Roberto Ardigò: differenze tra le versioni

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=== Studi teologici ===
Studiò a Mantova, per poi iscriversi nel 1845 al liceo dedel Seminario vescovile. Nel 1848 ottiene un posto gratuito nel seminario di Milano, ma in seguito ai moti risorgimentali é costretto a rientrare a Mantova. Il suo successivo tentativo di arruolarsi nell'esercito di [[Guglielmo Pepe]] è frustrato da una febbre malarica che lo colpisce alla vigilia della [[battaglia di Goito]]. Proseguì poi gli studi teologici. Dopo la morte dei genitori, fu accolto a casa sua da [[Luigi Martini (presbitero)|Mons. Luigi Martini]], rettore del Seminario mantovano. In quegli anni il Seminario era investito dalla congiura patriottica che porterà al supplizio dei [[Martiri di Belfiore]], dei quali ben tre erano sacerdoti, tra cui il leader della congiura [[Enrico Tazzoli (presbitero)|Don Enrico Tazzoli]], insegnateinsegnante presso lo stesso Seminario.
 
Ardigò fu infine ordinato sacerdote nelil 22 giugno 1851.<ref name="allegri" />
 
=== L'insegnamento positivista, la sospensione e la scomunica ===
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Il 31 maggio 1908 divenne socio dell'[[Accademia delle Scienze di Torino|Accademia delle scienze di Torino]].<ref>{{Cita web|url=https://www.accademiadellescienze.it/accademia/soci/roberto-ardigo|titolo=Roberto ARDIGO'|sito=www.accademiadellescienze.it|accesso=2020-07-16}}</ref>
 
Il 16 ottobre [[1913]] fu nominato [[Senato del Regno (Italia)|senatore del Regno]] ma fu impossibilitato a raggiungere [[Roma]] per il giuramento.<ref name="allegri" />
 
Durante la sua vita elogiò [[Giuseppe Mazzini]]<ref>Numero unico, Mazzini, giugno 1905, Milano).</ref> e [[Giuseppe Garibaldi]]<ref>Discorso commemorativo pronunciato sul Monumento dei Martiri il 5 giugno 1882 in piazza Sordello. Dal giornale Il Mincio, 11 giugno 1882.</ref>, criticò la [[massoneria]]<ref>Egregio Sig. Genovesi. Rispondo subito alla di Lei lettera, che convengo interamente con Lei che dice giustamente che La Massoneria in uno stato libero è un non senso: e che a combattere l'oscurantismo è più efficace l'opera indefessa ed aperta di educazione e di elevazione civile che non l'opera tenebrosa e nascosta di una setta: e che coll'esistenza di questa la gran massa popolare non può che perdere la fiducia nella giustizia pubblica del proprio paese, nell'idea che la massoneria sia poi in fine una associazione di interesse pei soci a danno di quelli che non vi appartengono. E fortuna per me che alle scomuniche sono avvezzo, e nulla temo perché nulla spero.</ref> (in quanto la riteneva non necessaria in uno stato ormai libero) ed espresse idee fortemente [[repubblicanesimo|repubblicane]].<ref>Lettera del 20 febbraio 1879 in Lettere edite ed inedite, a cura di W. Büttemeyer, 1° vol., 1990, p. 191.</ref>
 
=== Ultimi anni e suicidio ===
Negli ultimi anni di vita, isolato dall'ambiente intellettuale, ma non dai suoi discepoli più stretti, soffrì di gravi problemi fisici e [[disturbo depressivo|depressivi]] (acuiti dalla morte della sorella Olimpia, che viveva a casa sua, nel [[1907]]), che lo condussero a un primo tentativo di suicidio a [[Padova]] nel [[1918]] (dopo aver appreso della [[disfatta di Caporetto]] e della morte di molti giovani italiani), fallito perché la ferita non era grave<ref name=allegri/>, ma che si sarebbe ripetuto il 27 agosto 1920<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/roberto-ardigo_%28Il_Contributo_italiano_alla_storia_del_Pensiero:_Filosofia%29/ ''Ardigò, Roberto - Il Contributo italiano alla storia del Pensiero – Filosofia (2012) di Alessandro Savorelli''], Treccani</ref>, questa volta riuscendo nel suo intento: Ardigò morì infatti [[suicidio|suicida]] all'età di 92 anni nella sua ultima sistemazione a Mantova a casa mantovanaNievo, abitazione che era stata di [[Ippolito Nievo]],. aSi causaautoinflisse dellauna ferita che si era autoinflitto colpendosi con un [[rasoio]] (o una [[roncola (attrezzo)|roncola]]) arrugginito alla gola.<ref name=ard/> Le testimonianze dell'epoca riferiscono che venne trovato seduto alla scrivania, con la barba bianca del tutto sporca di sangue (barba che gli fu tagliata dai soccorritori ed è tuttora conservata come cimelio nella sala blindata della Biblioteca di Mantova<ref name=ard/>); soccorso dai medici, perse comunque conoscenza dopo aver ribadito le sue intenzioni, e morì due settimane dopo, il 15 settembre.<ref name=allegri>[http://www.liceoaselli.it/Allegri/Il%20realismo%20positivo%20di%20Roberto%20Ardig_.pdf Marco Paolo Allegri, ''Il realismo positivo di Roberto Ardigò. L'apogeo teoretico del positivismo''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20141210033115/http://www.liceoaselli.it/Allegri/Il%20realismo%20positivo%20di%20Roberto%20Ardig_.pdf |data=10 dicembre 2014 }}, pagg. 1-14</ref><ref name=ard>{{Cita web |url=http://lnx.societapalazzoducalemantova.it/2010/pdf/2006/Pagina5-12-06.pdf |titolo=''Roberto Ardigò 1828-1920'' |accesso=17 novembre 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141129015458/http://lnx.societapalazzoducalemantova.it/2010/pdf/2006/Pagina5-12-06.pdf |dataarchivio=29 novembre 2014 |urlmorto=sì }}</ref>
 
== Ricezione dell'opera di Ardigò ==