Servitù della gleba: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Moe (discussione | contributi) m →Storia |
Nessun oggetto della modifica |
||
Riga 1:
[[Immagine:Costumes of Slaves or Serfs from the Sixth to the Twelfth Centuries.png|thumb|right|Servi della gleba - XII secolo]]
La '''servitù della gleba''', molto diffusa del medioevo, era una [[figura giuridica]] che legava i contadini ad un determinato terreno ('''gleba''', in latino, è propriamente la "[[zolla]]" di terra). I servi della gleba coltivavano i [[fondi]] che appartenevano ai proprietari terrieri, pagando un [[canone (diritto privato)|fitto]]. Inoltre dovevano pagare le [[decima|decime]] (qualora il proprietario facesse parte del [[clero]] o fosse un [[ente ecclesiastico]]) ed erano obbligati a determinate prestazioni di lavoro (corvées). I servi della gleba erano tali per nascita, e non potevano (lecitamente) sottrarsi a tale condizione senza il consenso del padrone del terreno. Nel Medio Evo, in occasione dei lavori per dissodare nuove terre, spesso il proprietario dava a chi si sobbarcava l'onere di traferirsi nelle nuove aree particolari libertà (franchigie) e privilegi: da cui il nome "Villafranca" dato a tante località.
I servizi a cui i servi della gleba erano obbligati, va precisato, a differenza della schiavitù, non avevano un carattere generico, ma erano precisamente definiti. Inoltre i servi della gleba, diversamente dagli [[schiavitù | schiavi]], non venivano considerati "[[bene (diritto)|cose]]" ma persone, avevano il diritto alla [[proprietà privata]], sebbene limitata ai beni mobili, potevano sposarsi, avere figli ai quali lasciare un'eredità. Il feudatario non aveva diritto sulla vita del servo della gleba che però poteva essere venduto insieme alla terra, su cui aveva il diritto-dovere di restare. Perciò non poteva neanche esserne cacciato.
|