Arduino d'Ivrea: differenze tra le versioni
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La figura di Arduino esce da tali opposte ed avventate interpretazioni, quando la si inquadri nel contesto storico del [[X secolo|X]]-[[XI secolo]] e delle acerrime lotte per il potere che coinvolsero l'intera [[struttura feudale]] ai tempi dell'[[impero romanico-germanico]] degli [[Ottoni]].
== Biografia
[[Immagine:Sparone Rocca Re Arduino.JPG|thumb|280px|<center>I resti della [[Chiesa di Santa Croce (Sparone)|roccaforte di Arduino]] a [[Sparone]]]]
Arduino venne adottato dal marchese d'Ivrea [[Corrado d'Ivrea|Corrado - Conone]], suo cugino e col bene placito dell'imperatore [[Ottone III del Sacro Romano Impero|Ottone III]] intorno al [[989]]/[[990]], Arduino venne eletto, signore della [[Anscarici|Marca di Ivrea]].
La marca comprendeva i comitati di [[Ivrea]], [[Vercelli]], [[Novara]], [[Vigevano]], [[Pombia]], Bulgaria e la zona [[Pavia|pavese]] della [[Lomellina]].
▲* [[955]] (circa). Nascita di Arduino da Dadone, conte di [[Pombia]] e da una figlia di [[Arduino III]], [[conte di Torino]].
Tra il [[997]] e il [[999]], Arduino ebbe forti contrasti con i vescovi di [[Ivrea]] e di [[Vercelli]].
Venuto a guerra aperta nel febbraio del [[997]] con il vescovo di Vercelli Pietro, assediò la città. Arduino, con i suoi [[vassalli]] minori, entrò in [[Vercelli]] ed incendiò il [[Duomo]], causando la morte del vescovo.
* 999 Il nuovo papa [[Silvestro II]] (salito al soglio pontificio per volere di Ottone III) convocò Arduino a Roma e lo scomunicò di fronte al [[Sinodo]] ed allo stesso imperatore. La ulteriore e più solenne scomunica non fiaccò tuttavia lo spirito ribelle di Arduino e le sue trame di lotta anti-imperiale.▼
* [[1002]] Approfittando della morte di [[Ottone III]], un nutrito gruppo di vassalli, ostili al potere imperiale - nella [[chiesa di San Michele]] a [[Pavia]] - elesse Arduino re d'Italia. ▼
Anche ad [[Ivrea]], il [[Beato Warmondo|vescovo Warmondo]], per due volte scomunicò il marchese e vi furono tumulti , saccheggi ed uccisioni.
*1002-[[1003]] [[Enrico II del Sacro Romano Impero|Enrico II]], succeduto ad Ottone III, inviò truppe in Italia per far deporre ad Arduino lo scettro di re d'Italia. Arduino ottenne una serie di successi militari contro le milizie dei vescovi e contro le truppe imperiali (vittoria delle [[Chiuse dell'Adige]]).▼
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* [[1004]] Enrico II calò in Italia, chiamato dai vescovi e dai [[feudatari]] ostili al marchese di Ivrea. Dopo aver sconfitto Arduino alle chiuse della [[Valsugana]], costringendolo a ripiegare nella sua Marca, Enrico II gli tolse il titolo regale, facendosi a sua volta incoronare a Pavia re d'Italia.▼
Tornato nella sua Marca, si strinse ai suoi vassi ed investendo il figlio [[Arduino II d'Ivrea|Arduino II]] della carica di marchese, cacciò dalle loro sedi i vescovi di Ivrea e Vercelli.
* [[1007]] Attaccato nelle sue terre, Arduino resistette all'assedio delle milizie imperiali, rifugiandosi nella roccaforte di [[Sparone]], nell'Alto Canavese. ▼
* [[1014]] Enrico II, sceso nuovamente in Italia, fu solennemente proclamato imperatore a Roma da [[papa Benedetto VIII]] e riuscì a domare le resistenze dei nobili romani suoi avversari (e, pertanto, alleati di Arduino).▼
Ottone che nel frattempo era giunto a [[Ravenna]], si recò frettolosamente a [[Pavia]] convocando al suo cospetto Arduino II. Il marchese d'Ivrea, dopo essere giunto a Pavia, intuì che la convocazione celava una trappola e con l'aiuto del conte di Pavia e del conte del Sacro Palazzo riuscì a fuggre e raggiungere Ivrea.
* 1014 Tornato in Germania Enrico II, Arduino riprese le armi e si mosse alla conquista di Vercelli, Novara e Pavia. Caduto ammalato, si ritirò nell'abbazia di Fruttuaria di [[San Benigno Canavese]] inseguendo il proposito di una ''[[buona morte]]'' tra le cure dei [[Ordine di San Benedetto|monaci benedettini]].▼
* [[1015]] Morte di Arduino nell'[[abbazia di Fruttuaria]] in concetto di [[santità]] e sua [[sepoltura]] nell'[[altare maggiore]] della chiesa abbaziale, ove per secoli fu venerato dai [[monaci]] e dai [[pellegrini]].▼
A questo punto l'imperatore con l'intercessione del pontefice, scomunicò i due marchesi e sollevò dall'incarico Arduino II, conferendo la reggenza della marca al cugino [[Olderico Manfredi]], incaricato anche di sedare la ribellione arduinica.
Olderico non riuscì nel suo intento, ma anzi la ribellione dei conti italiani si allargò a macchia d'olio al punto tale che l'imperatore dovette tornare in Italia per sedare la rivolta.
Arduino sconfitto si rifugiò in [[Borgogna]] presso [[Ottone I Guglielmo di Borgogna|OttoneI Guglielmo]], figlio di [[Adalberto II]].
Nel frattempo l'imperatore consegnò con diploma del [[9 luglio]] [[1000]] la carica comitale di Ivrea al vescovo Wermondo ed alcune terre degli arduinici al marchese Olderico Manfredi ( Pavia,tolta ai marchesi [[Obertenghi]], [[Contea di Asti|Asti]] ed [[Acqui Terme|Acqui]],tolta agli [[Aleramici]]).
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I vescovi, temendo nuovamente per il loro potere, chiamarono in Italia
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Ma nel [[1004]], Enrico II calò in [[Italia]] con un poderoso esercito.
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==Le vicende delle spoglie mortali di Arduino==
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