Modulor: differenze tra le versioni
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Pur essendo privo di una sicura alfabetizzazione matematica Le Corbusier era a conoscenza delle potenzialità estetiche della [[successione di Fibonacci|sequenza di Fibonacci]], successione ricorsiva dove ogni termine è somma dei due che lo precedono: il rapporto tra due termini consecutivi, pertanto, si mantiene costante e restituisce un valore definito [[sezione aurea]], <math>\varphi = 1,618 ...</math>.<ref>{{cita|Brooks|p. 159|Brooks ''et al''}}.</ref> Era noto sin dall'antichità come modulare superfici architettoniche sugli armoniosi equilibri della sezione aurea fosse utile per conseguire effetti di grande suggestione estetica: si pensi alle realizzazioni rinascimentali di [[Leon Battista Alberti]], convinto assertore della teoria della proporzione, che Le Corbusier ebbe modo di studiare con la lettura dei libri di Matila C. Ghyka.<ref name=a/>
Restava, ora, da saldare un legame tra l'elemento antropocentrico e quello aureo, e di individuare una scala aurea applicabile alla dimensione umana: tale sinergia, secondo il giudizio di Le Corbusier, era resa possibile dal fatto che il corpo umano era intrinsecamente modellato sulle geometrie della sezione aurea. Partendo da questi presupposti
Interessanti le analogie presenti tra il tracciato proporzionale del Modulor e le scale musicali, individuate da André Wogenscky:
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