L'Attaccabottoni: differenze tra le versioni

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|fondazione = [[13 giugno]] [[1926]]
|chiusura = [[17 ottobre]] [[1926]]
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|fondatore = [[Alberto Giannini]]
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'''''L'Attaccabottoni''''' (sottotitolo: «Scocciatore settimanale») è stata una [[rivista]] [[Satira|satirica]] [[italia]]na pubblicata a [[Roma]] nel [[1926]].
'''''L'Attaccabottoni. Scocciatore settimanale''''', dopo la soppressione del celebre settimanale ''[[Becco giallo]]'' avvenuta il 31 gennaio [[1926]], ne fu per certi aspetti l'erede e il continuatore più cauto, meno tagliente e soprattutto, come si soleva dire già all'epoca, del tutto «denicotinizzato», con una linea editoriale e caratteristiche illustrative uguali.<br />
 
Il giornale di quattro facciate su sei colonne, stampato su carta di colore giallo come il precedente, con sede a [[Roma]], fu fondato da [[Alberto Giannini]], già direttore de "Il Paese" e del "[[Becco giallo]]", giornalista esperto nell'esiguo mercato delle riviste satiriche sorte negli anni '20. Numerosi disegni graffianti furono curati da [[Gabriele Galantara]] (Rata-Langa) e Domenico Natoli (Nat., Scapin).<br />
==Cenni storici==
La sua vita commerciale fu, peraltro, assai breve: il primo numero risale al 13 giugno [[1926]], l'ultimo al 17 ottobre dello stesso anno. Appena 19 numeri in totale.<br />
Il giornale, con sede a [[Roma]], fu fondato da [[Alberto Giannini]], già direttore de "[[Il Paese]]" e del celebre "[[Becco giallo]]". Stampato su carta di colore giallo come il precedente, aveva una foliazione di due pagine, composte da sei colonne.
 
'''''L'Attaccabottoni. Scocciatore settimanale''''', dopoDopo la soppressione del celebre settimanale ''[["Becco giallo]]''", avvenuta il 31 gennaio [[1926]], «L'Attaccabottoni» ne fu per certi aspetti l'erede e il continuatore più cauto, meno tagliente e soprattutto, come si soleva dire già all'epoca, del tutto «denicotinizzato»,ma con una [[linea editoriale]] e caratteristiche illustrative ugualiidentiche.<br />
 
Numerosi disegni graffianti furono curati da [[Gabriele Galantara]] (Rata-Langa) e Domenico Natoli (Nat., Scapin).<br />
La sua vita commerciale fu, peraltro, assai breve: il primo numero risaleuscì al 13 giugno [[1926]], l'ultimo al 17 ottobre dello stesso anno. Appena 19 numeri in totale.<br />
 
Si ricordano, fra l'altro, quattro interventi di [[Giuseppe Ungaretti]].<ref>Ripubblicati in [[Giuseppe Ungaretti]], ''Lettere a [[Giuseppe Raimondi (scrittore)|Giuseppe Raimondi]] (1918-1966)'', a cura di E. Conti, Bologna, Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna e Pàtron editore, 2004.</ref>
 
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* [[Marc'Aurelio]]
 
{{Portale|editoria|fascismoantifascismo}}
 
[[Categoria:Riviste satiriche italiane]]