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'''Suffeta''' o '''sufeta''' ({{Latino|Suffēs}} o ''sūfēs''<ref>{{Cita libro|autore=[[Luigi Castiglioni]]|autore2=[[Scevola Mariotti]]|titolo=[[IL - Vocabolario della lingua latina]]|anno=1996|editore=[[Loescher]]|pagine=1248}}</ref>; {{Lang-grc|ἄρχοντες|archontes|arconti}}; in [[lingua fenicia|fenicio]] ''špṭ'', '''šofeṭ''')
▲'''Suffeta''' (in [[lingua fenicia|fenicio]] ''špṭ'', '''šofeṭ''') è il titolo della più alta carica di [[Cartagine]]. I suffeti erano due, duravano in carica un anno e la loro importanza era paragonabile a quella dei [[Console (storia romana)|consoli]] dell'[[antica Roma]]. Questa magistratura era presente anche in altre città del [[Nordafrica]] (per esempio a [[Thugga]]), nonché nella terra d'origine dei cartaginesi, la [[Fenicia]], e in particolare la città di [[Tiro (città)|Tiro]].
Il termine '''šofeṭ''' (plurale '''šofṭim''') è presente anche in
== Il titolo ==
Il nome di questa carica è attestato nella grafia consonantica delle iscrizioni puniche (e anche in quelle numidiche) con le tre consonanti ''špṭ'', e probabilmente era pronunciato '''šofeṭ''', o meglio ancora '''šufeṭ'''. In [[lingua latina|latino]] ad esso corrisponde ''su(f) fes'', pl. ''su(f) fetes''; in [[lingua greca|greco]] {{polytonic|βασιλευς}} (letteralmente "re").▼
Oltre al titolo {{polytonic|βασιλευς}} (latino ''rex''), gli autori antichi usano anche, per evidenziare determinati aspetti della carica di suffeta, i titoli ''[[Console (storia romana)|consul]]'', ''[[Pretore (storia romana)|praetor]]'' e ''meddix tuticus'' (alta magistratura [[oschi|osca]], di solito tradotta in latino ''iudex publicus'')<!--
▲Il nome di questa carica è attestato nella grafia consonantica delle iscrizioni puniche (e anche in quelle numidiche) con le tre consonanti ''špṭ'', e probabilmente era pronunciato '''šofeṭ''', o meglio ancora '''šufeṭ'''. In [[lingua latina|latino]] ad esso corrisponde ''su(f) fes'', pl. ''su(f) fetes''; in [[lingua greca|greco]] βασιλευς (letteralmente "re").
▲Oltre al titolo βασιλευς (latino ''rex''), gli autori antichi usano anche, per evidenziare determinati aspetti della carica di suffeta, i titoli ''[[Console (storia romana)|consul]]'', ''[[Pretore (storia romana)|praetor]]'' e ''meddix tuticus'' (alta magistratura [[oschi|osca]], di solito tradotta in latino ''iudex publicus'')<!-- , e talvolta anche la denominazione di ''iudex'', più corrispondente al valore originario del titolo. gelegentlich auch die mehr der ursprünglichen Bedeutung des Sufetenamts entsprechende Bezeichnung Praetor, um gewisse Aspekte des karthagischen Sufetats zum Ausdruck zu bringen-->.
== Storia ==
Il titolo di suffeta è attestato a Tiro già nel [[VI secolo a.C.]]<ref name=":0">{{Cita libro|autore=Sandro Filippo Bondì|curatore=[[Sabatino Moscati]]|titolo=i Fenici|anno=1997|editore=Bompiani|città=[[Milano]]|p=153|capitolo=L'organizzazione politica e amministrativa}}</ref> e in [[Palestina]] nel [[II millennio a.C.]]<ref name=":0" />
A Cartagine la carica di suffeta può essere fatta risalire all'epoca di [[Annibale I]] ([[440 a.C.|440]]-[[406 a.C.]]), e forse anche prima, all'epoca di [[Amilcare I]] (m. [[480 a.C.|480]]). È possibile che i suffeti esistessero già nel [[VI secolo a.C.|VI secolo]]. Probabilmente dapprincipio Cartagine era sottoposta a un [[governatore]] (''skn''), che agiva a nome del re di [[Tiro (città antica)|Tiro]]. Quando la città, intorno all'[[VIII secolo a.C.|VIII]]/[[VII secolo a.C.|VII secolo]] si emancipò dalla madrepatria, è probabile che un [[re]] (''mlk'') abbia preso il posto del governatore. Nel [[VI secolo a.C.|VI secolo]] sembra che il potere sia stato preso da un "giudice" (''špṭ'') o due (''špṭm''). In generale la comparsa di due suffeti eletti annualmente viene considerata risalire alla fine del IV, inizio del III secolo.<ref name=":0" /> Per essi valeva il principio di collegialità e di durata annuale del mandato. In tutte le guerre dal 520 al 300 circa le caratteristiche della carica non sembrano essere mutate.
Il titolo di Suffeta, al pari di altre istituzioni puniche, rimase vivo come denominazione di una carica e titolo onorifica fino ai tempi dell'[[
▲A Cartagine la carica di suffeta può essere fatta risalire all'epoca di [[Annibale I]] ([[440 a.C.|440]]-[[406 a.C.]]), e forse anche prima, all'epoca di [[Amilcare I]] (m. [[480 a.C.|480]]). È possibile che i suffeti esistessero già nel [[VI secolo a.C.|VI secolo]]. Probabilmente dapprincipio Cartagine era sottoposta a un [[governatore]] (''skn''), che agiva a nome del re di [[Tiro (città)|Tiro]]. Quando la città, intorno all'[[VIII secolo a.C.|VIII]]/[[VII secolo a.C.|VII secolo]] si emancipò dalla madrepatria, è probabile che un [[re]] (''mlk'') abbia preso il posto del governatore. Nel [[VI secolo a.C.|VI secolo]] sembra che il potere sia stato preso da un "giudice" (''špṭ'') o due (''špṭm''). In generale la comparsa di due suffeti eletti annualmente viene considerata risalire alla fine del IV, inizio del III secolo. Per essi valeva il principio di collegialità e di durata annuale del mandato. In tutte le guerre dal 520 al 300 circa le caratteristiche della carica non sembrano essere mutate.
== Caratteristiche ==
▲Il titolo di Suffeta, al pari di altre istituzioni puniche, rimase vivo come denominazione di una carica e titolo onorifica fino ai tempi dell'[[impero romano]].
I Suffeti venivano eletti una volta all'anno dall'[[Assemblea del popolo]], mentre prima del [[III secolo a.C.]] rimanevano in carica a vita.<ref name=":1">{{Cita libro|autore=[[Sabatino Moscati]]|titolo=Cartaginesi|anno=1982|editore=[[Jaca Book]]|città=[[Milano]]|p=248}}</ref>
Avevano potere giudiziario e presiedevano il Senato e l'Assemblea popolare, ma non detenevano il potere militare.<ref name=":1" />
Già arrivare a stabilire il numero dei suffeti che erano in carica ogni anno presenta delle difficoltà. Che vi sia stata perlomeno in alcune epoche una doppia titolarità della carica sembra doversi dedurre già da quei passi in cui i suffeti vengono messi sullo stesso piano dei [[re di
Che la carica di suffeta, perlomeno nelle epoche storicamente accertabili, avesse la caratteristica di essere annuale, sembra probabile sulla base di quanto è tramandato da Cornelio Nepote e da [[Giovanni Zonara|Zonara]]. E ciò è confermato da una ricca documentazione epigrafica, in cui le date vengono espresse secondo i suffeti eponimi dell'anno (''št''). Sui poteri dei (solitamente) due suffeti abbiamo informazioni solo parziali. Dalla resa col termine per "re" ({{polytonic|βασιλευς}} o ''rex'') si possono trarre solo vaghe deduzioni circa i reali poteri di chi deteneva questa carica.
I suffeti erano le massime cariche dello Stato. È evidente che essi, in qualità di ''summus magistratus'' ("supremi magistrati" [[Tito Livio|Livio]]) rappresentavano gli interessi dello stato verso l'esterno. Essi appaiono dotati di significativi poteri nelle relazioni internazionali, altrimenti non si capirebbe l'uso del termine {{polytonic|βασιλευς}} o ''rex''. In quale misura, invece, fossero sottoposti a controlli da parte dello Stato non è dato saperlo sulla base di queste due denominazioni.
Essi dirigevano il ''Consiglio'' cartaginese, spesso descritto come un [[senato]]. Ne assumevano la presidenza e avevano diritto di prendere la parola in Consiglio, avevano diritto di convocarlo e di sottoporgli delle proposte. Avevano un ruolo decisivo anche nel legiferare. Con tutta probabilità avevano anche diritto convocare l'Assemblea del popolo; peraltro, non si ha conoscenza di
Gli interessi dello Stato venivano imposti mediante forze di polizia, di cui sembra che essi fossero anche le massime autorità. Come già lascia intendere il nome ''špṭ'' ("giudice") o ''[[meddix tuticus]]'', anche il potere giudiziario era sostanzialmente sotto il loro controllo. Non di rado essi avevano anche il comando supremo in occasione delle guerre. Il grande rilievo della loro posizione può essere compreso se si pensa che è ad essi, in qualità di "grandi" (''rb''), che spettava, nella Cartagine repubblicana, la funzione, che ai tempi degli antichi Fenici in oriente veniva attribuita al re, di ''mqm 'lm'', vale a dire suscitatori del dio [[Melqart]] (''mlqrt'').
== Note ==
<references />
== Bibliografia ==
=== Fonti ===
* [[Aristotele]], ''La Politica'';
* [[
* [[Festo]];▼
* [[Marco Giuniano Giustino]];
▲* [[Festo]]
* [[
* [[
* [[
* [[
* [[Giovanni Zonara|Zonara]];▼
* Numerose iscrizioni puniche, pubblicate in diverse sedi.▼
▲* [[Giovanni Zonara|Zonara]]
▲* Numerose iscrizioni puniche, pubblicate in diverse sedi
=== Studi ===
* Werner Dahlheim: ''Die griechisch-römische Antike II'', laufende Nachdrucke.
* Stéphane Gsell: ''Histoire ancienne d'
* Werner Huß: ''Geschichte der Karthager'', München 1985 (= Handbuch der Altertumswissenschaften III.8).
* Werner Huß: ''Die Karthager'', 3. ed. riveduta, München 2004.
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* Maurice Sznycer: ''Carthage et la civilisation punique'', in: Claude Nicolet (a cura di): ''Rome et la conquête du monde mediterranéen'', 2. ed., Collection Nouvelle Clio 8bis, Paris 1978, S. 545 – 593.
== Voci correlate ==
* [[Re di Cartagine]]
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Cartagine}}
[[Categoria:Storia di Cartagine]]
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