Profondo rosso: differenze tra le versioni
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{{Nota disambigua}}
{{film
|titolo
|immagine = Profondo rosso (1975) Hemmings e Nicolodi (2).png
|didascalia = [[David Hemmings]] e [[Daria Nicolodi]] in una scena del film
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|anno uscita = 1975
|durata = 127 min
|genere =
|genere 2 =
|genere 3 =
|lingua originale = [[Lingua italiana|italiano]], [[lingua inglese|inglese]]
|regista = [[Dario Argento]]
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|produttore = [[Salvatore Argento]], [[Angelo Iacono]]
|produttore esecutivo = [[Claudio Argento]]
|casa produzione = [[Cineriz|Rizzoli Film]], [[Seda Spettacoli]]
|casa distribuzione italiana = [[Cineriz]]
|attori = *[[David Hemmings]]: Marcus Daly
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}}
'''''Profondo rosso''''' è un [[film
Considerato uno dei capolavori del regista, l'opera segna, all'interno del suo percorso artistico, il passaggio fondamentale tra la fase [[thriller]], incominciata nel [[1970]] con ''[[L'uccello dalle piume di cristallo]]'', e quella [[Cinema dell'orrore|horror]], proseguita poi nel [[1977]] con ''[[Suspiria]]''.
Fin dalla sua uscita nelle sale la pellicola ebbe un ottimo successo di pubblico: si segnalano gli [[effetti speciali]], cui mise mano anche [[Carlo Rambaldi]], e la [[colonna sonora]] del gruppo [[rock progressivo]] dei [[Goblin (gruppo musicale)|Goblin]]. Alcune composizioni sono firmate anche dal pianista jazz [[Giorgio Gaslini]].
== Trama ==
Durante una conferenza sul paranormale in un teatro, la sensitiva tedesca Helga Ulmann percepisce la presenza di un omicida tra il pubblico e, spaventata, è costretta a interrompere
Il pianista jazz Marc Daly
Anche la giovane giornalista Gianna Brezzi è interessata alle indagini sull'omicidio, dal quale spera di ricavare un buon articolo, e inizia a indagare con Marc, che inizialmente mal sopporta il comportamento spregiudicato e disinvolto della ragazza che, al contrario, sembra fin da subito attratta dal pianista.
Marc va a trovare Carlo a casa, ma non lo trova, e si
Il giorno seguente, Giordani dichiara che si tratta probabilmente di un paziente schizofrenico, che si serve della ninna nanna per ricreare il clima di un precedente omicidio. Il brano tra l'altro avrebbe un collegamento con la "leggenda della villa del bambino urlante", come riportato nel saggio ''Fantasmi di oggi e leggende nere dell'età moderna''. Attraverso il libro, Marc risale all'autrice Amanda Righetti, ma l'assassino, che sembra spiare i suoi movimenti, la rintraccia prima di lui. La sventurata scrittrice viene brutalmente assassinata in casa sua e il suo volto viene ustionato nell'acqua bollente della vasca da bagno. Marc troverà il cadavere qualche ora dopo. Avvertita Gianna, inizia a temere che si possa sospettare di lui; la giornalista gli consiglia di scappare, ma Marc non ne vuole sapere e tra il pianista e la giornalista inizia a nascere qualcosa. Marc avverte Giordani, che il giorno successivo, in un sopralluogo sulla scena, riesce con un'intuizione a ricostruire la dinamica della morte di Amanda: prima di morire, la donna aveva scritto sul muro il nome di chi l'aveva uccisa sfruttando il vapore prodotto dall'acqua calda.
Marc riesce a rintracciare la villa della leggenda, disabitata da molti anni, facendosi dare le chiavi da Rodi, il custode che vive nelle vicinanze, e vi trova nascosto in una parete sotto un cartongesso un disegno infantile. Grattando via la parete, scopre che il disegno raffigura un bambino armato di un coltello insanguinato. Dopo che Marc si è allontanato dalla stanza, un pezzo di cartongesso si stacca dalla parete, rivelando un altro volto, probabilmente raffigurante l'autore della tragedia. Nel frattempo Giordani, dopo la sua scoperta, forse temendo per la sua vita, scrive appunti e tenta di avvisare Marc. Il killer però riesce a ucciderlo dopo averlo spaventato con un manichino mobile usato per distrarlo, colpendolo alle spalle e finendolo con un grosso tagliacarte.
Scosso per la morte di Giordani e convinto di essere il prossimo obiettivo dell'assassino, Marc decide di lasciare la città invitando Gianna, con la quale ha iniziato una relazione, a partire per la Spagna, ma, osservando meglio una foto della villa, nota che una finestra è stata murata. Cerca di avvisare Carlo e lascia un messaggio a Gianna e si reca nuovamente nell'inquietante struttura, abbattendo a colpi di piccone un muro: scopre così una stanza segreta, dove giace un corpo mummificato. Sconvolto, Marc indietreggia e viene tramortito. Quando si risveglia è all'esterno, Gianna è al suo capezzale mentre la residenza è in fiamme. Recatisi in casa del custode, i due notano un disegno identico a quello nella villa eseguito dalla figlia Olga, la quale confida di essersi ispirata a un altro, rinvenuto nell'archivio della sua scuola. Giunti sul posto, Gianna decide di avvertire la polizia dopo aver sentito un rumore, ma viene chiamata da una voce. Non vedendola tornare, Marc la va a cercare e scopre che è stata pugnalata. Egli poi realizza chi è l'autore del disegno, risalente al 1950: Carlo, allora bambino. Questi, giunto sul posto, gli punta una pistola e gli rinfaccia di non avergli dato retta quando gli aveva detto di scappare, così ora è costretto a ucciderlo, pur volendogli bene. L'arrivo delle forze dell'ordine mette in fuga il giovane, ma una volta in strada questi muore investito da un'auto, dopo essere stato trascinato per diversi metri da un camion.
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Dopo aver saputo che Gianna è fuori pericolo nonostante la coltellata, Marc torna a casa: camminando per la piazza si rende conto dell'estraneità di Carlo all'omicidio della sensitiva, in quanto si trovava con lui in quel momento. Gli tornano in mente le parole dell'amico riguardo al quadro scomparso, sicché torna sulla scena del delitto, per rendersi conto che non c'è mai stato un quadro in quel punto, ma uno specchio, e che quello che Marc aveva visto era il volto dell'assassino, ovvero l'anziana madre di Carlo, che lo ha seguito e appare davanti a lui per ucciderlo. La donna, malata di mente, aveva assassinato suo marito, che voleva riportarla in clinica contro la sua volontà, davanti al loro figlioletto, per poi murare il cadavere nella villa; Carlo l'aveva coperta in tutti quegli anni, ma rimasto traumatizzato al contempo aveva realizzato i disegni raffiguranti il delitto. Marc tenta la fuga ma viene raggiunto dalla donna, che lo ferisce alla spalla con una mannaia. Durante la colluttazione, il medaglione di lei s'impiglia nell'inferriata dell'ascensore. L'uomo, sanguinante, preme il pulsante di rimando, e la cabina, tirando con sé la collana, decapita la donna, ponendo fine alla catena degli efferati omicidi.
L'ultimo fotogramma, su cui parte la sigla di coda, mostra l'immagine di uno sgomento Marc riflessa nella pozza di sangue conseguente alla decapitazione della donna
== Produzione ==
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''Profondo rosso'' nasce, come altri film di Argento, durante le battute finali della realizzazione della sua opera precedente, l'atipico ''[[Le cinque giornate]]''. L'idea di base, la medium che, durante una seduta, percepisce i pensieri di un assassino, risale addirittura a una prima stesura di ''[[4 mosche di velluto grigio]]''. Argento lavora febbrilmente sulla sceneggiatura ma, insoddisfatto del risultato, si fa aiutare da [[Bernardino Zapponi]], tanto che alla fine ne risulta una sceneggiatura a quattro mani. Zapponi, intervistato, si attribuisce l'idea di aver voluto rendere molto ''fisico'' l'orrore del film legandolo a un contesto ''realistico'' e comune, mentre attribuisce ad Argento il lato ''fantastico'' della vicenda (la medium, i fantasmi della villa, il disegno della parete, lo scheletro nella stanza murata, lo svolgimento degli omicidi).<ref name="ReferenceA">Nocturno dossier n.18 - Le Porte sul Buio: il cinema, la vita, le opere di Dario Argento</ref>
Il film risente della particolare situazione affettiva di Argento, che si era appena separato da [[Marilù Tolo]], con cui aveva convissuto per un anno dopo il divorzio dalla prima moglie [[Marisa Casale]]. Argento ha ricordato quel periodo come ricco di febbrile creatività. Inoltre fu sul set del film che la sua relazione con Daria Nicolodi si consolidò. La Nicolodi stessa riconobbe che nel personaggio di Gianna Brezzi, la giornalista da lei interpretata nel film, c'è molto del suo vero carattere e anche molto del giovane Dario Argento quando faceva il giornalista.<ref name="ReferenceA"/>
=== Titolo ===
Il titolo del film ha subito diversi cambiamenti: per continuare la tendenza faunistica dei precedenti lavori di Argento ovvero ''[[L'uccello dalle piume di cristallo]]'', ''[[Il gatto a nove code]]'' e ''[[4 mosche di velluto grigio]]'', la pellicola avrebbe dovuto intitolarsi ''La tigre dai denti a sciabola'' (ma Argento sostiene che diffuse quel titolo per "prendersi gioco della stampa"),<ref name=":0" />
=== Cast ===
[[File:Marta - profondo rosso.png|thumb|[[Clara Calamai]], interprete della madre di Carlo]]
Nella scena della telefonata tra Marc
Le mani guantate dell'assassino
=== Riprese ===
Le riprese si sono svolte dal 9 settembre
[[File:Villa Scott in Turin, Italy (2019).jpg|thumb|[[Villa Scott]] a Torino]]
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Gli altri interni del film furono realizzati negli [[Stabilimenti De Paolis|stabilimenti Incir-De Paolis]] di [[Roma]].
===
In una scena del film, quando Gianna entra in casa di Marc, trova la foto di una donna su un mobile: chiede chi sia, e alle risposte evasive di lui reagisce buttando lo scatto fotografico nel cestino. La donna rappresentata nella foto è stata scambiata per [[Marilù Tolo]], come sostenuto dalla stampa dell'epoca, ma Argento sostiene nella sua autobiografia ''Paura'' che si trattava della fidanzata del direttore di produzione.<ref name=":0">{{Cita libro|autore = Dario Argento|titolo = Paura|anno = 2014|editore = Einaudi|città = }}</ref>.
Gli inquietanti quadri nell'appartamento di Helga Ulmann sono opera di [[Enrico Colombotto Rosso]].<ref name="A" />
== Colonna sonora ==
{{Vedi anche|Profondo rosso (album)}}
La
[[File:Claudio Simonetti a San Nicandro Garganico.jpg|thumb|upright|[[Claudio Simonetti]] nel 2010]]
Gaslini, per una breve scena iniziale, mise a disposizione anche alcuni suoi allievi al Conservatorio [[Accademia Nazionale di Santa Cecilia|Santa Cecilia]] che, disposti in circolo nel cortile, suonano un tema jazz con David Hemmings al piano che finge di dirigerli. Nel film Gaslini suonava tutte le parti di pianoforte, doppiando i movimenti delle mani di Hemmings.<ref>Giorgio Gaslini, ''Come trovammo la musica giusta'', in ''Musica Jazz'', anno 60 nº 10, ottobre 2004, p. 51</ref>
Tuttavia, Argento sentiva che la musica di Gaslini non andava bene per il film e che occorreva qualcosa di più moderno. La prima stesura dell'ossessiva canzoncina fu definita "semplicemente orrenda" da Argento (la versione definitiva è cantata da una giovanissima [[Maria Grazia Fontana]]), cosa che fece irritare non poco Gaslini, che in seguito abbandonò il progetto lasciandolo incompiuto<ref>''Profondo Rosso - Mordets Melodi'', edizione danese del 2008 in 2 DVD, sezione "Trivia".</ref>. Il regista, inizialmente, avrebbe voluto che a eseguire le musiche del jazzista fossero gruppi all'epoca celebri come [[Emerson, Lake & Palmer]] o i [[Deep Purple]]<ref name="stracpun">Dati ricavati dall'intervista a [[Claudio Simonetti]] durante la puntata di [[Stracult]] ([[Raidue]]) dell'11/6/2012.</ref> e, per concretizzare le sue aspirazioni, si rivolse all'editore che all'epoca si occupava delle colonne sonore dei suoi film, ovvero [[Carlo Bixio]]<ref name=stracpun/>. Quest'ultimo, rendendosi conto dei costi proibitivi di tali operazioni<ref name=stracpun/>, fece invece ascoltare ad Argento un ''[[demo]]'' intitolato ''[[Cherry Five (Goblin)|Cherry Five]]'', opera di un ancora sconosciuto complesso romano: i Goblin. Intrigato dall'ascolto del nastro, il regista contattò il gruppo, che accettò volentieri l'offerta. Uscito Gaslini dal progetto, e mancando i temi principali della colonna sonora, Argento affidò ai più giovani musicisti il compito di completarla<ref name=stracpun/>, ottenendo infine l'album/colonna sonora ''[[Profondo rosso (album)|Profondo rosso]]''. Il celebre e inquietante tema nacque tutto in una notte nella ''classica'' cantina che ricorre molto spesso nella storia di molti gruppi dell'epoca. Secondo Argento, il 90% della colonna sonora definitiva è da attribuirsi ai Goblin e solo il resto a Gaslini<ref name="ReferenceA"/>. Tuttavia nei titoli di testa la colonna sonora è così indicata: «Musiche Giorgio Gaslini eseguite da I Goblin».
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All'epoca, per chi aveva appena visto ''[[L'esorcista]]'', la colonna sonora di ''Profondo rosso'' riecheggiava il brano ''[[Tubular Bells]]'', di [[Mike Oldfield]], musica resa celeberrima appunto dal film di [[William Friedkin]], uscito in Italia nella stessa stagione cinematografica, solo cinque mesi prima, il 4 ottobre 1974. Di recente, Argento in effetti ha dichiarato che suggerì ai Goblin di ispirarsi proprio a ''Tubular Bells''.<ref name=":0" />
Tale tema musicale riscosse molto successo anche in termini di vendite, riuscendo addirittura ad arrivare alla prima posizione della classifica dei 45 giri più venduti in Italia di quel periodo, vendendo oltre quattro milioni di copie.<ref>Claudio Simonetti intervistato da ''Repubblica'', 5 aprile 2025</ref>
== Doppiaggio ==▼
Pur essendo una produzione tutta italiana il film venne girato in lingua inglese – tranne i dialoghi di Clara Calamai<ref>Il personaggio di [[Clara Calamai]] nella versione in lingua inglese viene presentato con il nome di Martha mentre in quella italiana il nome di battesimo della donna non viene mai menzionato e anche nei titoli di coda il personaggio viene indicato semplicemente come ''madre di Carlo''.</ref>, che recita in italiano, come si vede bene dal labiale – e solo successivamente fu doppiato: [[David Hemmings]] venne doppiato da [[Gino La Monica]], [[Clara Calamai]] da [[Isa Bellini]], [[Liana Del Balzo]] da [[Wanda Tettoni]], [[Furio Meniconi]] da [[Corrado Gaipa]], [[Nicoletta Elmi]] da [[Emanuela Rossi]] e [[Geraldine Hooper]] da [[Renato Cortesi]]; tutti gli altri attori si auto-doppiarono.▼
== Distribuzione ==
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Sulla scia del grande successo che ebbe nelle sale cinematografiche, a fine anni settanta fu stampata e distribuita in Italia una edizione di bassa qualità in [[super 8 millimetri|super 8]], non autorizzata e accorciata di circa 40 minuti. Si tratta tuttavia di una stampa relativamente rara. Analoga sorte toccò ad altri titoli del regista, quali ''[[L'uccello dalle piume di cristallo]], [[4 mosche di velluto grigio]]'' e ''[[Suspiria]]''<ref>Gian Luca Mario Loncrini</ref>.
L'8 luglio 2009 è stata organizzata una proiezione pubblica del film a Torino, in quella [[piazza C.L.N.]] teatro, nel film, degli incontri notturni tra [[David Hemmings]] e [[Gabriele Lavia]] oltreché del primo omicidio e dell'epilogo, alla presenza di Dario Argento; Claudio Simonetti si è occupato della sonorizzazione dal vivo del film.
Il 28 novembre 2014 il film restaurato è stato proiettato al [[Torino Film Festival]]. Alla proiezione ha partecipato anche il regista, che ha annunciato il ritorno al cinema, nel 2015, della pellicola restaurata in occasione del quarantennale dall'uscita del film nelle sale. Nel 2018 il film è stato ridistribuito in versione restaurata anche in [[Francia]], con il divieto alla visione che è stato abbassato ai minori di 12 anni.
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Il 10 luglio 2023 il film è stato ridistribuito nelle sale italiane nella versione restaurata 4K.
Nel 2025, cinquantesimo anniversario dell'uscita, ''Profondo rosso'' è stato celebrato con iniziative dedicate durante il "Roma Film Music Festival" (6, 7 e 8 aprile), nel nuovo teatro immersivo dei Forum Studios, dove fu registrata la colonna sonora originale, oltre che con proiezioni straordinarie in tutta Italia.<ref>''ANSA'', 7 marzo 2025</ref>
▲=== Doppiaggio ===
▲Pur essendo una produzione tutta italiana il film venne girato in lingua inglese – tranne i dialoghi di Clara Calamai,<ref>Il personaggio di [[Clara Calamai]] nella versione in lingua inglese viene presentato con il nome di Martha mentre in quella italiana il nome di battesimo della donna non viene mai menzionato e anche nei titoli di coda il personaggio viene indicato semplicemente come ''madre di Carlo''.</ref>
== Riconoscimenti ==
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