Papa Pio IX: differenze tra le versioni

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Il [[conclave]] del [[1846]], che seguì la morte di [[papa Gregorio XVI]], fu l’ultimo in cui i cardinali italiani ebbero un peso preponderante sul Collegio cardinalizio<ref group="N">Sarà infatti Pio IX a cambiare la composizione del collegio rendendolo un organismo “universale”.</ref>: il conclave, infatti, ebbe inizio prima che i cardinali stranieri potessero raggiungere Roma<ref>{{cita|Aubert|p. 25}}.</ref>, questo per evitare che parte della popolazione potesse diventare violenta.<ref>{{cita|Aubert|pp. 24-26|citazione=Il desiderio di riforme e le aspirazioni nazionali durante gli ultimi anni del pontificato di Gregorio XVI si erano sviluppati a tal punto che, secondo osservatori imparziali, le popolazioni "dappertutto mordevano il freno ed erano impazienti di spezzarlo". [...] Vista la gravità della situazione, dopo un momento di esitazione, si decise di aprire il conclave senza aspettare l'arrivo dei cardinali stranieri.}}</ref> I partecipanti, solo 50 cardinali dei 62 aventi diritto<ref>{{cita|Aubert|p. 25 nota 8}}.</ref>, si divisero in due gruppi che sostenevano uno il cardinale [[Luigi Lambruschini]], già segretario di Stato durante il pontificato di Gregorio XVI, di idee conservatrici, e l'altro il cinquantenne cardinale Mastai Ferretti.
 
Al primo scrutinio Lambruschini ottenne 15 voti e Mastai 13, al secondo questi ottenne 17 voti. Dopo neanche quarantotto ore dall'apertura del conclave, la sera del 16 giugno, al quarto scrutinio, Mastai Ferretti ricevette 36 voti ottenendo così la maggioranza necessaria per essere eletto papa.<ref>{{cita|Aubert|p. 26}}.</ref> Mastai, con la più assoluta calma<ref>{{cita|Aubert|p. 27 nota 9}}.</ref>, accettò l'elezione e, in onore del predecessore [[Papa Pio VIII|Pio VIII]], prese il nome di Pio IX.<ref name="Aubert27">{{cita|Aubert|p. 27}}.</ref>
 
L'elezione di Mastai fu una sorpresa sia per i cittadini romani sia per l'Europa intera. I cittadini esultavano perché ricordavano gli anni passati da Mastai in provincia e gli esponenti degli stati nazionali furono contenti poiché Mastai era considerato un moderato e non favoriva una particolare nazione.<ref name="Aubert27" /> Addirittura l'ambasciatore francese a Roma ebbe da esultare «Il papa è fatto e liberale, [...]!»,<ref>{{cita|Aubert|p. 27 nota 10}}.</ref> mentre il cancelliere austriaco [[Klemens von Metternich]] affermò che la notizia dell'elezione di Mastai gli procurò «una soddisfazione viva e legittima».<ref>{{cita|Aubert|p. 27 nota 11}}.</ref>