Egisto Perino

generale italiano

Egisto Perino (Massa, 8 settembre 1896Roma, 12 settembre 1942) è stato un generale e aviatore italiano. Durante la seconda guerra mondiale fu Capo di Stato Maggiore, e per un breve periodo comandante ad interim, della 5ª Squadra Aerea operante in Africa settentrionale italiana. Dopo l'incidente che causò la morte del Maresciallo d'Italia Italo Balbo scrisse una relazione sull'accaduto che rimase segreta per volere dello stesso [[Benito Mussolini|Mussolini.

Egisto Perino
NascitaMassa, 8 settembre 1896
MorteRoma, 12 settembre 1942
Cause della mortemalattia contratta per cause di servizio
Luogo di sepolturacimitero del Verano
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armata Regia Aeronautica
ArmaAeronautica
GradoGenerale di divisione aerea
GuerreSeconda guerra mondiale
Comandante diComandante della 5ª Squadra Aerea
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Biografia

Egisto Perino nasce a Massa l'8 settembre 1896, figlio di Salvatore e Adele Servaroli.[1]

Il 28 giugno 1928 partecipò[2] ad un volo in formazione effettuato da sei Ansaldo A.120 e sei Fiat R.22,[3] che sotto la guida del generale Italo Balbo, si recarono all'annuale manifestazione che si teneva sulla base RAF di Hendon, in Gran Bretagna.[2] Dopo aver assistito alle annuali esercitazioni militari tenutesi sulla base,[4] che simulavano bombardamenti sulle città, caccia e operazioni di polizia coloniale,[5] il 30 dello stesso mese gli aerei ritornarono in Italia. I piloti impiegati per questa missione erano stati selezionati tra i migliori allora presenti in Italia.[2] Il 31 maggio 1934, allora tenente colonnello, venne insignito del titolo di Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.[6] Tra il 1933 e il 1935 fu Istruttore capo presso la Scuola di Guerra Aerea.

Con l'entrata in guerra dell'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, si trovò ad operare in seno allo Stato Maggiore della Regia Aeronautica. Poco prima della capitolazione della Francia, il 18 giugno, fece parte della delegazione italiana che si recò a Monaco di Baviera a parlare con Adolf Hitler per esporre le richieste armistiziali che il governo italiano intendeva fare a quello francese.[7]Tale delegazione era composta dal Ministro degli Esteri Galeazzo Ciano, dal direttore generale per l'Europa e il Mediterraneo del Ministero degli affari esteri Gino Buti, dal vicecapo di Stato Maggiore del Regio Esercito generale Mario Roatta, dal contrammiraglio Raffaele de Courten, e da Perino.[7] Hitler non si dimostrò contrario alle richieste italiane, ma espose le proprie, che al ritorno della delegazione a Roma indussero Mussolini a chiedere espressamente a Hitler di moderarle, per non esasperare i francesi.[8]

Poco tempo dopo fu mandato in ispezione in Africa settentrionale, per valutare le forze aeree italiane operanti in quel settore.[9] Il 28 giugno[10] assistette alla morte del Maresciallo dell'Aria Italo Balbo, abbattuto dalla contraerea italiana sul cielo di Tobruk. Gli aerei di Balbo e Porro, due trimotori Savoia-Marchetti S.79 Sparviero, di ritorno da una ispezione a Derna vennero scambiati per bombardieri britannici,[11] e fatti segno dal fuoco contraereo italiano. Il velivolo di Balbo, ripetutamente colpito, precipitò al suolo[9] causando la morte di tutti i passeggeri,[12] mentre quello di Porro[13] riuscì ad atterrare in emergenza sull'aeroporto T.2.[14]

Subito dopo la morte di Balbo fu incaricato dal Capo di Stato Maggiore della Regia Aeronautica, generale Francesco Pricolo, di stendere una ampia e circostanziata relazione[15] sull'incidente. Tale relazione venne scritta il 1° luglio dello stesso anno a Roma, presso lo Stato Maggiore dell'Aeronautica, ma rimase segreta per volere dello stesso Mussolini.

Divenuto Capo di Stato Maggiore della 5ª Squadra Aerea subentrò bevemente nel comando al generale Felice Porro, in attesa dell'arrivo del subentrante generale Mario Ajmone Cat. All'arrivo di quest'ultimo fu sostituito nel proprio ruolo dal generale Fernando Silvestri. Si spense a Roma, a causa di una grave malattia contratta in servizio, il 12 novembre 1942. La sua salma riposa presso il Sacrario dell'Aeronautica Militare presso il cimitero del Verano, Roma.[1]

Onorificenze

«Capo di stato maggiore di squadra aerea offriva in ogni contingenza l'opera sua coraggiosa intelligente ed ardita partecipando volontariamente a missioni belliche e a rischiosi voli di controllo sugli apprestamenti aeroportuali più avanzati per la pronta soluzione d'importanti problemi operativi e logistici che urgevano per la condotta generale delle operazioni di guerra. Cielo della Cirenaica e della Marmarica, luglio 1940-febbraio 1941-XIX»
— 1942

Note

  1. ^ a b Sacrario, p. 41
  2. ^ a b c Aeronautican.7,luglio1928, p. 575
  3. ^ Gli aviatori che parteciparono a tele spedizione erano: il generale Italo Balbo, il generale di brigata aerea Vincenzo Lombardi, colonnelli Domenico Bolognesi, Ernesto Coop, Ercole Ercole, i tenenti colonnelli Gennaro Tedeschini Lalli, Mario Ajmone Cat, Pietro Pinna Parpaglia, Rino Corso Fougier, Ferruccio Ranza, i maggiori Roberto Lordi, Paride Sacchi, Egisto Perino, Sabato Martelli Castaldi, Amedeo Mecozzi, i capitani Osvaldo Baldi, Federico Guezzatti, Francesco Brach Papa, Ettore Orlando, Giuseppe Gaeta, Viero Menghi, Emilio Liberati, Giordano Bruno Granzarolo, il tenente Fausto Cecconi.
  4. ^ Aeronautican.7,luglio1928, p. 576
  5. ^ Aeronautican.7,luglio1928, p. 577
  6. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.29, 4 febbraio 1935.
  7. ^ a b Rodogno2006, p. 25
  8. ^ Rodogno2006, p. 26
  9. ^ a b Segrè1990, p. 396
  10. ^ Segrè1990, p. 393
  11. ^ Quando i due aerei arrivarono sul cielo di Tobruk era appena terminata un'incursione effettuata da alcuni bombardieri Bristol Blenheim inglesi.
  12. ^ Oltre a Balbo si trattava del maggiore pilota Ottavio Frailich, del capitano motorista Gino Capannini, del maresciallo marconista Giuseppe Berti, del giornalista Nello Quilici, del segretario federale di Tripoli e console della MVSN Enrico Caretti, Claudio Brunelli dell'Ente Turistico Alberghiero della Libia, del tenente Lino Balbo nipote del Maresciallo, e del tenente Francesco Florio, cognato di Balbo.
  13. ^ A bordo di esso si trovavano oltre al generale Porro, il generale Perino, il capitano pilota Leardi, il capo di stato maggiore del Comando Superiore Forze Armate Africa Settentrionale generale Giuseppe Tellera, il capo ufficio operazioni del Comando Supremo tenente colonnello Rosario Sorrentino, e il capitano fotografo Goldoni. Quest'ultimo doveva imbarcarsi inizialmente sul velivolo di Balbo, ma fu sostituito da Caretti.
  14. ^ Segrè1990, p. 397
  15. ^ Probabilmente tale relazione venne richiesta da Benito Mussolini, e un'altra fu preparata dal generale Giuseppe Tellera per il Capo di Stato Maggiore Generale, Maresciallo d'Italia Pietro Badoglio.
  16. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.29, 4 febbraio 1935.

Bibliografia

  • (EN) Chris Dunning, Combat Units od the Regia Aeronautica. Italia Air Force 1940-1943, Oxford, Oxford University Press, 1988, ISBN 1-87118-701-X.
  • (IT) Paolo Ferrari, Giancarlo Garello, L'Aeronautica italiana. Una storia del Novecento, Milano, Franco Angeli Storia, 2004, ISBN 8-84645-109-0.
  • (EN) Robin Higham, Why Air Forces Fail: The Anatomy of Defeat, Lexington, University Press of Kentucky, 2006, ISBN 0-81317-174-1.
  • (IT) Franco Pagliano, Aviatori italiani: 1940-1945, Milano, Ugo Mursia Editore, 2004, ISBN 8-84253-237-1.
  • (IT) Franco Pagliano, Storia di diecimila aeroplani, Milano, Edizioni Europee, 1954.
  • (IT) Folco Quilici, Tobruk 1940. Dubbi è verità sulla fine di Italo balbo, Milano, A. Mondadori Editore, 2014, ISBN 8-85204-901-0.
  • (IT) Gianni Rocca, I disperati - La tragedia dell'aeronautica italiana nella seconda guerra mondiale, Milano, 1993, ISBN 88-04-44940-3.
  • (EN) Davide Rodogno, Fascism's European Empire: Italian Occupation During the Second World War, Cambridge, Cambridge University Press, 2006, ISBN 0-52184-515-7.
  • (EN) Claudio G. Segrè, Italo Balbo: A Fascist Life, Berkeley, University of California Press, 1990, ISBN 0-52091-069-9.

Periodici

  • (IT) Aviazione. Rivista Mensile Internazionale Illustrata, n. 7, Milano, Luglio 1928, pp. 575-577.
  • (IT) Fabio Mannu, La 5ª Squadra Aerea da El Alamein a Tunisi, n. 3, Roma, Associazione Arma Aeronautica, marzo 1999, pp. 16-17.
  • (IT) Ferdinando Pedriali, Biplani d'assalto in Africa Settentrionale, in Rivista Storica, n. 10, Roma, Coop. Giornalisti Storici a.r.l., Novembre 1995, pp. 14-25.

Collegamenti esterni