Fu'ad Shihab (in arabo فؤاد شهاب?, Fuʾād Shihāb (19 marzo 1902Beirut, 25 aprile 1973) è stato un politico libanese.

Fu'ad Shihab

Presidente della
Repubblica del Libano
Durata mandato6 anni
PredecessoreCamille Chamoun
SuccessoreCharles Helou

Dati generali
Partito politicoindipendente
Professionemilitare

Fu'ad Shihab è stato un militare e successivamente un uomo politico libanese. Membro della storica famiglia emirale dei Shihab del Monte Libano, fu Presidente della Repubblica libanese dal 23 settembre 1958 al 22 settembre 1964, dopo essere stato il comandante in capo delle forze armate libanesi.

Fu uno dei più importanti capi di Stato libanesi, grazie alle riforme e alla modernizzazione che egli seppe imporre al suo Paese nel corso del suo mandato presidenziale.[1].

Comandante delle Forze Armate libanesi

Nato all'interno della storica famiglia cristiana maronita dei Shihab, che ebbe la carica di Emiro del Monte Libano prima del 1840, in età ottomana, Fu'ad Shihab divenne comandante in capo di tutte le forze armate libanesi nel 1945, dopo che il Libano era diventato uno Stato indipendente a tutti gli effetti, al termine dell'occupazione francese, camuffata da Mandato concesso dalla Società delle Nazioni.

Nel 1952 Shihab rifiutò di consentire alle forze armate d'ingerirsi nel sollevamento che aveva forzato il Presidente della Repubblica Bishara al-Khuri a dimettersi. Dopo le dimissioni, Shihab fu nominato il 18 settembre 1952 Presidente della Repubblica ad interim,[2] con la precisa e unica missione di assicurare al più presto lo svolgimento di regolari elezioni presidenziali democratiche. Quattro giorni dopo appena Camille Chamoun fu eletto per succedere a Bishara al-Khuri.

Le frodi elettorali verificatesi in occasione delle elezioni legislative del 1957, con la mancata elezione di numerosi ministri filo-musulmani, innescarono una violenta rivolta islamica. Conosciuta sotto la denominazione di Crisi libanese del 1958, essa ebbe come lontana conseguenza una lunga guerra civile, durata 17 anni (1975-1991). Come nel 1952, Shihab, sempre comandante delle Forze Armate, impedì ai militari di interferire. Riuscì in tal modo a impedire che l'opposizione e i partigiani del governo prendessero il controllo di posizioni di importanza strategica, quali erano gli aeroporti e gli edifici governativi.

Shihab Presidente della Repubblica

Per calmare gli animi, il Presidente Chamoun chiese agli Usa d'intervenire e nel 1958 truoppe di [US Marine Corps|Marines]] sbarcarono a Beirut il 15 luglio (Operazione Blue Bat[3]). I musulmani avevano grande fiducia in Shihab per la sua assodata imparzialità e, godendo anche del sostegno statunitense, Shihab fu scelto senza opposizione candidato per succedere a Chamoun e riportare la pace nel Paese. Nell'assumere le sue prerogative presidenziali, Shihab dichiarò: «la rivoluzione non ha vinto né perduto». Proseguì quindi il suo cammino improntato alla moderazione, cooperando strettamente con gli altri gruppi religiosi e laici, riuscendo in tal modo a raffreddare ogni tensione e a riportare il paese alla stabilità.

Nel 1960, due anni dopo l'inizio del suo mandato presidenziale di sei anni, vedendo che il Libano aveva ritrovato la sua stabilità e che il terreno era pronto per accogliere le necessarie riforme, Shihab propose di dimettersi dalle sue funzioni. Tuttavia fu convinto dai membri del Parlamento di completare il proprio mandato. Nel 1961 fece fallire un colpo di Stato organizzato dal Partito Nazionalista Sociale Siriano. Per impedire il ripetersi di analoghe minacce in futuro, rafforzò i servizi di sicurezza libanesi, facendo sì che ogni interferenza straniera nelle sovrane questioni della sua patria non potesse aver luogo.

Il mandato di Shihab ebbe l'indubbio merito di contribuire a stabilizzare l'equilibrio interno tra le tante etnie e le tante culture che costituiscono inseparabilmente il tessuto connettivo del Libano. Questo misto di moderazione e di equilibrio, non disgiunto da una condizione inappuntabile delle sue funzioni presidenziali, costituì quello che ancora viene chiamato Shihabismo. Riformatore coraggioso ma non impulsivo e azzardato, Shihab creò un'amministrazione efficiente, malgrado la pervasività di una certa qual "feudalità" libanese.

Dopo la presidenza

Voci correlate

Note

Collegamenti esterni