Publio Virgilio Marone: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
YurikBot (discussione | contributi)
m robot Aggiungo: hu:Vergilius
Etichetta: Annulla
 
Riga 1:
{{notand||Virgilio (disambigua)|descrizione=altri significati del nome '''Virgilio'''|titolo=[[Virgilio]]}}
{{Bio
'''Publio Virgilio Marone''' ([[Lingua latina|lat.]] ''Publius Vergilius Maro'' (''[[Virgilio (MN)|Andes]]'' [[70 a.C.]] — [[Brindisi]] [[19 a.C.]])''), fu un [[:categoria:poeti latini|poeta]] [[lingua latina|latino]].
|Nome = Publio
|Cognome = Virgilio Marone<ref name="PVM">{{EI|virgilio|Virgilio|accesso=21 marzo 2018}}</ref><ref name="PublioVirgilioMarone">{{Treccani|publio-virgilio-marone_(Enciclopedia-dei-ragazzi)|Virgilio Marone, Publio|accesso=21 marzo 2018}}</ref>
|PostCognomeVirgola = noto semplicemente come '''Virgilio''' o '''Vergilio'''<ref>{{Treccani|publio-virgilio-marone|Virgìlio Maróne, Publio}}</ref>
|PreData = {{latino|Publius Vergilius Maro}}<ref name="PVM"/>, [[Scrittura e pronuncia del latino|pronuncia classica o ''restituta'']]: {{IPA|[ˈpuːblɪ.ʊs wɛrˈɡɪlɪ.ʊs ˈmaroː]}}
|Sesso = M
|LuogoNascita = Andes
|LuogoNascitaLink =
|GiornoMeseNascita = 15 ottobre
|AnnoNascita = 70 a.C.
|NoteNascita = <ref name="PVM"/>
|LuogoMorte = Brindisi
|GiornoMeseMorte = 21 settembre
|AnnoMorte = 19 a.C.
|NoteMorte = <ref name="PVM"/>
|Epoca = I a.C.
|Attività = poeta
|Nazionalità = romano
|PostNazionalità = , autore di tre opere, tra le più famose e influenti della [[letteratura latina]]: le ''[[Bucoliche]]''<ref name="PublioVirgilioMarone"/><ref name="Virgo">{{cita web|url=http://m.oilproject.org/lezione/virgilio-letteratura-latina-riassunto-biografia-bucoliche-georgiche-eneide-mecenate-augusto-9424.html|titolo=Le opere di Publio Virgilio Marone: "Bucoliche", "Georgiche", "Eneide"|opera=m.oilproject.org|accesso=21 marzo 2018}}</ref> (''Bucolica''), le ''[[Georgiche]]''<ref name="PublioVirgilioMarone"/><ref name="Virgo"/> (''Georgica''), e l{{'}}''[[Eneide]]''<ref name="PublioVirgilioMarone"/><ref name="Virgo"/> (''Aeneis'')
|Immagine = Virgilio.png
|Didascalia = Publio Virgilio Marone
}}
 
Al poeta viene attribuita anche una serie di componimenti giovanili, la cui autenticità è oggetto di discussioni accademiche, che si è soliti indicare nel complesso come ''[[Appendix Vergiliana]]'' (''Appendice Virgiliana'').<ref name="PVM"/>
==Biografia==
Studiò prima a [[Cremona]] e [[Milano]], poi a [[Roma]]. Nella capitale portò a termine la propria formazione retorica e conobbe importanti esponenti della politica e della letteratura come [[Cornelio Gallo]], [[Alfeno Varo]] e [[Asinio Pollione]]. Messa da parte la carriera forense si recò a Napoli, dove divenne discepolo del filosofo [[epicureo]] [[Sirone]].
 
Virgilio, per il senso sublime dell'arte e per l'influenza che esercitò nei secoli, viene considerato il massimo poeta di [[Roma]],<ref name="PVM"/> nonché l'interprete più completo del grandioso momento storico che, dalla morte di [[Giulio Cesare]], conduce alla fondazione del [[Principato (storia romana)|Principato]] e dell'[[Impero romano|Impero]] ad opera di [[Augusto]].<ref name="PVM"/>
Conobbe [[Gaio Cilnio Mecenate|Mecenate]] ed entrò a far parte del suo circolo, che raccoglieva molti letterati famosi dell'epoca. Ebbe parecchi contatti con [[Augusto (imperatore romano)|Augusto]] e collaborò alla diffusione della sua ideologia politica. Fu considerato il maggiore poeta di [[Roma]] e dell'[[Impero Romano|impero]].
 
L'opera di Virgilio, presa a modello e studiata fin dall'antichità, ha avuto una profondissima influenza sulla letteratura e sugli autori occidentali, in particolare su [[Dante Alighieri]] e la sua ''[[Divina Commedia]]'', nella quale Virgilio funge anche da guida dell{{'}}''[[Inferno (Divina Commedia)|Inferno]]'' e del ''[[Purgatorio (Divina Commedia)|Purgatorio]]''.<ref name="PublioVirgilioMarone"/>
Di ritorno da un viaggio di ricerca ad [[Atene]] morì a Brindisi, Le sue ossa sono sepolte a [[Napoli]] nella zona di [[Pozzuoli]].
 
== Biografia ==
Scrisse le ''[[Bucoliche (Virgilio)|Bucoliche]]'' (una raccolta di dieci [[egloga|egloghe]]), le ''[[Georgiche]]'' ( poema didascalico di quattro libri sul lavoro dei campi)e l'[[Eneide (Virgilio)|Eneide]] (poema in dodici libri che narra la storia di [[Enea]], esule da [[Troia (Asia Minore)|Ilio]] e fondatore della [[Gens Giulia|dinastia Giulia]]),
[[File:Virgil .jpg|min|verticale|Immagine giovanile del poeta Virgilio, di profilo e con la corona di alloro, di autore ignoto.]]
A differenza di altri poeti latini, in merito alla biografia di Virgilio sono molte le notizie giunte fino a noi, da fonti dirette o da testimonianze indirette.
 
==Fortuna= La nascita ===
[[File:Casalpoglio campagna.jpg|min|sinistra|[[Casalpoglio]], zona di [[Castel Goffredo]], possibile luogo di nascita di Virgilio<ref name="ReferenceA"/>]]
Il poeta nacque ad Andes, un piccolo villaggio sito nei pressi dell'antica città di [[Storia di Mantova#Mantova etrusca e romana|Mantua]] (odierna [[Mantova]]), nella [[Gallia Cisalpina]] (abolita ed annessa all'[[Italia romana|Italia]] proprio durante la sua vita), il 15 ottobre del [[70 a.C.]] da una benestante famiglia di [[coloni romani]], figlio di Marone Figulo, un piccolo proprietario terriero, arricchitosi considerevolmente con l'[[apicoltura]], l'allevamento e l'artigianato, e di [[Magia Polla|Màgia Polla]], figlia a sua volta d'un facoltoso mercante, Magio, al cui servizio aveva lavorato il padre del poeta in passato. Suo padre, a quanto riferito, apparteneva alla ''[[gens Vergilia]]'' - di scarsa attestazione all'infuori di sole quattro iscrizioni rinvenute nei pressi di [[Verona]] (3) e dell'odierna [[Calvisano]] (1), che suggerirebbero pure una sua parentela con la ''[[gens Munatia]]''<ref name="Conway">[[Robert Seymour Conway|Conway, Robert Seymour]]. 1967. "[https://books.google.gr/books?id=pMi2i1K2leAC&pg=PA19&dq=gens+Vergilia&hl=en&sa=X&redir_esc=y#v=onepage&q=gens%20Vergilia&f=false Where Was Vergil's Farm]." ''Harvard Lectures on the Vergilian Age.'' Biblo & Tannen. {{ISBN|978-0819601827}}.</ref> -, mentre sua madre alla ''[[gens Magia]]'', d'origine [[Campania antica|campana]].<ref>{{cita|Conway|pp. 14-41|cidConway}}.</ref> Il biografo Foca lo definisce "vates Etruscus" e le origini etrusche vengono confermate dallo stesso poeta nell'''Eneide'': " Mantua dives avis....ipsa caput populis: Tusco de sanguine vires" (E. X, 201 ss.).
 
Il nome Marone (in latino ''Maro'') deriverebbe dalla carica politica etrusca di ''maru''.<ref>[[Giuliano Bonfante]], [[Larissa Bonfante]], Lingua e Cultura degli Etruschi, Editori Riuniti, 1985, p.125</ref>
Durante tutto il [[Medioevo]] Virgilio fu letto con ammirazione, il che permise alle sue opere di essere tramandate completamente. L' interpretazione medioevale dell'opera virgiliana utilizzò largamente lo strumento dell'[[allegoria]]: al poeta fu infatti attribuito un ruolo di profeta di [[Cristo]], basandosi su un brano delle Bucoliche annunciante la venuta di un bambino che avrebbe riportato l'[[età dell'oro]]. Oggi gli studiosi sono più propensi a identificare il bambino con l'allora giovane Ottaviano, o col figlio di [[Gaio Asinio Pollione]].
 
L'ubicazione esatta del borgo natio del Vate è stata oggetto di controversie; tuttavia, {{senza fonte|stando all'identificazione più accreditata facente capo agli studi dei più eminenti filologi classici e studiosi della tradizione virgiliana}}, esso corrisponderebbe al borgo di [[Pietole]], in prossimità delle acque del [[Mincio]], nelle vicinanze di Mantova, nome assunto nel corso del Medioevo, divenuto poi, in tempi recenti, "Pietole Vecchia" per distinguerlo da "Pietole Nuova" venuta a formarsi tra Sette e Ottocento in prossimità della strada Romana, a due chilometri dall'antico borgo natale sito in prossimità del fiume; il borgo natio del Poeta ha ripreso alcuni anni fa l'antico nome celtico ''Andes'' ed è divenuto, nel [[2014]], con la fusione dei comuni di [[Virgilio (Italia)|Virgilio]] e [[Borgoforte (Borgo Virgilio)|Borgoforte]], una [[Frazione (geografia)|frazione]] del [[Comune (Italia)|comune]] di [[Borgo Virgilio]]. L'attuale Pietole corrisponde dunque a Pietole Nuova. La fama dell'antica Pietole come luogo di pellegrinaggio e venerazione, poiché fu considerato sin dai primi secoli dopo la morte il borgo natale del vate e "profeta di Cristo", è testimoniata da [[Dante Alighieri]] nella ''[[Divina Commedia]]'' ([[Purgatorio (Divina Commedia)|Purgatorio]], XVIII 83) e dalle opere di Giovanni Boccaccio {{chiarire|e di altri scrittori|Chi?}}. Altri studi<ref name="ReferenceA">{{cita pubblicazione |cognome=Nardoni |nome=Davide | wkautore =Davide Nardoni |anno=1986 |mese=gennaio-febbraio |titolo=La terra di Virgilio |rivista=Archeologia Viva |numero=N.1/2 |pp=71-76}}</ref> sostengono invece che il corrispettivo odierno dell'antica ''Andes'' vada ricercato nella zona di [[Casalpoglio]],<ref>{{Cita web|url=https://www.enciclopediabresciana.it/enciclopedia/index.php?title=VIRGILIO,_propriamente_Publio_Virgilio_Marone|titolo=VIRGILIO, propriamente Publio Virgilio Marone|accesso=12 maggio 2025}}</ref> [[Frazione (geografia)|frazione]] di [[Castel Goffredo]]<ref>{{cita libro|Giovanni|Telò|altri=Fotografie di Massimo Telò|San Michele & dintorni|1992|p.16|Mantova|coautori=Massimo Telò|cid=cidTelò|sbn=LO10324122}}</ref><ref>{{cita libro|Piero|Gualtierotti|Castel Goffredo dalle origini ai Gonzaga|2008 |pp. 96-100| Mantova}}</ref><ref>[http://ricerca.gelocal.it/gazzettadimantova/archivio/gazzettadimantova/2010/06/07/NP1PO_NP103.html?refresh_ce «Virgilio {{sic|naque}} ad Andes: ecco la prova».]</ref><ref>[https://books.google.it/books?id=0SqODAAAQBAJ&pg=PT25&dq=magia+polla%2Bcasalpoglio&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiT34Pr79PcAhULCRoKHVhODtIQ6AEIJzAA#v=onepage&q=magia%20polla%2Bcasalpoglio&f=false Antonio La Penna, ''La letteratura latina del primo periodo augusteo (42-15 a.C.)'']</ref>, così come anche per il comune di [[Calvisano]] è stata avanzata l'ipotesi d'una sua identificazione col luogo di nascita del poeta, sulla base anche di un'iscrizione recante il nome della gens paterna nei suoi pressi<ref name="Virgilio_Calvisano_Bimillenario">{{Cita conferenza|titolo=Virgilio nostro antico|data=1983|conferenza=Atti delle celebrazioni per il Bimillenario Virgiliano in Calvisano|organizzazione=Comune di Calvisano|città=Calvisano}}</ref><ref>{{cita libro|Battista|Guerreschi|Storia di Calvisano|1989|Montichiari|pp.24-37}}</ref> (si vedano in tal senso gli studi e le ricerche effettuate dal [[filologo]] ed [[accademico]] inglese [[Robert Seymour Conway]]<ref>{{Treccani|robert-seymour-conway|Robert Seymour Conway|31 agosto 2017}}</ref><ref name="Virgilio_Calvisano_Farm">{{cita pubblicazione|autore=Robert Seymour Conway|titolo=Where was Vergil's farm?|rivista=Bulletin of the John Rylands Library|editore=Manchester University Press|città=Manchester|volume=7|numero=(2)|anno=1923|pp=184-210|lingua=en}}</ref><ref name="Virgilio_Calvisano_Podere">{{cita pubblicazione|autore=Robert Seymour Conway|titolo=Dov'era il podere di Virgilio?|rivista=Atene e Roma|editore=[[Vallecchi Editore]]|città=Firenze|volume=Nuova Serie - Anno VII|numero=3|anno=1926|pp=170-186|url=https://www.aicc-nazionale.com/app/download/24174702/Atene+e+Roma_anno_007_NS_n.3_1926..pdf|formato=pdf|accesso=31 agosto 2017}}</ref><ref name="Virgilio_Calvisano_Further">{{cita pubblicazione|autore=Robert Seymour Conway|titolo=Further considerations on the site of Vergil’s farm|url=https://archive.org/details/sim_classical-quarterly_1931-04_25_2/page/65|rivista=The Classical Quarterly|editore=[[Cambridge University Press]]|città=Cambridge|volume=25|numero=2|anno=1931|mese=aprile|pp=65-76|lingua=en}}</ref>). {{chiarire|Secondo altri|chi?}}, {{Senza fonte|corrisponderebbe all'odierno [[Redondesco]], comune situato a ovest di Mantova, lungo l'antica strada romana [[Via Postumia|Postumia]]. Analisi sul toponimo sembrano confermare questa ipotesi}}.
Come profeta inconsapevole Virgilio è rappresentato anche da [[Dante Alighieri|Dante]] nella [[Divina Commedia]] ([[Purgatorio]], [[Purgatorio_-_Canto_ventiduesimo|canto XXII]], vv. 67-72).
 
=== La formazione e l'avvicinamento all'epicureismo ===
==Collegamenti esterni==
Virgilio frequenta la scuola di grammatica a [[Cremona]], poi la scuola di filosofia a [[Milano]], dove si avvicina alla corrente filosofica [[Epicureismo|epicureista]] grazie a [[Sirone (epicureo)|Sirone]] e infine la scuola di retorica a [[Roma]]. Qui conobbe molti poeti e uomini di cultura e si dedicò alla composizione delle sue opere. Inoltre nella capitale portò a termine la propria formazione oratoria studiando eloquenza alla scuola di Epidio, un maestro importante di quell'epoca. Lo studio dell'eloquenza doveva fare di lui un avvocato e aprirgli la via per la conquista delle varie cariche politiche. L'oratoria di Epidio non era certo congeniale alla natura del mite Virgilio, riservato e timido, e dunque quantomai inadatto a parlare in pubblico. Infatti, nella sua prima causa come avvocato non riuscì nemmeno a parlare. In seguito a ciò Virgilio entrò in una crisi esistenziale che lo portò, non ancora trentenne, a spostarsi dopo il [[42 a.C.]] a [[Napoli]], per recarsi alla scuola dei filosofi [[Filodemo di Gadara]] e [[Sirone (filosofo)|Sirone]] per apprendere i precetti di [[Epicuro]]<ref>Erede dei beni di Sirone di cui fu discepolo (Verg., Catal. 5, 9 et 8, 1), Virgilio figura citato in diversi [[papiri di Ercolano]]: M. Gigante e M. Capasso, «Il ritorno di Virgilio a Ercolano», SIFC, 7, 1989, p. 3-6; M. Gigante, «Virgilio all’ombra del Vesuvio», Cronache Ercolanesi, 31, 2001, p. 10; V. Mellinghoff-Bourgerie, ''Les incertitudes de Virgile. Contributions épicuriennes à la théologie de l’Énéide'', Bruxelles, 1990, p. 20-21; D. Armstrong, J. Fish, P.A. Johnston, M.B. Skinner (dir.), ''Vergil, Philodemus and the Augustans'', Austin, 2004.</ref>.
{{wikisource|Publius Vergilius Maro|la:}}
* {{la}} [http://www.thelatinlibrary.com/verg.html ''The Latin Library'' opera completa di Virgilio]
 
=== La crisi e la confisca dei possedimenti agricoli ===
{{poeti}}
[[File:Le colonne della Via Appia a Brindisi.jpg|min|Le colonne terminali della [[via Appia]] nei pressi della casa dove, secondo la tradizione, Virgilio morì.]]
{{letteratura}}
Gli anni in cui Virgilio si trova a vivere sono anni di grandi sconvolgimenti a causa delle guerre civili: prima lo scontro tra [[Cesare]] e [[Pompeo]], culminato con la sconfitta di quest'ultimo a [[Battaglia di Farsalo|Farsalo]] ([[48 a.C.]]), poi l'uccisione di Cesare ([[44 a.C.]]) in una congiura, e lo scontro tra [[Ottaviano]] e [[Marco Antonio]] da una parte e i cesaricidi ([[Marco Giunio Bruto|Bruto]] e [[Cassio]]) dall'altra, culminato con la [[battaglia di Filippi]] ([[42 a.C.]]). Egli fu toccato direttamente da queste tragedie come testimoniano le sue opere: infatti la distribuzione delle terre ai veterani dopo la battaglia di Filippi mise in grave pericolo le sue proprietà nel [[Centuriazione di Mantova|mantovano]] ma sembra che, grazie all'intercessione di personaggi influenti ([[Pollione]], Varo, [[Cornelio Gallo|Gallo]], Alfeno, [[Gaio Cilnio Mecenate|Mecenate]] e dunque lo stesso [[Augusto]]), Virgilio sia riuscito (almeno in un primo tempo) ad evitare la confisca.
 
Si spostò poi a [[Napoli]] con la famiglia e in seguito, nel [[38 a.C.]], si fece assegnare da [[Gaio Cilnio Mecenate|Mecenate]] un podere in Campania come risarcimento per le proprietà perdute ad Andes. In Campania avrebbe terminato le ''Bucoliche'' e composto le ''Georgiche,'' dedicate all'amico Mecenate, che Virgilio frequentava.
[[Categoria:Biografie|Virgilio Marone]]
[[Categoria:Mitologia romana|Virgilio Marone]]
[[Categoria:Poeti latini|Virgilio Marone]]
[[Categoria:Persone citate nella Divina Commedia (Inferno)|Virgilio Marone]]
[[Categoria:Persone citate nella Divina Commedia (Purgatorio)|Virgilio Marone]]
[[Categoria:Persone citate nella Divina Commedia (Paradiso)|Virgilio Marone]]
 
Virgilio entrò dunque nel circolo del "primo ministro imperiale", che raccoglieva molti letterati famosi dell'epoca.
[[bg:Вергилий]]
 
[[ca:Virgili]]
=== L'avvicinamento ad Augusto ===
[[cs:Publius Vergilius Maro]]
Il poeta frequentava le tenute terriere di Mecenate, che egli possedeva in [[Campania]] nei pressi di [[Atella (città antica)|Atella]] e in [[Sicilia]]. Attraverso Mecenate, Virgilio conobbe meglio [[Augusto]]. Divenne il maggiore poeta di [[Roma]] e dell'[[Impero romano|Impero]] e le sue opere poetiche furono introdotte nell'insegnamento scolastico da [[Quinto Cecilio Epirota]] ancor prima della sua morte, verso il [[26 a.C.]]
[[da:Publius Vergilius Maro]]
 
[[de:Vergil]]
Dopo il 29 a.C. il poeta iniziò la stesura dell'[[Eneide]], e tra il [[27 a.C.]] e il [[25 a.C.]], l'imperatore [[Augusto]] richiese a Virgilio degli estratti del poema in corso di stesura. Nel [[22 a.C.]] il poeta lesse ad [[Augusto]] alcune parti dell'[[Eneide]], tra cui quasi sicuramente, il celebre VI libro<ref name=":0">{{Treccani|virgilio_(Enciclopedia-Italiana)|Virgilio|autore=[[Augusto Rostagni]] e [[Salvatore Battaglia]]|anno=1937|accesso=2022-02-01}}</ref><ref name=":1">{{Cita libro|autore=[[Elio Donato]]|titolo=Vitae Vergilianae antiquae}}</ref>.
[[el:Βιργίλιος]]
 
[[en:Virgil]]
=== L'ultimo viaggio in Grecia e la morte ===
[[eo:Vergilio]]
[[File:Parco della Grotta di Posillipo.jpg|min|La [[Tomba di Virgilio]] a [[Napoli]]]]
[[es:Virgilio]]
Virgilio morì a [[Brindisi]] il 21 settembre del [[19 a.C.]] ([[calendario giuliano]]), di ritorno da un importante viaggio in [[Grecia]], forse per ricevere alcuni pareri tecnici sull'''Eneide''<ref name=":1" />. Secondo alcuni biografi fatali furono le conseguenze di un colpo di sole, ma non è l'unica ipotesi accreditata.
[[eu:Vergilius]]
 
[[fi:Vergilius]]
Prima di morire, Virgilio raccomandò ai suoi compagni di studio [[Plozio Tucca]] e [[Vario Rufo]] di distruggere il manoscritto dell{{'}}''Eneide'', perché, per quanto l'avesse quasi terminata, non aveva fatto in tempo a rivederla<ref>[[Aulo Gellio]], XVII, 10, 7.</ref>: i due però consegnarono il manoscritto all'imperatore, cosicché l{{'}}''Eneide'', pur recando tuttora qua e là evidenti tracce di incompiutezza, divenne in breve il poema nazionale romano.<ref name="Perelli192">[[Luciano Perelli]], ''Storia della letteratura latina'', p.192.</ref>
[[fr:Virgile]]
 
[[he:ורגיליוס]]
I resti del grande poeta furono poi trasportati a [[Napoli]], dove sono custoditi in un [[Tomba di Virgilio|tumulo tuttora visibile]], nel quartiere di [[Piedigrotta]]. L'urna che conteneva i suoi resti andò dispersa nel Medioevo. Sulla tomba fu posto il [[Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc Parthenope; cecini pascua rura duces|celebre epitaffio]]:
[[hr:Vergilije]]
{{citazione|Mi ha generato Mantova, il Salento mi rapì la vita, ora Napoli mi conserva; cantai pascoli [le Bucoliche], campagne [le Georgiche], comandanti [l'Eneide]<ref>[https://books.google.it/books?id=ir-FDIM-ykgC&pg=PA87&dq=significato+calabria+in+mantua+me+genuit&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwi7h67b1d3RAhVLPhQKHYulCtsQ6AEIGjAA#v=onepage&q=significato%20calabria%20in%20mantua%20me%20genuit&f=false Letteratura latina.]</ref>||[[Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc Parthenope; cecini pascua rura duces|Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc<br />Parthenope; cecini pascua rura duces]]|lingua=la}}
[[hu:Vergilius]]
 
[[id:Publius Vergilius Maro]]
== Opere ==
[[is:Virgill]]
=== Appendix Vergiliana ===
[[ja:ウェルギリウス]]
{{Vedi anche|Appendix Vergiliana|Storia della letteratura latina (31 a.C. - 14 d.C.)}}
[[ko:베르길리우스]]
Un primo gruppo di opere, la cui autenticità e la partenità restano ancora oggi oggetto di dubbi, vengono generalmente indicate con l'appellativo di ''[[Appendix Vergiliana]]''; tale appellativo è stato coniato per la prima volta dall'umanista [[Giuseppe Scaligero]] nel [[1573]]<ref name=":0" /><ref name="Perelli183">[[Luciano Perelli]], ''Storia della letteratura latina'', p. 183.</ref>.
[[ku:Vergilius]]
* Alla spicciolata (''Catalepton'');<ref name="Perelli183" />
[[la:Publius Vergilius Maro]]
* La focaccia (''Moretum'');
[[lt:Vergilijus]]
* Epigrammi (''Epigrammata''): che comprendono le Rose (''Rosae''), Sì e no (''Est et non''), Uomo buono (''Vir bonus''), ''Elegiae in Maecenatis obitu'', ''Hortulus'', Il vino e Venere (''De vino et Venere''), Il livore (''De livore''), Il canto delle Sirene (''De cantu Sirenarum''), Il compleanno (''De die natali''), La fortuna (''De fortuna''), Orfeo (''De Orpheo''), Su sé stesso (''De se ipso''), Le età degli animali (''De aetatibus animalium''), Il gioco (''De ludo''), ''De Musarum inventis'', Lo specchio (''De speculo''), ''Mira Vergilii experientia'', Le quattro stagioni (''De quattuor temporibus anni''), La nascita del sole (''De ortu solis''), Le fatiche di Ercole (''De Herculis laboribus''), La lettera Y (''De littera Y''), ed I segni celesti (''De signis caelestibus'').
[[ms:Virgil]]
* L'ostessa (''Copa'') (solo secondo il biografo [[Servio Mario Onorato|Servio]]);<ref name="Perelli183" />
[[nl:Publius Vergilius Maro]]
* Maledizioni (''Dirae'');
[[nn:Vergil]]
* L'airone (''Ciris'');<ref name="Perelli183" />
[[no:Publius Vergilius Maro]]
* La zanzara (''Culex'');<ref name="Perelli183" />
[[pl:Wergiliusz]]
* L'Etna (''Aetna'');<ref name="Perelli183" />
[[pt:Virgílio]]
* Storia romana (''Res romanae''), opera solo progettata e poi abbandonata.
[[ro:Vergiliu]]
 
[[ru:Публий Вергилий Марон]]
=== Opere autentiche ===
[[scn:Virgiliu]]
{{Vedi anche|Bucoliche|Georgiche|Eneide|Storia della letteratura latina (31 a.C. - 14 d.C.)}}
[[simple:Virgil]]
[[File:Vergilius Maro - Bucolica, A. D. MCCCCLXXXI die ultimi februarii - 2463993.jpg|min|verticale|Bucolica, 1481]]
[[sk:Vergílius]]
Queste tre opere si distinguono dalle precedenti, in quanto composte sicuramente dal poeta latino<ref name=":0" />.
[[sl:Vergil]]
* [[Bucoliche|Bucoliche (''Bucolica'')]]: composte tra il 42 e il 39 a.C. a Napoli, sono una raccolta di dieci componimenti detti "ecloghe" o "egloghe" di stile perlopiù bucolico e che seguono il modello del poeta siciliano [[Teocrito]].<ref>[[Luciano Perelli]], ''Storia della letteratura latina'', pp. 184-186.</ref> Le Bucoliche, che significa ''canti dei bovari'', sono dunque costituite da dieci egloghe: la prima è un dialogo tra due contadini, Titiro e Melibeo. Melibeo è costretto ad abbandonare la sua casa e i campi, che diverranno la ricompensa di un soldato romano. Titiro invece può restare grazie all'influenza di un potente (forse Ottaviano, o un nobile della sua cerchia, come Asinio Pollione); la seconda egloga contiene il lamento d'amore del pastore [[Coridone]], che si strugge per il giovane [[Alessi (personaggio)|Alessi]]; la terza egloga è una [[tenzone]] poetica fra due pastori, svolta in canti alternati detti amebèi; la quarta egloga è dedicata a [[Pollione]] ed è la celebre profezia circa la nascita di un ''puer ''il cui avvento rigenererà l'umanità; la quinta è il lamento per la morte di Dafni, il "principe dei pastori" (Elio Donato); nella sesta il vecchio Sileno canta l'origine del mondo; nella settima Melibeo racconta la gara di canto tra due pastori; l'ottava egloga contiene due canti d'amore ed è dedicata ad [[Asinio Pollione]]; la nona egloga è molto simile alla prima, ma vi si canta un esproprio di terre definitivo (i due protagonisti sono [[Lìcida]] e [[Meride|Meri]]) e la decima è dedicata a [[Gaio Cornelio Gallo|Gallo]] e ne celebra gli amori infelici. Varo, Gallo e Pollione furono tre potenti governatori della provincia Cisalpina presso cui il poeta aveva forse sperato di trovare favore per rientrare in possesso delle proprie terre perdute durante l'esproprio.
[[sr:Вергилије]]
* [[Georgiche|Georgiche (''Georgica'')]]<!--''libri''-->: composte a [[Napoli]] in sette anni (tra il 37 a.C. e il 30 a.C.) e suddivise in quattro libri. È un [[poema didascalico]] sul lavoro dei campi, sull'arboricoltura (in particolare della vite e dell'olivo), sull'allevamento e sull'apicoltura come metafora di un'ideale società umana.<ref>[[Luciano Perelli]], ''Storia della letteratura latina'', pp.187-191.</ref> Ciascun libro presenta una digressione: il primo ''le guerre civili'', il secondo ''la lode della vita agreste'', il terzo ''la peste degli animali nel Norico'', il quarto libro si conclude con ''la storia di Aristeo e delle sue api'' (questa digressione contiene la famosa favola di ''Orfeo e Euridice''). Secondo il grammatico tardoantico Servio, nella prima stesura delle Georgiche, la conclusione del IV libro era dedicata a Cornelio Gallo ma, caduto questi in disgrazia presso [[Augusto]], Virgilio avrebbe concluso l'opera in modo diverso. L'opera fu dedicata a [[Gaio Cilnio Mecenate|Mecenate]]. Si tratta sicuramente di uno dei più grandi capolavori della letteratura latina e l'espressione più alta dell'autentica e vera poesia virgiliana. I modelli qui seguiti sono [[Esiodo]] e [[Publio Terenzio Varrone|Varrone]].
[[sv:Vergilius]]
* [[Eneide|Eneide (''Aeneis'')]]: poema epico composto forse fra [[Napoli]] e [[Roma]], in dieci anni (tra il 29 a.C. e il 19 a.C.) e suddiviso in dodici libri. Opera monumentale, considerata dai contemporanei alla stregua di un'[[Iliade]] latina, fu il libro ufficiale sacro all'ideologia del regime di [[Augusto]] sancendo l'origine e la natura divina del potere imperiale. Naturalmente il modello fu [[Omero]]. Essa narra la storia di [[Enea]], esule da [[Troia|Ilio]] e fondatore della divina [[gens Iulia]].<br />Il poema rimase privo di revisione, e nonostante Virgilio prima di partire per l'Oriente ne avesse chiesto la distruzione e ne avesse vietato la diffusione in caso di sua morte, esso fu pubblicato per volere dell'imperatore.<ref>[[Luciano Perelli]], ''Storia della letteratura latina'', pp.191-199.</ref><br />Nel [[XV secolo]] il poeta [[Maffeo Vegio]] compose in esametri il ''[[Supplementum Aeneidos]]'', cioè il tredicesimo libro a completare la vicenda narrata nel poema virgiliano.
[[tl:Vergilius]]
 
[[tr:Virgil]]
== Virgilio nella cultura successiva ==
[[uk:Вергілій]]
[[File:monumento virgilio.jpg|min|verticale|Monumento a Virgilio<br />Piazza Virgiliana, [[Mantova]].]]
[[zh:维吉尔]]
[[File:Mantova-Virgilio in cattedra.jpg|min|verticale|sinistra|[[Mantova]], [[Piazza Broletto]], ''[[statua di Virgilio in cattedra]]''<ref>Sulle lapidi sottostanti è scolpito: "+ Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc Partenope. Cecini pascua, rura, duces" e "+ Millenis lapsis annis D(omi)niq(ue) ducentis / bisq(ue) decem iunctis septemq(ue) sequentibus illos / uir constans a(n)i(m)o fortis sapiensq(ue) benignus / Laudarengus honestis moribus undiq(ue) plenus / hanc fieri, lector, fecit qua(m) conspicis ede(m). / Tunc aderant secu(m) ciuili iure periti / Brixia quem genuit Bonacursius alter eorum, / Iacobus alter erat, Bononia quem tulit alta."</ref>]]
La fama del vate dopo la morte fu tale che egli fu considerato una divinità degna di ricevere onori, lodi, preghiere, e riti sacri. Già [[Silio Italico]] (appena un secolo dopo), che acquistò la villa e la tomba di Virgilio, istituì una celebrazione in memoria del Mantovano nel suo giorno di nascita (le [[Calendario romano|Idi]] di ottobre). In tal modo questa celebrazione si tramandò anno per anno nei primi secoli dell'era volgare, diventando un punto di riferimento importante soprattutto per il popolo napoletano che vide in Virgilio ("Vergilius") il suo secondo patrono e spirito protettore della città di [[Napoli]], dopo la ''vergine'' [[Partenope (sirena)|Partenope]]. Ai suoi resti (cenere e ossa), conservati nel sepolcro da lui stesso concepito secondo forme e proporzioni pitagoriche, fu attribuito il potere di proteggere la città dalle invasioni e dalle calamità.
Nonostante le [[divinità]] pagane venissero dimenticate, di Virgilio si mantenne comunque intatto il ricordo, e le sue opere furono interpretate cristianamente.
 
Egli divenne in particolare un simbolo dell'identità e della libertà politica di [[Napoli]]: fu per questo che nel [[XII secolo]] i conquistatori [[normanni]], col consenso interessato della [[Chiesa (comunità)|Chiesa]] di Roma, consentirono ad un filosofo e negromante inglese di nome Ludowicus di profanare il sepolcro di Virgilio con lo scopo di rimuovere e asportare il vaso con le sue ossa, al fine di indebolire e sottomettere Napoli al potere normanno distruggendo l'oggetto di culto che era la base simbolica della sua autonomia. I resti di Virgilio furono salvati dalla popolazione che li trasferì all'interno di [[Castel dell'Ovo]], ma in seguito vennero qui sotterrati e nascosti per sempre ad opera dei Normanni. Da allora i napoletani ritennero che il potere protettivo del Poeta verso la città fosse vanificato.
 
Il ricordo di Virgilio però, soprattutto nel popolo napoletano, rimase sempre vivo. Alla fama di ''sapiente'' per la tradizione colta, con il tempo si affiancò quella di ''mago'' nella tradizione popolare, inteso come uomo che conosce i segreti della natura e ne fa uso a fin di bene. Di tale interpretazione ci resta un ''corpus'' basso-medievale di leggende che hanno come sfondo soprattutto le città di [[Roma]] e [[Napoli]]: ad esempio, tanto per citarne una, quella che lo vede costruttore del [[Castel dell'Ovo]] magicamente edificato sopra il guscio di un uovo magico di [[struzzo]] che si sarebbe rotto solo quando la fortezza fosse stata definitivamente espugnata, oppure quella che riguarda la creazione e l'occultamento sotterraneo di una specie di [[Palladio (mitologia)|palladio]] (una riproduzione in miniatura della città di [[Napoli]] contenuta in una bottiglia vitrea dal collo finissimo) che per magia protesse la città dalle sciagure e dalle invasioni finché non fu trovato e distrutto da [[Corrado di Querfurt]], cancelliere dell'imperatore [[Enrico VI di Svevia|Enrico VI]] inviato nel XII secolo a conquistare il [[Regno di Sicilia]] (che allora comprendeva anche la città di Napoli).
 
Durante l'[[Alto Medioevo]] Virgilio fu letto con ammirazione, il che permise alle sue opere di essere tramandate completamente. L'interpretazione dell'opera virgiliana utilizzò largamente lo strumento dell'[[allegoria]]: al poeta fu infatti attribuito un ruolo di profeta di [[Cristo]], sulla base di un brano delle ''Bucoliche'' (la IV ecloga) annunciante la venuta di un bambino che avrebbe riportato l'[[età dell'oro]] e identificato per questo con [[Gesù]].
 
Virgilio venne quindi rappresentato come vate, maestro e profeta nella [[Divina Commedia]] ([[Purgatorio (Divina Commedia)|Purgatorio]], [[Purgatorio - Canto ventiduesimo|canto XXII]], vv. 67-72) da [[Dante Alighieri]], il quale ne fece la propria guida attraverso i gironi dell'Inferno e del Purgatorio.
{{citazione|O de li altri poeti onore e lume,<br />vagliami 'l lungo studio e 'l grande amore<br />che m' ha fatto cercar lo tuo volume.|[[Inferno (Divina Commedia)|Inferno]], Canto I, 81-83|}}
 
=== Da Dante al Rinascimento ===
[[File:Houghton Typ 715.98.868 - Publius Virgilius, Georg L IV.jpg|min|verticale|Georgica, Libro IV, 497. Illustrazione di [[François Gérard]] in un'edizione del 1798]]
La presenza di Virgilio è costante nello svolgimento della letteratura italiana. L'eco della sua poesia risuona sovente nelle opere dei nostri più grandi scrittori.
 
Per [[Dante Alighieri]], l{{'}}''Eneide'' diviene modello di alta poesia, fonte di ispirazione di tanti suoi versi. È vero, egli avverte il fascino anche di altri grandi autori del passato, di "Omero, poeta sovrano" di " Orazio satiro", "Ovidio", "Lucano", e poi "Tullio e Lino e Seneca morale" ([[Inferno]], 4, 102 e ''passim'') ma è Virgilio la sua guida, Virgilio "l'altissimo poeta" (''ibid''.,80).
[[Dante]] riconosce la grandezza morale, il peso del pensiero antico e nella sua opera fa confluire insieme i valori dell'umanesimo classico e quelli cristiani. Si può considerare pertanto il primo umanista della nostra letteratura: un discepolo di Virgilio, al di là del pensiero medievale.<ref>Augustin Renaudet, ''Dante humaniste'', Paris, Les Belles Lettres 1952.</ref>
Dalla lettura delle sue opere apprese il senso di partecipazione al dolore universale, la ''pietas'', intesa quest'ultima nel senso morale di adesione al cielo sì, ma anche di attenzione ai valori della terra. Egli si accosta al mantovano non solo per capire "come l'uom s'eterna", ma anche per perfezionare lingua e stile.
 
Con diversa e più moderna sensibilità si avvicina a Virgilio un cultore degli ''studia humanitatis'' come [[Francesco Petrarca]]. Il dolore umano alla scuola del poeta antico trova innumerevoli rivoli per elevarsi in una poesia soavemente malinconica. Da lui deriva l'amore per le belle lettere, la nobiltà dei sentimenti e del pensiero, da lui l'arte della perfezione stilistica. La lingua italiana diviene, come vuole [[Francesco de Sanctis|de Sanctis]], "la dolcissima delle lingue".<ref>Francesco De Sanctis, ''Saggio critico su Petrarca'', a cura di E. Bonora, Bari, Laterza, 1954 (seconda edizione), p.89.</ref> Intuisce e tramanda ai posteri i più alti segreti della poesia del mantovano. Virgiliano nell'anima, vive a lui unito nello spirito, gli dedica epistole. [[Petrarca]] venne salutato come il nuovo Virgilio, modello di poeta, elegante, raffinato: si colloca tra i più grandi lirici di tutti i tempi.
 
Nell'[[Umanesimo]] è ancora Virgilio, unitamente a [[Cicerone]], l'autore più amato, più ricercato come guida di maestria linguistica. Con il ritorno al mondo classico nasce la nuova civiltà in cui confluisce l'antica e, nel contempo, una nuova visione della vita e del mondo.
 
La lingua latina per tutta la prima metà del Quattrocento domina incontrastata nella nostra letteratura, ed è una letteratura elegante, che raggiunge come per miracolo forme umanissime. Si pensi alle ''Neniae'', le celebri ninne-nanne che il [[Giovanni Pontano|Pontano]] scrive per il suo bambino; alle ''Sylvae'' del [[Poliziano]], ben due dedicate a Virgilio: ''Manto'', carica di suggestioni e risonanze dell'antica bucolica in cui si celebra la poesia pastorale, e il ''Rusticus'', che si ispira invece alle ''[[Georgiche]]'', ricolma di immagini e di echi virgiliani. Il [[Poliziano]], complice Virgilio, viene ritenuto il lirico più elegante che abbia scritto in latino.
 
Della riscoperta del mondo antico non solo la lingua latina viene a giovarsi, ma anche la lingua volgare quando si torna a prediligerla. [[Jacopo Sannazaro]], considerato il "Virgilio cristiano" per il suo ''De Partu Virginis'', nell'''[[Arcadia]]'' riproduce la classica bucolica in una lingua armoniosa, piena di fluidità e di malinconia. Non si può non parlare della ''Fabula di Orfeo'' del [[Poliziano]]: Orfeo ed Euridice come nelle ''Georgiche'' rivivono il loro dramma d'amore in un canto accorato, di estrema eleganza. Riporta altresì a Virgilio quella sorta di immersione nell'universo e nella natura presente nella favola del giovane Julio nelle ''Stanze'', così come la ''Giostra'' richiama la mente al senso di vaga malinconia delle ombre virgiliane della sera.<ref>Annagiulia Angelone Dello Vicario, ''Il richiamo di Virgilio nella poesia italiana'', Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 1981, p. 39 ss.; cfr. anche [[Raffaele Spongano]], ''Due saggi sull'Umanesimo'', Firenze, Sansoni, 1964; Eduard Norden, ''Orpheus und Eurydike'', in «Sitzungsber. der deutschen Akad. der Wiss., Philol. hist. Kl.», XII, 1934, p. 626 ss.</ref>
 
Ancor più determinante è l'influsso di Virgilio nel [[Rinascimento]]. Il volgare, assurto a piena dignità letteraria, affronta temi alti, impegnativi e viene adottato dai grandi scrittori del tempo. Il riferimento è all'[[Ariosto]] e al [[Torquato Tasso|Tasso]].
[[File:Jesi - Palazzo Pianetti 1345.jpg|min|L{{'}}''Incoronazione di Virgilio'', parte di un ciclo di affreschi settecenteschi sull{{'}}''Eneide'' a [[Palazzo Pianetti]], [[Jesi]]]]
 
L{{'}}''Eneide'' non poco contribuisce a portare l{{'}}''Orlando Furioso'' alle più alte vette della poesia rinascimentale e l'[[Ariosto]] tra i più grandi artisti del tempo. Qui [[Cloridano]] e [[Medoro]] ritrovano il fascino, l'umanità di [[Eurialo e Niso]] a rappresentare un sentimento alto come l'amicizia, nobile come la fedeltà; e molte analogie si possono trovare nella caratterizzazione dei guerrieri uccisi nel sonno dalle due coppie. [[Angelica (Orlando furioso)|Angelica]] vive all'unisono con la natura che la circonda, ama le cose semplici e umili, effonde intorno un sentimento virgiliano di pace, di serenità, appena velato di malinconia. Per non riferire di altri temi comuni ai due poeti: l'amore, la giovinezza, l'eroismo, la religione della vita, la rappresentazione dell'animo umano in tutte le sue variazioni.
 
E si arriva a [[Torquato Tasso]], che da Virgilio eredita finezza e musicalità del dire. Le ingenue parole di ''Aminta'', allorché descrive il primo sbocciare di un amore nuovo nella favola pastorale che da lui prende il nome (atto I, scena II), riportano insistentemente al mondo idillico popolato di prati, ninfe, pastori, boschi, nel quale regna una lieve, sospesa virgiliana malinconia. Il candore di [[Galatea (Nereide)|Galatea]] torna a risplendere nella delicata figura di [[Erminia (Tasso)|Erminia]], che si desta al "garrir" degli uccelli tra alberi e fiori mentre "scherzan" con l'onda al suon di "pastorali accenti" ([[Gerusalemme liberata]], VII, 5 e 6, ''passim''). Al pari di [[Didone]], [[Gerusalemme liberata#Armida|Armida]], creatura piena di mistero riscopre l'umanità nel dolore e nell'amore. Come l'eroica Camilla, desta commozione la fiera Clorinda. Nell'opera tutta aleggia quel senso di tristezza per il quale molti hanno ritenuto la ''Liberata'' il poema italiano forse più vicino all'''Eneide''<ref>Pio Rayna, ''Le fonti dell'Orlando Furioso'', Firenze, Sansoni, 1956; Giorgio Petrocchi, ''Virgilio e la poetica del Tasso'', in «Giorn. di Filol. XXIII, 1971, p.1 ss.»; Eugenio Donadoni, ''Torquato Tasso. Saggio Critico'', Firenze, La Nuova Italia Editrice, 1936 (sec. ediz.), p. 296 e ''passim''; Annagiulia Angelone Dello Vicario, ''Virgilio in Ariosto e Tasso'', in ''Il richiamo di Virgilio nella poesia italiana'', op. cit., p.69 ss.; Walter Binni, ''Metodo e poesia di Ludovico Ariosto e altri studi ariosteschi'', Firenze, La Nuova Italia Editrice, 1996.</ref>, già a partire dall'incipit (il verso ''canto l'armi pietose e il capitano'' richiama immediatamente il virgiliano ''arma virumque cano'').
 
== La leggenda virgiliana ==
Come stretto amico di personaggi di potere e di grandissima influenza come l'[[imperatore]] [[Augusto]], del governatore provinciale [[Gaio Asinio Pollione]] e del ricco [[Gaio Cilnio Mecenate]], secondo leggende medioevali di scarsa o nessuna attendibilità, il grande poeta avrebbe potuto beneficare in molti modi la città di [[Napoli]] in cui tanto amava risiedere.
 
I suoi biografi medioevali infatti ci narrano che fu Virgilio a proporre all'imperatore di costruire un [[acquedotto]] (proveniente dalle sorgenti nei pressi di [[Serino]], nell'[[Irpinia]]) che servisse questa e anche altre città, come [[Nola]], [[Avella]], [[Pozzuoli]] e [[Baia]].
 
Inoltre avrebbe esortato Augusto a creare per [[Napoli]] una rete di [[pozzo|pozzi]] e [[Fontane di Napoli|fontane]] per l'approvvigionamento idrico, un sistema fognario di [[fognature|cloache]] e [[Terme romane|complessi termali]] terapeutici a [[Baia]] e [[Pozzuoli]], per cui fu anche necessario scavare un traforo nella collina di [[Posillipo]], l'odierna "[[Grotta di Posillipo]]", nota per tale motivo fino al [[XIV secolo]] come "Grotta di Virgilio".
 
Infine, Virgilio, essendo grandemente appassionato di [[divinazione]] e del mondo della religione in generale (come si nota dalle sue opere letterarie), avrebbe fatto installare due sculture di teste umane in marmo, una maschile e allegra, l'altra femminile e triste, sulle [[Mura di Napoli|mura]] della città e precisamente ai lati della porta di [[Forcella (Napoli)|Forcella]] al fine di fornire un [[presagio]] casuale fausto o infausto (una sorta di innocua [[cefalomanzia]] minerale) per i cittadini di passaggio.
 
Con le modifiche fatte in epoca aragonese, le teste furono trasferite nella [[Villa di Poggioreale|lussuosa villa reale]] di [[Poggioreale (Napoli)|Poggioreale]], ma andarono poi perdute a causa della distruzione del complesso.
 
Come riportano i suoi più antichi biografi, Virgilio aderì al [[neopitagorismo]], corrente filosofica e magica allora molto diffusa nelle colonie della [[Magna Grecia]], in particolare a [[Napoli|Neapolis]], una delle poche ''poleis'' magnogreche che dopo la conquista romana aveva conservato la sua vita culturale genuinamente ellenica.
 
In quanto filosofo neopitagorico e [[mago]] gli sono attribuite diverse immagini magiche e [[Amuleto|talismani]] volti alla protezione della città di Napoli che tanto amò, secondo alcuni biografi medievali e rinascimentali.
 
== Omaggi ==
A Virgilio sono intitolate le [[Virgil Fossae]] sulla [[superficie di Plutone]]<ref>{{GPN|15675|Virgil Fossae|accesso=13 settembre 2017}}</ref>, il [[Museo Virgiliano]] a [[Borgo Virgilio]]<ref>[https://www.touringclub.it/destinazione/localita/museo/210659/museo-virgiliano-borgo-virgilio Touring Club Italiano. Museo Virgiliano.]</ref>, il Museo Virgilio a [[Mantova]], l'[[Accademia Nazionale Virgiliana]] e il [[Liceo Classico]] di [[Mantova]] ed anche quello di Roma.<ref>[https://liceovirgilioroma.edu.it/ Liceo Ginnasio Statale Virgilio - Roma.]</ref>
 
=== Letteratura ===
* Le ultime ore di vita del poeta sono raccontate da [[Hermann Broch]] nel romanzo ''[[La morte di Virgilio]]'', dove il protagonista, sentendosi prossimo alla morte, avrebbe voluto bruciare l{{'}}''Eneide'' non perdonandosi di averla lasciata incompiuta.
* Virgilio è uno dei protagonisti di ''[[Un infinito numero]]'', romanzo di [[Sebastiano Vassalli]]. Lo stesso autore ha reso il poeta protagonista di uno dei racconti che compongono la raccolta ''Amore Lontano''.
* Nel romanzo del 2024 ''I demoni di Pausilypon'' di [[Pino Imperatore]] Virgilio agisce nelle vesti di detective.
 
=== Videogiochi ===
* Nella serie [[Devil May Cry (serie)|Devil May Cry]], si trova un chiaro riferimento a Virgilio: [[Vergil]], fratello del protagonista [[Dante (Devil May Cry)|Dante]] e antagonista principale della saga.
* nella serie limbus company c'é un personaggio di nome Virgilio (vergilius) che, all inizio del gioco aiuta un personaggio di nome dante intrappolato in una selva oscura mentre viene attaccato da dei banditi di nome pantera (panther) leone (lion) e lupo (wolf), ovvio riferimento al primo canto dell'opera italiana, scritta da Dante, la ''Divina Commedia''.
 
=== Giochi di Carte ===
* La carta di Yu-gi-oh "Virgil, rock star dell'abisso bruciante" è un chiaro riferimento al poeta mantovano
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
{{div col}}
;Opere
* [[Wikisource:la:Aeneis|''Aeneis'' (testo latino)]] {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}} e [[Wikisource:it:Eneide (Caro)|traduzione italiano]] {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}};
* [[Wikisource:la:Eclogae vel bucolica|''Eclogae vel bucolica'' (testo latino)]] {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}};
* [[Wikisource:la:Georgicon|''Georgicon'' (testo latino)]] {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}} e [[Wikisource:it:Georgiche|traduzione italiano]] {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}}.
 
;Storiografia moderna
* AAVV, ''Itinerari virgiliani. Raccolta di saggi promossa dal Comitato nazionale per le celebrazioni del bimillenario virgiliano'', a cura di Ettore Paratore, Milano, Silvana, 1981
* AAVV, ''Atti del Convegno mondiale scientifico di studi su Virgilio (Mantova Roma Napoli: 19-24 settembre 1981)'', a cura dell'Accademia Nazionale Virgiliana, Milano, Mondadori, 1984
* AAVV, ''Enciclopedia Virgiliana'', diretta da Francesco Della Corte, Roma, ed. Enciclopedia Italiana, 1984-1991
* Serguej Averintsev, ''Alcune considerazioni sulla tradizione virgiliana nella letteratura europea'', in «Atti del convegno mondiale di studi su Virgilio a cura dell’Accademia Nazionale Virgiliana, Mantova-Roma-Napoli, 19-24 settembre 1981». T. 1. Milano, A. Mondadori, 1984, pag. 110–122.
* Sergei Averincev, ''Duemila anni con Virgilio'', in Idem, «Dieci poeti. Ritratti e destini». Milano, Casa di Matriona, 2001 [Москва, Иностранная литература, 1982], pag. 19-42
* Annagiulia Angelone Dello Vicario, ''Il richiamo di Virgilio nella poesia italiana. Momenti significativi'', Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 1981.
* Alessandro Barchiesi, ''La traccia del modello. Effetti omerici nella narrazione virgiliana'', Pisa, Giardini, 1984.
* Cyril Bailey, ''Religion in Virgil'', Oxford, Clarendon Press, 1935.
* [[André Bellessort]], ''Virgile et Dante'', in «Le Correspondant», 319, 1930, p.&nbsp;481 ss.
* Karl Büchner, ''Virgilio. Il poeta dei Romani'', Brescia, Paideia, 1986. [Stuttgart, Alfred Druckenmuller, 1955].
* [[Domenico Comparetti]], ''Virgilio nel Medio Evo'', con prefazione di [[Giorgio Pasquali]], Firenze, "La Nuova Italia" Editrice, 1943 (II edizione).
* {{en}}{{cita libro | autore=Robert Seymour Conway | wkautore=Robert Seymour Conway | anno=1915 | titolo=The Youth of Vergil: a lecture delivered in the John Rylands Library on 9 December, 1914 | editore=John Rylands Library | edizione= | url=https://catalog.hathitrust.org/Record/011715543 | accesso=4 agosto 2018|cid=cidConway}}
*{{fr}} Pierre De Nolhac, ''Virgile chez Pétrarque'', in «Rev. des Deux Mondes», 1930, p.&nbsp;547 ss.
* [[Francesco Della Corte]], ''Virgilio'', Milano, Mondadori, 1939.
* Tommaso Fiore, ''La poesia di Virgilio'', Bari, Laterza, 1946 (seconda edizione).
* Tenny Frank, ''Virgilio'', Lanciano, Carabba, 1930.
* [[Pierre Grimal]], ''Virgilio. La seconda nascita di Roma'', Milano, Rusconi, 1986.[Paris, Arthaud, 1985]
* {{cita libro|Piero|Gualtierotti|Castel Goffredo dalle origini ai Gonzaga|2008 || Mantova|cid=cidGualtierotti}}{{NoISBN}}
* {{cita libro|Battista|Guerreschi|Storia di Calvisano|1989|Montichiari}} {{NoISBN}}
* Richard Heinze, ''La tecnica epica di Virgilio'', Bologna, Il Mulino, 1996 [Leipzig, 1914].
* William F.J. Knight, ''Virgilio romano'' (''Roman Vergil''), trad. di O. Nemi e H. Furst, Milano, Longanesi, 1949 [London, 1944, II edizione]
* William F.J. Knight, ''Vergil's, secret art'', in «Rivista di cultura classica e medievale» IV, 1964, p.&nbsp;121 ss.
* Angelo Monteverde, ''Virgilio nel Medio Evo'', in «Studi medioevali» V, 1932, p.&nbsp;266 ss.
* Davide Nardoni, ''La terra di Virgilio'', in «Archeologia Viva» N.1/2, pag.71-76, 1986.
* José Oroz Reta, ''Virgilio y los valores del clasicismo y del humanismo'', in «Helmantica», XXIV, 1973, p.&nbsp;209 ss.
* [[Ettore Paratore]], ''Virgilio'', Roma, Faro, 1945.
* {{cita libro|wkautore=Ettore Paratore|cognome=Paratore|nome=Ettore|titolo=Storia della letteratura latina|città=Firenze|editore=Sansoni|anno=1979}}
* {{cita libro|Luciano Perelli,| ''Storia della letteratura latina''|1969|Paravia|ISBN 88-395-0255-6|cid=LPerelli}}
* [[Giorgio Petrocchi]], ''Virgilio e la poetica del Tasso'', in «Giorn. di Filol»., XXIII, 1971
* {{cita libro|wkautore=Giancarlo Pontiggia|nome=Giancarlo|cognome=Pontiggia| coautori=Maria Cristina Grandi|titolo=Letteratura latina. Storia e testi|editore=Principato|città=Milano| anno=1996|mese=marzo|isbn=978-88-416-2188-2}}
* Pio Rayna, ''Le fonti dell'Orlando Furioso'', Firenze, Sansoni 1956.
* Augustin Renaudet, ''Dante humaniste'', Paris, Les Belles Lettres, 1952.
* Vladimiro Zabughin, ''Virgilio nel Rinascimento italiano da Dante a Torquato Tasso'', Bologna, Zanichelli, 1921-23.
 
;Traduzioni recenti
* ''Tutte le opere''. Versione, introduzione e note di [[Enzio Cetrangolo]]. Con un saggio di [[Antonio La Penna]]. Firenze, Sansoni, 1967.
* ''Opere'', traduzione di Carlo Carena, Torino, UTET, 1971.
* ''Bucoliche'', traduzioni di:
** [[Luca Canali]], Milano Rizzoli, 1978;
** [[Mario Geymonat]], Milano, Garzanti, 1981;
** Massimo Cescon, Milano, Mursia, 1986;
** Marina Cavalli, Milano, Mondadori, 1990.
* ''Georgiche'', traduzioni di:
** Alessandro Barchiesi, Milano, Mondadori, 1980;
** Luca Canali, Milano, Rizzoli, 1983;
** Mario Ramous, Milano, Garzanti, 1982;
* ''Eneide'', traduzioni di:
** [[Rosa Calzecchi Onesti]], Torino, Einaudi, 1967;
** Luca Canali, Milano, [[Fondazione Lorenzo Valla]] - Mondadori, 1978-1983.
{{div col end}}
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
*{{Collegamenti esterni}}
* {{en}} [https://web.archive.org/web/20140529161913/http://www.virgil.org/ Virgil.org] Risorse sul poeta mantovano: opere, bibliografie, mappe e gruppi di discussione.
* [http://www.accademiavirgiliana.it/ Accademia Nazionale Virgiliana di Scienza, Lettere, Arti] Sito ufficiale dell'Accademia mantovana.
* {{en}} [https://web.archive.org/web/20121001050143/http://www.fordham.edu/halsall/pwh/suet-vergil.html Vita di Virgilio di Donato] Traduzione in lingua inglese di una delle più antiche biografie di Virgilio. Essa deriva dalla perduta biografia di [[Svetonio]].
* {{la}} [http://www.thelatinlibrary.com/verg.html Testo originale delle Bucoliche, delle Georgiche e dell'Eneide] da [[The Latin Library]]
* {{la}} [http://www.intratext.com/y/LAT0531.HTM IntraText Digital Library] Testi originali dei Catalepton, delle Bucoliche, delle Georgiche e dell'Eneide con concordanze e liste di frequenza (da [[Intratext]])
* {{la}} [http://www.fh-augsburg.de/~harsch/ver_intr.html Bibliotheca Augustana] Estratti di alcuni codici antichi dell'Università tedesca di Augusta.
* [http://www.marcovalerio.it/antologia/Bucoliche/ Marcovalerio.it] Traduzione in lingua italiana delle Ecloghe Bucoliche.
* {{en}} [http://www.intratext.com/y/ENG2058.HTM IntraText Digital Library] Traduzione in lingua inglese dell'Eneide.
* [http://www.classicitaliani.it/index178.htm Classici Italiani] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20091107221844/http://www.classicitaliani.it/index178.htm|data=7 novembre 2009}} "Virgilio nel Medioevo" di Domenico Comparetti (1941).
* [https://web.archive.org/web/20070225064558/http://www.napoliontheroad.it/virgiliomago.htm Napoli on the road] Interessante articolo sull'interpretazione magica di Virgilio nel Medioevo.
* {{en}} [https://web.archive.org/web/20190604130106/http://www.virgilmurder.org/ Virgil Murder] Sito di uno studioso francese, Maleuvre, che presenta le ipotesi sull'assassinio di Virgilio da parte dell'imperatore Augusto.
* [http://tvirgilio.napolibeniculturali.it/ Parco della Tomba di Virgilio] Sito della Soprintendenza per il Patrimonio Storico-artistico dedicato al Parco della Tomba di Virgilio.
* [http://tombavirgi.baa.remuna.org/ Parco della Tomba di Virgilio] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20081207173431/http://tombavirgi.baa.remuna.org/|data=7 dicembre 2008}} Sito sul Parco della Tomba di Virgilio all'interno della Rete dei Musei Napoletani.
* [[Scolii]] delle opere di Virgilio:
** [[Marco Valerio Probo]], ''[https://archive.org/details/invergilliibuco00probgoog In Vergilii bucolica et georgica commentarius, accedunt scholiorum veronensium et aspri quaestionum vergilianarum fragmenta]'', Henricus Keil (ed.), Halis sumptibus Eduardi Anton, 1848.
** [[Mauro Servio Onorato]], ''Servii grammatici qui feruntur in Vergilii carmina commentarii'', Georius Thilo, Hermannus Hagen (ed.), 3 voll., Lipsiae in aedibus B. G. Teubneri, 1881-1902: [https://archive.org/details/invergiliicarmin01servuoft vol. 1], [https://archive.org/details/invergiliicarmin02servuoft vol. 2], [https://archive.org/details/serviigrammatic01thilgoog vol. 3 part 1], vol. 3 part 2.
** ''[https://it.calameo.com/read/00045743882940e697d82 Gli scolii veronesi a Virgilio]'', Claudio Baschera (a cura di), Casa Editrice Mazziana, giugno 1999.
* [[Ettore Paratore]], [http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/giornale/CFI0415092/1981/n.26/3 ''La santità di Virgilio in un mondo disorientato''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20151003143832/http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/giornale/CFI0415092/1981/n.26/3 |data=3 ottobre 2015 }}, ''[[Il Tempo]]'', 27 gennaio 1981.
*{{pt}}[https://bndigital.bnportugal.gov.pt/records?search=&sort=-PURL_ID,_score&perpage=10&page=1&&refine%5BCreator%5D%5B%5D=Virg%C3%ADlio%2C+70-19+a.C.&r&&page=1&refine%5BRights%5D%5B%5D=PUBLIC+DOMAIN Opere di Virgílio presso la Biblioteca Nazionale del Portogallo]
 
{{Virgilio}}
{{CircoloMecenate}}
{{Divina Commedia}}
{{Poeti epici antichi}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|Età augustea|letteratura}}
 
[[Categoria:Mitologia romana|Virgilio Marone]]
[[Categoria:Publio Virgilio Marone| ]]
[[Categoria:Personaggi citati nella Divina Commedia (Inferno)|Virgilio Marone]]
[[Categoria:Personaggi citati nella Divina Commedia (Purgatorio)|Virgilio Marone]]
[[Categoria:Personaggi citati nella Divina Commedia (Paradiso)|Virgilio Marone]]
[[Categoria:Casalpoglio]]
[[Categoria:Aforisti romani]]
[[Categoria:Neopitagorici]]