Regno di Jugoslavia e Luca Mora: differenze tra le pagine

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{{Sportivo
{{Nota disambigua|altri significati di '''[[Jugoslavia]]'''|[[Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia]]<br/> o [[Repubblica Federale di Jugoslavia]]}}
|Nome = Luca Mora
 
|Immagine= Luca Mora01 (cropped).jpg
{{Stato
|Didascalia= Mora in allenamento con la SPAL nel 2017
|nomeCorrente = Regno di Jugoslavia
|Sesso = M
|nomeCompleto =
|CodiceNazione = {{ITA}}
|nomeUfficiale = Краљевина Југославија<br/>Kraljevina Jugoslavija
|Disciplina = Calcio
|fondazione = Dichiarata il [[1 ottobre]] [[1918]]<br/>Riconosciuta nel [[1922]]
|dissoluzioneRuolo = [[27 marzo]] [[1941Centrocampista]]
|Squadra = {{Calcio Spezia}}
|portale =
|TermineCarriera=
|linkStemma = Kingdom of Yugoslavia CoA (big).png
|Squadre =
|linkBandiera = Flag of the Kingdom of Yugoslavia (state).svg
{{Carriera sportivo
|linkLocalizzazione = LocationKingdomYugoslavia.PNG
|2007-2009|{{simbolo|Rosso e blu (strisce) 2.svg}} Castellarano|60 (14)
|linkMappa = Kraljevina jugoslavija.jpg
|2009-2011|{{Calcio Crociati Noceto|G}}|54 (4)
|paginaStemma = Stemma del Regno di Jugoslavia
|2011-2012|{{Calcio Pro Patria|G}}|32 (1)
|paginaBandiera = Bandiera del Regno di Jugoslavia
|2012-2015|{{Calcio Alessandria|G}}|86 (6)
|motto = <small>in [[lingua serba|serbo]]: Један народ, један краљ, једна држава <br />traslitterazione: Jedan narod, jedan kralj, jedna država!<br />traduzione: Una nazione, un re, un paese!
|2015-2018|{{Calcio SPAL|G}}|82 (12)
|lingua = [[Lingua serbo-croata|serbo-croato]] e [[lingua slovena|sloveno]]
|2018-|{{Calcio Spezia|G}}|22 (0)
|capitale = [[Belgrado]]
}}
|capitaleAbitanti = 1.576.124
|SquadreNazionali =
|capitaleAbitantiAnno = 2004
{{Carriera sportivo
|governo = [[Monarchia costituzionale]]
|2015|{{Naz|CA|ITA||universitaria}}|4 (0)
|presidente= [[Pietro II di Jugoslavia|Pietro II]] <small>(ultimo in carica)</small>
}}
|primoMinistro = Dušan Simović <small>(ultimo in carica)</small>
|indipendenzaVittorie =
{{MedaglieCompetizione|{{simbolo|FISU flag.svg}} Universiadi}}
|ingressoONU =
{{MedaglieOro|[[XXVIII Universiade|Gwangju 2015]]}}
|superficieTotale = al 1931<br />247.542
|Aggiornato = 18 novembre 2018
|superficieOrdine =
}}
|superficieAcqua = -
{{Bio
|popolazioneTotale = 13.934.038
|Nome = Luca
|popolazioneOrdine =
|Cognome = Mora
|popolazioneAnno = 1931
|Sesso = M
|popolazioneDensita = 56.28
|LuogoNascita = Parma
|continente = [[Europa]]
|GiornoMeseNascita = 10 maggio
|orario = [[Tempo Coordinato Universale|UTC]] +1
|AnnoNascita = 1988
|valuta = [[Corona iugoslava]] (fino al 1920), [[Dinaro iugoslavo]] (dopo)
|energiaLuogoMorte =
|tldGiornoMeseMorte =
|telefonoAnnoMorte =
|Attività = calciatore
|targa =
|Nazionalità = italiano
|inno = combinazione di ''[[Bože Pravde]]'', ''[[Lijepa naša domovino]]'' e ''[[Naprej, zastava slave]]''
|PostNazionalità = , [[centrocampista]] dello [[Spezia Calcio|Spezia]]
|festa =
|note=
}}
 
== Caratteristiche tecniche ==
Il '''Regno di Jugoslavia''' fu uno stato della [[Penisola balcanica]] in [[Europa]], esistito dal [[1918]] fino al [[1941]], guidato dalla dinastia reale serba dei [[Karađorđević]].
Tatticamente è un [[jolly (calcio)|calciatore polivalente.]] Il suo piede preferito è il sinistro, fa della grinta della caparbietà e della resistenza fisica i suoi punti principali di forza. Viene spesso impiegato come mezzala sinistra in un centrocampo a 5, tuttavia sapendosi comunque adattare in tutti gli altri ruoli del reparto. È in grado di saper interpretare bene entrambe le fasi essendo abile nel gioco aereo, è un ottimo colpitore di testa: soprattutto nei calci piazzati sa scegliere bene i tempi di inserimento.<ref>{{cita web|url=http://www.ilsecoloxix.it/p/la_spezia/2018/01/24/ACGlhXb-rinforza_centrocampista_acquistato.shtml]]}}</ref>
 
==Formazione e nascita==
 
[[Immagine:Trianonhungary.png|thumb|300px|La creazione della Jugoslavia nel 1918 portò al trasferimento al nuovo stato slavo di importanti regioni ungheresi: oltre al regno di Croazia, Fiume e Vojvodina]]
 
La "''Jugoslavia''" nacque come '''Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni''' (in [[Lingua croata|croato]]: ''Kraljevina Srba, Hrvata i Slovenaca'', in [[Lingua serba|serbo]]: ''Краљевина Срба, Хрвата и Словенаца'', in [[Lingua slovena|sloveno]]: ''Kraljevina Srbov, Hrvatov in Slovencev'' ed in [[Lingua macedone|macedone]]: ''Кралство на Србите, Хрватите и Словенците'' ) all'indomani del [[Congresso di Parigi]] del [[1918]], a conclusione della [[Prima Guerra Mondiale]]. Il nuovo Regno fu proclamato il [[1 dicembre]] [[1918]] dal [[principe]] reggente [[Alessandro I di Jugoslavia|Aleksandar Karađorđević]], sotto il [[re]] [[Pietro I di Serbia|Pietro I Karađorđević]]. La [[Croazia]], il [[Slovenia|territorio sloveno]], la [[Bosnia-Erzegovina|Bosnia]] e l'[[Bosnia-Erzegovina|Erzegovina]] (quest'ultima annessa all'[[Impero Austro-Ungarico]] nel [[1905]] e riunita con gli altri territori popolati dagli slavi meridionali dell'impero nello ''[[Stato degli Sloveni, dei Croati e dei Serbi]]'' il 29 ottobre del 1918) ed il [[Montenegro]], chiesero già in precedenza l'unione con il [[Serbia|Regno di Serbia]].
 
Già all'inizio della sua esistenza il neonato stato jugoslavo attraversò alcuni problemi, in quanto la sua estensione, secondo i principi del presidente americano [[Woodrow Wilson|Wilson]] doveva essere molto maggiore, includendo tutte le [[slavi|popolazioni slave]] meridionali all'infuori dei [[Bulgaria|bulgari]]. Tuttavia dovette scontrarsi con l'opposizione dell'[[Italia]], dell'[[Ungheria]] e dell'[[Austria]].
 
I territori a maggioranza slovena nella neonata repubblica [[Austria|austriaca]] scelsero di non aderire al nuovo regno (nel plebiscito dell'ottobre [[1920]], quando il 59% della popolazione della [[Carinzia]] meridionale optò per la repubblica austriaca), mentre l'[[Ungheria]] non accettò le nuove frontiere fino al [[trattato di Neuilly]] ([[1919]]).
 
Il '''Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni''' proclamato il [[1 dicembre]] [[1918]] rimase tale sino al [[3 ottobre]] [[1929]], quando assunse la denominazione ufficiale di '''Regno di Jugoslavia'''.
 
==La disputa italo-jugoslava==
 
La disputa più seria avvenne però con l'Italia. L'Italia, in base al [[Patto di Londra]] del [[26 aprile]] [[1915]], rivendicava la penisola d'[[Istria]] e la [[Dalmazia]] settentrionale, ma non ebbe l'approvazione degli altri alleati, perché, per quanto atteneva alla [[Dalmazia]] si trattava di territori abitati in prevalenza da [[slavi|popolazioni slave]].
 
La questione venne parzialmente risolta con il [[Trattato di Rapallo (1920)|Trattato di Rapallo]] del [[12 novembre]] [[1920]]: all'Italia vennero assegnate [[Trieste]], l'entroterra di [[Gorizia]], alcune zone della [[Carniola]] ([[Idria]], [[Postumia]] e [[Villa del Nevoso]], ora Ilirska Bistrica), tutta l'[[Istria]], alcune isole dalmate (Pelagosa,Lagosta e Cazza) e la città di [[Zara (Croazia)|Zara]], mentre il nuovo regno annetteva la [[Dalmazia]].
La città di [[Fiume (Croazia)|Fiume]], sulla cui sorte il Patto di Londra si pronunciava a favore di un'annessione alla Croazia, fu rivendicata dagli italiani, essendo la sua popolazione in maggioranza italiana. Secondo gli accordi internazionali, e alla luce della perdita italiana della Dalmazia, Fiume venne dichiarata "città libera".
Nel [[1919]] fu occupata da un contingente armato sotto la guida del poeta [[Gabriele d'Annunzio]]. Sgomberata dai Legionari, [[Fiume (Croazia)|Fiume]] fu dichiarata nuovamente "città libera" ([[Stato libero di Fiume]]), e le pretese di entrambi gli stati furono alla fine risolte con il [[Trattato di Roma]] del [[27 gennaio]] [[1924]], con il quale [[Fiume (Croazia)|Fiume]] veniva annessa all'Italia, mentre le zone limitrofe vennero congiunte alla Jugoslavia. Il processo di formazione territoriale era completato, la nuova nazione aveva una superficie di poco inferiore alla futura [[Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia]] ed una popolazione di circa 12 milioni di abitanti.
 
==Politica del nuovo Stato==
 
Immediatamente dopo la proclamazione del [[1 dicembre]] [[1918]] i negoziati tra il Consiglio Popolare (dello [[Stato degli Sloveni, dei Croati e dei Serbi]]) ed il governo serbo risultarono in perfetto accordo sul nuovo governo che doveva essere guidato da [[Nikola Pašić]]. Comunque quando questo accordo venne rimandato al reggente, fu rifiutato, producendo così la prima crisi di governo del nuovo stato. Tutti i partiti considerarono ciò una violazione dei principi parlamentari ma la crisi venne risolta quando si raggiunse l’accordo di sostituire Pašić con [[Stojan Protić]], che era uno dei leader del Partito Radicale di Pašić. Il nuovo governo cominciò il suo operato il [[20 dicembre]] [[1918]]. (fonte: Branislav Gligorijević ''Parlament i političke stranke u Jugoslaviji 1919-1929'')
 
In questo periodo antecedente l'elezione dell'Assemblea Costituente, una ''Rappresentanza Provvisoria'' servì come parlamento, formata da delegazioni dei vari corpi amministrativi che già esistevano prima della creazione del nuovo stato. Un avvicinamento dei partiti dell'opposizione serba con i partiti politici dall'ex [[Impero Austro-Ungarico|Austria-Ungheria]] portò alla formazione del Partito Democratico, che dominò la Rappresentanza Provvisoria ed il governo.
Dato che il Partito Democratico, guidato da [[Ljubomir Davidovic|Ljubomir Davidović]] spinse per un programma di governo altamente centralizzatore, vari delegati croati si spostarono all'opposizione. Comunque anche gli stessi radicali non erano contenti di aver ottenuto solo tre ministeri, mentre i Partiti Democratici undici, ed il [[16 agosto]] [[1919]] Stojan Protić diede le dimissioni. Ljubomir Davidović quindi formò una coalizione con i Social-Democratici. Questo governo aveva la maggioranza ma il quorum della Rappresentanza Provvisoria era la metà più un voto. Quindi l'opposizione cominciò a boicottare il parlamento e dato che il governo non riuscì mai a garantire questo risultato a tutti i loro sostenitori, diventò impossibile riunire il parlamento secondo il quorum. Davidović si dimise velocemente, ma poiché nessun altro riuscì a formare un governo, egli ridiventò primo ministro. Dato che l’opposizione continuava il boicottaggio, il governo decise che non c'era altra alternativa che governare per decreto. Ciò venne denunciato dall'opposizione che cominciò a farsi chiamare ''Comunità Parlamentare''. Davidović stesso capì che la situazione era insostenibile e chiese al Re di far tenere immediatamente le elezioni per l'Assemblea Costituente. Quando il Re rifiutò, capì che non aveva altra alternativa che dimettersi.
 
[[Immagine:Regno_jugoslavia.jpg|thumb|300px|left|In ''verde'' la '''Serbia''' ed in ''azzurro'' il '''Montenegro''', già indipendenti, si uniscono coi territori, in ''giallo'', staccatisi dall'Impero Austro-Ungarico (Slovenia e Dalmazia dall'Austria, Croazia e Vojvodina dall'Ungheria, più la Bosnia) nel neonato '''Regno degli Sloveni, dei Croati e dei Serbi'''. Alcune aree di confine, in ''marrone'', vengono cedute dalla Bulgaria.]]
 
La Comunità Parlamentare quindi formò un governo guidato da Stojan Protić, che cercò di restaurare le norme parlamentari e di mitigare la centralizzazione del precedente governo. La loro opposizione al precedente programma governativo di radicali riforme agrariare li rendeva anche più uniti. Poiché molti gruppi minori cambiarono parte, Protić aveva però una piccola maggioranza. Comunque il Partito Democratico e i Social-Democratici adesso boicottavano il parlamento, e Protić non fu in grado di raggiungere un quorum. Da qui la Comunità Parlamentare, in quel momento al governo, fu costretta a governare per decreto.
 
Dato che la Comunità Parlamentare violava il principio base per cui si era unita, essa si trovava in una posizione estremamente difficile. Nell' aprile [[1920]], scoppiarono diffuse proteste di lavoratori, compreso uno sciopero delle ferrovie e secondo Gligorijević questo forzò i due maggiori partiti a ricomporre le loro divergenze. Dopo riuscite negoziazioni, Protić si dimise per far posto a un nuovo governo guidato dalla personalità neutrale di [[Milenko Vesnić]]. I socialdemocratici non seguirono nel governo i loro precedenti alleati del Partito Democratico perché si opponevano alle misure anti-comuniste a cui si accingeva il nuovo governo.
 
I dissidi che avevano diviso i partiti in precedenza erano ancora vivi e fonte di problemi. Il Partito Democratico continuava a insistere nelle sue richieste di centralizzazione e sulla necessità di una radicale riforma agraria. Un disaccordo sulla legge elettorale portò infine il Partito Democratico a votare contro il governo in Parlamento e il governo fu battuto. Anche se questa votazione non raggiunse il quorum di validità, Vesnić la usò come pretesto per dimettersi. La sua azione produsse il risultato che Vesnić sperava e il Partito Radicale accettò le richieste di centralizzazione mentre il Partito Democratico acconsentì a lasciar cadere le sue richieste di riforma agraria e Vesnić fu di nuovo alla guida del governo. La Comunità Croata e il Partito del Popolo Sloveno non erano peraltro affatto contenti del fatto che i Radicali acconsentissero alla centralizzazione. Per lo stesso motivo non era contento Stojan Protić e uscì dal governo a causa di questo punto.
 
Nel settembre [[1920]] scoppiò in Croazia una rivolta di contadini, la cui causa immediata era la marchiatura del bestiame dei contadini. La Comunità Croata accusò le politiche centralizzatrici del governo e del ministro [[Svetozar Pribićević]] in particolare.
 
==Dall’Assemblea Costituente alla Dittatura==
 
Una delle poche leggi approvate dalla Rappresentanza Provvisoria fu la legge elettorale per l'assemblea costituente. Durante i negoziati che precedettero la fondazione del nuovo stato si era convenuto che il voto fosse segreto e basato sul suffragio universale. Non avevano in realtà considerato che il termine universale potesse includere le donne finché alla creazione del nuovo stato prese vita un movimento per il suffragio femminile. I socialdemocratici e il Partito del Popolo Sloveno appoggiavano il suffragio femminile ma i Radicali vi si opponevano. Il Partito Democratico era disponibile a considerare l'idea ma non disposto a sostenerla fino in fondo, così la proposta non ebbe seguito. Fu accettata in linea di principio una rappresentanza in senso proporzionale ma il sistema scelto, (il [[metodo D'Hondt|D'Hondt]] con collegi molto piccoli) favorì i grandi partiti e i partiti a spiccato carattere regionale.
 
Le elezioni si tennero il [[28 novembre]] [[1920]]. L'esito fu che il Partito Democratico ottenne la maggioranza dei seggi, più dei Radicali, ma di poco. Per un partito che era stato la forza dominante durante la Rappresentanza Provvisoria questo si traduceva in una sconfitta. Inoltre essi avevano governato in modo decisamente cattivo in tutte le aree dell'ex Impero Austro-Ungarico. Questo ridusse la credibilità che la loro politica centralizzatrice fosse rappresentativa dell'intero popolo jugoslavo. I Radicali non si erano comportati meglio in quelle regioni ma questo non era per loro un problema altrettanto importante poiché si erano presentati apertamente, in campagna elettorale, come un partito serbo. I due più cospicui incrementi di voti furono ottenuti dai due partiti anti-sistema. I dirigenti del Partito Contadino Croato erano stati liberati dalla prigione solo all'inizio della campagna elettorale ma, secondo Gligorijević, questo si rivelò per loro più vantaggioso di una campagna elettorale attiva. Gli altri vincitori furono i comunisti, che erano andati particolarmente bene in [[Macedonia (regione)|Macedonia]]. I seggi restanti vennero presi da piccoli partiti che nel migliore dei casi erano scettici circa la piattaforma centralizzatrice del Partito Democratico.
 
I risultati lasciarono Nikola Pasić in una posizione molto forte, poiché i democratici non avevano altra scelta che allearsi con i radicali, se volevano far pasare la loro idea di una Jugoslavia centralizzata, mentre Pasić fu sempre attento a tenere aperta l'opzione di un accordo con l'opposizione croata. I democratici assieme ai radicali, non erano abbastanza forti da far passare da soli la costituzione, e strinsero un'alleanza con l'Organizzazione Musulmana Jugoslava. Il Partito Musulmano cercò e ottenne delle concessioni sulla conservazione della Bosnia nei suoi confini e su come la riforma terriera avrebbe colpito i possidenti musulmani in Bosnia.
 
Poiché il Partito Contadino Croato si rifiutò di giurare fedeltà al re, sulla base del fatto che ciò presumeva che la Jugoslavia sarebbe stata una monarchia (qualcosa, essi sostenevano, che solo la costituente poteva decidere), essi non poterono prendere posto ai loro seggi. Gran parte dell'opposizione, anche se inizialmente prese posto, dichiarò dei boicottaggi col passare del tempo, e così ci furono pochi voti contrari. Comunque la costituzione necessitava del 50% più uno dei voti per essere approvata, indipendentemente da quanti partecipavano al voto. Solo delle concessioni fatte all'ultimo minuto a Džemet, un gruppo di musulmani della Macedonia e del Kossovo la salvarono.
 
Nel [[1921]], la costituzione venne approvata, e stabiliva una monarchia unitaria. I politici serbi vedevano la [[Serbia]] come rappresentante dell'unità jugoslava, così come il [[Piemonte]] lo era stato per l'Italia, e la [[Prussia]] per l'[[Impero Tedesco]]. Nel corso degli anni seguenti, la resistenza croata contro una politica serbocentrica aumentò. [[Stjepan Radic|Stjepan Radić]], capo del [[Partito Contadino Croato]], venne imprigionato per motivi politici. Dopo il suo rilascio nel [[1925]], fece ritorno in parlamento.
 
Nella primavera del [[1928]] [[Stjepan Radic|Stjepan Radić]] e [[Svetozar Pribicevic|Svetozar Pribičević]] condussero un'aspra battaglia parlamentare contro la ratifica della [[Convenzione di Nettuno]] con l'Italia. In essa mobilizzarono l'opposizione nazionalista anche in Serbia, ma provocarono una violenta reazione della maggioranza di governo, che comprese anche minacce di morte. Il [[20 giugno]] [[1928]], un membro della maggioranza di governo, il deputato montenegrino [[Puniša Račić]], sparò a cinque membri del Partito Contadino Croato, tra cui Stjepan Radić. Due giacquero morti sul pavimento dell'assemblea, mentre la vita di Radić restò appesa ad un filo.
 
L'opposizione si ritirò completamente dal parlamento, dichiarando che non avrebbe fatto ritorno in un luogo dove diversi dei suoi rappresentanti erano stati uccisi, e insistette per nuove elezioni. Il 1 agosto, durante un incontro a Zagabria, rinunciarono alla dichiarazione del 1 dicembre 1920. In questo modo richiedevano che i negoziati per l'unificazione ricominciassero da zero. L'[[8 ottobre]] morì Stjepan Radić.
 
==La Dittatura del 6 Gennaio==
Non molto tempo dopo, il [[6 gennaio]] [[1929]], in risposta alla crisi politica innescata dalla sparatoria, Re Alessandro abolì la costituzione, prorogò il parlamento e introdusse una dittatura personale (la cosiddetta "Dittatura del 6 gennaio", ''Šestojanuarska diktatura''). Egli inoltre cambiò il nome della nazione in ''Regno di Jugoslavia'' e il [[3 ottobre]] cambiò le suddivisioni interne usando le ''banovine''.
 
Nel [[1931]] Alessandro decretò una nuova costituzione che rese il potere esecutivo un dono del re. Le elezioni sarebbero state a suffragio universale (anche se questo ancora non comprendeva le donne). Il previsto ballottaggio segreto venne abbandonato e la pressione sui dipendenti pubblici perché votassero per il partito al governo, divenne una carateristica di tutte le elezioni tenutesi sotto la costituzione di Alessandro. Inoltre, metà della camera alta era nominata direttamente dal re e la legislazione poteva diventare legge con l'approvazione di una sola delle due camere, se era anche approvata dal monarca.
 
Il [[9 ottobre]] [[1934]], il re venne assassinato a [[Marsiglia]], [[Francia]] da esiliati jugoslavi, membri radicali dei partiti politici che [[Alessandro I di Jugoslavia|Alessandro]] aveva bandito in precendenza (sopratto il [[VMRO]]).
 
Dato che [[Pietro II di Jugoslavia|Pietro II]], il figlio maggiore di Alessandro era minorenne, un consiglio di reggenza a tre, come specificato nel testamento di Alessandro, prese il posto del re. Il consiglio venne dominato dal cugino del re il [[Principe Paolo di Jugoslavia|Principe Pavle (Paolo)]].
 
==CrolloCarriera==
[[File:Mirco Antenucci, Alberto Paloschi, Marco Borriello e Luca Mora.jpg|thumb|left|Mora (sulla destra) in allenamento con la Spal nel settembre 2017.]]
Il [[25 marzo]] [[1941]], il Principe Reggente Paolo firmò il [[Patto Tripartito]] a [[Vienna]]. A causa di questa decisione, si ebbero dimostrazioni di massa a [[Belgrado]] e, dopo ciò, suo nipote, insieme con un gruppo di ufficiali anglofili e politici di classe media, attuarono un [[colpo di stato]], il [[27 marzo]] [[1941]]. Il generale [[Dušan Simović]] divenne primo ministro e la Jugoslavia uscì dalla sfera dell’[[Potenze dell'Asse|Asse]].
Cresce calcisticamente nelle file del Castellarano dove gioca dal 2007 al 2009 in [[Serie D]].
Dal 2009 al 2011 ha giocato per il [[Crociati Noceto]] club parmense militando in [[Lega Pro Seconda Divisione|Seconda Divisione della Lega Pro]]. Nell'estate [[2011]] passa alla [[Pro Patria]] dove milita in [[Lega Pro Prima Divisione|Prima Divisione della Lega Pro]].
 
Il 1º luglio 2012 passa all'{{Calcio Alessandria|N}} dove gioca in [[Lega Pro Prima Divisione|Prima Divisione della Lega Pro]] rimanendo per tre anni.
Anche se i nuovi governatori si opposero al [[Terzo Reich]], avevano anche paura che se [[Adolf Hitler|Hitler]] avesse attaccato la Jugoslavia, il [[Regno Unito]] non sarebbe stato in grado difenderla. Per la sicurezza del paese, dichiararono che la Jugoslavia avrebbe aderito al [[Patto Tripartito]].
 
Il 13 luglio 2015 vince l'oro alle universiadi di Gwanju. L'Italia universitaria, della quale è uno dei protagonisti, si impone per 3 a 0 su i padroni di casa della Corea del Sud.
Senza considerare ciò, nell’Aprile [[1941]] le [[Potenze dell'Asse]] invasero il Regno di Jugoslavia e lo conquistarono velocemente. La famiglia reale, incluso il Principe Paolo, si rifugiò all’estero.
 
Il 17 luglio 2015 firma un contratto biennale con la [[S.P.A.L. 2013|SPAL]], giungendo a fine stagione alla promozione in [[Serie B]]. Con la promozione in serie cadetta al termine della stagione 2015-2016 rinnova il suo contratto fino al giugno [[2018]] diventando così uno dei leader del club estense. Nella stagione successiva il 27 agosto 2016, fa il suo debutto in [[Serie B]] nella trasferta di Benevento. Il 20 settembre seguente realizza la sua prima rete in campionato nella sconfitta interna per 3-1 contro il Verona. Con il passaggio dal ruolo di esterno a mezzala nel centrocampo ferrarese sarà protagonista di una ottima stagione, con sette realizzazioni e svariati assist culminata il 18 maggio 2017 con la vittoria interna con il Bari, contribuendo a riportare il club estense nel massimo campionato dopo 49 anni di assenza.
Il Regno di Jugoslavia venne presto diviso dall’Asse in varie entità: la [[Germania]], l’[[Ungheria]], la [[Bulgaria]] e l’Italia si annetterono alcune aree di confine, la [[Croazia]] divenne indipendente con il nome di [[Stato Indipendente di Croazia]] e uno stato serbo fantoccio fu istituito sotto l’amministrazione di [[Milan Nedić]], che ancora riconosceva Pietro II come re.
 
Con la partenza di Nicolas Giani per La Spezia ed il rinnovo del contratto fino al 2020, viene nominato il nuovo capitano della squadra estense.
Pietro II, che era fuggito in esilio, era ancora riconosciuto come re dell’intera nazione dagli [[Alleati]]. Comunque, durante la guerra il potere effettivo passò nelle mani dei partigiani comunisti di [[Josip Broz Tito|Tito]]. Il [[16 giugno]] [[1944]], venne firmato l’accordo Tito-Šubašić con il quale ''de facto'' e ''de jure'' veniva riconosciuto il governo partigiano della Jugoslavia.
 
Il 24 gennaio 2018 viene ceduto allo [[Spezia Calcio|Spezia]], dove firma un contratto fino al giugno 2020.<ref>{{cita web|url=https://www.tuttomercatoweb.com/serie-b/ufficiale-spezia-colpo-mora-per-il-centrocampo-1068989]]}}</ref> Fa il suo esordio con la maglia degli aquilotti il 27 gennaio nella partita giocata in trasferta contro il [[Carpi Football Club 1909|Carpi]] dove produce un assist, per la rete del provvisorio 1-1 del compagno di squadra [[Claudio Terzi]].
All’inizio del [[1945]], mantre i tedeschi stavano progressivamente abbandonando la nazione, il Regno venne formalmente restaurato, ma le nuove autorità comuniste proclamarono ben presto la '''Jugoslavia Federale Democratica''' il [[2 dicembre]] [[1945]]. La nuova Jugoslavia copriva pressappoco lo stesso territorio del Regno, ma non sarebbe mai più stata un regno.
 
==Lista= deiNazionale Re===
Nel giugno 2015 viene convocato da [[Massimo Piscedda]] alle [[Universiadi]] in programma a luglio in [[Corea del Sud]]<ref>[http://www.ternanacalcio.com/index.php?module=loadArticolo&idArticolo=4718 I 23 convocati di Piscedda]</ref>, vinte dagli azzurri 3-0 in finale contro i padroni di casa coreani.
# [[Pietro I di Serbia|Re Pietro I Karađorđević]] (1 dicembre 1918 - 16 agosto 1921) (reggente il Principe Alessandro nel nome del Re)
# [[Alessandro I di Jugoslavia|Re Alessandro Karađorđević]] (16 agosto 1921 - 9 ottobre 1934)
# [[Pietro II di Jugoslavia|Re Pietro II Karađorđević]] (9 ottobre 1934 - 29 novembre 1945) *in esilio dal 3 aprile 1941
#* Reggente il [[Paolo Karađorđević|Principe Paolo]] (9 ottobre 1934 - 27 marzo 1941)
 
==Demografia Statistiche ==
=== Presenze e reti nei club ===
I dati si riferiscono al censimento 1921:
''Statistiche aggiornate al 18 novembre 2018.''
* Serbo Croati: 8,911,509 (''74.36%'')
: [[lingua serba|Serbi]] (sono inclusi anche i [[Montenegro|Montenegrini]] e i [[Lingua macedone|Macedoni]]) - ''44.57%''
: [[lingua croata|Croati]] - ''23.5%''
: Musulmani ([[Bosgnacchi]]) - ''6.29%''
* [[Slovenia|Sloveni]]: 1,019,997 (''8.51%'')
* [[germania|Tedeschi]]: 505,790 (''4.22%'')
* [[Ungheria|Ungheresi]]: 467,658 (''3.9%'')
* [[Albania|Albanesi]]: 439,657 (''3.67%'')
* [[Romania|Romeni]]: 231,068 (''1.93%'')
* [[Turchia|Turchi]]: 150,322 (''1.25%'')
* [[Cechia|Cechi]]: 115,532 (''0.96%'')
* [[Ruteno|Ruteni]] ([[Ucraina|Ucraini]]): 25,615 (''0.21%'')
* [[Russia|Russi]]: 20,568 (''0.17%'')
* [[Polonia|Polacchi]]: 14,764 (''0.12%'')
* [[Italia|Italiani]]: 12,553 (''0.11%'')
* ''Altri'' ([[Rom]],[[bulgaria|Bulgari]]...): 69,878 (''0.58%'')
 
{| class="wikitable center" style="text-align:center; font-size:90%"
==Etnie==
|-
*Iugoslavi: 82,87%<br/>
!rowspan="2"|Stagione
*Tedeschi: 4,22%<br/>*Ungheresi: 3,90%<br/>
!rowspan="2"|Squadra
*Albanesi: 3,67%<br/>
!colspan="3"|Campionato
*Rumeni: 1,93%<br/>
!colspan="3"|Coppe nazionali
*Turchi: 1,25%<br/>
!colspan="3"|Coppe continentali
*Cechi: 0,96%<br/>
!colspan="3"|Altre coppe
*Ruteni: 0,21%<br/>
!colspan="2"|Totale
*Russi: 0,17%<br/>
|-
*Polacchi: 0,12%<br/>
!Comp
*Altri (Rom, Bulgari...): 0,69%
!Pres
!Reti
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|-
|| 2007-2008 || rowspan=2|{{Bandiera|ITA}} Castellarano || [[Serie D 2007-2008|D]] || 31 || 8 || [[Coppa Italia 2007-2008|CI]]+[[Coppa Italia Lega Pro 2007-2008|CI-LP]] || 0+0 || 0 || - || - || - || - || - || - || 31 || 8
|-
|2008-2009 || [[Serie D 2008-2009|D]] || 29 || 6 || [[Coppa Italia 2008-2009|CI]]+[[Coppa Italia Lega Pro 2008-2009|CI-LP]] || 1+0 || 0 || - || - || - || - || - || - || 30 || 6
|-
!colspan="3"|Totale Castellarano || 60 || 14 || || 1 || 0 || || - || - || || - || - || 61 || 14
|-
|[[Crociati Noceto 2009-2010|2009-2010]] ||rowspan=2|{{Bandiera|ITA}} [[Crociati Noceto]] || [[Lega Pro Seconda Divisione 2009-2010|2D]] || 31 || 2 || [[Coppa Italia Lega Pro 2009-2010|CILP]] || 0 || 0 || - || - || - || - || - || - || 31 || 2
|-
|[[Crociati Noceto 2010-2011|2010-2011]] || [[Lega Pro Seconda Divisione 2010-2011|2D]] || 23 || 2 || [[Coppa Italia Lega Pro 2010-2011|CILP]] || 0 || 0 || - || - || - || - || - || - || 23 || 2
|-
!colspan="3"|Totale Crociati Noceto || 54 || 4 || || 0 || 0 || || - || - || || - || - || 54 || 4
|-
|[[Aurora Pro Patria 1919 2011-2012|2011-2012]] || {{Bandiera|ITA}} [[Pro Patria]] || [[Lega Pro Seconda Divisione 2011-2012|2D]] || 32 || 1 || [[Coppa Italia 2011-2012|CI]]+[[Coppa Italia Lega Pro 2011-2012|CI-LP]] || 0+0 || 0 || - || - || - || - || - || || 32 || 1
|-
|[[Unione Sportiva Alessandria Calcio 1912 2012-2013|2012-2013]] || rowspan=3|{{Bandiera|ITA}} {{Calcio Alessandria|N}} || [[Lega Pro Seconda Divisione 2012-2013|2D]] || 28 || 3 || [[Coppa Italia Lega Pro 2012-2013|CI-LP]] || 0 || 0 || - || - || - || - || - || - || 28 || 3
|-
|[[Unione Sportiva Alessandria Calcio 1912 2013-2014|2013-2014]] || [[Lega Pro Seconda Divisione 2013-2014|2D]] || 29 || 2 || [[Coppa Italia Lega Pro 2013-2014|CI-LP]] || 0 || 0 || - || - || - || - || - || - || 29 || 2
|-
| [[Unione Sportiva Alessandria Calcio 1912 2014-2015|2014-2015]] || [[Lega Pro 2014-2015|LP]] || 29 || 1 || [[Coppa Italia 2014-2015|CI]]+[[Coppa Italia Lega Pro 2014-2015|CI-LP]] || 2+0 || 0 || - || - || - || - || - || - || 31 || 1
|-
!colspan="3"|Totale Alessandria || 86 || 6 || || 2 || 0 || || - || - || || - || - || 88 || 6
|-
| [[S.P.A.L. 2013 2015-2016|2015-2016]] || rowspan=3|{{Bandiera|ITA}} [[S.P.A.L. 2013|SPAL]] || [[Lega Pro 2015-2016|LP]] || 30 || 5 || [[Coppa Italia 2015-2016|CI]]+[[Coppa Italia Lega Pro 2015-2016|CI-LP]] || 2+2 || 1+0 || - || - || - || [[Supercoppa di Lega Pro 2016|SC-LP]] || 2 || 0 || 36 || 6
|-
| [[S.P.A.L. 2013 2016-2017|2016-2017]] || [[Serie B 2016-2017|B]] || 35 || 7 || [[Coppa Italia 2016-2017|CI]] || 2 || 0 || - || - || - || - || - || - || 37 || 7
|-
| [[S.P.A.L. 2013 2017-2018|2017-2018]] || [[Serie A 2017-2018|A]] || 17 || 0 || [[Coppa Italia 2017-2018|CI]] || 2 || 0 || - || - || - || - || - || - || 19 || 0
|-
!colspan="3"|Totale SPAL || 82 || 12 || || 8 || 1 || || - || - || || 2 || 0 || 92 || 13
|-
| [[Spezia Calcio 2017-2018|gen.-giu. 2018]] || rowspan=2|{{Bandiera|ITA}} [[Spezia Calcio|Spezia]] || [[Serie B 2017-2018|B]] || 15 || 0 || [[Coppa Italia 2017-2018|CI]] || 0 || 0 || - || - || - || - || - || - || 15 || 0
|-
| [[Spezia Calcio 2018-2019|2018-2019]] || [[Serie B 2018-2019|B]] || 7 || 0 || [[Coppa Italia 2018-2019|CI]] || 2 || 0 || - || - || - || - || - || - || 9 || 0
|-
!colspan="3"|Totale Spezia || 22 || 0 || || 2 || 0 || || - || - || || - || - || 24 || 0
|-
!colspan="3"|Totale carriera || 337 || 37 || || 13 || 1 || || - || - || || 2 || 0 || 352 || 38
|-
|}
 
==Palmarès==
==Gruppi religiosi==
===Club===
* [[Cristiani]]
====Competizioni nazionali====
** [[Ortodossi]] - 5,600,000
*{{Calciopalm|Lega Pro|1}}
** [[Cattolici]] - 4,700,000
:SPAL: [[Lega Pro 2015-2016|2015-2016]]
** [[Protestanti]] - 200,000
* [[Musulmani]]- 1,300,000
* [[Ebrei]] - 65,000
 
*{{Calciopalm|Supercoppa di Lega Pro|1}}
==Divisioni amministrative==
:SPAL: [[Supercoppa di Lega Pro 2016|2016]]
 
*{{Calciopalm|Campionato italiano Serie B|1|var=coppa}}
[[Immagine:Banovine_kj.jpg‎|thumb|300px|right|Le banovine.]]
:S.P.A.L.: [[Serie B 2016-2017|2016-2017]]
 
===Nazionale===
Internamente, il Regno venne diviso in [[provincia|province]] dal [[1929]], ognuna di esse chiamata [[banovina]]. I loro confini vennero intenzionalmente tracciati cosicché non corrispondessero ai confini tra gruppi etnici o ai confini imperiali antecedenti la [[prima guerra mondiale]]. Venne dato loro il nome a seconda di vari fiumi che li attraversavano. La [[capitale (città)|capitale]] del regno era [[Belgrado]].
*[[Universiade]]: 1
:[[Calcio alla XXVIII Universiade|2015]]
 
==Note==
# [[Dravska Banovina]] (Banovina della [[Drava]]), con capitale [[Lubiana]]
<references/>
# [[Savska Banovina]] (Banovina della [[Sava (fiume)|Sava]]), con capitale [[Zagabria]]
# [[Vrbaska Banovina]] (Banovina del [[Vrbas (fiume)|Vrbas]]), con capitale [[Banja Luka]]
# [[Primorska Banovina]] (Banovina del litorale), con capitale [[Spalato]]
# [[Drinska Banovina]] (Banovina della [[Drina]]), con capitale [[Sarajevo]]
# [[Zetska Banovina]] (Banovina della [[Zeta (fiume)|Zeta]]), con capitale [[Cettigne]]
# [[Dunavska Banovina]] (Banovina del [[Danubio]]), con capitale [[Novi Sad]]
# [[Moravska Banovina]] (Banovina della [[Morava]]), con capitale [[Niš]]
# [[Vardarska Banovina]] (Banovina del [[Vardar]]), con capitale [[Skopje]]
# La città di Belgrado, insieme con [[Zemun]] e [[Pančevo]] era anch'essa un'unità amministrativa.
 
== Altri progetti ==
Nel [[1939]] la [[Hrvatska Banovina]] (Banovina di Croazia) sostituì la Primorska Banovina e la Savska Banovina, con alcune alterazioni della linea di confine. Come già per la Savska, la sua capitale era Zagabria.
{{interprogetto|commons=Category:Luca Mora}}
 
==Collegamenti esterni==
[[Categoria:Stati scomparsi]]
*{{Collegamenti esterni}}
[[Categoria:Storia contemporanea]]
*{{AIC|21584}}
[[Categoria:Storia della Jugoslavia]]
 
{{Calcio Spezia rosa}}
[[bg:Кралство Югославия]]
{{Portale|biografie|calcio}}
[[bs:Kraljevina Jugoslavija]]
[[cs:Království Srbů, Chorvatů a Slovinců]]
[[de:Königreich Jugoslawien]]
[[en:Kingdom of Yugoslavia]]
[[es:Reino de Yugoslavia]]
[[fr:Royaume de Yougoslavie]]
[[he:ממלכת הסרבים, הקרואטים והסלובנים]]
[[hr:Kraljevina Srba, Hrvata i Slovenaca]]
[[ko:유고슬라비아 왕국]]
[[no:Kongeriket Jugoslavia]]
[[pl:Królestwo Serbów, Chorwatów i Słoweńców]]
[[pt:Reino da Iugoslávia]]
[[ru:Королевство Югославия]]
[[sl:Jugoslavija med prvo in drugo svetovno vojno]]
[[sr:Краљевина Југославија]]
[[zh:南斯拉夫王國]]