Gentile Bellini: differenze tra le versioni

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Nacque a [[Venezia]] attorno al [[1429]] e venne battezzato Gentile, in onore di [[Gentile da Fabriano]], maestro di suo padre Jacopo. Sua madre era la marchigiana Anna Rinversi e in occasione del parto ella redasse preventivamente un testamento, che ci è pervenuto. Non è chiaro quale dei fratelli Bellini fosse il primogenito, forse Nicolosia, andata poi in moglie ad [[Andrea Mantegna]], poi Gentile e un certo Niccolò. Alcuni ipotizzano che [[Giovanni Bellini|Giovanni]], sempre indicato nelle fonti come minore di Gentile, fosse suo fratellastro, come farebbe pensare la sua mancata nomina nel testamento di Anna Rinversi del novembre [[1471]], quando, ormai già vedova di Jacopo, dispose che i suoi beni andassero a Niccolò, Gentile e Nicolosia.
 
Nel [[1460]] col padre e col fratello Giovanni, Gentile dipinse la pala per la cappella del [[Gattamelata]] alla [[basilica del Santo]] di [[Padova]]. Del [[1464]] sono le ''Ante Marciane'', dove risentì dell'influenza del Mantegna, ma manifestò anche grosse difficoltà nella resa degli scorci. Quei paesaggi sono, secondo [[Roberto Longhi (storico dell'arte)|Roberto Longhi]], come «una vecchia pittura cinese». Nel [[1465]] realizzò il ''Ritratto del Beato Giustiniani'', in cui la figura del beato non è costruita volumetricamente, ma è risolta in un gioco di profilature lineari incise. Dal [[1466]] proseguì la decorazione della [[Scuola Grande di San Marco]], iniziata dal padre e nel [[1469]] venne nominato ''eques'' e ''comes palatinus'' dall'imperatore [[Federico III d'Asburgo|Federico III]], forse in seguito alla realizzazione di un suo ritratto nell'occasione del suo passaggio da [[Venezia]].
 
Col fratello Giovanni aprì una bottega nel [[1471]]. Sono ancora da studiare le relazioni tra tale bottega e quella che, negli anni Novanta del Quattrocento, aprì a Venezia [[Marco Palmezzano]]: si notano però interessanti rimandi tra i lavori successivi delle due scuole.