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La dinamica degli affetti: Il principio di finalità c'era già in Leibniz e nella Scolastica
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=== La dinamica degli affetti ===
Il principio di finalità applicato a ogni ente, inclusi quelli inanimati, era stato enunciato da [[Leibniz]] e dalla [[Scolastica (filosofia)|Scolastica]].<ref>Leibniz affermava che ogni [[monade]] tende ad un determinato fine e possiede una determinata [[causa (filosofia)|causa]] ([[principio di ragion sufficiente]]); riprendendo il primo libro dell'{{'}}''[[Etica nicomachea]]'' e della ''[[Fisica (Aristotele)|Fisica]]'' di [[Aristotele]], la Scolastica sosteneva che l'appetizione naturale (''appetitus naturalis'') è una tendenza verso ciò che è o appare come bene, e, per chiunque lo riconosce come tale, verso il Sommo Bene infinito. Come citato in [[Sofia Vanni Rovighi]], ''Elementi di Filosofia'', 3. La Natura e l'Uomo, Biblioteca (n. 6), Scholé, 2022, p. 139</ref>
 
In modo originale, Spinoza enuncia la legge fondamentale della condotta umana (che comunque, data l'uniformità tra l'uomo e le altre parti della natura, è valida per tutti gli enti naturali) sotto forma di una sorta di [[principio di inerzia]]:<ref>{{cita|Scribano|p. 94.}}</ref>