Annette Muller: differenze tra le versioni

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== Il rastrellamento del 1942 ==
Con l'occupazione tedesca della Francia nel 1940 e l'inizio delle persecuzioni antisemite, Annette si trova a vivere la difficile esperienza dei [[bambini dell'Olocausto]]. Il padre perse il lavoro; al momento del rastrellamento era però fuori Parigi, in attesa di entrare nel campo di lavoro per ebrei immigrati a [[Creil]] (dipartimento dell'[[Oise]]); avvisato delle operazioni in corso, riuscì a fuggire e a nascondersi.<ref name="intervista"/><ref name="rees">Laurence Rees, ''Auschwitz. I Nazisti e la soluzione finale'', Oscar Storia Mondadori, Milano, 2006, 115 ss.</ref> All'arrivo della polizia francese i due figli più grandi (Henri e Jean, di 10 e 11 anni) riuscirono a fuggire e, riunitisi al padre, si salvarono dalla persecuzione perché ospitati presso l'Orfanotrofio di [[Neuilly-sur-Seine]] (l'Haÿ-les-roses) di suor [[Clotilde Régereau]]<ref>{{fr}}[http://www.ajpn.org/juste-Clothilde-Regereau-2331.html Scheda di Clotilde Régereau sul sito dell’AJPN]</ref>, delle [[Figlie della Caritàcarità di San Vincenzo de' Paoli]].<ref name="intervista"/><ref>{{en}}Susan Zuccotti, ''The Holocaust, the French and the Jews'', Basic Books, New York, 240.</ref> Annette, con la madre e il piccolo Michel (n. 1935) di sette anni, furono prelevati, condotti prima al campo temporaneo del Vélodrome d'Hiver e poi dopo sei giorni deportati nel centro di detenzione di [[Beaune-la-Rolande]]. Qui tutti i bambini furono presto separati dai genitori, lasciati a loro stessi privi di cure e sottoposti alle angherie delle guardie del campo.<ref name="intervista"/><ref name="rees"/>
 
== Le sorti della famiglia e la testimonianza ==