Cesare Beccaria: differenze tra le versioni
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| coniuge 4 =
| coniuge 5 =
| figli = [[Giulia Beccaria|Giulia]]<br/>Maria<br/>[[Giovanni Annibale Beccaria|Giovanni Annibale]]<br/>Margherita<br/>[[Giulio III Beccaria|Giulio]]
| religione = [[Cattolicesimo]]
| firma =
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|Nome = Cesare
|Cognome = Beccaria Bonesana
|PostCognomeVirgola = '''[[marchese]] di [[Gualdrasco]] e di [[Villareggio]]'''<ref>Il nome di «marchese di Beccaria», usato talvolta nella corrispondenza, si trova in molte fonti (tra cui l'Enciclopedia Britannica) ma è errato: il titolo esatto era «marchese di Gualdrasco e di Villareggio» (cfr. {{cita libro|autore=Maria G. Vitali|titolo=Cesare Beccaria, 1738-1794. Progresso e discorsi di economia politica|città=Paris|anno=2005|p=9}} {{cita libro|autore=Philippe Audegean|capitolo=Introduzione|
|ForzaOrdinamento = Beccaria, Cesare
|Sesso = M
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Il suo rapporto con la figlia [[Giulia Beccaria|Giulia]], futura madre di [[Alessandro Manzoni]], fu conflittuale per gran parte della sua vita; ella era stata messa in collegio (nonostante Beccaria avesse spesso deprecato i collegi religiosi) subito dopo la morte della madre e lì dimenticata per quasi sei anni: suo padre non volle più sapere niente di lei per molto tempo e non la considerò mai sua figlia, bensì il frutto di una relazione extraconiugale delle numerose che la moglie aveva avuto. Beccaria non si sentiva adeguato al ruolo di padre, inoltre negò l'eredità materna alla figlia, avendo contratto dei debiti: ciò gli diede la fama di irriducibile avarizia.<ref name="Pirrotta" /> Giulia uscì dal collegio nel [[1780]], frequentando poi gli ambienti illuministi e libertini. Nel [[1782]] la diede in sposa al conte [[Pietro Manzoni]], più vecchio di vent'anni di lei: il nipote Alessandro nacque nel [[1785]], ma pare fosse in realtà il figlio di [[Giovanni Verri]], fratello minore di Pietro e Alessandro, e amante di Giulia. Prima della morte del padre, Giulia abbandonò il marito, nel 1792, per andare a vivere a Parigi insieme al conte [[Carlo Imbonati]], rompendo i rapporti definitivamente col padre,<ref name="Pirrotta" /> e temporaneamente anche con il figlio.
Beccaria morì a Milano il 28 novembre [[1794]], a causa di un [[ictus]], all'età di 56 anni, e trovò sepoltura nel [[Cimitero della Mojazza]], fuori [[Porta Garibaldi (Milano)|Porta Comasina]], in una sepoltura popolare (dove fu sepolto anche [[Giuseppe Parini]]) anziché nella tomba di famiglia. Quando tutti i resti vennero traslati nel [[cimitero monumentale di Milano]], un secolo dopo, si perse traccia della tomba del grande giurista. Pietro Verri, con una riflessione valida ancora oggi, deplorò nei suoi scritti il fatto che i milanesi non avessero onorato abbastanza il nome di Cesare Beccaria, né da vivo né da morto, che tanta gloria aveva portato alla città. Ai funerali di Beccaria era presente anche il giovane nipote Alessandro Manzoni (che riprenderà molte delle riflessioni del nonno e di Verri nella ''[[Storia della colonna infame]]'' e nel suo capolavoro, ''[[I promessi sposi]]''), nonché il figlio superstite ed erede, Giulio.<ref>
== Il pensiero ==
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