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=== Forza e consenso ===
Un'ulteriore distinzione del potere viene fatta tra il potere inteso come forza o potenza ed il potere inteso come consenso. La [[Coercizione|forza]] è la capacità di far valere, anche di fronte a un'opposizione, la propria [[volontà]]; il [[Accordo delle parti|consenso]] è l'abilità di trovare obbedienza da parte di determinati individui in cui vi è un minimo di volontà di ubbidire, cioè un interesse all'obbedienza. La seconda definizione è più vicina al punto di vista dell'[[antropologia]] di potere come autorità.
 
Questa distinzione era già stata anticipata da [[Niccolò Machiavelli|Machiavelli]] quando parlava di [[Panthera leo|leoni]] e [[volpe|volpi]]; i primi userebbero la sola forza per ottenere il potere (e alla lunga sono sconfitti), i secondi il consenso (la persuasione).
 
Weber (vedi nel seguito) usa le due parole [[lingua tedesca|tedesche]] ''Macht'' ed ''Herrschaft'' per forza e consenso. [[Heinrich Popitz]] vede il primo tipo di potere come imposto dall'alto con la forza e la paura, il secondo che si forma dal basso a causa del rispetto, del riconoscimento di una superiorità.
====Nel dibattito italiano====
Nell’articolo “Forza e consenso” - che [[Benito Mussolini]] pubblicò sul numero di aprile 1923 di ''[[Gerarchia (rivista)|Gerarchia]]'' - si dichiara che il fascismo “è già passato e, se necessario, tornerà tranquillamente a passare sul corpo più o meno decomposto della Dea Libertà” perché “quando un gruppo o un partito è al potere, esso ha l’obbligo di fortificarvisi e di difendersi contro tutti”<ref>''Il Giornale di Roma'', 29 marzo 1923, p. 1 (“Forza e consenso”).</ref>.
[[Guglielmo Ferrero]] replicò immediatamente che – premesso che governo [[liberale]] è quello che riconosce l’esistenza legale di una opposizione – chi colpisce il diritto di [[Opposizione_(politica)|opposizione]] (chiave di volta di tutta la [[civiltà occidentale]]) “tenta di diroccare tutto l’ordine sociale. Abolito il diritto di opposizione, nessuna istituzione avrebbe più carattere legittimo”<ref>''Il Secolo'', 4 aprile 1923, p. 1 (“il diritto della opposizione”).</ref>.
 
=== Legittimità del potere ===