Il cinque maggio: differenze tra le versioni
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Dopo aver finalmente composto l'ode, Manzoni la presentò alla censura austriaca, che tuttavia non ne consentì la pubblicazione: come disse [[Angelo De Gubernatis]], infatti, «l'Austria aveva tosto riconosciuto nel Cinque Maggio del Manzoni un omaggio troppo splendido al suo temuto nemico, che pareva come evocato dal suo sepolcro, in quelle strofe potenti». Il Manzoni, tuttavia, ebbe la prudenza di preparare non uno, bensì due esemplari: di questi, uno fu trattenuto dal censore, mentre l'altro fu fatto circolare in forma manoscritta, anche al di fuori del [[Regno Lombardo-Veneto]]. Così [[Alberto Chiari]]:<ref>{{cita|Varanini|p. 139|GV}}.</ref>
{{citazione|È risaputo che il censore Bellisomi in persona, con gesto di gran riguardo si recò dal Manzoni a restituirgli una delle due copie inviate per l'approvazione, pregandolo che ritirasse la sua richiesta, ma che nel frattempo la seconda copia rimasta in ufficio, era uscita ben presto di là, e copiata e ricopiata s'era diffusa tanto largamente che esemplari manoscritti ne pervennero al Soletti in Oderzo, al Vieusseux in Firenze, al Lamartine in Francia, al Goethe a Weimar per ricordare solo i casi più illustri}}
Come appena accennato, infatti, ''Il cinque maggio'' ebbe vastissima eco; tra gli ammiratori principali vi fu lo scrittore tedesco [[Johann Wolfgang von Goethe]], che tradusse l'ode nel 1822 per poi pubblicarla nel 1823 sulla rivista «Über Kunst und Altertum»
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