Pietro Fumel: differenze tra le versioni

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la data di nascita e di morte, anche il luogo della morte, secondo le indicazioni del saggio "La straordinaria vita di Pietro Fumel da mercante di stoffe agenerale di carriera", di Giuseppe Maria Musso (Il Canavesano 2011, Bolognino, Ivrea, 2010).
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L'eco di questo bando arrivò anche a [[Londra]], dove il parlamentare lord [[Alexander Baillie-Cochrane]] affermò che «un proclama più infame non aveva mai disonorato i giorni peggiori del regno del terrore in Francia».<ref>Patrick Keyes O'Clery, ''The making of Italy'', Regan Paul, Trench, Trübner, 1892, p.301.</ref> Persino il suo più stretto collaboratore, l'ufficiale Auguste de Rivarol, rimase sconcertato dalle azioni di Fumel, tanto da annotare nelle sue memorie (''Nota storica sulla Calabria'') i suoi pensieri sulle atrocità volute dal colonnello. Il deputato [[Giuseppe Ricciardi (1808)|Giuseppe Ricciardi]] disse alla Camera il 18 aprile [[1863]]: «Questo colonnello Fumel si vanta d'aver fatto fucilare circa trecento briganti e non briganti».<ref>[[Giacomo Margotti]], ''[http://books.google.it/books?id=QGIvAAAAYAAJ&printsec=frontcover#v=onepage&q&f=false Memorie per la storia de' nostri tempi dal Congresso di Parigi nel 1856 ai primi giorni del 1863, Vol. 3]'', Stamperia dell'Unione tipografico-editrice, 1865, p.188.</ref> Anche [[Nino Bixio]], così come molti altri comandanti dell'esercito, presero le distanze dalle decisioni di Fumel.
 
Nonostante ciò, ricevette la cittadinanza onoraria da più comuni calabresi:Cosenza, Bisignano, [[Roseto Capo Spulico]] e [[Amendolara]] nel 1862, [[San Marco Argentano]]<ref>{{cita web|url=http://www.sanmarcoargentano.it/ottocento/DEL8563.htm|titolo= Trascrizione integrale della cittadinanza onoraria di San Marco Argentano a Pietro Fumel}}</ref> l'anno successivo. Allontanato una prima volta dalla provincia di Cosenza per aver incriminato il barone Campagna di San Marco Argentano con l'accusa di favoreggiamento<ref>{{cita web|url=http://www.sanmarcoargentano.it/ottocento/cognomi_a_f/campagna.htm|titolo= La famiglia Campagna di San Marco Argentano}}</ref>, vennesollevato rimandatodall'incarico e richiamato dal governo, si ritira a Ivrea e sarebbe stato lo stesso re Vittorio Emanuele II a fargli avere l'impiego di magazziniere di generi di privativa (sale e tabacchi), prima a Livorno e poi a Milano. Nel frattempo in Calabria nelvenne di nuovo richiesto il suo intervento. Fumel ritornò ai primi di agosto del 1866166 come maggior generale ispettore con base a [[Rogliano (Italia)|Rogliano]]<ref>Riccardo Giraldi, ''Il popolo cosentino e il suo territorio: da ieri a oggi'', Pellegrini Editore, 2003</ref>. I suoi poteri erano però fortemente limitati ed ebbe forti contrasti con i prefetti tanto che si dimise e, nel gennaio del 1867, tornò a lavorare a Milano, sempre come magazziniere di generi di privativa e morì in questa città l'11 agosto 1886.
I metodi brutali del colonnello attirarono lo sdegno dell'opinione pubblica europea e, spinto principalmente dalle proteste del parlamento italiano e britannico, il governo decise di rimuoverlo dall'incarico.<ref>[[Francesco Mario Agnoli]], ''Dossier brigantaggio'', Controcorrente, 2003, p.91.</ref> Il re [[Vittorio Emanuele II di Savoia|Vittorio Emanuele II]], tuttavia, difese il suo operato e lo decorò con la [[medaglia d'argento al valor militare]]. Fumel si dimette nel gennaio del 1867 e torna a lavorare a Milano, come magazziniere di generi di privativa (sale e tabacchi) e muore in questa città l'11 agosto 1886.
 
==Note==