzionaria o allo stemma di [[Parigi]], in onore a [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]]<ref name="Guidi, 1938, 23">Guidi, 1938, 23.</ref>. Parte dell’incertezza è legata al fatto che i colori erano usati su insegne militari già prima della loro adozione per stemma e bandiera a uso anche civile.
La bandiera fu scelta dal Gran Consiglio il 26 maggio 1803 e adottata il 27 settembre 1804, due mesi dopo la creazione del Cantone, senza che tale decisione venisse motivata. In questa prima occasione, la disposizione dei colori era orizzontale con il rosso sovrastante il blu.
Nel [[1809]], poi, il Cantone riorganizzò le proprie forze e adottò la bandiera con le iscrizioni in oro «Pro Patria» sulla banda superiore e «Pagus Ticinensis» in quella inferiore. Su proposta del Consiglio di Stato, il Gran Consiglio ticinese approvò il 20 settembre 1922 un decreto legislativo circa i colori e sigillo del Cantone. L'aspetto della bandiera venne regolamentato definitivamente il 6 ottobre 1930 allo scopo di evitare le interpretazioni erronee del suddetto decreto<ref name="Guidi, 1938, 23"/>. Nonostante queste regolamentazioni, non vi è rigidità nell'uso di stemma e bandiera: il bicolore rossoblu compare comunemente in diverse dimensioni e configurazioni, mentre la forma dello stemma viene tipicamente stabilita caso per caso in base a criteri estetici. L’amministrazione cantonale adotta invece esclusivamente lo scudo nella sua forma codificata, tipicamente in un logotipo dove è accompagnato dall’abbreviazione TI.
La bandiera ticinese è una delle due bandiere cantonali svizzere (l’altra è quella del [[Canton Lucerna]]) a essere blasonata in modo diverso rispetto allo stemma.
<gallery>
File:Flag of Canton of Tessin.svg|Bandiera
File:Wappen Tessin matt.svg|Stemma
File:Canton Ticino - Colored logo (Switzerland).svg|Logotipo del governo cantonale
File:War flag of Canton of Ticino (1809).svg|Bandiera del 1809
</gallery>
== Economia ==
[[File:Robiei.jpg|thumb|Laghi artificiali nella regione del Basodino]]
Numerose valli del Cantone, in particolare quelle superiori della Vallemaggia, sono state sfruttate intensivamente a partire dagli anni sessanta per la produzione di energia idroelettrica, come nella regione del [[ghiacciaio del Basodino]]. L'elettricità prodotta viene sia usata direttamente nel Cantone sia esportata all'estero. Nelle aree settentrionali permangono comunque anche l'allevamento di bestiame, l'agricoltura di montagna e l'industria del [[granito]]<ref>Barni, Canevascini, 2009.</ref>. La produzione di [[vino]] – qualitativamente molto migliorata negli ultimi decenni – è importante per il Cantone, anche se per il momento la produzione è destinata principalmente al mercato interno svizzero. In proposito, va segnalato che nel [[2006]] sono stati organizzati grandi festeggiamenti per la ricorrenza dei 100 anni dall'introduzione del vitigno Merlot in Ticino. Altre produzioni agricole comprendono [[mais]], [[Solanum tuberosum|patate]], e verdure, specialmente nell'area del Piano di Magadino. Dopo la bonifica del territorio paludoso, il Piano di Magadino è diventato uno dei principali granai della zona. Ha inoltre un ampio valore ambientale, soprattutto la zona delle "bolle", essendo ricco di flora e fauna autoctone.
Il paesaggio, i laghi e il [[clima]] mite del [[Cantoni della Svizzera|Cantone]], in particolare se confrontati con quello dei Cantoni d'Oltralpe, attraggono molti visitatori dal resto della [[Svizzera]] e dal nord dell'[[Europa]]. Il [[turismo]], dopo le prime esperienze di fine Ottocento, è stato a lungo il settore economico più importante del Cantone; soltanto a partire dal [[secondo dopoguerra]] vi è stata una progressiva diversificazione dell'[[economia]], con un'accresciuta rilevanza del settore finanziario. Il [[turismo]] ha permesso la costruzione e il mantenimento di diverse piccole [[ferrovie]] in zone panoramiche delle montagne: un esempio è la [[Centovallina]], che collega [[Locarno]] con [[Domodossola]]. Un intenso dibattito, negli ultimi anni, ha riguardato la sorte delle stazioni invernali, a causa della frequente mancanza di [[neve]]. Dopo una riduzione degli aiuti statali per gli impianti situati a bassa quota, l'attività resiste in particolare a [[Bosco Gurin]] e ad [[Airolo]], e in misura minore a Carì, Nara, e in alcune piccole stazioni sciistiche presenti sul territorio. L'industria sciistica ticinese soffre molto la competizione con impianti più ampi, economici e meglio posizionati che si trovano oltralpe o in cantoni vicini come il Grigioni. Le difficoltà finanziarie degli impianti ticinesi portano spesso a costi di entrata più alti o comunque meno convenienti rispetto a strutture di poco più a nord.
[[File:Bahnhof Lugano 2017.jpg|thumb|left|Stazione di Lugano]]
Per quanto riguarda il settore secondario, nel Cantone Ticino è presente un'[[industria]] leggera, concentrata principalmente nelle aree circostanti le tre città principali: Lugano, Locarno e Bellinzona. Il Mendrisiotto, grazie alla vicinanza con l'Italia, sta sviluppando negli ultimi anni una vocazione ad attrarre centri logistici, per lo smistamento di merci in partenza verso i mercati del Nord, oltre a un robusto settore manifatturiero (in cui sono impiegati {{formatnum:11029}} addetti). Sul Piano di Magadino e nell'area a nord di Lugano si segnalano inoltre diverse imprese a carattere innovativo. A partire dagli anni novanta il Cantone Ticino ha saputo sviluppare l'industria: facendo crescere imprese sul suo territorio o attraendole dall'estero con incentivi di vario genere. Secondo il censimento del 2009, in tutti e otto i distretti, gli occupati nel settore manifatturiero ({{formatnum:28465}}) superano quelli impiegati nei settori bancario e assicurativo messi insieme ({{formatnum:11496}}).<ref>{{Cita web |url=http://www3.ti.ch/DFE/DR/USTAT/allegati/volume/11585tic_2009_documento.pdf |titolo=Censimento 2009 |accesso=20 giugno 2023 |dataarchivio=5 marzo 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160305025938/http://www3.ti.ch/DFE/DR/USTAT/allegati/volume/11585tic_2009_documento.pdf |urlmorto=sì }}</ref>
Tre delle più grandi raffinerie d'oro del mondo hanno sede in Ticino, tra cui la raffineria di Pamp a Castel San Pietro, leader nella produzione di lingotti d'oro. Lugano è la terza piazza finanziaria svizzera dopo Zurigo e Ginevra. La capitale del cantone, Bellinzona, ospita un importante sito e un sito industriale delle Ferrovie Federali Svizzere, nonché il Tribunale penale federale. Manno è diventato un importante centro servizi, sede del Centro nazionale svizzero di supercalcolo dal 1992.
Il Cantone Ticino, in particolare nelle zone rurali, è relativamente dipendente dal turismo, con il 12% della forza lavoro che lavora in questo settore nel 2012. Nel 2017, nel Cantone a sud delle Alpi erano in funzione 1802 ristoranti e 425 alberghi. Il Lago Maggiore, il Lago di Lugano, le città di Bellinzona, Locarno, Ascona e Lugano sono tra i centri turistici più importanti. La diga della Verzasca, nota per la scena d'apertura del film GoldenEye del 1995, è popolare tra i ''bungee jumping''. Swissminiatur a Melide è un parco in miniatura con modelli di oltre 120 attrazioni svizzere. Le Isole di Brissago sul Lago Maggiore sono le uniche isole svizzere a sud delle Alpi e ospitano giardini botanici con 1.600 specie di piante diverse provenienti da tutti e cinque i continenti.
Foxtown, un centro commerciale con 160 negozi e 250 marche, aperto sette giorni su sette e situato a nord di Mendrisio, attira turisti dello shopping da vicino e da lontano. L'area attira le multinazionali, in particolare nel settore della moda, grazie alla vicinanza a Milano. Hugo Boss, Gucci, VF Corporation e altri famosi marchi hanno sede qui. Poiché l'industria internazionale della moda è diventata un importante datore di lavoro sia per gli svizzeri che per gli italiani, la regione è stata anche soprannominata la "Fashion Valley".
Molte aziende italiane si trasferiscono in Ticino, temporaneamente o definitivamente, alla ricerca di sgravi fiscali e di una burocrazia efficiente. I Frontalieri, lavoratori transfrontalieri residenti in Italia (soprattutto nelle province di Varese e Como) ma che lavorano regolarmente in Ticino, costituiscono una parte consistente (oltre il 20%) della forza lavoro<ref>{{Cita web|url=https://it.businessinsider.com/canton-ticino-lega-caccia-italiani-permessi-di-soggiorno-frontalieri-norman-gobbi/|titolo=Il Canton Ticino caccia gli italiani: centinaia di permessi di soggiorno non rinnovati|sito=Business Insider Italia|data=2020-09-14|accesso=2021-04-14|dataarchivio=21 aprile 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210421145940/https://it.businessinsider.com/canton-ticino-lega-caccia-italiani-permessi-di-soggiorno-frontalieri-norman-gobbi/|urlmorto=sì}}</ref>.
== Trasporto ==
Il Cantone è attraversato per tutta la sua lunghezza dalla [[Autostrada A2 (Svizzera)|Autostrada A2]] (chiamata anche ''Autostrada del Gottardo'') che, in prossimità dell'[[Galleria stradale del San Gottardo|omonimo traforo]], collega [[Airolo]] con [[Göschenen]] ([[Canton Uri]]). A [[Bellinzona]] ha inoltre inizio la [[Autostrada A13 (Svizzera)|Autostrada A13]] del ''San Bernardino'', che unisce il territorio al [[Canton Grigioni]]. L'unica strada che collega il Cantone Ticino col [[Canton Vallese]], attraverso il [[Passo della Novena]], è la strada cantonale ''Nufenestrasse''.
===Trasporto ferroviario===
La rete ferroviaria ticinese è di vitale importanza, garantendo i collegamenti fra l'Italia settentrionale ([[Stazione di Milano Centrale|Milano]]) e l'Europa centrale ([[Stazione di Zurigo Centrale|Zurigo]], [[Stazione di Basilea (FFS)|Basilea]] e la [[Germania]]) nel cosiddetto "Corridoio Reno-Alpi", atto a collegare le città marine di [[Genova]] e [[Rotterdam]]. Il Ticino è attraversato dalle [[Ferrovie Federali Svizzere]], che, tramite la [[Ferrovia del Gottardo]], uniscono il Cantone con la [[Lombardia]] (a Sud) e il [[Canton Uri]] (a Nord). Un altro tratto internazionale è rappresentato dalla [[Ferrovia Mendrisio-Varese]].
A ovest, le [[Ferrovie Autolinee Regionali Ticinesi]] collegano [[Locarno]] a [[Domodossola]] tramite la [[Ferrovia Domodossola-Locarno]].
===Trasporto aereo===
L'unico aeroporto civile, adibito al trasporto passeggeri, presente sul territorio è l'[[Aeroporto di Lugano-Agno]], ormai attivo solo durante la stagione estiva con voli turistici, dopo l'abbandono delle rotte domestiche per [[Aeroporto di Zurigo|Zurigo]] e [[Aeroporto di Ginevra-Cointrin|Ginevra]] del 2019.<ref>https://www.tio.ch/ticino/cronaca/1394652/l-annuncio-di-swiss-adria-e-fallita-niente-piu-voli-tra-lugano-e-zurigo</ref> Di conseguenza, la popolazione ticinese fa riferimento all'[[Aeroporto di Milano-Malpensa]], distante circa {{M|50|u=km}} dal confine nazionale, o all'[[aeroporto di Zurigo]].
In Ticino sono inoltre presenti altri 3 aeroporti che presentano attività aviatorie di tipo privato. Si tratta dell'aeroporto cantonale di [[Aeroporto di Magadino|Locarno]] (o di Magadino), l'aeroporto di Lodrino (situato nel territorio comunale di [[Riviera (Svizzera)|Riviera]]) e l'[[aeroporto di Ambrì]]. Tutti e tre hanno avuto un utilizzo militare, che convive con attività private. All'aeroporto di Magadino sono presente la base aerea dedicata alla scuola-base per i piloti e i paracadutisti, così come la base della [[Guardia aerea svizzera di soccorso|REGA]]. All'aeroporto di Lodrino è invece presente un polo tecnologico della [[RUAG]]. L'aeroporto di Ambrì è stato rilevato dal comune di Quinto ed è utilizzato essenzialmente per il volo sportivo o per manifestazioni e vi si trova una base di [[Heli Rezia]].<ref>{{Cita web|url=https://www4.ti.ch/dt/sg/uacl/temi/aeroporto/aeroporto/|titolo=Aeroporto - Aeroporto (DT) - Repubblica e Cantone Ticino|sito=www4.ti.ch|accesso=2020-03-09}}</ref>
In passato era pure presente un aeroporto ad Ascona dove è visibile la pista inutilizzata.
== Sport ==
{{vedi anche|Sport in Ticino}}
In Ticino si praticano diversi sport ad alti livelli. Il [[Calcio (sport)|calcio]] è lo sport più popolare in termini di praticanti, ma molti tifosi svizzeri tendono a seguire campionati esteri piuttosto del piccolo e poco sviluppato campionato patrio. Un altro sport molto sentito è l'[[hockey su ghiaccio]], di cui la Svizzera ha un campionato molto più competitivo. La rivalità tra [[Hockey Club Lugano]] e [[Hockey Club Ambrì-Piotta]] è la rivalità sportiva più accesa nel cantone.
Il Ticino offre alle selezioni nazionali svizzere un gran numero di giocatori, soprattutto per quanto riguarda il calcio - molto popolare in virtù della vicinanza culturale con l'Italia.
Le caratteristiche geografiche del Ticino offrono la possibilità di svolgere una gran quantità di sport diversi, attività in cui i ticinesi indulgono spesso e volentieri. Si va da sport montani quali escursionismo, arrampicata o sci a sport acquatici come nuoto, vela o canottaggio - passando per atletica leggera, equitazione e sport di combattimento.
Lo sport tipicamente svizzero della [[lotta svizzera]] è raramente praticato in Ticino, ma fa comunque la sua comparsa in fiere o eventi sportivi.
Il cantone vanta una buona disponibilità di strutture per praticare sport, particolarmente comuni sono palestre da ginnastica e campi da calcio. Il ''Centro Sportivo'' di [[Tenero-Contra|Tenero]] è il fiore all'occhiello dello sport ticinese: molto ampio e ben equipaggiato, contiene le infrastrutture necessarie a praticare pressoché qualsiasi sport.
Il Ticino è anche ricco di rive e sponde aperte al pubblico, il che rende il nuoto all'aperto un'attività particolarmente amata dai ticinesi.
Nel 2009 a [[Mendrisio]] si sono tenuti i [[campionati del mondo di ciclismo su strada 2009|campionati del mondo di ciclismo]], vinti dall'australiano [[Cadel Evans]].
== Festività nel cantone ==
{| class="wikitable"
|- style="background:#efefef"
!Data
!Nome
!Spiegazione
|-
|1º gennaio
|''[[Capodanno]]''
|Primo giorno dell'anno solare. I [[cattolici]] festeggiano Maria, madre di Cristo
|-
|6 gennaio
|''[[Epifania]]''
|I cattolici festeggiano la manifestazione della divinità di [[Gesù Cristo]]. Tradizionale arrivo dei Re Magi
|-
|19 marzo
|''[[San Giuseppe]]''
|I cattolici festeggiano San Giuseppe, sposo di Maria
|-
|''variabile''
|''[[Pasqua]]''
|Domenica. I cristiani festeggiano la risurrezione di Gesù.
Cade la domenica successiva al primo plenilunio dopo l'equinozio di primavera (21 marzo)
|-
|''variabile''
|Lunedì di Pasqua
|Giorno successivo alla domenica di Pasqua
|-
|1º maggio
|''[[Festa del lavoro|Festa dei lavoratori]]''
|Festa del Lavoro
|-
|''variabile''
|''[[Ascensione di Gesù|Ascensione]]''
|Giovedì, 39 giorni dopo la Pasqua. I cattolici ricordano l'ascesa di Gesù al cielo
|-
|''variabile''
|''[[Pentecoste]]''
|Domenica, 10 giorni dopo l'Ascensione. I cristiani festeggiano la discesa dello Spirito santo sugli apostoli
|-
|''variabile''
|Lunedì di Pentecoste
|Giorno successivo alla Pentecoste
|-
|''variabile''
|''[[Corpus Domini]]''
|Giovedì, 11 giorni dopo la Pentecoste. Festività cattolica. Si ricorda l'Eucaristia.
|-
|29 giugno
|[[Pietro (apostolo)|Santi Pietro]] e [[Paolo di Tarso|Paolo]]
|Giorno del ricordo di [[Pietro apostolo]] e di [[Paolo di Tarso]]
|-
|1º agosto
|[[Festa nazionale svizzera]]
|Giorno della Festa Federale svizzera. Celebrata, di norma, con falò e fuochi artificiali
|-
|15 agosto
|''[[Assunzione di Maria]]''
|Detto anche [[Ferragosto]]. I cattolici ricordano l'assunzione di Maria in cielo
|-
|3ª domenica di settembre
|[[Digiuno Federale|Digiuno federale]]
|[[Protestanti]] e cattolici ringraziano Dio, nella terza domenica di settembre, per la Svizzera.
|-
|1º novembre
|''[[Ognissanti]]''
|In questo giorno i cattolici ricordano tutti i Santi
|-
|8 dicembre
|''[[Immacolata Concezione]]''
|I cattolici celebrano Maria, nata senza peccato originale
|-
|25 dicembre
|''[[Natale]]''
|I cristiani celebrano il giorno della natività di Gesù
|-
|26 dicembre
|''[[Stefano protomartire|Santo Stefano]]''
|I cristiani ricordano il primo martire cristiano
|-
|31 dicembre
|''[[Papa Silvestro I|San Silvestro]]''
|Ultimo giorno dell'anno solare.
|}
== Gastronomia ==
{{vedi anche|Cucina ticinese}}
{{...|cucina}}
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* [https://www.editore.ch/images/pdf/Pellegrini_La_nascita_del_cantone_Ticino_ED.pdf Manolo Pellegrini, ''La nascita del Cantone Ticino - Il ceto dirigente sudalpino allo specchio del mutamento politico tra il 1798 e il 1814''], Armando Dadò ed., Locarno, 2019.
* Giulio Vismara, Paola Vismara e [[Adriano Cavanna]], ''Ticino medievale. Storia di una terra lombarda'', Armando Dadò Ed., Locarno 1990.
* Antonietta Moretti, ''Da feudo a baliaggio. La comunità delle pievi della Val Lugano nel XV e XVI secolo'', Bulzoni, Roma 2006.
* Lara Calderari, ''Da e verso il Canton Ticino. Scambi artistici tra Quattro e Cinquecento'', in «Arte+Architettura in Svizzera», LVIII, 2007, 53-61.
* Gianna Ostinelli-Lumia, ''«Una reformatione licita e laudabila...». Locarno, i signori svizzeri e i capitoli del 1539-1539'', in "Verbanus", numero 29,2008, Alberti, Verbania febbraio 2009.
* Raffaello Ceschi (a cura di), ''Storia della Svizzera italiana. Dal Cinquecento al Settecento'', Casagrande, Bellinzona 2000.
* Emil Camenisch, ''Storia della Riforma e Controriforma nelle valli meridionali del Canton Grigioni'', Engadin Press, Samedan 1950.
* Pio Cattaneo, ''Il clima della sommossa leventinese del 1755'', in «Rivista storica ticinese», 1, febbraio 1938, Istituto Editoriale Ticinese, Bellinzona 1938.
* Aldo Petralli, ''1798 Un anno storico'', Arti grafiche Gaggini-Bizzozero SA, Lugano 1979.
* [[Samuel Butler]]: ''Alpi e Santuari del Canton Ticino'', Armando Dadò Editore, Locarno 1984.
* Raffaello Ceschi, ''Ottocento ticinese'', Armando Dadò Editore, Locarno, 1986.
* Roberto Bianchi, Raffaello Ceschi, Andrea Ghiringhelli, Willy Gianinazzi, Fabrizio Panzera, ''I postumi del 1890'', in "Ragioni critiche", numero 7-8, ottobre 1990.
* Willy Gianinazzi, ''[https://www.academia.edu/3818596/Intellettuali_in_bilico_Pagine_libere_e_i_sindacalisti_rivoluzionari_prima_del_fascismo Intellettuali in bilico. «Pagine libere» e i sindacalisti rivoluzionari prima del fascismo]'', Milano, Unicopli, 1996.
* Giulio Barni, Guglielmo Canevascini, ''L'industria del granito e lo sviluppo economico del Canton Ticino'', ristampa a cura di Marco Marcacci e Gabriele Rossi, Fondazione Pellegrini-Canevascini, Bellinzona 2009.
* Siro Borrani, ''Il Ticino Sacro. Memorie religiose della Svizzera Italiana raccolte dal sacerdote Siro Borrani prevosto di Losone'', Tip. e Libreria Cattolica di Giovanni Grassi, Lugano 1896.
* Giuseppe Rensi, ''Una Repubblica Italiana: il Cantone Ticino'', a cura di Giancarlo Vigorelli, Editore Armando Dadò, Locarno 1994.
* Associazione Giovani Ticinesi (a cura di), ''La questione ticinese, con un cenno alla situazione del Canton Grigioni'', Fiume, 1923.
* Bruno Guidi, ''Araldica. Stemma cantonale'', in "Rivista storica ticinese", 1, febbraio 1938, Istituto Editoriale Ticinese, Bellinzona 1938.
* Aurelio Garobbio, ''Gabriele D'Annunzio e i «Giovani Ticinesi»: le vicende de «L'Adula»'', Editore Centro Studi Atesini. Trento, 1988.
* Ferdinando Crespi, ''Ticino irredento. La frontiera contesa. Dalla battaglia culturale dell'«Adula» ai piani d'invasione'', Edizioni Franco Angeli. Milano, 2004.
* Giulio Rossi, Eligio Pometta, ''Storia del Cantone Ticino'' (1941), Armando Dadò Ed., Locarno, 1980 (riedizione).
* Mauro Cerutti, ''Fra Roma e Berna. La Svizzera italiana nel ventennio fascista'', Franco Angeli, Milano, 1986.
* Graziano Papa, ''Un irredentista irriducibile'', ''Alla corte di Mussolini'', ''Aurelio Garobbio etnografo'', in «Corriere del Ticino», 5-9 e 11 dicembre 1992.
* Davide Dosi, ''ll cattolicesimo ticinese e i fascismi: la Chiesa e il partito conservatore ticinese nel periodo tra le due guerre mondiali'' (Volume 25 di ''Religion, Politik, Gesellschaft in der Schweiz''). Editore Saint-Paul, Lugano, 1999.
* Luigi Favero, Graziano Tassello, ''Cent'anni di emigrazione italiana (1876-1976)'', Cser, Roma 1978.
* Giorgio Cheda, ''L'emigrazione ticinese in Australia'', due volumi, Armando Dadò Editore, Locarno 1976; Idem, ''L'emigrazione ticinese in California'', due volumi, Armando Dadò Editore, Locarno 1981; Idem, ''Tra i Migranti di Cà e gli eredi di Rà'', Fontana Edizioni, Pregassona 2007.
* Plinio Grossi, ''Il Ticino del primo '800''; ''Il Ticino di metà '800''; ''il Ticino di fine '800''; Il Ticino del primo '900''; Il Ticino dei '10''; ''Il Ticino dei '20''; ''Il Ticino dei '30''; ''Il Ticino dei '40''; ''il Ticino dei '50'', ''Il Ticino dei '60'', ''Il Ticino dei '70''; ''Il Ticino degli '80''; ''Il Ticino dei '90''; ''Il Ticino dei nomi'', Fontana Edizioni, Pregassona.
* Maurizio Binaghi, Roberto Sala, ''La frontiera contesa. I piani svizzeri di attacco all'Italia nel rapporto segreto del colonnello Arnold Keller (1870-1918)'', Edizioni Casagrande, Bellinzona 2008.
* Antonio Gili (a cura di), ''Il Ticino fra le due guerre, 1919-1939. Alla prova dei totalitarismi e dell'emergenza economica e sociale'', Associazione Carlo Cattaneo, Castagnola 2008.
* Mario Maccanelli, ''Ticino terra di personaggi illustri'', Fontana Edizioni, Pregassona 2009.
* Plinio Grossi, ''Ticino nero. Delitti. Sciagure. Truffe. Tumulti.''; Idem, ''Ticino giallo. Rapine. Omicidi. Attentati. Raggiri'', Fontana Edizioni, Pregassona, 2009.
* Giulio Foletti, (a cura di), ''L'inventario dei beni culturali del Canton Ticino 1909-2009. Territorio e monumenti'', Dipartimento del territorio. Ufficio dei beni culturali, Bellinzona 2009.
* René Favier, Serge Tomamichel, Juline Coppier, Yves Kinossian, Marco Marcacci (a cura di), ''Une école à la mesure des Alpes? Contribution à une histoire de l'enseignement secondaire'', PUG, Grenoble 2009.
* [[Libero Gerosa]] (a cura di), '' Chiesa cattolica e Stato in Svizzera. Atti del convegno della Conferenza dei Vescovi svizzeri (Lugano, 3-4 novembre 2008)'', Editore Armando Dadò, Locarno 2009.
* Vincenzo Pacillo, ''Stato e Chiesa Cattolica nella Repubblica e Cantone Ticino. Profili giuridici comparati'', EuPress FTL, Lugano 2009.
* Ivo Giulietti, Ignazio Cassis,''Il medico cantonale. Dalla sua istituzione ai giorni nostri 1924-2008'', Storia medica ticinese, Taverne, 2009.¨
* AA.VV., ''Percorsi di ricerca. Working papers. Laboratorio di Storia delle Alpi-LabiSAlp'', numero 1, 2009, numero 2, 2010.
* Angelo Rossi, ''Tessere. Saggi sull'economia ticinese'', Fondazione Pellegrini-Canevascini, Bellinzona 2010.
* Michele Albertini, ''Una nuova legge per l'archivistica del Cantone Ticino'', in «Bollettino della Società Storica Locarnese», numero 14, Tipografia Pedrazzini, Locarno 2011, 7-16.
* Raffaello Ceschi (a cura di), ''Storia del Cantone Ticino'', 2 tomi, Stato del Cantone Ticino, Bellinzona 1998.
== Voci correlate ==
* [[Azione Cattolica Ticinese]]
* [[Banca dello Stato del Cantone Ticino]]
* [[Beni culturali d'importanza nazionale nel canton Ticino ISOS]]
* [[Consiglio Cantonale dei Giovani]]
* [[Ducato di Milano]]
* [[Insubria]]
* [[Irredentismo italiano]]
* [[Irredentismo italiano in Svizzera]]
* [[Italo-svizzeri]]
* [[Lingua italiana in Svizzera]]
* [[Lombardia]]
* [[Lista dei monumenti nel Canton Ticino]]
* [[Patriziato (Svizzera)]]
* [[Regio Insubrica]]
* [[RSI (azienda)]]
* [[Sistema bibliotecario ticinese]]
* [[Svizzera italiana]]
* [[Walser]]
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
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