Trilogia di Berlino e The Man with the Scar (film 1915): differenze tra le pagine

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[[File:Bundesarchiv B 145 Bild-F079010-0037, Berlin, Berliner Mauer in Kreuzberg.jpg|thumb|right|Il muro di Berlino nel 1988, è visibile una torre di guardia nel settore orientale.]]
|titolo italiano = The Man with the Scar
La cosiddetta '''trilogia di Berlino''' o '''trilogia berlinese''' è costituita da tre album discografici consecutivi pubblicati dal cantautore britannico [[David Bowie]]: ''[[Low (David Bowie)|Low]]'' (1977), ''[["Heroes"]]'' (1977) e ''[[Lodger (album)|Lodger]]'' (1979). Questi tre dischi furono incisi da Bowie in seguito al suo trasferimento a [[Berlino ovest]] alla fine del 1976, e videro l'artista sperimentare con elementi di [[musica elettronica]], [[krautrock]], [[ambient music|ambient]], e [[world music]] in collaborazione con il produttore statunitense [[Tony Visconti]] e il musicista inglese [[Brian Eno]].
|titolo alfabetico = Man with the Scar,The
|titolo originale = The Man with the Scar
|immagine =
|didascalia =
|lingua originale = inglese
|paese = [[Regno Unito]]
|anno uscita = [[1915]]
|durata = 480 metri
|tipo colore = B/N
|film muto = sì
|aspect ratio = 1.33 : 1
|genere = drammatico
|genere 2 = crimine
|regista = [[Frank Wilson (regista)|Frank Wilson]]
|soggetto =
|sceneggiatore =
|produttore =
|produttore esecutivo =
|casa produzione = [[Hepworth (azienda)|Hepworth]]
|attori =
*[[Stewart Rome]]: dottor Hugh Mansfield
*[[Chrissie White]]: Eva
*[[Lionelle Howard]]: John Grogan
*[[Harry Gilbey]]: H. Blanchard
|fotografo =
|cortometraggio= sì
}}
 
'''''The Man with the Scar''''' è un [[cortometraggio|cortometraggio muto]] del [[1915]] diretto da [[Frank Wilson (regista)|Frank Wilson]].
Bowie iniziò a riferirsi ai tre album definendoli una sorta di trilogia incentrata su Berlino durante la promozione di ''Lodger'', sebbene soltanto ''"Heroes"'' fosse stato registrato interamente nella città. Ciascun LP raggiunse la UK Top 5. A posteriori, Bowie avrebbe definito la musica contenuta nei dischi della trilogia, il suo "[[DNA]]".<ref name="MacLean">{{cite news|last1=MacLean|first1=Rory|title=Bowie in Berlin: 'He drove round the car park at 70mph screaming that he wanted to end it all'|url=https://www.theguardian.com/music/2016/jan/13/david-bowie-berlin-years-heroes-just-a-gigolo|work=[[The Guardian]]|date=13 gennaio 2016}}</ref> ''[[Consequence of Sound]]'' definì la trilogia "[[art rock]] tri-perfetto",<ref>{{cite web|website=[[Consequence of Sound]]|title=Ranking: Every David Bowie Album From Worst to Best|date=8 gennaio 2016}}</ref> mentre ''[[Rolling Stone]]'' scrisse che "[la] trilogia di Berlino resta uno degli esempi più significativi di musica innovativa nell'influente canone dell'artista".<ref>Kreps, Daniel. ''Brian Eno on David Bowie: I Feel a Huge Gap Now'', ''[[Rolling Stone]]'', 11 gennaio 2016.</ref>
 
== StoriaTrama ==
Una ragazza trova le prove che inchiodano l'assassino di suo padre.
{{Vedi anche|The Idiot}}
[[File:David Bowie 1976.jpg|thumb|Bowie nei panni del "sottile duca bianco" durante un concerto nel 1976.]]
A seguito del periodo "sottile duca bianco" e al successo commerciale dei singoli ''[[Fame (David Bowie)|Fame]]'' e ''[[Golden Years (singolo)|Golden Years]]'' nel 1976, Bowie era ansioso di sfuggire alla cultura della droga di [[Los Angeles]],<ref name="UCR">{{cite web|last1=Mastropolo|first1=Frank|title=The History of David Bowie’s Berlin Trilogy: ‘Low,’ ‘Heroes’ and ‘Lodger’|url=http://ultimateclassicrock.com/david-bowie-berlin-trilogy/|website=[[Ultimate Classic Rock]]|date=11 gennaio 2016}}</ref> dove aveva sviluppato una pericolosa e deleteria tossicodipendenza dalla [[cocaina]].<ref name="Wilcken 2005 24">{{cite book|last=Wilcken|first=Hugo|date=2005|title=Low|___location=New York|publisher=Continuum|isbn=0-8264-1684-5|page=24}}</ref> Bowie aveva inoltre recentemente ricevuto forti critiche e destato scandalo per dei commenti sul [[fascismo]] del quale sembrava auspicare il ritorno.<ref name="Buckley pp.289–91">Buckley (2000): pp. 289–91.</ref> Egli attribuì il suo comportamento destrorso alla tossicodipendenza e al suo precario stato mentale dell'epoca,<ref>Carr & Murray (1981): p. 11</ref> dichiarando: «Ero fuori di testa, totalmente pazzo».<ref name="sandford158">Sandford (1997): pag. 158</ref> Più avanti avrebbe definito quel periodo come "il più buio della mia vita" e confessò di non aver più nessun ricordo delle sessioni di registrazione per l'album ''[[Station to Station]]'' svoltesi a Los Angeles nel 1975 a causa del proprio "astronomico consumo di cocaina".<ref>{{Cite book|last=Buckley| first=David|year=1999 |title=Strange Fascination – David Bowie: The Definitive Story |___location=London|publisher=Virgin|edition=1st|isbn=1-8522-7784-X|pages=258–75}}</ref> Dato che il consumo smodato di droga stava compromettendo la sua salute fisica e mentale, Bowie corse ai ripari tentando di ridurre l'assunzione di cocaina ed eliminando gradualmente la persona del "Thin White Duke", il quale era diventato "un personaggio veramente cattivo".<ref name="Wilcken 2005 24"/> Egli inoltre aggiunse: «Fu un periodo molto pericoloso per me. Ero ai minimi termini sia fisicamente che emotivamente e avevo seri dubbi sulla mia sanità mentale».<ref name="Bowie's UNCUT interview on Low">{{cite web|title=Bowie's UNCUT interview on Low|url=http://www.bowiegoldenyears.com/low.html|website=BowieGoldenYears.com}}</ref>
 
==Produzione==
[[File:Hauptstrasse 155 ganzhaus.JPG|thumb|upright=1.2|right|155 Hauptstrasse, Schöneberg, il palazzo a Berlino residenza di Bowie e Iggy Pop dal 1976 al 1978.]]
Il film fu prodotto dalla [[Hepworth (azienda)|Hepworth]].
Nella seconda metà del 1976, Bowie si trasferì in [[Svizzera]]. In terra elvetica, egli iniziò ad esplorare altre forme d'arte, a visitare mostre a [[Ginevra]], e ad effettuare frequenti visite al [[Brücke-Museum]] di Berlino, diventando (nelle parole del biografo Christopher Sandford) "un prolifico produttore e collezionista d'arte contemporanea".<ref>Sandford (1997): pp. 154–55</ref> Si interessò anche alla letteratura e alla musica classica, e successivamente, insieme all'amico [[Iggy Pop]], si sarebbe ritirato a [[Berlino]] nel tentativo di disintossicarsi e di sfuggire alle luci della ribalta che il suo status di popstar gli imponeva: {{Citazione|Per molti anni, Berlino fu per me una sorta di rifugio e santuario. È stata una delle poche città in cui ho potuto muovermi in un virtuale anonimato. Stavo andando in rovina; Berlino era economica per vivere. Per qualche motivo, ai berlinesi semplicemente non importava niente di nulla. Beh, certo non di un cantante rock inglese, in ogni caso.<ref>''David Bowie & Tony Visconti On Berlin'', ''[[Uncut]]'', marzo 2001</ref>|David Bowie}} Mentre divideva un appartamento con Pop nel quartiere di Schöneberg, Bowie si interessò alla scena musicale tedesca, inclusi gruppi quali [[Kraftwerk]] e [[Neu!]]. Durante i mesi di convalescenza, ascoltò molto l'album ''[[Discreet Music]]'' (1975) di Brian Eno, del quale apprezzò il minimalismo, e alla fine si incontrò con lui nel 1976<ref>{{cite book |last=Seabrook |first=Thomas Jerome |title=Bowie in Berlin: A New Career in a New Town |publisher=Jawbone Press |year=2008 |isbn=1906002088 |url=https://books.google.com/books?id=xsSHjTf_-F8C |ref=harv}}</ref><ref name="BBC">{{cite web|title=Eno: I would set up sonic scenarios for David Bowie|url=http://www.bbc.com/news/entertainment-arts-36261640|website=[[BBC News]]|accessdate=16 giugno 2016}}</ref><ref name="Bowie: An Illustrated Record" /> e poco dopo nacque una collaborazione con lo stesso Eno e con il produttore [[Tony Visconti]].<ref>Sandford, 1997, pag. 149</ref> Nel 1976, inoltre Bowie coscrisse e produsse il primo album da solista di Iggy Pop, ''[[The Idiot]]'' (1976).<ref>{{cite journal|last=Needs|first=Kris|title=The Passenger|journal=Mojo Classic|date=gennaio 2007|issue=60 Years of Bowie|page=65}}</ref> In quanto iniziato prima di ''Low'' di Bowie, ''The Idiot'' di Pop viene spesso considerato l'inizio non ufficiale del periodo berlinese di David Bowie, sebbene i due dischi furono registrati quasi in contemporanea.<ref name="Wilcken">{{cite book |last=Wilcken |first=Hugo |year=2005 |title=Low |pages=37–58}}</ref>
 
==Distribuzione==
===1976–77: ''Low''===
Distribuito dalla Hepworth, il film - un cortometraggio di 480 metri - uscì nelle sale cinematografiche britanniche nel gennaio 1915.
{{Vedi anche|Low (David Bowie)}}
[[File:EMS VCS 3.jpg|thumb|Un sintetizzatore EMS VCS 3, il modello utilizzato da Brian Eno in ''Low''.]]
L'album ''Low'' (1977) venne inciso in un periodo problematico della vita di Bowie, dove oltre che ai problemi di dipendenza da droga ed alcol, dovette confrontarsi con il lento tracollo del suo matrimonio: «C'è una gran quantità di dolore nell'album ''Low''. Quello fu il mio primo tentativo di liberarmi dalla cocaina, e mi causò un sacco di dolore. E mi trasferii a Berlino per farlo. Me ne andai dalla capitale mondiale della coca [Los Angeles] per approdare nella capitale mondiale dell'eroina. Grazie a Dio, non avevo interesse nell'eroina, quindi non fu uno sbaglio».<ref>Scott Cohen. "David Bowie", ''Details'' magazine, settembre 1991: p.97</ref> Visconti fece notare come la parola "low" ("depresso"), scelta come titolo dell'opera, dica molto sia sul conto della musica stessa contenuta nell'album, sia sul "low profile" ("basso profilo") voluto dall'artista, attraverso il quale Bowie voleva adesso mostrarsi al pubblico dopo tanti "eccessi mediatici".<ref>[http://www.bowiegoldenyears.com/low.html BowieGoldenYears].</ref> Uno dei contributi più innovativi e significativi apportati da Brian Eno alla lavorazione in studio, fu l'implementazione della "tecnica delle 124 carte delle [[Strategie Oblique]]" da lui ideata nel 1975 insieme all'artista [[Peter Schmidt]]. Le carte venivano girate a caso dai musicisti in studio, che ne ricavavano di volta in volta nuove ed enigmatiche indicazioni su come portare a termine il lavoro. L'album segnò una svolta importante nella carriera di Bowie che passò alla [[musica elettronica]]<ref name="drowned">{{cite web|last1=Lukowski|first1=Andrzej|title=Album Review: Low: Live in Chicago|url=http://drownedinsound.com/releases/19111/reviews/4149574|website=[[Drowned in Sound]]|accessdate=29 marzo 2016}}</ref> e [[Musica ambientale|ambient]].<ref name="ultimate">{{cite web|last1=Mastropolo|first1=Frank|title=The History of David Bowie's Berlin Trilogy: 'Low,' 'Heroes,' and 'Lodger'|url=http://ultimateclassicrock.com/david-bowie-berlin-trilogy/|website=[[Ultimate Classic Rock]]|accessdate=29 March 2016}}</ref> La prima facciata dell'LP contiene brevi, coincise, e dirette canzoni di [[avantpop]] simili a frammenti sonori;<ref name="AllMusic">[http://www.allmusic.com/album/low-mw0000185800 AllMusic]</ref> mentre invece la seconda facciata è costituita da estesi pezzi principalmente [[Musica strumentale|strumentali]] con largo impiego di sintetizzatori utilizzati in modo non convenzionale.<ref name="AllMusic"/> Spesso erroneamente indicato come produttore di ''Low'',<ref name="The Complete David Bowie">[[Nicholas Pegg]] (2000). ''The Complete David Bowie'': pp.302–306</ref> Eno fu responsabile di buona parte della direzione musicale generale e della composizione delle tracce della seconda facciata del disco per la quale compose e registrò in solitaria ''Warszawa'' mentre Bowie si trovava a Parigi per presenziare a un'udienza in tribunale nella causa legale contro il suo ex-manager.<ref name="Low pp.113-118">Hugo Wilcken (2005). ''Low'': pp.113–118</ref> Parzialmente influenzato dal sound di band quali [[Kraftwerk]] e [[Neu!]], ''Low'' evidenzia il distaccamento da parte di Bowie nel suo stile di scrittura dai tradizionali stilemi narrativi a un approccio musicale più astratto dove i testi sono sporadici o assenti del tutto in quanto non necessari.<ref name="Bowie: An Illustrated Record" />
 
Fu distrutto nel 1924 dallo stesso produttore, [[Cecil M. Hepworth]]. Fallito, in gravissime difficoltà finanziarie, Hepworth pensò in questo modo di poter almeno recuperare il nitrato d'argento della pellicola.
''Low'' e ''The Idiot'' furono in gran parte registrati in Francia, e della trilogia di Bowie solo ''Low'' e ''"Heroes"'' furono effettivamente incisi agli [[Hansa Tonstudio]] di [[Berlino]], soprannominati "Hansa by the Wall" per la loro vicinanza con il [[muro di Berlino]] che divideva in due la città.<ref name="UCR"/> Anche se Bowie completò l'album nel novembre 1976, la sua casa discografica si disse alquanto perplessa dalle nuove sonorità e impiegò altri tre mesi per far uscire il disco nei negozi.<ref name="Ruether 82–85">{{cite web|last=Ruether|first=Tobias|url=http://032c.com/2006/the-man-who-came-from-hell/|title=The Man Who Came from Hell|work=[[032c]]|date=Winter 2006–2007|pages=82–85|accessdate=21 luglio 2014}}</ref> Le recensioni furono in gran parte negative. Nonostante questo, ''Low'' raggiunse la seconda posizione in classifica in Gran Bretagna sorpassando il risultato del precedente ''Station to Station''.
 
==Voci correlate==
===1977–78: ''"Heroes"'' e tournée mondiale ===
*[[Filmografia Hepworth]]
{{Vedi anche|"Heroes"|Stage Tour}}
[[File:WestBerlinBoroughs.png|thumb|upright=1.2|Distretti urbani (''Stadtbezirk'') di Berlino Ovest]]
Senza tralasciare l'approccio minimalista e strumentale di ''Low'', il secondo capitolo della trilogia, ''[["Heroes"]]'' (1977), incorporò elementi di musica pop e rock in misura maggiore, e Bowie venne raggiunto in studio da frequenti collaboratori di Eno come il chitarrista dei [[King Crimson]] [[Robert Fripp]]. Come ''Low'', ''"Heroes"'' cattura lo "[[spirito del tempo|zeitgeist]]" della [[Guerra fredda]], simbolizzata dalla città divisa di Berlino.<ref>Pegg, 2004, pp=90–92</ref> Pur mantenendo l'attitudine sperimentale ed incorporando una gran quantità di fonti sonore (rumori di generatori, sintetizzatori, [[koto]], ecc... ), l'album si rivelò più accessibile per il grande pubblico e divenne un altro successo, raggiungendo la terza posizione in Gran Bretagna. La [["Heroes" (singolo)|title track]], anche se all'epoca raggiunse solo la posizione numero 24 nella classifica dei singoli, con il passare del tempo è diventata un classico e, probabilmente, la canzone più celebre di Bowie. Inoltre, nel disco si ritrova musicalmente, attraverso l'uso di vari strumenti etnici come ad esempio il koto (uno strumento della tradizione giapponese) in ''Moss Garden'' o le sonorità mediorientali di ''The Secret Life of Arabia'', anche un senso di cosmopolitismo tipico di Berlino ma anche tipico di Bowie, che sarebbe poi esploso in ''Lodger''. Riferendosi alla nascente scena musicale [[new wave (musica)|new wave]], la [[RCA Records]] sponsorizzò ''"Heroes"'' con lo slogan "There's Old Wave. There's New Wave. And there's David Bowie" ("C'è la old wave, c'è la new wave. E c'è David Bowie").<ref name="Bowie: An Illustrated Record">{{cite book |last1=Carr |first1=Roy |authorlink1=Roy Carr |last2= Murray |first2=Charles Shaar|authorlink2=Charles Shaar Murray |year=1981 |title=Bowie: An Illustrated Record |pages=91–92}}</ref>
 
==Collegamenti esterni==
[[File:David bowie 05061978 01 150.jpg|thumb|left|Bowie in concerto a [[Oslo]], Norvegia, 5 giugno 1978.]]
* {{Collegamenti esterni}}
 
{{Portale|cinema}}
Dopo la pubblicazione di ''"Heroes"'' nel 1977, Bowie passò gran parte del 1978 in tour, portando la musica dei primi due album della trilogia di Berlino in giro per il mondo nel corso di 70 concerti in 12 nazioni diverse. All'epoca aveva finalmente risolto i suoi problemi con la droga, e il biografo David Buckley scrisse che questa tournée "fu probabilmente il primo tour di Bowie in cinque anni nel quale egli non fosse stato anestetizzato da copiose quantità di cocaina prima di salire sul palco". Dalle registrazioni del tour del '78, venne ricavato l'album dal vivo ''[[Stage (David Bowie)|Stage]]'', pubblicato nello stesso anno.
 
[[Categoria:Cortometraggi muti britannici]]
=== 1979: ''Lodger'' ===
[[Categoria:Cortometraggi drammatici]]
{{Vedi anche|Lodger (album)}}
[[Categoria:Film perduti]]
[[File:Eno Illustrated Talk.jpg|thumb|Brian Eno nel 2011]]
[[Categoria:Film Hepworth]]
Fu all'incirca all'epoca di ''[[Lodger (album)|Lodger]]'' (1979) che Bowie iniziò a considerare e a definire i suoi precedenti due album come i primi capitoli di una trilogia incentrata sulla città di [[Berlino]] e la sua decadenza.<ref name="Q">{{cite web|last1=Graham|first1=Ben|title=30-Years On: David Bowie's Lodger Comes In From The Cold Ben Graham , 11 gennaio 2016 00:35|url=http://thequietus.com/articles/03161-30-years-on-david-bowie-s-lodger-comes-in-from-the-cold|website=[[The Quietis]]|accessdate=6 dicembre 2016}}</ref> ''Lodger'', capitolo finale di questa trilogia, si discosta dal minimalismo e dall'atmosfera ambient dei due precedenti lavori, sancendo un parziale ritorno alla tradizionale forma canzone del periodo pre-Berlino. Registrato tra Svizzera e New York, il risultato fu un misto di [[new wave (musica)|new wave]] e [[world music]], con evidenti influenze da parte di Eno che avrebbe ulteriormente sviluppato queste sonorità insieme a David Byrne con l'album ''[[My Life in the Bush of Ghosts]]'' del 1981. Alcuni brani furono composti utilizzando le carte delle [[Strategie Oblique]]: per ''Boys Keep Swinging'', Eno incoraggiò i musicisti a scambiarsi gli strumenti, ''Move On'' ricorre agli accordi di ''[[All the Young Dudes (singolo)|All the Young Dudes]]'' suonati al contrario, e ''Red Money'' riprende la traccia base di ''Sister Midnight'', pezzo composto in precedenza da Bowie con Iggy Pop per l'album ''The Idiot''.<ref>Carr, Murray, 1981, pag. 102–107</ref>
Inizialmente, ''Lodger'' fu accolto da giudizi contrastanti, venendo considerato non del tutto all'altezza dei suoi due illustri predecessori, e tacciato di produzione affrettata. L'album, oltre che il termine dell'esperienza berlinese, sancì inoltre la fine della partnership di Bowie con Brian Eno (i due sarebbero tornati a lavorare insieme solamente quindici anni dopo). ''Lodger'' raggiunse la quarta posizione in classifica in Gran Bretagna e la numero 20 negli Stati Uniti.<ref>Buckley, 2005, pag. 281</ref><ref>Sandford, 1997, pag. 191–92</ref> Verso la fine dell'anno, Bowie e la moglie Angela iniziarono le pratiche per il divorzio, e dopo mesi di battaglie in tribunale il matrimonio poté dirsi nullo all'inizio del 1980; dopodichè David Bowie si trasferì a New York e il periodo berlinese dell'artista poté dirsi definitivamente concluso.<ref>Sandford (1997): p. 197</ref>
 
Dopo la trilogia berlinese Bowie continuerà a comporre musica e a pubblicare dischi riscuotendo anche maggiori successi commerciali, ma con alterna fortuna critica, e non riuscirà più a raggiungere di nuovo quei toni artistici elevati concepiti durante quel particolare percorso artistico.
 
== Voci correlate ==
* [[David Bowie]]
* [[Low (David Bowie)]]
* [["Heroes"]]
* [[Lodger (album)]]
* [[The Idiot]]
* [[Brian Eno]]
 
== Note ==
{{references}}
 
== Bibliografia ==
* Buckley, David. ''Strange Fascination&nbsp;— David Bowie: The Definitive Story'', 1999, Londra, Virgin, ISBN 978-0-7535-1002-5
* Carr, Roy; Murray, Charles Shaar. ''Bowie: An Illustrated Record'', 1981, New York, Avon, ISBN 0-380-77966-8
* Pegg, Nicholas. ''The Complete David Bowie'', 2000, Londra, Reynolds & Hearn, ISBN 1-903111-73-0
* Sandford, Christopher. ''Bowie: Loving the Alien'', Time Warner, 1996, ISBN 0-306-80854-4
* Seabrook, Thomas Jerome. ''Bowie - la trilogia berlinese'', Arcana, 2009, ISBN 978-88-6231-060-4
== Collegamenti esterni ==
*[http://seesound.it/musica/giradischi-david-bowie-e-la-trilogia-di-berlino-61389.html David Bowie e la Trilogia di Berlino] in seesound.it
*[http://www.psycanprog.com/monografie/la-trilogia-berlino-david-bowie/ La trilogia di Berlino di David Bowie 1977-1979] in www.psycanprog.com
*[http://www.radiogas.it/rubriche_articolo.asp?sezione=APPROFONDIMENTI&sottosez=Musica&titolo=David_Bowie_-_La_trilogia_Berlinese&id=709&id_sott=20 David Bowie - La trilogia Berlinese] in www.radiogas.it
*[http://www.panorama.it/cultura/david-bowie-il-berlinese-1976-1979/ David Bowie il berlinese (1976-1979)] in www.panorama.it
{{David Bowie}}
{{Brian Eno}}
{{Low}}
{{Heroes (David Bowie)}}
{{Lodger}}
{{Portale|rock}}
 
[[Categoria:David Bowie]]