Abramo Abulafia: differenze tra le versioni
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''' Rabbi Abraham ben Samuel Abulafia''' ([[Lingua ebraica|Ebraico]]: אברהם בן שמואל אבולעפיה) è uno dei maggiori studiosi della [[Qabbalah]] del [[Medio Evo]].
Abulafia nacque nel [[1240]] a [[Saragozza]], in [[Aragona|Aragona]]. Ancora fanciullo passò con la famiglia in [[Navarra]], nella cittadina di Tudela. Qui fu introdotto dal padre allo studio della [[
Si imbarcò per l'Oriente alla ricerca del favoloso fiume di pietre, il Sambation, oltre il quale si sarebbero trovate le Dieci Tribù perdute di [[Israele]].<ref name=GershomScholem /> Benché affatto scientifica nel senso odierno la credenza nell'esistenza del Sambation era molto salda tra i dotti ebrei e cristiani del [[XIII secolo]], e non pochi partivano alla sua ricerca. Gli Ebrei vi ricercavano le vagheggiate tribù perdute, i Cristiani l'altrettanto vagheggiato regno del [[Prete Gianni]]. Tutto quello che si sapeva, o si supponeva, del Prete e delle Tribù era che si trovavano "in India", cioè vagamente a oriente.<br/>
Abramo, sbarcato ad [[San Giovanni d'Acri|Acri]], trovò solo la desolazione lasciata dalle [[Crociate]] e decise di non proseguire.
Giunse invece alla determinazione di tornare in Occidente per ottenere udienza dal [[papa]]. Perché volesse incontrare il papa non si sa con certezza; si è supposto che il giovane entusiasta volesse tentare di convincerlo della bontà del [[religione ebraica|giudaismo]].<br/> Sbarcò a Capua e vi soggiornò. Fu a Capua che conobbe un filosofo e medico di nome Hillel che lo introdusse all'opera di [[Mosè Maimonide]]. È piuttosto probabile che Hillel altri non fosse che il celebre Rabbi [[Samuel ben Eliezer]], meglio noto come [[Hillel di Verona]].<br/>
Abulafia lesse con passione Maimonide; ma, benché lo stimasse sopra ogni studioso e ne citasse spesso dei brani, il giovane non fu soddisfatto della scienza di Maimonide. Per la verità la sua sete di conoscenza sembra non potersi placare nella lettura di alcuno dei filosofi conosciuti. Secondo [[Gershom Scholem|Scholem]], fu un convinto sostenitore di Maimonide, la cui dottrina (filosofica) non riteneva in contrasto con la mistica e che questa stessa derivasse dalle premesse della "Guida dei Perplessi" di cui scrisse addirittura due commenti, in effetti cercò di trovare un nesso logico tra le proprie posizioni e quelle di Maimonide<ref>Gershom Scholem, op. cit. pag 181</ref>.
Abramo era di carattere estroverso, e con facilità trovava chi l'ascoltasse. Fu dunque a Capua che iniziò a scrivere ed a insegnare. Scrisse infaticabilmente di [[Qabbalah]], [[filosofia]], [[grammatica]], e si circondò di discepoli a cui trasmetteva molto del suo entusiasmo.
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Abulafia considerava sé stesso [[Messia]] e figlio di Dio. Il suo grande zelo lo spingeva a tendere continuamente ad estendere il suo insegnamento ai Cristiani; pare che proprio per questo avesse tentato di introdurre nel suo sistema una sorta di [[Trinità]]. Imbevuto dell'ideale dell'unità dei credenti, lavorò sull'idea trinitaria applicandola al sistema delle sefirot. Introdusse i termini "Padre", "Madre", "Figlio" e "Spirito Santo", tratti dal credo cristiano, nella letteratura cabalistica del [[XIII secolo]].
==note==
{{references}}
[[Categoria:biografie|Abulafia]]
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