Tabiano Terme: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Alfiobot (discussione | contributi)
m Bot: Sostituzione automatica (-[[Image: +[[Immagine:)
ZeroBot (discussione | contributi)
m Bot: Sostituzione automatica fix un altro/un'altra
Riga 23:
Nel [[1914]] Giacomo Corazza vendette la proprietà delle terme ad una società milanese; nel [[1918]] fu rilevata dal comune di Milano, che la diede in gestione diretta al Pio Istituto Santa Corona e costruì fra l'altro l'acquedotto; finalmente nel [[1934]] la proprietà delle terme passò al comune di Salsomaggiore.
L'amministrazione comunale decise di trasformare Tabiano in una [[città giardino]], con grandi parchi e strutture, allora molto carenti, per gli svaghi dei curandi: furono studiati alcuni progetti urbanistici tra cui, nel [[1941]], la proposta di modificare in stile neomedioevale tutta la frazione, legando in questo modo Tabiano con il castello, come a [[Grazzano Visconti]]. Questi progetti tuttavia non vennero realizzati per la sopraggiunta guerra: soltanto lo stabilimento fu leggermente ampliato.
Dopo la guerra si decise di modificare decisamente la struttura dello stabilimento seguendo i princìpi dell'[[architettura razionalista]], e nel [[1959]] fu inaugurato l'odierno stabilimento che fu intitolato ad [[Emilio Respighi]], direttore sanitario delle terme dal [[1887]] al [[1912]]. Intanto venne perforato un' altro pozzo di acqua termale (pozzo Arvè) perché la vecchia fonte Pergoli era divenuta insufficiente alla richiesta.
 
L'apertura del nuovo stabilimento provocò un aumento del numero dei curandi, che nel [[1981]] raggiunsero il massimo storico: quasi 70.000. Nel [[1998]] lo stabilimento Respighi fu ampliato con un progetto dell'architetto [[Marco Dezzi Bardeschi]]: un nuovo ingresso dove venne sistemata l'accoglienza e il reparto pediatrico/invernale, che permise anche l'apertura delle terme per tutto l'anno. Un nuovo pozzo (Arvè 1 bis) venne scavato a pochi metri dal pozzo Arvè.