Alice Miller: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
JarektBot (discussione | contributi)
Bot: importazione dei codici di {{Controllo di autorità}} da de:Alice Miller; vedi Progetto:Coordinamento/Bibliografia e fonti.
ho tolto una virgola che separava il soggetto dal verbo; ho aggiunto una virgola per evidenziare un inciso
Riga 41:
delle conseguenze che ha per il corpo la negazione delle nostre emozioni autentiche; negazione che ci viene richiesta dalla morale che ci porta a perdonare, giustificare ciò che fanno i nostri genitori e perché si crede che diano il giusto insegnamento, e dalla religione in quanto ci vengono tramandati dei valori come il quarto comandamento secondo il quale bisogna onorare e rispettare i propri genitori.
 
Il libro si suddivide in tre parti la prima intitolata "Dire e celare", la seconda " La morale tradizionale nelle terapie e il sapere del corpo" e la terza parte " [[Anoressia]]. Il desiderio di comunicazione autentica". Alice Miller svolge la sua prima parte del libro descrivendo [[autobiografie]]. L'aspetto in comune di tutti i protagonisti delle storie, è il fatto che tutti loro hanno subito dei traumi psichici e fisici e hanno vissuto l'esperienza della [[Pedagogia nera]]; una [[violenza]] che condiziona l'età adulta, in modo particolare riguarda una violenza educativa che porta il bambino ad obbedire in quanto ha paura di ricevere una [[punizione]], e non fare ciò che un genitore vuole comporta la perdita dell'amore. Nella seconda parte del libro si occupa di persone a noi contemporanee, che sono disponibili a confrontarsi con la verità della loro [[infanzia]] e a guardare i genitori alla luce della realtà. Nella terza parte l'autrice dimostra, sulla base di una malattia singolarmente eloquente, come il corpo si opponga al falso nutrimento e pretenda incondizionatamente la verità: finché essa non è riconosciuta e i veri sentimenti nei confronti dei genitori continuano a essere ignorati i sintomi perdurano. Ha voluto illustrare con parole semplici il dramma di una paziente affetta da disturbi alimentari insorti per mancanza di scambio emotivo.
 
In questo libro Alice Miller esprime la speranza che, approfondendo la conoscenza della [[psicologia]], il potere del quarto comandamento della religione giudaico/cristiana (onora il padre e la madre) perda forza, consentendo di prestare ascolto ai bisogni biologici fondamentali del corpo, alla sua esigenza di verità e di fedeltà a se stesso, alle sue percezioni, sensazioni e conoscenze. L'autrice afferma che si possono ignorare i messaggi del corpo o prendercene gioco, ma vale sempre la pena di tenere nella giusta considerazione la rivolta che esso esprime, poiché la sua lingua è l'espressione autentica del nostro vero sé e della forza insita nel nostro essere in vita.