Teodoro Bronzini: differenze tra le versioni

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=== La Massoneria ===
Nello stesso tempo, fu presidente della [[loggia massonica]] ''Logia Masonica 7 de Junio de 1891''<ref>[http://www.7-de-junio.com.ar/ ''Logia 7 de Junio de 1891 Nº 110''], consultato il 19 settembre 2009 {{es}}</ref>, che esiste ancora a Mar del Plata.<BR/>
Dal 1939 ha fortemente lottato per la [[laicità]] nella società, in conformità con "le tradizioni liberali dell'Argentina" <ref>[http://bibliaytradicion.wordpress.com/miscelaneo/francmasoneria/la-masoneria-en-la-argentina-y-en-el-mundo/capitulo-xii-actuacion-contemporanea-de-proyeccion-nacional-y-continental#prof ''La Masonería en la Argentina y en el Mundo''], consultato l'11 Giugno 2009 {{es}}</ref><BR/>
La loggia ha pubblicato un tributo a Bronzini poco dopo la sua morte. <ref>'' La Capitale'' giornale, 21 agosto, 1981 {{es}}</ref>
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A Mar del Plata, durante la prima elezione comunale degli anni '30, e nonostante le frodi evidenti, i socialisti ebbero la rappresentanza in seno al Consiglio Deliberativo, integrato tra gli altri da Bronzini, che si batté particolarmente per la difesa degli interessi popolari.<BR/>
In quegli anni fece notizia il suo sostegno alla cooperativa per l'energia elettrica e la denuncia del contratto con la scandalosa ''Compania Argentina de Electricidad'' (CADE), mentre a Buenos Aires ebbe luogo la questione della famosa ''Chade''<ref>vedi la voce [[:es:Escándalo de la CHADE]]</ref>. <BR/>
Durante quel periodo, conosciuto in Argentina come la [[Decade infame|''década infame'']], i [[brogli elettorali]] e il [[gerrymandering]] impedirono ai socialisti di ottenere seggi nel Consiglio locale e altrove. <BR/>
Finalmente Bronzini ottenne una rappresentanza nel consiglio provinciale per il periodo 1933-1936, dove si batté particolarmente, attraverso i dibattiti sul bilancio, per una rigorosa rendicontazione dei fondi pubblici e denunciò dettagliatamente i vizi e gli abusi del governo conservatore, incalzando per un severo controllo del deficit pubblico.
Nel 1934 fu membro della convenzione per la riforma della Costituzione provinciale.