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Il giudizio di Plinio era condiviso dal tradizionalista [[Marco Porcio Catone]] che addirittura sospettava che vi fosse una sorta di congiura dei greci che, per vendicarsi della conquista romana, avevano inviato a Roma questi macellai «''per uccidere tutti i barbari con la loro medicina''»; anzi per non essere sospettati, aggiungeva Catone, e per confermare il loro valore di guaritori, questi nemici dell'ingenuo popolo romano si facevano pagare lautamente.<ref>Plin., ''NH'', XXIX, 14</ref>. Nonostante la sfiducia dei tradizionalisti i medici greci o forestieri si affermarono in Roma tanto che sia [[Cesare]] che [[Augusto]] concessero loro il diritto di [[Cittadinanza (storia romana)|cittadinanza]] e vietarono che potessero essere rimandati ai loro luoghi d'origine.<ref>Suet., ''Iul.'', 1; ''Aug.'',42, 3</ref>
La medicina medievale era un insieme di idee antiche e di influenze spirituali: [[Claude Lévi-Strauss]] identificò tale commistione come un "complesso sciamanico".<ref>''Anthropologie structurale'', Claude Lévi-Strauss, (1958) tr. it. ''Antropologia strutturale'' di Paolo Caruso, Il Saggiatore, Milano, 1966.</ref> Nel Rinascimento la scienza medica pervenne gradualmente ad adottare una metodologia non più legata all'osservanza dogmatica degli scritti degli antichi maestri, Ippocrate e Galeno in primis, ma ispirata sempre più fortemente ai nuovi principi del metodo scientifico. Divennero quindi più stretti i rapporti tra medicina e le scienze naturali.
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