Tabiano Terme: differenze tra le versioni

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====Lo sviluppo con Maria Luigia====
Il grande sviluppo di Tabiano iniziò con una lettera, che il parroco locale don Jacopo Calestani, desideroso di favorire la crescita termale, spedì alla duchessa di Parma [[Maria Luigia]] nel [[1837]]. Dopo poco tempo la stessa Maria Luigia, che aveva grande dimestichezza con i bagni termali europei, come [[Aix-le-Bains]], [[Baden]] e [[Ischl]], si recò a Tabiano accompagnata da un fastoso corteo per visitare lo stabilimento, che allora consisteva in quattro tinozze di legno in una capanna, fatto costruire da un certo Carlo Pasini di [[Borgo San Donnino]] (l'odierna [[Fidenza]]). La visita ebbe un buon esito: La duchessa, favorevolmente impressionata, il [[18 marzo]] [[1838]] acquistò il terreno dove sorgeva la fonte ''dei Violi'' (ora fonte Pergoli), e ne fece dono agli ''Ospizi Civili'' di Borgo san Donnino perchèperché vi sorgesse uno stabilimento per le bagnature.
Il primo stabilimento, inaugurato nel giugno del [[1842]], fu costruito da [[Nicola Bettoli]], primo architetto di corte e autore del Teatro Regio di [[Parma]]. Era un edificio molto semplice, con un corpo centrale e due ali laterali simmetriche, e conteneva 12 vasche da bagno.
 
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====Cambia la proprietà====
nel [[1865]] la proprietà dello stabilimento passò ai fratelli Pandos, che avevano già acquistato l'Albergo Grande (ex Albergo Ducale di Maria Luigia); lo stabilimento fu ampliato e si iniziarono le cure inalatorie con inalazioni a vapore, gas ed irrigazioni. Nel [[1872]] si inaugurò la strada carrozzabile per Salsomaggiore.
Intanto iniziarono ad arrivare a Tabiano alcune celebrità, come [[Giuseppe Verdi]] (che preferiva Tabiano a Salso perchèperché più appartata), [[Urbano Rattazzi]] e [[Giovanni Verga]]. Il Verdi, spesso accompagnato, oltre che dalla [[Giuseppina Strepponi|Strepponi]], anche dal tenore [[Tamagno]], dai soprani [[Adelina Patti]] e [[Teresa Stolz]], dai librettisti [[Arrigo Boito|Boito]] e [[Luigi Illica|Illica]], scoprì proprio a Tabiano le qualità musicali di una ragazza tabianese che cantava nell'oratorio dell'Albergo Grande: [[Dina Barberini]], che divenne una nota cantante lirica.
Nel [[1885]] la proprietà dello stabilimento passò alla famiglia [[Corazza]]: ricchi imprenditori che cinque anni prima avevano acquistato il castello, all'epoca quasi un rudere, e lo avevano ristrutturato in [[stile neomedioevale]]. Ristrutturarono anche la facciata dello stabilimento nel [[1910]] in [[stile Liberty]], ed acquistarono alcuni alberghi.
Nel [[1914]] Giacomo Corazza vendette la proprietà delle terme ad una società milanese; nel [[1918]] fu rilevata dal comune di Milano, che la diede in gestione diretta al Pio Istituto Santa Corona e costruì fra l'altro l'acquedotto; finalmente nel [[1934]] la proprietà delle terme passò al comune di Salsomaggiore.
L'amministrazione comunale decise di trasformare Tabiano in una [[città giardino]], con grandi parchi e strutture, allora molto carenti, per gli svaghi dei curandi: furono studiati alcuni progetti urbanistici tra cui, nel [[1941]], la proposta di modificare in stile neomedioevale tutta la frazione, legando in questo modo Tabiano con il castello, come a [[Grazzano Visconti]]. Questi progetti tuttavia non vennero realizzati per la sopraggiunta guerra: soltanto lo stabilimento fu leggermente ampliato.
Dopo la guerra si decise di modificare decisamente la struttura dello stabilimento seguendo i princìpi dell'[[architettura razionalista]], e nel [[1959]] fu inaugurato l'odierno stabilimento che fu intitolato ad [[Emilio Respighi]], direttore sanitario delle terme dal [[1887]] al [[1912]]. Intanto venne perforato un'altro pozzo di acqua termale (pozzo Arvè) perchèperché la vecchia fonte Pergoli era divenuta insufficiente alla richiesta.
 
L'apertura del nuovo stabilimento provocò un aumento del numero dei curandi, che nel [[1981]] raggiunsero il massimo storico: quasi 70.000. Nel [[1998]] lo stabilimento Respighi fu ampliato con un progetto dell'architetto [[Marco Dezzi Bardeschi]]: un nuovo ingresso dove venne sistemata l'accoglienza e il reparto pediatrico/invernale, che permise anche l'apertura delle terme per tutto l'anno. Un nuovo pozzo (Arvè 1 bis) venne scavato a pochi metri dal pozzo Arvè.