Content-control software: differenze tra le versioni

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=== Azioni legali ===
Nel [[1998]] negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], il tribunale distrettuale federale della [[Virginia]] ha stabilito che l'imposizione obbligatoria di filtraggio dei contenuti presso una biblioteca pubblica, viola il [[I emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d'America|Primo Emendamento]] della [[Bill of Rights]] degli Stati Uniti.<ref>{{Cita web|url=http://www.tomwbell.com/NetLaw/Ch04/Loudoun.html |titolo=Mainstream Loudon v. Board of Trustees of the Loudon County Library, 24 F. Supp. 2d 552 (E.D. Va. 1998) |editore=Tomwbell.com |data= |accesso=25 ottobre 2009}}</ref> Nel [[1996]] il Congresso degli Stati Uniti ha approvato il ''Communications Decency Act'', che vieta indecenza su [[Internetinternet]] la presenza di contenuti indecenti. I gruppi per le libertà civili hanno contestato la legge sotto il [[I emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d'America|Primo Emendamento]] e nel [[1997]] la [[Corte Suprema]] ha stabilito ain loro favore.<ref>{{Cita news|url=https://supreme.justia.com/cases/federal/us/521/844/case.html |titolo=Reno v. American Civil Liberties Union - 521 U.S. 844 (1997) |pubblicazione=U.S. Reports |data=26 giugno 1997 |editore=Justia.com}}</ref> Una parte della discussione inerente alle libertà civili, specialmentein particolare modo quelle dicollegate a gruppi come la [[Electronic Frontier Foundation.]] affrontava illa desiderionecessità dei genitori di bloccare i siti riconosce do che potevano usare i propri software di filtraggio dei contenuti, rendendo inutile un coinvolgimento del governo. Alla fine del [[1990]], gruppi come il ''Censorware Project'' iniziarono una riproduzione di questi software e decifrarono le liste nere per determinare quale tipo di siti fossero bloccati. Ciò ha condotto ad azioni legali attinenti alla violazione del contratto di licenza ''Cyber Patrol'' [[EULA|license agreement]],<ref>{{Cita web|url=http://w2.eff.org/legal/cases/Microsystems_v_Scandinavia_Online/?f=20000316_verif_complaint.html |titolo=Microsystems v Scandinavia Online, Verified Complaint |sito=Civil No. 00CV10488, United States District Court, District of Massachusetts |autore=Attorneys for Microsystems Software, Inc. and Mattel, Inc. |editore=Electronic Frontier Foundation |data=15 marzo 2000 |accesso=25 ottobre 2009}}</ref>, le quali hanno scoperto che tali strumenti bloccavano di routine siti ineccepibili, mentre non riuscivano a bloccare gli obiettivi previsti. Alcune società di ''content-control software'' hanno risposto sostenendo che i loro criteri di filtraggio erano supportati da un intenso controllo manuale. Le società oppositrici hanno sostenuto, d'altra parte, che eseguire la necessaria verifica richiederebbe risorse superiori a quelle in possesso delle società e che quindi le loro affermazioni non erano valide.<ref>{{Cita web|url=http://www7.nationalacademies.org/itas/whitepaper_1.html |titolo=Electronic Frontier Foundation White Paper 1 for NRC project on Tools and Strategies for Protecting Kids from Pornography and Their Applicability to Other Inappropriate Internet Content |autore=Seth Finkelstein, Consulting Programmer; Lee Tien, Senior Staff Attorney, EFF |editore=National Academy of Sciences |urlarchivio= http://web.archive.org/web/20060419190143/http://www7.nationalacademies.org/itas/whitepaper_1.html |dataarchivio=19 aprile 2006}}</ref> La [[Motion Picture Association]] ha ottenuto con successo l'approvazione di una legge nel Regno Unito in grado di rafforzare l'uso di tali software di filtraggio da parte degli ISP, allo scopo di arginare le violazioni del copyright da parte degli abbonati.<ref>{{Cita news|titolo=Sky, Virgin Media Asked to Block Piracy Site Newzbin2|url=http://www.bbc.co.uk/news/technology-15653434 |editore=[[BBC News]] |data=9 novembre 2011 |accesso=26 marzo 2012 }}</ref>
Alla fine del 1990, i gruppi come il Censorware Project iniziarono una riproduzione di questi software e decifrarono le liste nere per determinare quale tipo di siti fossero bloccati. Ciò ha portato ad azioni legali attinenti alla violazione del contratto di licenza "Cyber Patrol" [[EULA|license agreement]],<ref>{{Cita web|url=http://w2.eff.org/legal/cases/Microsystems_v_Scandinavia_Online/?f=20000316_verif_complaint.html |titolo=Microsystems v Scandinavia Online, Verified Complaint |sito=Civil No. 00CV10488, United States District Court, District of Massachusetts |autore=Attorneys for Microsystems Software, Inc. and Mattel, Inc. |editore=Electronic Frontier Foundation |data=15 marzo 2000 |accesso=25 ottobre 2009}}</ref>, le quali hanno scoperto che tali strumenti bloccavano di routine siti ineccepibili, mentre non riuscivano a bloccare gli obiettivi previsti.
Alcune società di content-control software hanno risposto sostenendo che i loro criteri di filtraggio erano supportati da un intenso controllo manuale. Le società oppositrici hanno sostenuto, d'altra parte, che eseguire la necessaria verifica richiederebbe risorse superiori a quelle in possesso delle società e che quindi le loro affermazioni non erano valide.<ref>{{Cita web|url=http://www7.nationalacademies.org/itas/whitepaper_1.html |titolo=Electronic Frontier Foundation White Paper 1 for NRC project on Tools and Strategies for Protecting Kids from Pornography and Their Applicability to Other Inappropriate Internet Content |autore=Seth Finkelstein, Consulting Programmer; Lee Tien, Senior Staff Attorney, EFF |editore=National Academy of Sciences |urlarchivio= http://web.archive.org/web/20060419190143/http://www7.nationalacademies.org/itas/whitepaper_1.html |dataarchivio=19 aprile 2006}}</ref>
La [[Motion Picture Association]] ha ottenuto con successo una legge nel Regno Unito per rafforzare gli ISP per usare tali software con lo scopo di arginare la violazione del copyright da parte degli abbonati.<ref>{{Cita news|titolo=Sky, Virgin Media Asked to Block Piracy Site Newzbin2|url=http://www.bbc.co.uk/news/technology-15653434 |editore=[[BBC News]] |data=9 novembre 2011 |accesso=26 marzo 2012 }}</ref>
 
=== Censura religiosa, anti-religiosa e politica ===
Si è dimostrato che molti tipi di ''content-control software'' bloccano i siti in base alle inclinazioni religiose e politiche dei proprietari dell'azienda di questi ultimi. Gli esempi includono il blocco di diversi siti religiosi <ref>{{Cita web|autore=Kelly Wilson |url=http://hometown.aol.com/Mjolnir13/test.htm |titolo=Hometown Has Been Shutdown - People Connection Blog: AIM Community Network |editore=Hometown.aol.com |data=6 novembre 2008 |accesso=25 ottobre 2009}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://members.tripod.com/~Trifold/NOTICE.html |titolo=Notice!! |editore=Members.tripod.com |data= |accesso=25 ottobre 2009}}</ref> (, compreso il sito web del Vaticano), molti siti politici e siti per gay/lesbiche.<ref>{{Cita web|url=http://www.glaad.org/media/archive_detail.php?id=103& |titolo=http://www.glaad.org/media/archive_detail.php?id=103& |urlmorto=yes |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080607224912/http://www.glaad.org/media/archive_detail.php?id=103& |dataarchivio=7 giugno 2008 }}</ref> È stato dimostrato che ''X-Stop'' blocca, ad esempio, il sito ''web Quaker'', il National Journal of Sexual Orientation Law , la Heritage Foundation e parti di The Ethical Spectacle.<ref>{{Cita web|url=http://www.spectacle.org/cs/burt.html |titolo=The Mind of a Censor |editore=Spectacle.org |data= |accesso=25 ottobre 2009}}</ref> CYBERsitter blocca siti come [[National Organization of Women]].<ref>{{Cita web|url=http://www.spectacle.org/alert/peace.html |titolo=CYBERsitter: Where do we not want you to go today? |editore=Spectacle.org |data= |accesso=25 ottobre 2009}}</ref> Nancy Willard, una ricercatrice universitaria e avvocato, ha sottolineato che molte scuole pubbliche e biblioteche degli Stati Uniti utilizzano lo stesso software di filtraggio usato da molte organizzazioni cristiane.<ref>{{Cita web|url=http://www.csriu.org/onlinedocs/documents/religious2.html |titolo=See: Filtering Software: The Religious Connection |editore=Csriu.org |data= |accesso=25 ottobre 2009}}</ref>
È stato dimostrato che ''X-Stop'' blocca, ad esempio, il sito web Quaker, il National Journal of Sexual Orientation Law, la Heritage Foundation e parti di The Ethical Spectacle.<ref>{{Cita web|url=http://www.spectacle.org/cs/burt.html |titolo=The Mind of a Censor |editore=Spectacle.org |data= |accesso=25 ottobre 2009}}</ref>
CYBERsitter blocca siti come [[National Organization of Women]].<ref>{{Cita web|url=http://www.spectacle.org/alert/peace.html |titolo=CYBERsitter: Where do we not want you to go today? |editore=Spectacle.org |data= |accesso=25 ottobre 2009}}</ref>
Nancy Willard, una ricercatrice universitaria e avvocato, ha sottolineato che molte scuole pubbliche e biblioteche degli Stati Uniti utilizzano lo stesso software di filtraggio usato da molte organizzazioni cristiane.<ref>{{Cita web|url=http://www.csriu.org/onlinedocs/documents/religious2.html |titolo=See: Filtering Software: The Religious Connection |editore=Csriu.org |data= |accesso=25 ottobre 2009}}</ref>
 
Si è riscontrato che Cyber Patrol, un prodotto sviluppato da The Anti-Defamation League e The Learning Company di Mattel,<ref>{{Cita web|url=http://www.adl.org/presrele/mise_00/3081-00.asp |titolo=See: ADL and The Learning Company Develop Educational Software |editore=adl.org |data= |accesso=26 agosto 2011}}</ref> blocca non solo i siti politici che ritiene essere affascinati dadall' ''hate speech, o'' (incitamento all’odio), ma anche i siti web sui diritti umani, come la pagina web di [[Amnesty International]] su [[Israele]] e siti web inerenti ai diritti dei gay come ad esempio glaad.org <ref>{{Cita web|url=http://www.peacefire.org/censorware/Cyber_Patrol/ |titolo=See: Cyber Patrol Examined |editore=peacefire.org |data= |accesso=26 agosto 2011}}</ref>
 
== Etichettatura dei contenuti ==
L’etichettatura dei contenuti può essere considerata un'altra forma di content-control software. Nel [[1994]], l'[[ICRANet|Internet Content Rating Association]] (ICRA) -, ora parte della Family Online Safety Institute -, ha sviluppato un sistema di classificazione dei contenuti per i fornitori didegli contenutistessi online. Utilizzando un questionario online un webmaster descrive la natura dei suoi contenuti web. Viene generato un piccolo file che contiene un ''computer readable digest.'' di taleTale descrizione che può essere utilizzatoutilizzata da un content-control software per bloccare o consentire quel sito. Le etichette ICRA sono disponibili in una varietà di formati.<ref>{{Cita web|url=http://www.fosi.org/icra/#tech |titolo=ICRA: Technical standards used |accesso=4 luglio 2008 |editore=FOSI |data= }}</ref> Questi includono [[Resource Description Framework]] del World Wide Web Consortium (RDF), così come etichette [[PICS|Platform for Internet Content Selection]] (PICS) utilizzate dai consulenti dei contenuti di [[Internet Explorer]] di [[Microsoft]].<ref>{{Cita web|url=http://www.microsoft.com/windows/ie/ie6/using/howto/security/contentadv/config.mspx |titolo=Browse the Web with Internet Explorer 6 and Content Advisor |accesso= |editore=Microsoft |data=26 marzo 2003 }}</ref> Le etichette ICRA sono un esempio di auto-etichettatura. Allo stesso modo, nel 2006, la ''Association of Sites Advocating Child Protection'' (ASACP) ha avviato la [http://rtalabel.org Restricted to Adults] <ref>Trad.Ing.:"''iniziativa di auto-etichettatura ristretta agli adulti''".</ref> I membri di ASACP erano preoccupati che le varie forme di legislazione proposte negli [[Stati Uniti]] producessero l'effetto di costringere le aziende "per adulti" a etichettare il loro contenuto.<ref>{{Cita web|url=http://www.asacp.org/page.php?content=news&item=511 |titolo=ASACP Participates in Financial Coalition Against Child Pornography |accesso=4 luglio 2008 |data=20 novembre 2007 }}</ref>
Le etichette ICRA sono disponibili in una varietà di formati.<ref>{{Cita web|url=http://www.fosi.org/icra/#tech |titolo=ICRA: Technical standards used |accesso=4 luglio 2008 |editore=FOSI |data= }}</ref> Questi includono [[Resource Description Framework]] del World Wide Web Consortium (RDF), così come etichette [[PICS|Platform for Internet Content Selection]] (PICS) utilizzate dai consulenti dei contenuti di [[Internet Explorer]] di [[Microsoft]].<ref>{{Cita web|url=http://www.microsoft.com/windows/ie/ie6/using/howto/security/contentadv/config.mspx |titolo=Browse the Web with Internet Explorer 6 and Content Advisor |accesso= |editore=Microsoft |data=26 marzo 2003 }}</ref>
Le etichette ICRA sono un esempio di auto-etichettatura. Allo stesso modo, nel 2006, la Association of Sites Advocating Child Protection (ASACP) ha avviato la [http://rtalabel.org Restricted to Adults] (iniziativa di auto-etichettatura ristretta agli adulti). I membri di ASACP erano preoccupati che le varie forme di legislazione proposte negli [[Stati Uniti]] producessero l'effetto di costringere le aziende “per adulti” a etichettare il loro contenuto.<ref>{{Cita web|url=http://www.asacp.org/page.php?content=news&item=511 |titolo=ASACP Participates in Financial Coalition Against Child Pornography |accesso=4 luglio 2008 |data=20 novembre 2007 }}</ref>
 
L'etichetta RTA, a differenza dell’etichette ICRA, non richiede al webmaster per poterla utilizzare di compilare un questionario o registrarsi. Come ICRA, l'etichetta RTA è libera. Entrambe le etichette sono riconosciute da una vasta gamma di software di content-control. Il Voluntary Content Rating (VCR) è stato ideato dalla Solid Oak Software per il loro software di filtraggio CYBERsitter, come alternativa al sistema PICS, che alcuni critici consideravano troppo complesso. Questo sistema impiega dei [[meta tag]] [[HTML]] incorporati nei documenti web per specificare il tipo di contenuto presente nella pagina. Sono specificati solo due livelli, ''mature'' e ''adult'', rendendo la specifica estremamente semplice.
Il Voluntary Content Rating (VCR) è stato ideato da Solid Oak Software per il loro software di filtraggio CYBERsitter, come alternativa al sistema PICS, che alcuni critici consideravano troppo complesso. Questo sistema impiega dei meta tag di [[HTML]] incorporati nei documenti web per specificare il tipo di contenuto presente nella pagina. Sono specificati solo due livelli, ''mature'' e ''adult'', rendendo la specifica estremamente semplice.
 
== Utilizzo nelle biblioteche pubbliche ==
=== Stati Uniti ===
L'uso di filtri Internet o dei software per il controllo dei contenuti, varia ampiamente nelle biblioteche pubbliche negli Stati Uniti, dal momento che le politiche di utilizzo di Internet sono stabilite dal consiglio locale della biblioteca. Molte biblioteche adottavano filtri Internet dopo che il Congresso ha condizionato la ricezione di sconti di servizio universale per l'uso di filtri Internet attraverso il ''Children’s Internet Protection Act'' (CIPA). Altre biblioteche non installano software per il controllo dei contenuti, credendo che politiche sul giusto utilizzo e sforzi educativi risolvano la questione dell’accesso a contenuti inadeguati per i bambini, pur garantendo il diritto degli utenti adulti di accedere liberamente alle informazioni. Alcune librerie usano filtri Internet sui computer utilizzati solo da bambini. Alcune librerie che utilizzano il software per il controllo dei contenuti consentono al software di essere disattivato caso per caso, su richiesta di un bibliotecario;. leLe biblioteche sono soggette aal CIPA, sono tenute ad avere una politica che richiesta che permetteconsente ad un adulto di richiedere la rimozione di un filtro essere, senza dover spiegare la ragione della richiesta. Molti [[Giurista|giuristi]] ritengono che un certo numero di cause legali, in particolare il ''Reno v. American Civil Liberties Union'', hanno stabilito che l'uso dei software di ''content-control'' nelle biblioteche è una violazione del [[I emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d'America|Primo Emendamento]].<ref>{{Cita web|url=http://www.spectacle.org/cs/library.bak |titolo=Purchase of blocking software by public libraries is unconstitutional |accesso= |cognome=Wallace |nome=Jonathan D. |data=9 novembre 1997 }}</ref> I Children's Internet Protection Act [CIPA] e il caso del giugno 2003 ''[[United States v. American Library Association]]'' hanno rilevato il CIPA come condizione costituzionale per ricevere il finanziamento federale, affermando che i riferimenti del Primo Emendamento sono stati dilapidati dalla disposizione della legge che permetteva agli utenti adulti di biblioteche di richiedere la disabilitazione del software di filtraggio, senza dover spiegare le ragioni delle loro richiesta. Il pluralismo di questa decisione, tuttavia, lascia aperta per il futuro la sfida costituzione sul "come applicarla". Nel novembre 2006, è stata intentata una causa contro il distretto di North Central Regional Library (NCRL) nello Stato di Washington per la sua politica di rifiuto di disabilitare le restrizioni su richieste di avventori adulti, ma CIPA non è stata contestata in questa faccenda.<ref>{{Cita web|url=http://www.aclu-wa.org/detail.cfm?id=557 |titolo=ACLU Suit Seeks Access to Information on Internet for Library Patrons |accesso= |editore=ACLU of Washington |data=16 novembre 2006 }}</ref> Nel maggio 2010, la Corte Suprema dello Stato di Washington ha fornito una parere dopo che è stato chiesto di certificare un questione sollevata dal tribunale distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto Orientale di Washington: "Se una biblioteca pubblica, in linea con l'articolo I, § 5 della Costituzione di Washington, può filtrare l'accesso a Internet per tutti i clienti senza disabilitare siti web contenenti parole costituzionalmente protette, su richiesta di un utente adulto della biblioteca". La Corte Suprema dello Stato di Washington ha stabilito che la politica di filtraggio Internet di NCRL non violava l'articolo I, sezione 5 della Costituzione dello Stato di Washington. La Corte ha dichiarato: "Ci sembra che la politica di filtraggio di NCRL sia ragionevole e che si accordi con la sua missione e con queste politiche ed è un punto di vista neutrale. Sembra che non esista nessuna violazione del contenuto di base dell’articolo I, sezione 5, in questo caso. La missione essenziale di NCRL è quello di promuovere la lettura e l'apprendimento permanente. Come sostiene NCRL, è ragionevole imporre restrizioni in materia di accesso a Internet al fine di mantenere un ambiente favorevole che è quello di studiare e di pensiero contemplativo”. Il caso torna ora alla corte federale.
Molti giuristi ritengono che un certo numero di cause legali, in particolare il ''[[Reno v. American Civil Liberties Union]]'', hanno stabilito l'uso dei software di content-control nelle biblioteche è una violazione del Primo Emendamento.<ref>{{Cita web|url=http://www.spectacle.org/cs/library.bak |titolo=Purchase of blocking software by public libraries is unconstitutional |accesso= |cognome=Wallace |nome=Jonathan D. |data=9 novembre 1997 }}</ref> I Children's Internet Protection Act [CIPA] e il caso del giugno 2003 ''[[United States v. American Library Association]]'' hanno rilevato il CIPA come condizione costituzionale per ricevere il finanziamento federale, affermando che i riferimenti del Primo Emendamento sono stati dilapidati dalla disposizione della legge che permetteva agli utenti adulti di biblioteche di richiedere la disabilitazione del software di filtraggio, senza dover spiegare le ragioni delle loro richiesta. Il pluralismo di questa decisione, tuttavia, lascia aperta per il futuro la sfida costituzione sul "come applicarla". Nel novembre 2006, è stata intentata una causa contro il distretto di North Central Regional Library (NCRL) nello Stato di Washington per la sua politica di rifiuto di disabilitare le restrizioni su richieste di avventori adulti, ma CIPA non è stata contestata in questa faccenda.<ref>{{Cita web|url=http://www.aclu-wa.org/detail.cfm?id=557 |titolo=ACLU Suit Seeks Access to Information on Internet for Library Patrons |accesso= |editore=ACLU of Washington |data=16 novembre 2006 }}</ref> Nel maggio 2010, la Corte Suprema dello Stato di Washington ha fornito una parere dopo che è stato chiesto di certificare un questione sollevata dal tribunale distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto Orientale di Washington: "Se una biblioteca pubblica, in linea con l'articolo I, § 5 della Costituzione di Washington, può filtrare l'accesso a Internet per tutti i clienti senza disabilitare siti web contenenti parole costituzionalmente protette, su richiesta di un utente adulto della biblioteca". La Corte Suprema dello Stato di Washington ha stabilito che la politica di filtraggio Internet di NCRL non violava l'articolo I, sezione 5 della Costituzione dello Stato di Washington. La Corte ha dichiarato: "Ci sembra che la politica di filtraggio di NCRL sia ragionevole e che si accordi con la sua missione e con queste politiche ed è un punto di vista neutrale. Sembra che non esista nessuna violazione del contenuto di base dell’articolo I, sezione 5, in questo caso. La missione essenziale di NCRL è quello di promuovere la lettura e l'apprendimento permanente. Come sostiene NCRL, è ragionevole imporre restrizioni in materia di accesso a Internet al fine di mantenere un ambiente favorevole che è quello di studiare e di pensiero contemplativo”. Il caso torna ora alla corte federale.
Nel marzo 2007, la Virginia ha approvato una legge simile a CIPA che richiede fondi statali per le biblioteche pubbliche al fine di utilizzare i content-control software. Come CIPA, la legge richiede alle librerie di disattivare i filtri su richiesta di un utente adulto della biblioteca.<ref>{{Cita news|nome=Michael |cognome=Sluss |titolo=Kaine signs library bill: The legislation requires public libraries to block obscene material with Internet filters |url=http://www.roanoke.com/politics/wb/wb/xp-109919 |editore=The Roanoke Times |data=23 marzo 2007 }}</ref>