Abramo Abulafia: differenze tra le versioni

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Giunse invece alla determinazione di tornare in Occidente per ottenere udienza dal [[papa]]. Perché volesse incontrare il papa non si sa con certezza; si è supposto che il giovane entusiasta volesse tentare di convincerlo della bontà del [[religione ebraica|giudaismo]].<br/> Sbarcò a Capua e vi soggiornò. Fu a Capua che conobbe un filosofo e medico di nome Hillel che lo introdusse all'opera di [[Mosè Maimonide]]. È piuttosto probabile che Hillel altri non fosse che il celebre Rabbi [[Samuel ben Eliezer]], meglio noto come [[Hillel di Verona]].<br/>
Abulafia lesse con passione [[Mosè Maimonide|Maimonide]]; ma, benché lo stimasse sopra ogni studioso e ne citasse spesso dei brani, il giovane non fu soddisfatto della scienza di Maimonide. Per la verità la sua sete di conoscenza sembra non potersi placare nella lettura di alcuno dei filosofi conosciuti. Secondo [[Gershom Scholem|Scholem]], fu un convinto sostenitore di [[Mosè Maimonide|Maimonide]], la cui dottrina (filosofica) non riteneva in contrasto con la mistica e che questa stessa derivasse dalle premesse della "Guida dei Perplessi" di cui scrisse addirittura due commenti, in effetti cercò di trovare un nesso logico tra le proprie posizioni e quelle di Maimonide<ref>Gershom Scholem, op. cit. pag 181</ref>.
 
Abramo era di carattere estroverso, e con facilità trovava chi l'ascoltasse. Fu dunque a Capua che iniziò a scrivere ed a insegnare. Scrisse infaticabilmente di [[Qabbalah]], [[filosofia]], [[grammatica]], e si circondò di discepoli a cui trasmetteva molto del suo entusiasmo.