[[File:Codex Bodmer 127 191r Detail.jpg|thumb|left|Leone IX respinge il demonio. ''Passionario di Weissenau'' ([[XII secolo]] ca.)]]
Il desiderio di Leone IX di riottenere la Chiesa del Sud d'Italia, allora sotto la giurisdizione del [[Patriarcato di Costantinopoli]], come di ricevere assistenza militare nella lotta contro i [[Normanni]], sia da Costantinopoli, sia dalla [[Russia]] che era in guerra con l'[[Impero bizantino]], scatenò un ennesimo conflitto con il patriarca [[Michele I Cerulario]], duramente antilatino.
Il primo atto di Leone fu quello di nominare [[Umberto di Silva Candida]] [[Arcidiocesi di Palermo|arcivescovo di Palermo]] (1050), ma questi non potendo prendere possesso della sede vescovile, rimase a Roma come consigliere. QuandoMa a Costantinopoli giunse la notizia che Umberto stava favorendo il passaggio dal rito bizantino al rito latino nelle Chiese del Mezzogiorno, e il patriarca [[Michele Cerulario]], che pure in casa sua osteggiava il rito latino, reagì chiudendo tutte le chiese latine della capitale bizantina (anno 1053). In settembre il papa inviò una lettera al patriarca, condannando le azioni contro la Chiesa latina e giustificando l'adozione del rito latino nel Sud d'Italia. In seguito al fallimento dei colloqui diplomatici, nel gennaio 1054 il Papa, non potendosi muovere da Benevento, dov'era tenuto in ostaggio dai Normanni in attesa della pace, inviò una delegazione a Costantinopoli guidata dal cardinale Umberto (come plenipotenziario), di cui facevano parte l'apocrisario [[Federico di Lorena]] (il futuro [[papa Stefano IX|papa Stefano IX)]] eed Pietro,il [[Diocesi di Amalfi|vescovo di Amalfi]] Pietro. I legati arrivarono a Costantinopoli in aprile, negli stessi giorni del decesso del pontefice.