Deformità: differenze tra le versioni

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Nella terminologia latina il soggetto deforme viene indicato con ''monstrum'' un fenomeno che è diverso dalla cosiddetta normalità naturale e perciò si riferisce in senso ampio a un essere vivente reale <ref>Definizione di "mostro" nel ''Dizionario della lingua italiana Sabatini Coletti''</ref> o [[creatura immaginaria|immaginario]] a cui sono attribuite una o più caratteristiche straordinarie. Per questo il termine viene spesso usato per designare esseri umani dalle doti eccezionali, che nell'antichità normalmente venivano giudicati con sospetto in quanto segni soprannaturali del deterioramento del rapporto tra uomini e dei. In questo caso il termine ''mostro'' assume una connotazione negativa ma può esprimere anche un senso positivo o ambivalente nel suo significato, conservato anche nella lingua italiana, di "portento", "prodigio" quando viene accostato ai ''[[mirabilia]]'' e ai cosiddetti "[[fenomeni da baraccone]]".
 
Platone nel ''[[Cratilo (dialogo)|Cratilo]]'' , analizza la distinzione [[Platone|platonica]] tra ciò che è "secondo natura" e ciò che è "contro natura", cioè "mostruoso". Si sofferma in particolare sul rapporto tra γένος (la "generazione secondo natura") e τέρας (il "mostro"). <ref>Maria Luisa Gatti Perer, in ''Etimologia e filosofia: strategie comunicative del filosofo nel «Cratilo» di Platone'', Vita e Pensiero, 2006, p.121</ref>