Felice Platone (1896): differenze tra le versioni
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== Biografia ==
===Giovinezza, Guerra e dopoguerra===
Felice Platone nacque a [[Rignano Flaminio]] dove il padre (astigiano) prestava servizio nelle ferrovie dello Stato.<
All’Università sceglie giurisprudenzama, allo scoppio dell [[Prima guerra mondiale]], parte volontario e viene inquadrato con il grado di tenente in un reparto di [[bombarda|bombarde]]. Dà prova di coraggio e di determinazione e viene ferito due volte; la seconda ferita lo colpisce al polmone. Indicato per la medaglia d’argento sul campo, rifiuta il riconoscimento se l’onorificenza non viene estesa ai suoi soldati.<
Nel 1920 si iscrive al [[Partito Popolare Italiano (1919)|Partito popolare]] e, in qualità di rappresentante della corrente di sinistra che fa capo a [[Guido Miglioli|Miglioli]], partecipa al congresso di Napoli.<
Quando si afferma il fascismo lascia il partito popolare e si avvicina al marxismo attraverso la lettura del [[Manifesto del partito comunista]], [[Il Capitale]] e altre opere.<
Nel dicembre 1921 si trasferisce ad Asti e nel 1923 si sposa con Maria Viarengo, da cui ha le figlie Elena e Amelia. Esercita la professione di avvocato insieme al fratello Giuseppe, anche lui antifascista. Entra a far parte del [[Partito Comunista d'Italia|Partito comunista]] clandestino, con qualche minaccia e restrizione professionale sotto il regime.<
===Seconda Guerra Mondiale, Resistenza e Liberazione===
Allo scoppio della [[Seconda guerra mondiale]] viene richiamato, e resta per tre anni sotto le anni, raggiungendo il il grado di maggiore di artiglieria. <
Arrivati all’[[Proclama Badoglio dell'8 settembre 1943|8 settembre]] decide di resistere qualche giorno con i suoi soldati. In assenza, però, di ordini superiori, decide di lasciare liberi i suoi sottoposti e si dà alla macchia con un gruppo di soldati, aspettando l’arrivo di disposizioni dalla catena di comando dell'esercito. <
Dopo un'inutile attesa, riesce a rientrare ad Asti e a prendere contatti con esponenti del Partito comunista che stanno preparando la Resistenza. Essendo molto più colto dei suoi compagni viene destinato a occuparsi di propaganda, di diffusione della stampa, oltre che di raccolta di fondi, e dattilografa lui stesso i primi numeri di un giornale clandestino, "''Il Lavoro''".<
Con il nome di battaglia di ''Filosofo'' e ''Gamba'' combatte nelle [[Brigate Garibaldi|brigate “Garibaldi”]], le più numerose nell’Astigiano.<
Nel corso del 1944 la guerriglia partigiana entra in città: avvengono numerosi sabotaggi a linee elettriche e telefoniche e ai ponti di collegamento sul Tanaro.<
Il [[Partito comunista italiano|Pci]] incarica Felice Platone di formare, con gli altri partiti antifascisti, il primo [[Comitato di Liberazione Nazionale|Cln provinciale]], che si costituisce il 14 giugno 1944, uno dei primi dopo la formazione del [[Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia]] (9 giugno), con l’obiettivo di dare sostegno materiale e morale alla Resistenza, di sconfiggere il nazismo e il fascismo e di giungere a libere elezioni. <
Felice Platone riceve dal suo partito le direttive di appoggiare il governo di Bari del maresciallo Badoglio; lanciare una raccolta fondi per aiutare le vittime e i partigiani; comunicare al partito informazioni utili apprese dagli elementi degli altri partiti; formulare un piano di lavoro comune.<
A gennaio ’45 il Cln riesce a tessere efficacemente le fila dell’organizzazione e le diverse formazioni partigiane operanti in zona riprendono l’attività di guerriglia. Dalla metà di marzo il Cln si prepara all’insurrezione con proclami diretti alla popolazione e a singoli settori con la scritta “L’insurrezione è in atto”.<
===«Sindaco della Liberazione»===
Il 25 aprile il Comitato di liberazione nazionale si insedia ufficialmente nella sede della prefettura a palazzo Ottolenghi, destituisce le autorità fasciste e nomina sindaco l’avvocato comunista Felice Platone.<
Lo stesso giorno Felice Platone, "il sindaco della Liberazione" come verrà sempre chiamato e ricordato, si rivolge direttamente al popolo, affermando che è iniziata la rinascita, ma che sarà un’opera lunga e difficile e che richiede il concorso di tutti. Confida che la cittadinanza accolga il suo appello con pieno senso di consapevolezza e di responsabilità. Contemporaneamente il sindaco appena insediato promuove incontri con industriali e commercianti, chiedendo posti di lavoro per i disoccupati più bisognosi.<
Nonostante le enormi ristrettezze economiche e finanziarie Platone dà priorità alla cultura come tratto caratterizzante il suo impegno amministrativo. Uno dei primi atti della Giunta popolare è, infatti, quello di destinare [[Palazzo Alfieri]] al Centro nazionale di Studi Alfieriani, istituito nel 1937. Platone inoltre, riorganizza Palazzo Di Bellino (di proprietà della Cassa di Risparmio) come sede della galleria Ottolenghi e della Pinacoteca comunale, che è aperta con orario continuato e gratuitamente; operai e lavoratori sono invitati a visitarla per stimolare il loro attaccamento all'arte e alla cultura.<
Le prime elezioni democratiche (con il diritto di voto anche alle donne) amministrative si svolgono ad Asti il 17 marzo 1946. La città conta 52.249 abitanti e i votanti sono 32.326 sui 41.173 aventi diritto. Il risultato elettorale dà la maggioranza al Pci e al Psi alleati. con il 53,02%. Il Consiglio comunale risulta composto da 12 comunisti, 11 democristiani, 10 socialisti, 2 liberali, 2 del partito dei contadini. <
Felice Platone ottiene 12.582 voti di preferenza e il 24 marzo 1946 viene confermato Sindaco con una Giunta Pci-Psi. Il Sindaco tiene per sé le deleghe per gli affari generali, personale, contenzioso, istruzione pubblica, Biblioteca, Pinacoteca, Scuola di musica, come già in precedenza.<
===Deputato alla Costituente===
Per la sua grande popolarità il Pci candida Felice Platone all’[[Assemblea Costituente]]. Votano in 33.743 su 41.271 iscritti alle liste elettorali. Felice Platone (secondo collegio del Piemonte) risulta eletto con 11.262 voti di preferenza.<
Nei suoi interventi il deputato Platone si dimostra interessato soprattutto al diritto amministrativo, con interventi sulle modalità di esazione dei tributi ad enti e associazioni di natura privata, sulla modifica al testo unico della legge comunale e provinciale delle norme sul patrocinio gratuito, sull'abrogazione del codice di procedura civile e il ripristino del codice anteriore al procedimento sommario così da rendere più celere la giustizia civile
===Il dominio democristiano===
Le elezioni politiche del 18 aprile 1948 premiano la Dc anche nel collegio Asti-Alessandria-Cuneo con il 56% dei suffragi, mentre al Pci va il 25%. La percentuale di votanti si aggira sul 90%. Nonostante la vittoria indiscutibile del blocco conservatore Felice Platone è ancora sindaco e prodiga il suo impegno per soccorrere le vittime di una disastrosa alluvione, verificatasi il 4 settembre 1948 e ripetutasi ancora il 12/09/1948, che causa 14 morti e centinaia di senzatetto.<
Sul piano politico più generale Platone prosegue la sua attività nel solco del [[Fronte Democratico Popolare]], militando nei [[Partigiani della Pace]], difendendo l'opera della Resistenza e dei partigiani, battendosi contro il [[NATO|Patto Atlantico]], condannando la [[Guerra di Corea]], propugnando gli accordi contro la proliferazione nucleare, cercando di contrastare l'esclusione dei comunisti e dei socialisti da posti di dirigenza e di responsabilità.<
L'attività da sindaco termina a seguito delle elezioni amministrative del 1951 (90,76% votanti), che vede la vittoria delle forze centriste (Dc 13.698 voti, Psdi 3699, Pli 2017) contro la lista unitaria Pci-Psi (10.505 voti). Il sindaco uscente riceve 3914 voti di preferenza.<
Felice Platone svolge le funzioni di capogruppo del Pci nel Consiglio comunale rinnovato, ma nel 1961 viene colpito da un doloroso tumore intestinale e muore ad Asti l’8 ottobre 1962. Viene sepolto nella tomba di famiglia a Refrancore.
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