Servitù della gleba: differenze tra le versioni

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== Storia ==
Istituzioni sociali simili alla servitù della gleba erano già conosciute nella [[storia antica]];. laLa figura si è sviluppata subito nel [[III secolo]], sotto [[Diocleziano]], dai contadini [[antica Roma|romani]], conosciuti con il nome di ''coloni'', o "affittuarii". Il sostantivo ''colonus'', invece, deriva dal verbo ''colere'' (coltivare).
 
L'imperatore romano, al fine di fermare la fuga dalle campagne verso le città, con un provvedimento autoritativo aveva imposto ai coloni di trasmettere il proprio mestiere ai loro discendenti;. liLi aveva inoltre fissati (anche per le generazioni successive) al terreno che coltivavano, al punto da essere venduti assieme a esso (passando così al servizio del nuovo proprietario del fondo). Il proprietario del fondo aveva il diritto di reclamare i coloni al suo servizio qualora si allontanassero dal fondo;, poteva infliggere loro pene corporali in caso di disobbedienza;, poteva stabilire in quali modi ogni colono potesse utilizzare la sua paga (chiamata ''peculius'', come quella concessa agli schiavi).
 
Anche se proprietà terriera e servitù della gleba cominciarono a essere inscindibili attorno all'[[IX secolo]], essa trovò un fondamento giuridico formale con l'editto di [[Federico I di Danimarca]] (6 maggio 1524), che garantì ai proprietari terrieri la giurisdizione sui loro sudditi. Nel secolo [[XVI secolo]], la servitù della gleba si affermò quasi ovunque, e in alcuni territori, soprattutto nell'area tedesca, molti contadini liberi furono ridotti alla condizione di servi della gleba.
 
Nell'area tedesca sud-occidentale, durante il Medioevo, la servitù della gleba veniva intesa come un vincolo piuttosto blando. Solamente nel [[XV secolo]] i proprietari terrieri fecero un uso più concreto dei diritti che loro derivavano da quest'istituto, anche come conseguenza dei processi di territorializzazione. Essi tentarono, su tutti i territori da loro controllati e in maniera sempre crescente, di identificare la proprietà su un fondo con la servitù della gleba di chi lo coltivava, attraverso la vendita e la permuta dei servi, oltre che con divieti di matrimonio sempre più severi. Furono soprattutto i divieti di matrimonio a suscitare scontento tra i contadini, e furono una delle cause principali della [[Guerra dei contadini tedeschi|rivolta contadina del 1524-1526]].
 
Nei secoli [[XVII secolo|XVII]] e [[XVIII secolo|XVIII]], quando i divieti di matrimonio, di fatto, erano venuti meno, non vi era praticamente opposizione alla servitù della gleba. Poteva persino accadere che i servi della gleba rifiutassero le offerte di liberazione dalla loro condizione, nonostante, molto spesso, fossero stati in grado di sostenerne gli oneri finanziari. Soprattutto nelle zone in cui l'autorità territoriale era fortemente frammentata (per esempio nell'alta [[Svevia]]), la servitù della gleba ebbe una funzione importante dal punto di vista della tutela giuridica. Infatti, come già accennato, la servitù della gleba era una condizione caratterizzata dalla reciprocità, per cui essa non poteva essere abolita contro la volontà dei servi medesimi. Quando un servo non era in grado di versare i tributi dovuti per causa di morte del capofamiglia, per esempio, generalmente il proprietario terriero si mostrava estremamente conciliante, e accettava pagamenti rateali, oppure rinunciava al tributo, oppure ancora accettava, al posto del tributo, carità spirituale (per esempio un pellegrinaggio).
 
Solamente agli inizi del [[XIX secolo]], con la liberazione dei contadini, cominciò il tramonto della servitù della gleba. La ricerca storica è giunta alla conclusione che la richiesta di abolizione della servitù della gleba non derivava tanto dalla pesantezza degli obblighi imposti ai contadini-servi, quanto piuttosto dal contrasto tra gli ideali illuministici e la concezione di un vincolo personale.