Cardinal nipote: differenze tra le versioni

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Non tutti i cardinali nipoti lo erano in senso stretto: in effetti, la storica del papato Valérie Pirie considera il fatto di non avere un nipote "un formidabile elemento a favore di un candidato papabile", perché lasciava libera la posizione per un cardinale alleato<ref name="vintro"/>. Ad esempio, [[papa Clemente X]] nominò il cardinale [[Paluzzo Paluzzi Altieri Degli Albertoni|Paluzzo Paluzzi-Altieri]], il cui nipote aveva sposato Laura Caterina Altieri, ultima esponente della famiglia del papa<ref>[[s:en:Catholic Encyclopedia (1913)/Pope Clement X|Voce "Pope Clement X"]] nella ''Catholic Encyclopedia'' (1913).</ref>. Molti storici ritengono che [[Olimpia Maidalchini]], cognata di [[papa Innocenzo X]] ([[1644]]-[[1655]]), fosse ''de facto'' il vero "cardinal nipote", posizione formalmente occupata prima da suo figlio, [[Camillo Pamphilj]], poi, dopo che questi aveva rinunciato alla porpora per sposarsi, da suo nipote, [[Francesco Maidalchini]], e infine, dopo che Francesco si era dimostrato non adatto, da [[Camillo Astalli]], suo cugino<ref>Chadwick, 1981, p. 303; Signorotto e Visceglia, 1998, pp. 118-119.</ref><ref name="boutry801"/>. Secondo la battuta di [[Ludwig von Pastor]], "la sfortuna di papa Pamphilj fu che l'unica persona della sua famiglia che aveva le qualità giuste per essere cardinal nipote era una donna"<ref name="boutry801">Boutry, Philippe, Levillain (a cura di), 2002, "Innocent X", pp. 801–802.</ref>.
 
[[Papa Innocenzo XI]] ([[1676]]-[[1689]]), invece, disapprovava la pratica nepotistica e accettò la sua elezione al soglio pontificio solo dopo che il collegio dei cardinali acconsentì al suo piano di riforme, che includeva la messa al bando del nepotismo<ref name="bunson"/>. Tuttavia, dopo che per ben tre volte non riuscì ad ottenere che la maggioranza dei cardinali fosse favorevole alla promulgazione della bolla contro il nepotismo che era stata faticosamente approntata fra il [[1677]] e il [[1686]], fu costretto a tornare sui suoi passi<ref name="c304">{{Cita libro|autore = A. Menniti Ippolito|titolo = Il tramonto della Curia nepotista. Papi, nipoti e burocrazia curiale tra XVI e XVII secolo|anno = 2008, 2ª ediz.|editore = Viella|città = }}; Chadwick, 1981, p. 304.</ref><ref name="l468">Rosa, Mario, Levillain, (a cura di), 2002, "Curia", p. 468.</ref>. Il papa però oppose sempre un rifiuto alle richieste provenienti dall'interno della sua corte di far venire il suo unico nipote, [[Livio Odescalchi]], principe di [[Sirmio]], a [[Roma]]<ref>Fr. Jeffrey Keyes, "[http://stedwardcatholic.org/stgasparhouse/docs/PAPA_08.pdf A YOUNG MAN IN THE ROME OF PIUS VII] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20070930100146/http://stedwardcatholic.org/stgasparhouse/docs/PAPA_08.pdf |data=30 settembre 2007 }}", p. 34.</ref>, anche se nominò cardinale [[Carlo Stefano Anastasio Ciceri]], suo lontano parente, il 2 settembre [[1686]]<ref>Miranda, Salvador. 1998. "[http://www.fiu.edu/~mirandas/bios1686.htm#Ciceri Consistory of September 2, 1686]."</ref>. Il suo successore, [[papa Alessandro VIII|Alessandro VIII]] ([[1689]]-[[1691]]), fu l'ultimo papa a creare un cardinal nipote<ref name="bunson"/>, oltre ad abolire un'altra delle riforme di Innocenzo XI, restituendo le rendite dell'ex cancelleria dei brevi al vice-cancelliere, che era appunto, al momento, il suo cardinal nipote, [[Pietro Ottoboni]]<ref name="curia">[[s:en:Catholic Encyclopedia (1913)/Roman Curia|Voce "Roman Curia"]] nella ''Catholic Encyclopedia'' (1913).</ref>. Edith Standen, del [[Metropolitan Museum of Art]], definisce Ottoboni "l'ultimo, ma certamente non per magnificenza, esempio dello splendore di una specie ormai in via di estinzione, il Cardinal Nipote"<ref name="standen">Edith A. Standen, ''Tapestries for a Cardinal-Nephew: A Roman Set Illustrating Tasso's "Gerusalemme Liberata"'', in: "Metropolitan Museum Journal", XVI (1981), pp. 147–164.</ref>.
 
Fino al [[1692]], e talvolta anche oltre questa data, il cardinal nipote (o anche un nipote laico) era il responsabile dell'[[archivio]] personale del papa, e generalmente, alla morte del pontefice, i documenti finivano nell'archivio di famiglia<ref>Silvia Hansman, 1999, Spring. "[http://www.auburn.edu/academic/classes/hist/0647/silbook.html The Vatican Secret Archives]". ''Seminar on Records and Archives in Society''.</ref>. In particolare, gli archivi [[Barberini]], [[Farnese]], [[Chigi]] e [[Borghese (famiglia)|Borghese]] contengono molti importanti documenti papali<ref name="c299"/>.
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* Eamon Duffy, ''Saints & Sinners: A History of the Popes'', Yale University Press, 2006, ISBN 0-300-11597-0.
* Antonio Menniti Ippolito, ''Il tramonto della Curia nepotista. Papi, nipoti e burocrazia curiale tra XVI e XVII secolo'', Viella 200 2ª ediz. (1ª ediz., 1999), isbn 978-88-8334-351-3.
* Robert B. Ekelund, Robert F. Herbert, Robert D. Tollison, ''{{collegamento interrotto|1=[http://ei.oxfordjournals.org/cgi/reprint/42/4/690.pdf The Economics of the Counter-Reformation: Incumbent-Firm reaction to market entry] |date=settembre 2017 |bot=InternetArchiveBot }}'', in: "Economic Inquiry", XLII (ottobre 2004), 4.
* Ronnie Po-chia Hsia, ''The World of Catholic Renewal, 1540–1770'', Cambridge University Press, 2005, ISBN 0-521-84154-2.
* R. Hüls, ''Kardinäle, Klerus und Kirchen Roms: 1049-1130'', Tübingen, 1977.