Governo Starmer: differenze tra le versioni
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Starmer ha continuato, in politica estera, l'appoggio inglese all'[[Ucraina]] in guerra contro la [[Russia]]: il 16 febbraio [[2025]], il primo ministro britannico ha dichiarato che il Regno Unito sarebbe disposto a inviare truppe in territorio ucraino se Mosca accettasse un accordo che richieda la presenza di forze di pace europee. Questa dichiarazione arriva proprio prima di una riunione di emergenza dei ''leaders'' europei a [[Parigi]], alla quale ha partecipato lo stesso Starmer. Il premier britannico ha inoltre dichiarato che il Regno Unito è disposto a svolgere un ruolo di guida nella difesa e nella sicurezza dell'Ucraina, impegnando tre miliardi di sterline (corrispondenti a 3,6 miliardi di [[euro]]) all'anno fino al [[2030]]. I suoi commenti sono arrivati dopo una settimana di dichiarazioni vorticose da parte dei funzionari della nuova amministrazione [[Trump]], i quali hanno suggerito che gli [[Stati Uniti]] avrebbero ridotto i loro impegni di difesa in [[Europa]] e portato avanti i colloqui di pace in Ucraina senza il coinvolgimento dei leader europei. L'inviato speciale del [[presidente degli Stati Uniti]] [[Donald Trump]] per l'Ucraina e la Russia, [[Keith Kellogg]], aveva infatti dichiarato il giorno prima che fosse improbabile che l'Europa avesse un posto al tavolo delle trattative nei colloqui di pace tra i due Paesi in guerra, pur affermando che una "alleanza europea" sarebbe "fondamentale" per garantire la sovranità dell'Ucraina<ref>https://it.euronews.com/my-europe/2025/02/17/regno-unito-il-premier-keir-starmer-pronto-a-inviare-truppe-sul-campo-in-ucraina</ref>.
Starmer si è successivamente presentato come un mediatore tra l’Europa e gli Stati Uniti per i negoziati sulla fine della guerra in Ucraina. il 2 marzo [[2025]] ha organizzato a Londra una [[Vertice di Londra del 2025|riunione con altri 18 ''leaders'' internazionali]], prevalentemente europei (sebbene fossero presenti anche il primo ministro canadese [[Justin Trudeau]] e il ministro degli Esteri turco [[Hakan Fidan]]), con l'intenzione di creare una "coalizione di volenterosi" che si sarebbe occupata di elaborare un piano di pace tra i due contendenti, da sottoporre poi agli Stati Uniti: non è stato esplicitato chi ne farà parte, ma è stato reso chiaro che il gruppo sarà guidato dal Regno Unito e dalla [[Francia]]. Ciò è stato possibile per il buon rapporto che Starmer ha con il presidente Trump: la sua visita alla [[Casa Bianca]] del 27 febbraio è stata considerata positiva, anche se il primo ministro britannico non è riuscito a raggiungere l’obiettivo di dissuadere Trump dall’affrettare una risoluzione della guerra sfavorevole all’Ucraina e fare in modo che gli Stati Uniti continuino a fornire al Paese garanzie di sicurezza che impediscano alla Russia di invaderlo di nuovo. L’incontro tra i due è andato meglio di quello col presidente francese [[Emmanuel Macron]], avvenuto pochi giorni prima, con toni più distesi. Starmer ha portato un invito di re [[Carlo III del Regno Unito|Carlo III]] per una seconda visita di Stato (la prima avvenne nel [[2019]] ai tempi di [[Elisabetta II]]), con lo scopo di blandirlo, oltre ad aver annunciato, poco dopo il suo arrivo a [[Washington]], che il Regno Unito avrebbe aumentato in modo significativo le spese militari, richiesta che gli Stati Uniti chiedono ai Paesi europei membri della NATO (tra cui il Regno Unito). In qualche occasione Starmer ha anche contraddetto Trump e il suo vice [[J. D. Vance]], come quando, a colloquio con il vicepresidente Vance, che aveva criticato il Regno Unito, dicendo che secondo lui non rispettava il ''free speech'' (una teoria propugnata dall’estrema destra e dalle intromissioni nella politica britannica di [[Elon Musk]], secondo cui sui media di vari Paesi occidentali e nei ''social'' che non possiede, ci sarebbe una specie di censura che limita la libertà di parola, detta appunto ''free speech'') ha risposto, in modo misurato ma fermo, che era fiero della tradizione storica britannica sulla libertà di parola e che sarebbe continuata molto a lungo. Complessivamente l’incontro ha giovato al premier inglese, definito da Trump "un negoziatore tenace", lasciando intendere che ci saranno trattative separate e più amichevoli rispetto a quelle con l’Unione europea, specie sui [[dazi]]<ref>https://www.ilpost.it/2025/03/04/ruolo-regno-unito-ucraina-trump/</ref>.
Il protagonismo internazionale di Starmer ha giovato alla sua popolarità in crisi, facendolo risalire nel suo tasso d’approvazione di 11 punti e tornare primo nelle risposte alla domanda “chi credi possa essere il miglior primo ministro” tra gli attuali ''leaders'' dei principali partiti, secondo un sondaggio pubblicato dal ''think tank'' More in Common. Il primo ministro ha ricevuto anche il sostegno dei conservatori, una cosa piuttosto rara, tanto che lo ''Spectator'', la più influente rivista di area conservatrice, ha scritto: "Keir Starmer ha avuto la sua migliore settimana da quando è diventato primo ministro"<ref>https://www.spectator.co.uk/article/keir-starmer-has-had-his-best-week-since-becoming-prime-minister/</ref>.
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