Ethica: differenze tra le versioni
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|autore = [[Baruch Spinoza]]
|annoorig = 1677
|annoita = [[1880]]<ref>A cura di Carlo Sarchi, Milano, Bertolotti e C., 1880. Cfr. {{cita libro|autore=Baruch Spinoza |altri=a cura di [[Giovanni Gentile]], Gaetano Durante, Giorgio Radetti|titolo=Etica dimostrata secondo l'ordine geometrico |editore=Bompiani |città=Milano |anno=2013 |isbn=978-88-452-5898-5 |
|genere = [[saggio]]
|sottogenere = [[metafisica]], [[etica]]
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Organizzata secondo un [[Metodo deduttivo|metodo assiomatico-deduttivo]] volto a garantire la certezza dei risultati (benché a prezzo di una lettura particolarmente ostica) essa si articola in cinque parti:
*nella prima, su [[Dio]], l'autore dimostra che esiste un'unica [[Sostanza (filosofia)|sostanza]] [[Infinito (filosofia)|infinita]] che si manifesta in infiniti [[Attributo (filosofia)|attributi]], che nel loro complesso sono la sostanza stessa;<ref>{{cita libro|autore=Baruch Spinoza |altri=a cura di Emilia Giancotti |titolo=Etica dimostrata con metodo geometrico |editore=PGreco |città=Milano |anno=2010 |
*nella seconda, sulla [[mente]], viene descritto il parallelismo tra il [[Corpo (filosofia)|corpo]] e la mente dell'[[uomo]] che dà luogo alle nostre [[Conoscenza|conoscenze]] [[Sensibilità (filosofia)|sensibili]] e si mostra come, oltre a queste, è possibile accedere anche a conoscenze adeguate, cioè chiare e distinte e certamente [[Verità|vere]];
*nella terza parte, sugli [[Emotività|affetti]], si mostra come l'intera gamma delle emozioni dell'uomo dipende da un fondamentale impulso all'autoconservazione, all'istinto vitale dal quale, in corrispondenza di un aumento della propria forza, deriva la gioia e in corrispondenza di una sua diminuzione la tristezza;
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== Genesi dell'opera ==
Una stesura provvisoria della prima parte dell<nowiki>'</nowiki>''Etica'' (la quale nelle intenzioni dell'autore, all'epoca, avrebbe dovuto constare di un totale di tre parti) fu completata da Spinoza nel [[1662]]. Egli aveva già intrapreso, tra il [[1656]] e il [[1657]], la stesura del ''[[Trattato sull'emendazione dell'intelletto]]'' (''Tractatus de intellectus emendatione''), che però aveva lasciato incompleta; inoltre, probabilmente tra il [[1660]] e il [[1661]], egli aveva scritto il ''[[Breve trattato su Dio, l'uomo e il suo bene]]'' (''Korte Verhandeling van God, de Mensch en deszelvs Welstand''), destinato a rimanere inedito fino a dopo la morte dell'autore.<ref name=scribano_3-4>{{cita libro|autore=Emanuela Scribano |titolo=Guida alla lettura dell'"Etica" di Spinoza |editore=Laterza |città=Roma-Bari |anno=2008 |
Dopo la pubblicazione, nel [[1663]], dei ''[[Principi della filosofia di Cartesio]]'' (''Renati Des Cartes Principiorum Philosophiae pars I et II''), caratterizzati dall'esposizione ''more geometrico'' che sarebbe stata tipica anche del capolavoro di Spinoza, il filosofo fece circolare tra alcuni amici una nuova stesura dell<nowiki>'</nowiki>''Etica'', ancora provvisoria benché da lui stesso ritenuta quasi completa;<ref>{{cita|Scribano|pp. 3-5, 9.}}</ref> a questo stadio l'opera era intitolata ''Philosophia''.<ref>{{cita libro|autore=Steven Nadler |wkautore=Steven Nadler |titolo=Baruch Spinoza e l'Olanda del Seicento |editore=Einaudi |città=Torino |anno=2002 |
[[File:Spinoza Opera Posthuma.jpg|thumb|upright|left|L'edizione latina delle opere di Spinoza, pubblicata dagli amici poco dopo la sua morte, era intitolata ''Opera posthuma''. Per proteggersi dalle reazioni che prevedibilmente sarebbero state scatenate dalle tesi radicali ivi esposte, costoro omisero il nome dell'editore, Jan Rieuwertsz, e il luogo di pubblicazione, Amsterdam, indicando solo le iniziali dell'autore (''Benedictus de Spinoza'').]]
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=== I modi, infiniti e finiti, della sostanza ===
Dovendo spiegare come gli enti finiti della nostra esperienza derivano dall'infinità di Dio, Spinoza introduce la nozione di «[[Modo (filosofia)|modo]]», che si declina in «modi immediati infiniti», «modi mediati infiniti» e «modi finiti».<ref name=vigorelli_153>{{cita libro|nome=Amedeo |cognome=Vigorelli |capitolo=Baruch Spinoza |altri=a cura di F. Cioffi, F. Gallo, G. Luppi, A. Vigorelli, E. Zanette |titolo=Diálogos |volume=II – La filosofia moderna |anno=2000 |editore=Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori|città= |
I «modi immediati infiniti» sono «tutte le cose che seguono dall'assoluta natura di un certo attributo di Dio» (E I, p21)<ref name=giancotti/> e sono per esempio, rispetto all'attributo dell'estensione, le leggi del movimento e della quiete, e, rispetto all'attributo del pensiero, la volontà e l'intelletto divini;<ref>{{cita|Scribano|p. 39.}}</ref> va però sottolineato che Spinoza attribuisce a Dio volontà e intelletto in un senso diverso rispetto a quanto faceva la tradizione, colpevole secondo lui di [[Antropomorfismo|antropomorfizzare]] indebitamente Dio:<ref name=scribano_46>{{cita|Scribano|p. 46.}}</ref> intelletto e volontà, come quiete e moto, sono conseguenze dirette e inevitabili dell'essenza di Dio, e non costituiscono essi stessi la sua essenza (che è costituita invece dagli attributi). In particolare, «la volontà e l'intelletto hanno con la natura di Dio lo stesso rapporto che il movimento e la quiete e assolutamente tutte le cose naturali, che devono essere determinate in un certo modo da Dio ad esistere e ad agire» (E I, p32c2).<ref name=giancotti/> Le cose che conseguono dalla volontà e dall'intelletto di Dio ne conseguono con la stessa necessità delle altre realtà naturali, e dunque non si può dire in nessun senso che la volontà di Dio è libera. Come ha scritto la commentatrice Emanuela Scribano, «ciò che Dio intende e vuole è costituito dall'insieme delle conseguenze necessarie della sua essenza».<ref name=scribano_40>{{cita|Scribano|p. 40.}}</ref>
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Negli ultimi decenni del [[XVII secolo]] l<nowiki>'</nowiki>''Etica'' fu oggetto di numerosi testi mossi dall'esplicita volontà di confutare le tesi di Spinoza, gli autori dei quali tuttavia, in alcuni casi, finivano per abbracciare alcuni punti della metafisica spinoziana, non ultimo il necessitarismo. L'opera ebbe poi una certa fortuna negli ambienti eterodossi legati al [[libertinismo]], critici nei confronti delle concezioni provvidenzialiste di Dio e scettici rispetto all'esistenza di valori morali assoluti. Una lettura aspramente critica dell<nowiki>'</nowiki>''Etica'' fu quella esposta da [[Pierre Bayle]] nella voce dedicata a Spinoza del suo ''Dizionario storico-critico'' (''Dictionnaire historique et critique''), pubblicato nel [[1697]]; questa, dove si sosteneva tra le altre cose che Spinoza aveva impiegato arbitrariamente la parola «Dio» per riferirsi a un ente che aveva privato di tutte le caratteristiche di un Dio legittimamente inteso, ebbe una grande fortuna, e determinò ad esempio la qualifica di ateo attribuita senza esitazione a Spinoza da [[Voltaire]] nel ''[[Dictionnaire philosophique|Dizionario filosofico]]'' (''Dictionnaire philosophique'').<ref>{{cita|Scribano|p. 166-168.}}</ref>
[[File:Baruch de Spinoza cover portrait.jpg|left|upright|thumb|Copertina di un'opera di Spinoza con il suo ritratto e l'iscrizione in latino: «Benedictus de Spinoza, iudaeus et atheista».]]
Nel [[XVIII secolo]] si ebbero, sia in [[Francia]] che in [[Germania]], numerose prese di posizione critiche o apologetiche nei confronti di Spinoza. In [[Italia]] un giudizio [[antispinozismo|antispinozista]] di parte [[Cattolicesimo|cattolica]] fu espresso dall'ecclesiastico letterato [[Giovanni Cristoforo Battelli]] nella sua «censura ecclesiastica» del [[1707]].<ref name=carella>{{cita libro|url=http://w3.uniroma1.it/episteme/file/Dispense20120928_CarellaAetasGalileana.pdf |altri=a cura di Candida Carella |capitolo=L'aetas galileiana in ‘sapienza’ |titolo=Atti del convegno "Galileo e l'acqua: guardare il Cielo per capire la terra", Roma 17-18 dicembre 2009 |città=Perugia |anno=2010 |
{{Citazione|Benedetto Spinoza [...] pubblicò molti perniciosissimi libelli nei quali si manifesta più dannoso e più empio di Herbert e di Hobbes. Fa infatti apertamente professione di ateismo e lo insegna. Nega apertamente e irride l'esistenza di Dio e la provvidenza. Nega l'esistenza degli angeli, del diavolo, del paradiso e dell'inferno [...] ritiene che tutto finisca con la stessa vita e che dopo di essa vi sia il nulla. Con pari empietà nega la resurrezione e ascensione al cielo di Cristo. Dice che i profeti [...] scrissero una serie di assurdità [...] e che nelle Sacre Scritture, giunte a noi non integralmente, vi siano molte cose false, fantasiose e contraddittorie [...]; afferma che lo spirito di Cristo sia presente anche presso i Turchi [...] sostiene che al solo potere civile spetti stabilire ciò che è giusto, ingiusto, pio o empio [...]|ACDF, Index, Protocolli, V3, cc. 507 r.-512 v.: 507 r. - v.<ref name=carella/>}}
Battelli concordava dunque con Kortholt nel ritenere il più empio (''deterior et magis impius'') dei tre proprio Spinoza che assieme a [[Lucrezio]], a Hobbes e ai libertini continuerà ad avere fama di assertore di tesi atee nel ''Traité de trois imposteurs'' (altresì noto come ''La Vie et l'esprit de M. Benoit de Spinoza'') di Jean Lucas, pubblicato nel [[1719]].
L'[[Illuminismo]] francese, pur lontano da un interesse per la metafisica come Spinoza l'aveva intesa, si riconobbe (con pensatori come [[Julien Offray de La Mettrie|La Mettrie]], [[Paul Henri Thiry d'Holbach|d'Holbach]] e [[Denis Diderot|Diderot]]) nelle sue teorie razionaliste e deterministe, attribuendogli anche posizioni materialiste.<ref>{{cita libro|autore=Marco Ravera |titolo=Invito al pensiero di Spinoza |editore=Mursia |città=Milano |anno=1987 |
Sia [[Johann Gottlieb Fichte|Fichte]] che [[Friedrich Schelling|Schelling]], poco più tardi, ebbero Spinoza tra i loro punti di riferimento, pur modificando in modo sostanziale alcuni contenuti della sua metafisica nell'adattarli alle proprie idee. Spinoza fu una figura importante anche per [[Georg Wilhelm Friedrich Hegel|Hegel]]; questi si schierò in sua difesa contro le accuse di ateismo che gli erano state rivolte, affermando che egli, lungi dal negare Dio, aveva piuttosto sostenuto che esiste ''solo'' Dio, e aveva dunque negato l'effettiva realtà del [[cosmo]]; il suo era dunque, per Hegel, non un ateismo ma un [[acosmismo]], in cui solo Dio (cioè la sostanza con i suoi attributi) ha una realtà affermativa e la natura (cioè l'insieme dei modi, finiti e infiniti) è una determinazione, cioè negazione, di Dio, e non ha quindi un'esistenza autonoma;<ref>{{en}} {{cita libro|titolo=Hegel's Philosophy of Religion |autore=Raymond Keith Williamson |editore=State University of New York Press |città=Albany |anno=1984 |isbn=0-87395-827-6 |
Il necessitarismo e immanentismo di Spinoza, interpretati come [[materialismo]], portarono [[Ludwig Feuerbach|Feuerbach]] e poi [[Friedrich Engels|Engels]] a vedere in lui un precursore delle proprie tesi. L<nowiki>'</nowiki>''Etica'' fu studiata e apprezzata anche da [[Schopenhauer]], mentre [[Nietzsche]] considerò alcuni dei punti della filosofia di Spinoza (la negazione del libero arbitrio, del finalismo, dell'ordinamento assiologico della natura, del male e di ogni principio non egoistico dell'azione umana) come altrettante acquisizioni di fondamentale importanza.<ref>{{cita|Scribano|pp. 173-174.}}</ref>
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Al di là della metafisica e dell'anomala teologia di Spinoza, cioè al di là del primo libro dell<nowiki>'</nowiki>''Etica'', la teoria spinoziana della conoscenza fu studiata e apprezzata dagli [[Empirismo|empiristi]] del Settecento, e in particolare da [[John Locke|Locke]] e [[David Hume|Hume]]; quest'ultimo riprese inoltre la teoria di Spinoza sul ruolo delle passioni nel motivare gli uomini ad agire secondo quanto la ragione determina come utile e anche la sua teoria dell'imitazione degli affetti, che spiega l'empatia sulla quale, secondo Hume, riposa il senso morale.<ref>{{cita|Scribano|pp. 174-175.}}</ref> Alcune categorie spinoziane per la spiegazione del rapporto tra eventi fisici ed eventi mentali furono poi riattualizzate, tra la fine del [[XIX secolo|XIX]] e l'inizio del [[XX secolo]], da [[Ernst Mach|Mach]] e, quindi, da [[William James|James]] e [[Bertrand Russell|Russell]].<ref>{{cita|Scribano|p. 176.}}</ref>
Tra l'Ottocento e il Novecento, anche per via della riedizione delle opere di Spinoza (e addirittura della riscoperta di una di esse, il ''Breve trattato'', nel [[1851]]), si ebbe una proliferazione degli studi spinoziani in generale e sull<nowiki>'</nowiki>''Etica'' in particolare.<ref>{{cita|Ravera|pp. 205-210.}}</ref> Rilevante, nel XX secolo, fu l'influenza della filosofia di Spinoza su [[Giovanni Gentile]], che curò un'importante edizione italiana dell<nowiki>'</nowiki>''Etica'' pubblicata nel [[1915]],<ref>{{cita libro|autore=Gabriele Turi |titolo=Giovanni Gentile: una biografia |editore=Giunti |città=Firenze |anno=1995 |pagina=137 |isbn=88-09-20755-6 |url=http://books.google.it/books?id=KaHCNhRhCuAC&dq=gentile+spinoza&hl=it&source=gbs_navlinks_s |accesso=31 ottobre 2013}}</ref><ref>{{cita libro|autore=Alessandro Savorelli |capitolo=Gentile e la storia della filosofia moderna |titolo=Giovanni Gentile: la filosofia italiana tra idealismo e anti-idealismo |altri=a cura di Piero Di Giovanni |editore=FrancoAngeli |città=Milano |anno=2003 |pagina=42 |isbn=88-464-5101-5 |url=http://books.google.it/books?id=FsLJdBSWc8cC&dq=gentile+spinoza&hl=it&source=gbs_navlinks_s |accesso=31 ottobre 2013}}</ref> e su [[Piero Martinetti]], che ebbe Spinoza tra i punti di riferimento che lo portarono a sviluppare il suo «spiritualismo metafisico di stampo razionalistico».<ref>{{cita libro|autore=[[Giovanni Fornero]], Salvatore Tassinari |titolo=Le filosofie del Novecento |editore=Bruno Mondadori |città= |anno=2002 |pagine=245-246
{{Citazione|L<nowiki>'</nowiki>''Etica'' richiede lettori non pigri, discretamente dotati e soprattutto che abbiano molto tempo a loro disposizione. Se le si concede tutto questo, in cambio offre molto di più di quello che ci si può ragionevolmente attendere da un libro: svela l'enigma di questa nostra vita, e indica la via della felicità, due doni che nessuno può disprezzare.<ref>Giorgio Colli, ''Presentazione'', in {{cita libro|autore=Baruch Spinoza |titolo=Etica |città=Torino |editore=Bollati Boringhieri |anno=1992 |annooriginale=1959 |pagina=VII |isbn=88-339-1725-8}}</ref>}}
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== Bibliografia ==
*{{cita libro|autore=Filippo Mignini |titolo=L'"Etica" di Spinoza. Introduzione alla lettura |editore=Carocci |città=Roma |anno=2008 |isbn=978-88-430-2350-9}}
*{{cita libro|autore=Steven Nadler |wkautore=Steven Nadler |titolo=Baruch Spinoza e l'Olanda del Seicento |editore=Einaudi |città=Torino |anno=2002 |
*{{cita libro|autore=Marco Ravera |titolo=Invito al pensiero di Spinoza |editore=Mursia |città=Milano |anno=1987 |cid=Ravera}}
*{{cita libro|autore=Emanuela Scribano |titolo=Guida alla lettura dell'"Etica" di Spinoza |editore=Laterza |città=Roma-Bari |anno=2008 |
*{{cita libro|autore=Baruch Spinoza |altri=a cura di [[Giovanni Gentile]], Gaetano Durante, Giorgio Radetti|titolo=Etica dimostrata secondo l'ordine geometrico |editore=Bompiani |città=Milano |anno=2013 |isbn=978-88-452-5898-5 |cid=Gentile, Durante, Radetti}}
*{{cita libro|autore=Baruch Spinoza |altri=a cura di Emilia Giancotti |titolo=Etica dimostrata con metodo geometrico |editore=PGreco |città=Milano |anno=2010 |
*{{cita libro|nome=Amedeo |cognome=Vigorelli |capitolo=Baruch Spinoza |altri=a cura di F. Cioffi, F. Gallo, G. Luppi, A. Vigorelli, E. Zanette |titolo=Diálogos |volume=II – La filosofia moderna |anno=2000 |editore=Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori|città= |
== Altri progetti ==
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*''[http://ethics.spinozism.org/ Spinoza's Ethics 2.0]'', ricostruzione schematica, in forma grafica, dell<nowiki>'</nowiki>''Etica''.
*{{treccani|etica_res-77d7c2b1-a042-11e1-9b2f-d5ce3506d72e_(Dizionario-di-filosofia)/ |Etica (Ethica) }}
*{{cita web|url=http://www.iep.utm.edu/spinoza/ |titolo=Spinoza, Benedict De |autore=Blake D. Dutton |
*{{cita web|url=http://plato.stanford.edu/entries/spinoza/ |titolo=Baruch Spinoza |autore=Steven Nadler |
{{Baruch Spinoza}}
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