La bellezza infatti nella cultura greca arcaica era concepita come un valore assoluto donato dagli dei all'uomo e quindi la deformità poteva segnalare l'ostilità degli dei nei confronti del malvagio. <ref>[http://www.treccani.it/scuola/lezioni/scienze_umane_e_sociali/bellezza_e_arte_1_kalokagathia.html Bellezza e arte 1. La bellezza come dono divino – Kalokagathia]</ref>
Nella terminologia latina il soggetto deforme viene indicato con il termine ''monstrum'' un fenomeno che procedeè aldiverso didalla fuoricosiddetta delnormalità corsonaturale regolaree perciò si riferisce in senso ampio a un essere vivente reale <ref>Definizione di "mostro" nel ''Dizionario della naturalingua eitaliana perSabatini Coletti''</ref> o [[creatura immaginaria|immaginario]] a cui sono attribuite una o più caratteristiche straordinarie. Per questo il termine viene spesso usato per designare esseri umani dalle doti eccezionali, che normalmente venivano accoltigiudicati con diffidenza in quanto indizi soprannaturali del de-terioramentodeterioramento del rapporto tra uomini e dèidei. In questo caso il termine ''mostro'' assume una connotazione negativa ma può esprimere anche un senso positivo o ambiguo nel suo significato di "portento", "prodigio" quando viene accostato ai ''[[mirabilia]]'' e ai cosiddetti "[[fenomeni da baraccone]]".
Un '''mostro''' è - in senso molto ampio - un essere vivente reale<ref name="DISC">[http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/M/mostro.shtml Definizione di "mostro" nel ''Dizionario della lingua italiana Sabatini Coletti''].</ref> o [[creatura immaginaria|immaginario]] a cui sono attribuite una o più caratteristiche straordinarie <ref name="DISC"/>, per le quali si discosta enormemente rispetto ad altri considerati nella norma, "ordinari". Il termine ''mostro'' ha in genere una connotazione negativa.
La parola stessa (dal [[lingua latina|latino]] ''monstrum'', da ''monere''<ref name="etimo">[http://www.etimo.it/?term=mostro Etimologia di "mostro" nel ''Dizionario etimologico online''].</ref>) significa "portento", "prodigio"<ref name="etimo"/>, e può assumere sfumature ambivalenti.
Se inteso in senso positivo, o perlomeno ambiguo, il mostro è accostabile ai ''[[mirabilia]]''<ref name="liber">Franco Porsia, ''Liber monstrorum'', Bari, Dedalo Libri, 1976, pagg. 118-119 (compresa la nota 24 sugli ''Otia imperialia'' di [[Gervasio di Tilbury|Gervasius Tilleberiensis]]).</ref>, ai ''freak''<ref name="fiedler">Leslie Fiedler, in ''Freaks: Myths and Images of the Secret Self'', sostiene che "monster" (mostro) è rimasto "the preferred term for freaks from the time of [[Geoffrey Chaucer|Chaucer]] to that of Shakespeare and beyond" ("il termine preferito per ''freak'' dal tempo di Chaucer a quello di [[William Shakespeare|Shakespeare]] e oltre") e che i due termini sono stati distinti dopo il 1930 in seguito alla pubblicazione del saggio ''The Mystery and Lore of Monsters'' di C.J.S. Thompson.</ref> e ai cosiddetti "[[fenomeni da baraccone]]"; se inteso invece in senso negativo, si carica - secondo il contesto - di una valenza [[anatomia umana|fisica]] o [[morale]]. "Mostro", dunque, può essere definito sia chi presenta deformità [[anatomia|anatomiche]]<ref name="taruffi">Cesare Taruffi, ''Storia della teratologia'', Volume 4, 1886 ("Veramente le ragioni dei mostri (e), e quelle degli animali ''deformi'' (d) sono affini, e in certo modo simili fra di loro: imperocché anche il ''mostro'' è una ''deformità''").</ref> sia chi si comporta in un modo disumano; le due caratteristiche possono inoltre coesistere o essere anzi strettamente legate, secondo il modello [[Grecia antica|greco]] contrapposto al ''καλός καί ἀγαθός'' ("bello e buono").<br />
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