L'Acerba
Cecco d'Ascoli,(o Francesco Stabili di Simeone) (Ancarano-Teramo, c. 1269 - Firenze, 16 settembre 1327), fu fu un poeta, medico, professore universitario di astrologia e astronomia,martire della libertà di pensiero.

qui non se canta al modo del poeta
che finge immaginando cose vane;
ma qui risplende luce come natura
che a chi intende fa la mente lieta.
Qui non se gira per la selva oscura.
(...)
Lasso le ciancie e torno su nel vero:
le fabule me fur sempre nemiche.»
L'Acerba è un poema didattico composto di 4.865 versi in terzine dantesche.I critici letterari hanno attribuito al titolo di questo poema molti significati,alcuni dei quali sicuramente da escludere.Probabilmente col termine Acerba (cioè età acerba) ha inteso riferirsi alla mente adolescenziale immatura delle persone che egli intendeva educare e far maturare col suo insegnamento scientifico, o indicare l'asprezza della sua polemica verso ogni tipo di poesia religiosa e teologica del suo tempo.Del tutto improbabile à l'ipotesi che il titolo possa essere derivato dalla parola latina "acervus"(cioè cumulo) per dire che il poema è una "raccolta di teorie scientifiche" destiate ad istruire menti ancora acerbe ed immature,perchè giovani.In esso,infatti, Cecco dimostra di avere la mentalità del maestro al quale piace insegnare con passione e con gusto impartire un insegnamento rigorosamente scientifico rispettoso della "verità della scienza" del suo tempo.Egli perciò ,spinto da ragioni didattiche, da una parte cerca di vivacizzare una materia incomprensibile ed astratta; dall'altra si scaglia aspramente contro la poesia fatta di favole.Suo bersaglio preferito è la Divina Commedia di Dante vista come la negazione della " scienza vera" ,riepilogata da lui nell'Acerba,che perciò è stata definita da G.Rota l' "Anti Commedia".Infatti alla base delle convinzioni e delle conoscenze fisiche e naturali professate da Cecco non c'è il pensiero filosofico scientifico di Aristotele e tanto meno quello di Tommaso d'Aquino:c'è la conoscenza del pensiero dei filosofi arabi all'epoca dominanti.Sulla base delle loro teorie discute delle questoini scientifiche più dibattute nella società in cui viveva . Per esempio ,dell'ordine dei cieli, della terra ,delle eclissi, della natura dei fenomeni atmosferici ,delle Virtù ,delle scienze occulte, ecc.Il poema rimase incompiuto,perchè le sue opinioni scientifiche e teologiche giudicate eretiche,lo fecero condannare ad essere bruciato vivo sul rogo.
Gli abitanti della città di Ascoli Satriano ( sede vescovile in provincia di Foggia dall'XI sec.) hanno chiamato Piazza Cecco d'Ascoli ,la pizza principale del loro paese ,quasi a conferigli la cittadinanza onoraria ,per ricordare il suo martirio in difesa della libertà di pensiero.
Bibliografia
G.Rota,L'Acerba,in Dizionario della Letteratura italiana, TEA,Milano,1989